Ustica sape

Ecco l’isola italiana da favola, che nessuno conosce e tu devi visitare subito


Ustica, un mare da favola


Ustica, mare da favola

“L’AQUILONE DELLA PACE”, favola di Sara Favarò, alla Camera dei Deputati con la FUIS.


“L’Aquilone della Pace” (Ed. Villaggio Letterario) favola di Sara Favarò, sarà letta a Roma, alla Biblioteca della Camera dei Deputati, per la “Giornata Internazionale della Poesia”, nell’ambito degli appuntamenti  della Federazione Unitaria Italiana Scrittori. La favola, edita da Villaggio Letterario, è corredata dalle illustrazioni a colori di Umberto Marsala e dalla traduzione del testo in russo, inglese, cinese e ucraino. Un testo che guarda al di là degli orrori di tutte le guerre che in questo momento, in ogni latitudine del globo, denigrano la dignità dell’uomo, riducendolo a mero strumento di morte, odio, terrore. “L’Aquilone della Pace” di Sara Favarò non è soltanto un albo illustrato destinato ai bambini, ma un messaggio destinato a ogni essere umano che crede nei valori della pace e che condivide la capacità del sorriso, quale metafora di convivenza, armonia, unione, e dì farsi foriero di pace perché, come recita il testo: dove c’è il sorriso regna la Pace! La lettura alla Camera dei Deputati è un’anticipazione del libro che sarà presentato il 21 maggio al Salone Internazionale del Libro di Torino, presso lo stand della FUIS, alle ore 12.00 , dall’Autrice, dalla presidente Villaggio Letterario Anna Russolillo e dal Co – Presidente Nazionale della Federazione, Natale Tonino Rossi e che, fin dai primi giorni di maggio, sarà disponibile nelle librerie e online. Il testo è destinato a tutti quelli che ne condividono l’intrinseco significato di bisogno dì Pace, oltre ogni confine geografico, fisico, sociale e linguistico. Motivo per  il quale è scritto in cinque lingue: italiano, russo, inglese, cinese, ucraino. Il libro sarà poi presentato ad Ustica nel mese dì agosto nell’ambito della rassegna Libro Fest 2022. www.villaggioletterario.it

La favola scientifica “Usticino” dedicata ai bambini della Scuola Elementare


Chi di noi, almeno per una volta, non si è trovato a dire “Ah!, potessero parlare quelle pietre” o “quegli alberi” o “quelle statue”. Nella realtà, lo sappiamo bene, ciò è possibile solo nell’immaginazione. Ed è proprio facendo ricorso alla fantasia che Franco Foresta Martin e Patrizia Polizzi, geologi di formazione, propongono una favola scritta apposta per i bambini di Ustica, una via di mezzo tra il dilettevole e l’utile, un gioco scientifico in cui ciò che in natura è inanimato per eccellenza, ossia le pietre, incredibilmente si animano e raccontano…Che cosa raccontano? Lo chiediamo al primo autore dell’originale favoletta.

Franco, abituati a leggere i tuoi articoli scientifici e divulgativi ora, in una diversa forma, vediamo nascere una tua nuova “fatica”, condivisa con una collega geologa.

Abbiamo voluto concepire la prima favola scientifica per bambini dedicata espressamente alla geologia e alla vulcanologia della nostra piccola ma straordinaria isola. Il titolo rivela subito l’identità e il ruolo del personaggio-chiave della storia: “Usticino. Un ciottolo racconta la storia geologica di Ustica”.

Come ogni pubblicazione, anche questa nasce da un progetto. Quale in questo caso?

