Ustica sape

Lezione di Franco Foresta Martin sullo scoglio del “sacramento” di Ustica: un ottimo punto di riflessione

[ id=20606 w=320 h=240 float=left] Quanta storia in così pochi kilometri quadrati! E quanto fascino vi ruota attorno, se pensiamo ai milioni di anni che ci sono voluti per creare tutto ciò che la Terra ci presenta oggi nei suoi aspetti morfologici così ricchi e cangianti, in perenne evoluzione.

Gli uomini della nostra epoca dovrebbero prendere esempio da quegli antichi “primitivi ignoranti” che avevano già capito come fosse importante rispettare la madre terra, venerandola per la sua inesplicabile grandezza e per quella delle sue forze potenti e misteriose
…e potremmo forse immaginare che quel villaggio sorgesse in quella zona, proprio per propiziarsi i benefici che il dio racchiuso in quel monolite potesse dargli ogni qual volta ci si rivolgesse a lui!

Tanta saggezza nelle menti così semplici e incolte di ieri, quanta arroganza nelle menti e nelle azioni sconsiderate degli uomini eruditi di oggi!

Grazie, Franco, le tue lezioni sono sempre un ottimo spunto di riflessione.

Antonella Carrubba

 

 

Ustica: Scoglio del Sacramento Tour – di Franco Foresta Martin

[ id=20571 w=320 h=240 float=left] Giorni fa la professoressa Antonella Carruba ha proposto, con una nota ai lettori di Usticasape, un aspetto del paesaggio usticese che merita attenzione e ammirazione: il cosiddetto Scoglio del Sacramento nella Cala del Camposanto, rivolgendomi poi l’invito a spiegare qualcosa sulla natura di questa singolare formazione vulcanica. Lo faccio volentieri anche perché, proprio in questo periodo, sono impegnato a completare, con l’aggiunta di alcuni itinerari, la mostra sulla storia geo-vulcanologica di Ustica che, all’inizio della primavera 2014, passerà dal Museo “Gemmellaro” di Palermo, dove attualmente è visitabile, al Municipio Vecchio di Ustica. E, fra i tanti itinerari, ne sto elaborando uno che non poteva mancare: la scogliera a falesia del Camposanto in cui si trova, assieme ad altre formazioni vulcaniche, il suggestivo scoglio del Sacramento.

Innanzitutto, per chi non lo sapesse, ecco un’indicazione puntuale per raggiungere il luogo. Partendo dal Municipio Nuovo, si prosegua per la via Petriera nella direzione del Camposanto e, dopo averne costeggiato il muro di cinta, si scenda giù per la rampa che porta alla banchina di attracco del traghetto. Mettendosi all’estremità della banchina, con le spalle rivolte al mare, si potrà ammirare a sinistra l’alta scogliera sotto il Camposanto; a destra lo Scoglio del Sacramento; ancora più a destra, sullo sfondo, dirimpetto al Villaggio Archeologico, il Faraglione o Scoglio del Colombaio.

[ id=20570 w=320 h=240 float=right] Visto da questa prospettiva, il Sacramento sembra un obelisco scolpito nella roccia, alto una dozzina di metri, culminante a punta, con una specie di rivestimento fatto da blocchetti prismatici di pietra grigia.

Prima di raccontare come si sia formata una struttura così particolare, è opportuno descrivere brevemente il contesto geologico in cui si trova: e cioè quegli ammassi caotici di lave e di altri prodotti vulcanici a strapiombo sul mare che caratterizzano la Cala del Camposanto. Per ricostruirne la storia è necessario fare un salto indietro di oltre mezzo milione di anni, quando Ustica, dopo una lunga esistenza come monte vulcanico sottomarino, era da poco emersa dal mare ed esibiva al centro dell’isola il suo primo apparato vulcanico subaereo: il Monte Guardia dei Turchi. Questo era un vulcano dalla caratteristica forma conica simmetrica, con uno stile eruttivo simile all’odierno Etna e un’attività caratterizzata sia da fiumi di lave che si riversavano lungo i pendii, sia da abbondanti lanci di ceneri e lapilli.

