Lo scorso novembre abbiamo inviato al Presidente del Consiglio una richiesta di integrazione al Consiglio Comunale per approfondire il ruolo che ha nella comunità nazionale e internazionale la Senatrice Liliana Segre. Liliana Segre è il “simbolo” dell’Italia che si è liberata, che ha avuto il suo riscatto. Le offese che ancora oggi riceve ci dicono che non dobbiamo abbassare la guardia. Vorremmo che anche il nostro consiglio comunale, come molti altri comuni italiani hanno già fatto, dia la prova che esiste un’Italia che ha superato i sentimenti di intolleranza, che condanna ogni forma di razzismo e violenza.
Bisogna ricordare i fatti accaduti durante il secondo conflitto mondiale affinché non si verifichino più.
Vorremmo esprimere la nostra solidarietà e conferire la cittadinanza onoraria.
Ma la scrissi ugualmente e la chiamai “Ode a Isla Negra”, ispirandomi ad un Canto di Pablo Neruda!
Era un componimento lirico, realizzato con trasparenze, sonorità e versi, che non aveva un contenuto né civile, né religioso, né patriottico, né morale, né tantomeno politico!
Aveva soltanto una proposizione spontanea amorosa, nata da sentimenti e da intensi turbamenti!
Cogliendone il messaggio intimo e aggregante, voci poetiche che l’avevano apprezzata, la elogiarono come un puro Inno alla Poesia, alla Bellezza, ai Sentimenti, al Mare!
“Una toccante dichiarazione d’Amore”, così la definirono!
E’ vero, quella fu l’unica ragione per la quale l’Ode era stata scritta! Ringrazio ancora quelle voci che ne compresero il senso e manifestarono condivisione!
Partorii quel canto in un momento della mia vita interiore, pertinente al mondo degli affetti e delle emozioni!
Vestii poi il mio Canto, con la Luce delle Trasparenze ed i Suoni dell’Infinito e lo mostrai a chi voleva farne un “Concerto”!
Lo guardarono, non lo lessero e se lo lessero, forse per loro, risultò incomprensibile; fecero però delle promesse, ma lo lasciarono nel fondo di un cassetto!
Passarono anni ed altri fecero nuovi giuramenti, illudendolo ancora, poi lo ritrovai in un cestino, coperto definitivamente dall’oblio!
Mi convinsi allora che la mia “Ode” non valeva nulla, almeno per loro!
Chiesi scusa a tutti e la seppellii, per sempre, sotto i sassi, in riva al mare, con rabbia e lacrime!
Poi, per caso, un Passante Silenzioso e Scalzo che sussurrava alle Pietre e parlava alla Luna, tirò fuori dall’acqua quel foglio, protetto dalle attinie, lo asciugò al sole e lo lesse ad alta voce!
Lo ascoltarono altri occhi, lo cantarono altre labbra, lo lodarono altre donne ed altri uomini, lo cullarono altre mani e mi obbligarono a custodirlo come un Bene Prezioso!
Adesso so soltanto che se voglio trovare una Luce, una Speranza o una Dolce Parola, devo cercarle in fondo all’Anima di chi sa parlare ai miei Silenzi!
Quel giorno d’autunno ad Ustica ero in cerca di azzurro per ubriacarmi gli occhi e l’anima, ma quel giorno d’autunno ad Ustica, l’azzurro era andato momentaneamente via! Dove? Non so!
Il cielo ed il mare erano di colore bianco e tutto intorno il colore marrone e le sue gradazioni cromatiche erano predominanti!
Scriveva Goethe: “ In mescolanza con il nero, il rosso forma il marrone, colore ottuso, duro, poco incline al movimento, in cui il rosso suona come un borbotto appena percettibile.”
Mi abbracciò quella sconosciuta atmosfera presente sull’isola, tanto da incuriosirmi e allora la assecondai per capire meglio!
Il marrone, anche se è tecnicamente un misto di arancione e nero, è ritenuto un colore a tutti gli effetti. Si associa alla terra e alla natura, ma alla natura nel suo stato letargico: autunno e inverno più che primavera ed estate. E’ il colore delle terra dissodata, dei campi in inverno, del bosco dopo una tempesta, delle scogliere che toccano l’acqua e suggerisce stabilità, sicurezza, forza.
Il marroncino chiaro che è rappresentato dal beige, è il più neutro di tutti i colori, il meno comunicativo e con il suo lato più scuro manifesta un suono ottuso, poco dinamico, duro, eppure anche questo colore può produrre una bellezza interiore, sorvegliata, controllata!
In ultima analisi il marrone a volte ha lo sgarbo di certe mani grossolane che sporcano tutto, altre volte ha la serenità paziente e esatta di una linea di terra che nutre e dà vita.
Con questi pensieri mi rimisi in macchina mentre un pallido sole morente alle mie spalle affogava dietro il faro!
Che bellissima fotografia !!! avete notato quanti Amici del gruppo non sono più dei nostri ??? Io li ricordo tutti.
Grazie per questo bellissimo ricordo
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