Le favole, si sa, sono il primo approccio dei piccoli al mondo della lettura ed è per questo motivo che abbiamo voluto trasmettere le prime nozioni  di Scienze della Terra attraverso una favola in cui le pietre, testimoni del lungo passato geologico, assumono sembianze quasi umane e cominciano a parlare. Questa metamorfosi che, a prima vista, potrebbe sembrare un parto della fantasia, in realtà per noi geologi assume il senso di metafora. Perchè, di fatto, nei laboratori, con l’aiuto della tecnologia, noi siamo in grado di compiere un prodigio, nel senso che facciamo effettivamente parlare le pietre: infatti le sottoponiamo ad analisi che rivelano la travagliata vicenda della loro nascita e delle loro lente trasformazioni. Dunque questa favola si basa su un lavoro di fantasia ma anche di comunicazione scientifica, che ho avuto la fortuna di sviluppare assieme a un’entusiasta collega geologa come Patrizia Polizzi.

Com’è evidente, in “Usticino” c’è l’utile e il dilettevole: l’istruzione e il divertimento.

E’ così. Noi due autori abbiamo dedicato la favola scientifica ai bambini delle scuole elementari, con l’intento di accendere precocemente la loro passione per la natura e il rispetto per il pianeta Terrra. “Usticino” è un racconto scientifico in cui le rocce di Ustica si animano, diventando personaggi che raccontano la storia della nascita e dell’evoluzione dell’isola di natura vulcanica, oggi del tutto inattiva, che mette in bella mostra crateri, cuscini di lava, depositi di tufi, ceneri e lapilli, esplorabili in totale sicurezza. Si tratta di un espediente, ci auguriamo divertente e istruttivo, attraverso cui bambini e ragazzi possono apprendere come si forma e cresce un monte vulcanico sottomarino, fino ad emergere dal mare e diventare un’isola piccola ma ricca di testimonianze geologiche e vulcanologiche, tanto da essere definita dagli studiosi “Un museo di Scienze della Terra a cielo aperto”.

Il sasso arrotondato di nome Usticino, protagonista della favola, a suo modo, è un piccolo Cicerone. Giusto?

Ben detto. Nella favola, magistralmente illustrata da Fiammetta Foresta Martin, che ha dato un volto fantasioso alle rocce di Ustica, il protagonista principale è Usticino, un sasso di lava arrotondato dalle onde del mare spettatore della formazione geologica dell’isola. Ma Usticino non è solo. Da buon padrone di casa, egli introduce la storia e presenta tutti gli altri personaggi-rocce che sono i co-protagonisti della favola: Lavino, Cuscì, Pomicina, Cipollino, Tufetto e Tufina, ognuno dei quali racconta un capitolo avvincente della storia naturale di Ustica. Insomma, un racconto corale, che si articola in una successione di storie ricche di colpi di scena, scritte con l’intento di stimolare la fantasia e l’innata creatività dei bambini.

Franco, una tua riflessione conclusiva sul tempo che ami dedicare alla divulgazione per i giovanissimi.

Svolgiamo da anni attività di divulgazione scientifica, quindi conosciamo bene le domande e le curiosità dei piccoli. Il libro è concepito con l’intento di anticipare alcune domande e fornire, sia pure in chiave favolistica, risposte corrette sotto il profilo scientifico. Non è un caso che la consegna della favola ai bambini della scuola elementare di Ustica sia stata preceduta da una lunga escursione che abbiamo fatto, assieme alle insegnanti, lungo i sentieri del Boschetto, per fare la conoscenza diretta dei vari tipi di roccia presenti nell’affascinante e vario paesaggio usticese.

In chiusura ringrazio Franco Foresta Martin al quale, è scontato, arriderà un ennesimo successo letterario che naturalmente condividerà con la co-autrice Patrizia Polizzi e con la illustratrice Fiammetta Foresta Martin.

Informo infine che il libro “Usticino” sarà donato in omaggio a tutti i bambini e agli insegnanti della scuola elementare dell’isola di Ustica dall’Editore Villaggio Letterario/Collana ScuolArt.