Oltre al cratere centrale, il Monte Guardia dei Turchi aveva qualche bocca laterale, del tutto simile a quelle che si possono vedere oggi sull’Etna. Una delle bocche secondarie produsse, attorno a 520.000 anni fa, una colata lavica che fluì verso settentrione e che oggi affiora, a tratti, alla base della costa di Cala del Camposanto. Alcuni ricercatori che hanno studiato a fondo il vulcanismo usticese hanno battezzato questa colata col nome di “Lave di Cala del Camposanto Inferiori” (inferiori perché, da un punto di vista stratigrafico, sono le lave più antiche e più sottostanti accessibili in questo settore).

[ id=20572 w=320 h=240 float=left]Qualche decina di migliaia di anni dopo, quando l’attività del Monte Guardia dei Turchi si avviava a conclusione, in un tratto di mare compreso fra lo scoglio del Colombaio e la Cala del Camposanto, si aprì un nuovo centro eruttivo, indipendente dall’apparato di Monte Guardia dei Turchi, dominato da un’attività esplosiva scatenata dal frequente ingresso dell’acqua marina nel condotto magmatico. Si formò così una “breccia esplosiva” costituita da grossi blocchi di lava mescolati a lapilli rossastri e a ialoclastiti (frammenti di vetri vulcanici cementati da sedimenti marini calcarei). Questa formazione, denominata “Brecce e ialoclastiti di Cala del Camposanto”, è visibile in diversi tratti della costa, sovrapposta alle Lave di Cala del Camposanto Inferiori.

Successivamente, lo stesso centro eruttivo (o un altro contiguo) generò la colata di lava subaerea che oggi forma la spettacolare parete di basalti color grigio azzurro a strapiombo sul mare, immediatamente sotto il Camposanto. I vulcanologi riescono a contare, su questa parete, ben sette colate laviche successive, intercalate da scorie rossastre; e ad esse hanno assegnato il nome di “Lave di Cala del Camposanto Superiori”, in quanto cronologicamente più recenti e soprastanti le altre due formazioni prima descritte.

[ id=20569 w=320 h=240 float=right] A questo punto uno potrebbe concludere che lo Scoglio del Sacramento, trovandosi impiantato nel bel mezzo di questa storia vulcanica, appartiene geneticamente ad essa. E invece no: la geologia è talvolta molto più complessa di quel che sembra a prima vista. Infatti, per assistere alla nascita del Sacramento, bisogna lasciare scorre l’orologio geologico per diverse decine di migliaia di anni, durante i quali, in questa parte dell’isola, si compirono eventi straordinari.

Infatti, circa 427.000 anni fa, dopo un lunghissimo periodo di riposo del vulcanismo usticese, il magma che ristagnava in un serbatoio profondo ricevette nuova alimentazione e risalì impetuosamente in superficie, trovando sfogo attraverso una bocca spalancatasi nel bel mezzo dell’attuale Piano di Tramontana (meno di un km in linea d’aria dalla Cala del Camposanto). Fu l’eruzione più catastrofica della storia vulcanica di Ustica, che ebbe la forza di smantellare tutto il versante settentrionale del Monte Guardia dei Turchi, sollevando una colonna di scorie e di ceneri alta diversi chilometri. I potenti depositi di Grotte del Lapillo derivano proprio dalla ricaduta di quelle ceneri.

Dopo essersi svuotato dal magma, il cratere di Tramontana collassò e si formò una caldera (una depressione circolare del terreno) la quale, per decine di migliaia di anni, fino a circa 210.000 anni fa, produsse abbondanti e tranquille eruzioni effusive. Le lave del Gorgo Salato, che si aggettano con stupende formazioni colonnari nella costa di fronte allo Scoglio del Colombaio, lo stesso Colombaio e, cronologicamente più tardi, le Lave di Tramontana che tappezzano il sentiero fra Punta del Gorgo Salato e Punta Testa del Rosso, sono il risultato dell’attività effusiva della Caldera di Tramontana (per inciso, ormai invisibile perché ricoperta dai sedimenti marini che hanno formato l’attuale Piano di Tramontana).

E il Sacramento che c’entra con tutto questo?

Quando un fuso magmatico emerge per dar vita a un’eruzione, oltre a incanalarsi lungo una via preferenziale di risalita (i condotti del vulcano), s’inietta dentro le fessure, le spaccature e le cavità delle rocce attraversate; e lì resta, senza trovare sfogo esterno, raffreddandosi e consolidando lentamente. Se poi i movimenti del terreno e i processi erosivi dovessero portare a giorno una di queste iniezioni di magma consolidato, allora il paesaggio vulcanico si arricchirebbe di quello che i vulcanologi definiscono un “dicco”.

