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Repetita iuvant: Messa in sicurezza “Cala Santa Maria” Opera prioritaria.


Che la messa in sicurezza della Cala Santa Maria sia da ritenere opera prioritaria, ritengo che mai nessuno l’abbia messo in dubbio.

Da sempre questa esigenza è stata avvertita da tutti noi, tanto è che a metà degli anni novanta l’amministrazione comunale, consapevole dell’importanza di tale realizzazione, diede incarico agli ingg. Mallandrino e Napolitano di redigere il “Piano regolatore del porto”, strumento questo indispensabile per poter effettuare lavori nell’ambito delle opere marittime. Purtroppo tale complemento urbanistico non è andato a buon fine, di conseguenza nessuna opera marittima sarebbe stata realizzabile, se non fosse intervenuta una provvidenziale legge regionale che autorizzava i comuni costieri a richiedere alle Capitanerie di Porto di appartenenza la dichiarazione della necessità di mettere in sicurezza i porti o gli approdi esistenti, consentendo così di poter realizzare nuove opere marittime anche in assenza di Piano Regolatore. Ci si è immediatamente attivati per l’ottenimento di tale indispensabile dichiarazione, ottenuta la quale venne richiesto ed ottenuto, da parte dell’Assessorato Regionale LL.PP., un finanziamento di sette miliardi delle vecchie lire, certamente non sufficiente per tutte le opere necessarie, ma adeguato per dare inizio alle opere occorrenti per la messa in sicurezza della Cala Santa Maria. Purtroppo tale somma è andata irrimediabilmente persa.

Fatta questa doverosa precisazione , ritengo sia necessario ricordare a tutti noi che messa in sicurezza, non significa rendere operabile la cala Santa Maria con qualunque condizione di tempo. Ammettendo, per assurdo, che si riuscisse ad ottenere un finanziamento di una cinquantina di milioni di euro (pura utopia considerando l’attuale situazione del nostro paese) si riuscirebbe, esclusivamente, a proteggere la cala dal levante e dallo scirocco, rimanendo sempre aperta ai venti di mezzogiorno e libeccio, da tali tenti ci si potrà difendere soltanto con l’approdo di Punta Spalmatore.

Nessuno mai ha sostenuto che il pontile Spalmatore sia prioritario rispetto alla Cala S. Maria ma, si è semplicemente asserito che, essendo lo Spalmatore riparato dai venti del primo e del secondo quadrante ( venti questi, che lo si ripete, rendono non operabile cala Santa Maria e approdo di Cala Cimitero) la disponibilità di un pontile in tale zona risolverebbe l’annoso problema della nave che fa ritorno a Palermo senza essere riuscita ad ormeggiarsi, riportando passeggeri e mezzi al porto di partenza.

Altro fattore da tenere presente è che la realizzazione delle opere per mettere in sicurezza la Cala Santa Maria non si sa quando potranno essere realizzate in quanto richiedono ingenti risorse, mentre l’approdo Spalmatore, grazie alla modesta somma occorrente , potrebbe trovare soluzione, risolvendo prima la parte autorizzativa, nel volgere di pochi mesi.

Il completamento del pontile Spalmatore è reso possibile poiché non trattasi di nuova opera, se così fosse sarebbe necessaria l’esistenza di un valido piano regolatore, strumento questo che l’isola non ha, bensì del completamento di un’opera esistente.

Tutto ciò premesso mi auguro che, in special modo, da parte di chi non vive i disagi di noi isolani, non continui a osteggiare il completamento del pontile Spalmatore sostenendo che bisogna dare la priorità alla Cala Santa Maria, opera questa che noi tutti ci auguriamo possa essere al più presto realizzata e che essi abbiano la capacità di ottenere le risorse all’uopo necessarie, fermo restando la necessità di disporre del terzo approdo per i motivi di cui si è detto prima.

Salvatore Compagno

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Da Palermo Mario Oddo

Che dire ? semplicemente esauriente. Non c’è altra espressione per etichettare il contenuto di questa ripetizione sul cui giovamento ritengo non ci saranno dubbi di sorta. Opportuno poi, forte e pertinente quel richiamo “a chi non vive i disagi di noi isolani” che certamente non sarà passato inosservato. In queste ore si stanno esternando frenetici scambi di speranze per il nuovo Anno; è il caso a questo punto di aggiungerne una: che sull’argomento con competenza illustrato e articolato da Salvatore Compagno si passi ora “dal dire al fare”; sappiamo bene, ironia della sorte, che “c’è di mezzo il mare”; nel veccho detto probabilmente è previsto che sia calmo ma nella realtà usticese spesso è di cattivo umore. Se ne tenga conto.

 

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