Mario Oddo – odmar@libero.it

 

Ustica, un mare da favola ai farglioni


Mare da favola ai faraglioni

Ustica: Un mare da favola


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Da Lorella De Angelis

Lorella De Angelis Di ustica ho amato il silenzio interrotto dalla brezza marina e lo starnazzare dei gabbiani, il dolce calore del sole i rossi tramonti visti dalle alture, le tante grotte che fanno da contorno all’isola, ma i miei occhi si sono persi per sempre…….nei fondali, nelle praterie, nel verde, azzurro, blu cobalto, smeraldo……..e altri indescrivibili colori dello splendido MARE

Ricordi: Un mare da favola e una barca a vela


[ id=19932 w=320 h=240 float=left] Pavla Fuccillo da Praga, rivedendo la foto scattate ad Ustica, la barca a vela e il mare l’hanno portata a ricordare la gita in barca con il cugino Luca e le parole di una bella canzone: “Vide ‘o mare quant’è bello,. spira tanto sentimento, Comme tu a chi tiene a’mente, Ca scetato ‘o faje sunnà…”

Scogliera da favola… purtroppo interdetta da assurdi divieti.

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Marianna Bertucci (Alabama U.S.A): cinque giorni da sogno ad Ustica – I found my roots


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Aforismi, Citazioni, Proverbi… del giorno


La favola del vecchio, dell’asino e del bambino
Quando si cerca di accontentare tutti e scontentar nessuno

Per le vie di un piccolo paesino un vecchio faceva il cammino con il figlio giovinetto e un unico piccolo asinello. Mentre il vecchietto andava a piedi e sulla groppa dell’asinello stava il bambino i passanti li schernivano:

“Ma guardate lì che scena! Il vecchietto che non può neanche camminare va a piedi, mentre il bambino, che potrebbe correre, va a cavallo!”- Il vecchietto, sentiti i discorsi di quel gruppo di gente, per non dare adito ad altre dicerie, fece smontare il bambino per farlo andare a piedi e montò lui in groppa all’asino.

I tre proseguirono, così, nel loro cammino, ma ecco un altro gruppo di persone: “Che ingiustizia!… il bambino con le sue piccole e tenere gambine va a piedi, mentre il vecchio, che può benissimo camminare , sta comodamente seduto in groppa.” L’anziano contadino, vinto dalla vergogna decise di far salire anche il bambino in groppa all’asino.

Proseguirono, così, entrambi sul quadrupede. Il borbottìo dei passanti e l’indignazione però accrebbe: “Hai visto quei due lì? Che vergogna!! Con un asinello così piccolo, gli stanno sopra entrambi, finiranno per sfiancarlo…”

Il vecchietto, sentiti quei commenti, pensò bene che sarebbero andati a piedi sia lui che il suo piccolo nipotino. Ecco allora esplodere lo scherno e il riso di tutti: “Guardate quei tre asini, mentre ne risparmiano uno, non risparmiano se stessi. Quel vecchio e quel bambino potrebbero andare comodamente in groppa e invece vanno a piedi!!”

Il povero ed esasperato vecchietto disse allora al giovinetto.“Caro mio se continuiamo a dar retta alla gente finiremo sicuramente con il portare l’asino sulle nostre spalle”

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COMMENTO

Da Palermo Eliana Dominici

ed infatti…

bisogna fregarsene delle dicerie degli estranei e far quel che il cuore dice o in altri casi mettere in accordo mente e cuore e fare quel che sentiamo giusto……

Ma a volte pur facendolo chi vorremmo capisse è indifferente o fa ”orecchie da mercante”…..

 

 

Grotta Pastizza


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La Favola di Via Randaccio…


E se è vero che la legge è uguale per tutti chiudiamola Via Randaccio ma si….. chiudiamola e non se parla più !!!!!! 

E diciamolo che di via Randaccio non si è mai voluto interessare nessuno ….compresa questa amministrazione .
A che serve ….per due famiglie e poi……. I numeri sono pochi .
Ci avete caricato di tutto il traffico del paese …..giorno e notte e di tutti i noleggi di motocicli degli alberghi …..negozi e così via ….. Dalla Via Randaccio sono passati i mezzi più pesanti e rumorosi. Nelle ore più calde della giornata …. un disordine totale …la confusione …. quel rumore assordante, gli stessi mezzi che reclamano la sosta ormai insopportabile , il caldo….. file lunghissime di macchine bloccate da mezzi che non riescono a passare ….. il piatto in tavola …….il caldo ……la confusione ……il cattivo odore dei gas e quello nauseante della benzina !!!! E rimango li a guardare … a sentire il baccano … gente che esce dalle macchine perché ormai cotta !!!! E non puoi fare nulla …. rimani li … senza parole e vorresti uscire fuori e urlare “ basta …non ce la facciamo più “… e invitare Voi amministratori a vivere questo inferno .!!!