[ id=20568 w=320 h=240 float=left] Lo Scoglio del Sacramento è un dicco formatosi in un periodo ancora imprecisato fra 350.000 e 210.00 anni fa, quando il magma alimentava l’attività della caldera di Tramontana.

Vedete quanta ricchezza di storia naturale e varietà di eventi vulcanici sono concentrati nelle poche decine di metri di Cala del Camposanto, attorno alla stele del Sacramento?

Resterebbe da chiarire come sia stato possibile dipanare il filo di tutte queste remote vicende, partendo da quello che, a uno sguardo sommario, appare come un affastellamento inestricabile di blocchi, scorie e sedimenti. Ci limitiamo a dire che, per comporre il puzzle, sono necessari non solo gli occhi allenati dei geologi, capaci di distinguere un prodotto eruttivo dall’altro, una colata antica da una più recente; ma anche i moderni metodi analitici di laboratorio, necessari per attribuire ai vari campioni di roccia raccolti un’età e un identikit chimico- mineralogico, in modo da stabilire correlazioni fra i vari strati e, infine, ricostruire la successione degli eventi geo-vulcanologici.

Tornando allo Scoglio del Sacramento, non dobbiamo accontentarci di ammirarlo dalla banchina di attracco della nave, o dal mare nell’occasione di una gita in barca; ma, ritornando sulla via del Camposanto e proseguendo oltre l’ex Mattatoio, lo osserveremo da terra, scoprendo che muta di forma a seconda dei punti di vista: ora tozzo come una piramide, ora svettante come la guglia di una cattedrale gotica. [ id=20567 w=320 h=240 float=right] La bellezza della vista da terra del Sacramento fu colta appieno dall’Arciduca Ludovico Salvatore d’Asburgo, che ce ne ha lasciato una stupenda incisione fra le sessanta che impreziosiscono il suo fondamentale volume “Ustica” (1898).

Nel corso del nostro “tour del Sacramento”, ancor più si apprezzerà quel che prima abbiamo impropriamente definito il rivestimento di blocchetti di pietra grigia. In realtà si tratta del magma che, quando si raffreddò lentamente all’interno della roccia incassante, si contrasse, frammentandosi e suddividendosi in tanti blocchetti prismatici. Così il vulcano di Tramontana ci ha lasciato in eredità non un dicco qualsiasi, ma un dicco che si è arricchito di un decoro naturale: un’autentica opera d’arte magmatica!

Concludo con un accenno all’etimologia del nome. E qui non posso che ripetere quanto scritto da Padre Carmelo Gaetano Seminara nel suo volumetto “Ustica, Itinerari turistici” (1986): “…lo scoglio del Sacramento, così detto perché assomiglia ad un tipo di antico tabernacolo…”. Senza troppo correre con la fantasia, non mi sembra eccessivo pensare che lo Scoglio del Sacramento, per il suo aspetto totemico, si sia caricato, fin dalla preistoria, di valori simbolici e sacrali, incutendo rispetto e timore agli antichi abitanti di Ustica. Potremmo immaginare processioni che si partivano dal vicino Villaggio della Media Età del Bronzo per giungere al Sacramento e propiziare qualche divinità pagana che si pensava albergasse nel cuore della roccia. Ma questa non è mia materia e la riferisco solo come una digressione visionaria!

FRANCO FORESTA MARTIN

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COMMENTO

Da Velletri Antonella Carrubba 

Quanta storia in così pochi kilometri quadrati! E quanto fascino vi ruota attorno, se pensiamo ai milioni di anni che ci sono voluti per creare tutto ciò che la Terra ci presenta oggi nei suoi aspetti morfologici così ricchi e cangianti, in perenne evoluzione.

Gli uomini della nostra epoca dovrebbero prendere esempio da quegli antichi “primitivi ignoranti” che avevano già capito come fosse importante rispettare la madre terra, venerandola per la sua inesplicabile grandezza e per quella delle sue forze potenti e misteriose …e potremmo forse immaginare che quel villaggio sorgesse in quella zona, proprio per propiziarsi i benefici che il dio racchiuso in quel monolite potesse dargli ogni qual volta ci si rivolgesse a lui!

Tanta saggezza nelle menti così semplici e incolte di ieri, quanta arroganza nelle menti e nelle azioni sconsiderate degli uomini eruditi di oggi!

Grazie, Franco, le tue lezioni sono sempre un ottimo spunto di riflessione.

Antonella Carrubba

 

Savona, giovedì al campus Franco Foresta Martin interviene su “La non strage di Ustica”


[ id=20497 w=320 h=240 float=left] Il giornalista:” L’attribuzione è falsa: il teatro del disastro fu, in realtà, il Mar Tirreno, in un punto a metà strada fra Ponza e Ustica, ben 115 km a Nord di quest’ultima isola”

Da sempre una delle più grandi firme del Corriere della Sera e tra i massimi rappresentati del giornalismo scientifico. Torna a Savona per la XIII edizione del corso Euro Mediterraneo di giornalismo ambientale Laura Conti Franco Foresta Martin. L’incontro si tiene domani mattina, giovedì, al Campus Universitario di Savona nell’ambito della settimana dedicata all’ Ecologia dell’Informazione del percorso formativo organizzato da Legambiente e da Editoriale La Nuova Ecologia.

Il tema della sua docenza darà senza dubbio una chiave di lettura del tutto nuova rispetto a un storia italiana piena di contraddizioni, la non strage di Ustica: “C’è una storia – racconta Foresta Martin – che dimostra in modo esemplare come un falso mediatico possa essere ripetuto acriticamente per decenni fino a diventare un falso storico. Mi riferisco alla cosiddetta “strage di Ustica” o, per essere più precisi, all’attribuzione all’isola di Ustica del disastro del DC9 Itavia precipitato la sera del 27 giugno 1980 con 81 persone a bordo. L’attribuzione è falsa: il teatro del disastro fu, in realtà, il Mar Tirreno, in un punto a metà strada fra Ponza e Ustica, ben 115 km a Nord di quest’ultima isola. Eppure la maggior parte dei media e dei giornalisti continuano a ripetere che l’aereo cadde mentre sorvolava Ustica e che i sui rottami furono ripescati al largo dell’isola.

Sia beninteso, non mi meraviglio della falsa definizione, ormai entrata nell’uso comune, e quindi proprio per questo incorreggibile, ma del fatto che essa non sia accompagnata da doverosi chiarimenti sulla realtà dei fatti. E da un interrogativo di fondo: perché fin dall’inizio, a dispetto delle coordinate in cui l’aereo scomparve e furono ripescati i suoi resti, si è evocato il nome di quest’isola? Non si tratta forse della prima di una lunga catena di menzogne e depistaggi per stornare l’attenzione dal teatro di eventi inconfessabili?”.

Fonte Savona News

c.s.

 

 

Strana nuvola – alla c.a. del nostro Amico Franco Foresta Martin


[ id=16441 w=320 h=240 float=center] Chiamato a intervenire nel dibattito sulla strana “nuvola” usticese lo faccio volentieri. Innanzitutto mi complimento con Giacomo, l’autore della foto, per avere colto e immortalato questo bel fenomeno atmosferico.

Vi assicuro che, ogni tanto, sollevare lo sguardo dalle cose terrene per guardare il cielo, può fare bene allo spirito e al corpo; oltre che aiutarci a riconoscere le nostre giuste dimensioni.

Sotto il profilo strettamente fisico, l’osservazione della struttura della nuvola, resa molto bene dalla qualità della foto, denuncia che questa massa di vapore sospesa nell’aria è stata catturata da correnti rotatorie in senso antiorario. Si notino le delicate raggiere filamentose che si avvolgono a spirale. Evidente è, pure, una componente di moto orizzontale, rivelata da una specie di “coda” che indica direzione e verso di questo movimento. Insomma, sopra Ustica si era creato una specie di mulinello di aria in movimento che ha conferito alla solitaria nuvoletta la graziosa forma di un batuffolo di zucchero filato.

Sotto il profilo poetico non posso che apprezzare l’interpretazione dell’isola che si dissolve nell’infinito data da Angelo alla singolare meteora. Ma, per il principio della reversibilità di alcuni fenomeni termodinamici, potrei azzardare che, invece, sia l’eterea e indistinta essenza dell’infinito che si sta sostanziando in un isola. E questo sì che sarebbe un fatto eccezionale!