E sull’ uscio di casa, il calore , il calore lo senti salire dai piedi e attraversare tutta la persona … ti senti bruciare la pelle ….l’aria irrespirabile …. motorini che per forza vogliono farsi avanti ….e manca poco che ti saltino addosso ……Una nube di fumo …..e il sole brucia ancora di più su Via Randaccio.

Ma ancora raccontano favole questi amministratori …..? Ancora queste false verità e il “Sindaco” …cosa dice …. in una delle sue lettere su Via Randaccio …… parla di numeri …..numeri ….. (mi sa che veramente li stiamo dando i numeri ) … e aspettiamo che la legge risolva il problema….. SIAMO NOI LA LEGGE ……LA GENTE ……

Appena saliti al “trono” girate le spalle diventando sordi .

Abbiamo e continuiamo a mangiare minestre di catrame , dessert di polvere……..e quando il sindaco scrive … ……. in una semplice lettera e riduce tutto questo in dei semplici numeri …. Squallidi calcoli ….. mi viene da piangere !!!!!

“Tutto questo disordine , chiasso ……rumore non è nocivo alle persone “ .

Il problema è risolto!!! Con due numeri ……..non ci posso credere due numeri ……Noi di Via Randaccio siamo stati ridotti in degli squallidi numeri …… numeri che poi non corrispondono a verita’ e lo sapete CHE NON CORRISPONDONO A VERITA’….. E se è vero che la legge è uguale per tutti chiudiamola Via Randaccio ma si….. chiudiamola e non se parla più !!!!!!

Direte che non ci sono alternative ….. BUGIARDI !!!!!!! RENDIAMOLA PEDONALE QUEST’ISOLA MERAVIGLIOSA !!!!!!! ( Non è possibile mancano i pulmini … il comune non ha soldi ). Ma insomma ……. il comune se lo devono piangere Quelli di Via Randaccio ??????

Slittiamo il traffico in via San Francesco …..( non si può …le macchine non possono girare) Cavolate !!!

La vecchia amministrazione aveva fatto un’ ordinanza affinchè il traffico venisse deviato su quella via . Si è scatenato l’inferno ……la gente è uscita fuori con letti …… sedie ……tavoli ……non mancava piu’ nulla …….nel giro di pochi minuti il sindaco, allora in carica , ha revocato l’ordinanza ….. Questi siamo ……gli Usticesi …… ( il problema è toccato a te , mi dispiace tienitelo …….).

QUEL POCO DI SENSIBILITA’ CHE VI E’ RIMASTA , CONSERVATELA …..VI POTRA’ SERVIRE IN FUTURO ……..!!!!!!!

Gabriella Bertacci

 

COMMENTO

Dalla Germania Iosè Zagame

(Rieccomi, forzata sosta causa “raffreddore” computer)!

Grazie Gabriella per non smettere di far sentire la tua (“nostra”) voce; e’ molto importante alimentare il fuoco dell’indignazione e della protesta,che spero quantoprima si trasformi in incendio. Incendio che spero bruci quel modo autolesionista di pensare di chi persevera nel tenere in ostaggio la nostra “Tartaruga”!

Jose’

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Da Ustica Angela D’Angelo

Ciao, ti capisco, forse perché ho fatto questa esperienza. Tantissimi anni fa, quando era viva la mia nonna Angelina, la mia famiglia faceva a turno per accudirla. Specialmente nel periodo estivo quella strada diventava un vero inferno. Assieme alla tua mamma gettavamo in strada secchi d’acqua fresca per sentire meno la puzza. Una zia di mia madre diceva : “provare, per credere”. Non dico altro.Ti abbraccio.

 

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