Abbracci per tutti, Franco Foresta Martin

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COMMENTO

Da Palermo Mario Oddo

Franco, un giorno anni or sono ho provato a sollevare lo sguardo dalle cose terrene per guardare il cielo; mi avrà certo fatto bene allo spirito ma non certamente al corpo; camminando col naso all’insù infatti non mi sono accorto c’era una buca … tre punti di sutura !

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Da Ustica Giacomo Lo Schiavo

Grazie Prof Foresta sei un mito come sempre chiaro ed esaustivo ………convinto con la (ri)nascita di un’ isola, grazie ancora per quello che fai per la nostra ISOLA.

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Da Palermo Angelo Longo 

se potessi scegliere,certamente voterei per l’opzione espressa da Franco “l’eterea e indistinta essenza dell’infinito che si sta sostanziando in un’isola” con un processo di profonda catarsi.

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Da Palermo Angelo Longo

Angela non sei da meno! Per TE ALMENO 101 !!!

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Da Ustica Angela D’Angelo

Sempre ironico il nostro caro Signor Angelo!

“1oo anni campa!!!”

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Da Palermo Angelo Longo 

A me pare , ma certamente non sono un esperto, un’ISOLA CHE SI DISSOLVE NELL’INFINITO

Doverosa risposta al Presidente del Centro Studi Dott. Franco Foresta Martin


Caro Franco,

rispondo in ritardo alla domanda che mi hai posto , col tuo solito garbo, in una lettera del 18 gennaio da Te inviata a USTICA SAPE e titolata ” risposta multipla…”.Solo ieri sono riuscito a recarmi per una rapida visita a Ustica e prelevare copia di una lettera , che allego, indirizzata a Te, alla Soprintendente ai BB.CC.AA, e al Sindaco di USTICA in data 22 Agosto 2000 come da prot. del Comune.
La domanda che mi hai posto e’ la seguente:” Ritieni che la nostra presenza e attività in questi anni abbia rispettato o no lo spirito della vostra petizione che il vecchio Municipio fosse conservato” come luogo depositario della memoria storica della cittadinanza?
La risposta mi pare da me anticipata sin dal 2000 ed espressa nelle ultime due righe della lettera che allego con la cortese richiesta a USTICA SAPE di pubblicazione integrale. Addirittura ritengo di potermi vantare di essere stato il primo ad avanzare la proposta che il Centro Studi venisse ospitato presso il Vecchio Comune al primo piano e gli anziani al piano terra. Unendo idealmente GLI STUDIOSI DEL NOSTRO PASSATO – IL PASSATO ANCORA PRESENTE .
Data risposta, doverosamente, caro Franco, consentimi qualche considerazione: a mia memoria, e gli anni son tanti, non ricordo, neanche negli anni duri del primo dopoguerra, un disagio sociale di divisioni, di rancori, di prevaricazioni cosi forti. Nell’ambito di una crisi che investe il mondo intero, Ustica vive una sua crisi particolare che dovrebbe spingere tutti a fare blocco per tentare un recupero che, pur apparendo molto difficile, tuttavia spero ancora realizzabile.
Ustica, da molti anni ingiustamente associata al famoso DISASTRO AEREO, si e’ ritrovata improvvisamente alla ribalta nazionale come di una comunità che rifiuta la CULTURA! Abbiamo precedenti importanti; gli Usticesi che frequentavano gli insegnamenti dei colti confinati politici, il successo del CENTRO di CULTURA POPOLARE della seconda metà degli anni cinquanta, presso la mitica CASA FAVALORO. Oggi non si può additare Ustica come una comunità incolta che rifiuta la CULTURA. Il gesto sconsiderato (come diversamente definirlo) di un sindaco “forestiero” che dopo essersi pavoneggiato in varie occasioni in manifestazioni del Centro Studi per averne lustro e visibilità ( malattia assai perniciosa della nostra era) un mattino si sveglia e lo “sfratta” salvo qualche mattino dopo supplicare i cittadini di “pregare”, forse per mondarsi di tale colpa?
Di contro non posso fare a meno di rilevare proteste certamente esagerate e forse anche un po’… programmate!
In questo momento Ustica ha bisogno di un momento di riflessione e di percezione del disastro che incombe su di essa. Appare come un prato incolto dove a chiunque è permesso di entrare e pascolare. Fuori da Ustica gli estranei, i furbi e i portatori di odio!…
Facciamo le primarie, diamo ai cittadini la possibilità di scegliere il candidato sindaco che sia semplicemente una persona normale... Nel ricordo di una grande, Anna Notarbartolo, propongo la scelta di una donna, e’ impensabile che anche Ustica non abbia la sua Nicolini, battagliero sindaco di Lampedusa. Attorno si costruisca un gruppo di persone, tante donne, che abbiano voglia, tempo passione e libertà culturale.

Con Stima ed Amicizia
Angelo Longo
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Amelia Martin


[ id=12877 w=320 h=240 float=center]

Breve rievocazione di Zia Amelia, di Franco Foresta Martin


[ id=12765 w=320 h=240 float=left] Desidero rievocare brevemente la figura di Amelia Martin -zia Amelia o nonna Amelia per gli Usticesi-, che è mancata il 2 giugno 2012 a Palermo, all’età di 101 anni, dopo avere attraversato tutto il Novecento e l’inizio del nuovo secolo; nello stesso tempo partecipando con affetto al lutto della figlia Anna Maria, della sorella Venere e dei numerosi nipoti e pronipoti.

Figlia primogenita del Maresciallo Maggiore Luigi Martin, cui è stata intitolata nel marzo 2012 la Stazione dei Carabinieri di Ustica, e della usticese Maria Bertucci, Amelia era nata in Veneto, a Crocetta Trevigiana (oggi Crocetta del Montello) il 14 novembre 1910, dove il suo papà prestava servizio in quel periodo. Seguendo poi gli spostamenti del padre da una sede all’altra, Amelia, con la sua numerosa famiglia, era stata in diversi paesi della Sicilia, tornando infine a Ustica, la patria dei suoi antenati materni, alla fine degli anni ’20.

Alcuni anni dopo, come molte ragazze usticesi in età da marito, Amelia era stata chiesta in sposa da un milite venuto per un breve periodo di servizio a Ustica, Leopoldo Crisafi, e con lui aveva contratto matrimonio nella Chiesa di San Ferdinando Re il 29 giugno 1930. Le foto delle nozze di Amelia e Leopoldo, valorizzate in chiave storica più di mezzo secolo dopo, hanno documentato per immagini un matrimonio tradizionale usticese nella bella mostra: “Ustica: come eravamo“, allestita al Vecchio Municipio di Ustica nel 1989 a cura di Vito Ailara.

A seguito del marito, Amelia si era di nuovo distaccata dall’amata isola, ma ci faceva ritorno spesso e volentieri con le figlie Eugenia (prematuramente scomparsa) e Anna Maria, per riabbracciare i genitori ormai anziani.

Io conservo un ricordo particolarmente vivo della zia Amelia nel tempo in cui risiedeva a Palermo, tra gli anni ’50 e ’60. La sua casa di via Costantino Nigra era diventata il punto di riferimento delle numerose sorelle e delle relative famiglie, sia nelle ore liete, in occasione di festeggiamenti e ricorrenze, sia in quelle tristi, quando si è colpiti da improvvisi lutti che solo la solidarietà e l’affetto familiari possono lenire.

Negli anni ’80, rimasta vedova del marito, e ormai anziana, Amelia tornò definitivamente a Ustica, dove rimase fino a che le condizioni di salute le hanno permesso di vivere in autonomia.

Gioviale, serena, sempre positiva, riusciva a infondere ottimismo e fiducia anche nei momenti più difficili. Dotata di una memoria formidabile, ha conservato lucidità fino all’ultimo. Dalla sua viva voce ho personalmente attinto molte memorie familiari che sarebbero andate perdute, trovandone poi conferma in documenti di archivio; in particolare quelle che hanno concorso a ricostruire la carriera e l’opera del papà Maresciallo Maggiore Luigi Martin; accanto al quale, come era suo desiderio, riposerà nella cappella di famiglia a Ustica.

Il nipote Franco Foresta Martin, 2 giugno 2012

 

Lutto


Questo pomeriggio a Palermo, all’età di 101 anni, è morta nonna Amelia Martin. I funerali si terranno ad Ustica nella Parrocchia San Ferdinando Re il prossimo lunedì dopo l’arrivo della Nave. Ai familiari le più sentite condoglianze.

P.S.Ore 16,30 – La concomitanza della Domenica ha reso impossibile l’espletamento dei documenti necessari a corredo per il trasporto della Salma ad Ustica e quindi i funerali saranno effettuati non più lunedì ma Martedì prossimo, dopo l’arrivo della nave.

 

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CONDOGLIANZE

Da Milano Costantino Tranchina 

all’amico Franco e tutti i familiari della cara Zia Amelia giungano le più sentite condoglianze

Costantino

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Da Verona Giuseppe Giacino

La famiglia Giacino si associa al dolore dei familiari per la scomparsa della Sig.ra Amelia.

Le più sentite condoglianze.

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Da Ustica Leonardo Cannilla

Giungano ai familiari della ultracentenaria Amelia Martin, che ci ha appena lasciati,le piu’ sentite condoglianze del Consiglio Comunale di Ustica. Leonardo Cannilla

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Da Palermo Gaetano Nava

Ci associamo al dolore dei familiari per la perdita di “nonna” Amelia, la più sentite condoglianze famiglia Nava Gaetano

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Da Locri Adriana Gisonna

Appresa la triste notizia,in questo doloroso momento, siamo affettuosamente vicini ad Annamaria, Venere ed ai nipoti tutti Maria, Raffaella e Adriana Gisonna

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Da Genova Antonella Barraco

Carissima zia Amelia ti porteremo per sempre nel nostro cuore Mariuccia Antonella Guido

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Da Ustica Angela D’Angelo

Sentite condoglianze alla famiglia Martin, D’Angelo Antonino e famiglia.

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Da Milano Sarina Guarrera

Alla famiglia Martin le nostre più sentite condoglianze Sarina e Marilena

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Da Milano Giovanni Martucci

Anche la carissima zia Amelia, la più grande delle sette sorelle Martin che, negli ultimi anni, per la sua veneranda ed invidiabile età, da noi parenti, era considerata la mamma di tutti, é andata a vivere in un mondo che speriamo sia migliore di quello terreno. Alla figlia Anna Maria, alla sorella Venerina e a tutti i nipoti, con i quali condividiamo questo triste momento, giungano le nostre sentite condoglianze, unitamente ad grande ed affettuoso abbraccio. Giovanni, Ada, Thomas e Marco.

 

Franco Foresta Martin: – “Come rendere appetibile Ustica”


Caro Vincenzo,

ho letto con interesse il tuo intervento su “Come rendere appetibile Ustica”. Si tratta di un proposito che, in linea di principio, non può che trovare consensi.

Il Centro Studi che mi onoro di rappresentare, con le sue varie attività culturali: mostre, conferenze, incontri con autori di libri successo, concerti, passeggiate naturalistiche storiche e archeologiche, eccetera, da quindici anni opera anche nel senso di “rendere appetibile Ustica”, con un massimo d’impegno nella stagione estiva, quando più alto è l’afflusso turistico.

E, ci tengo a sottolinearlo, si tratta di iniziative non riservate ai soci del Centro Studi, ma tutte aperte al pubblico, senza alcun onere economico per i partecipanti.

Il Centro Studi ha un suo organo di coordinamento delle attività che si chiama Direttivo, composto da una dozzina di persone, che sottopone al vaglio tutte le proposte, ne valuta la fattibilità, anche in termini economici e di energie individuali (dato che svolgiamo tutti opera di volontariato), prima di definire i programmi operativi.

Ebbene, non mi risulta che il nostro Direttivo abbia mai ricevuto una tua proposta relativa ai progetti culturali e ricreativi cui fai riferimento nel tuo intervento. Se ci fosse pervenuta non avremmo esitato a prenderla in considerazione e discuterla.

Mi dispiace che tu non ricordi le circostanze di quella che valuti un nostra disattenzione. Ma non ci possiamo fare carico di un disguido che non è dipeso da noi.

Cordialmente,

Franco Foresta Martin
Presidente del Centro Studi e Documentazione Isola di Ustica

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Da Norimberga Angelo Russo

Prima bisogna abbassare i prezzi,non e´possibile che io in Aereo da Monaco pago di meno per andare da Palermo a Ustica,poi forse chissa´………

 

 

 

 

Intervista da Cugino a Cugino – Franco Foresta Martin risponde a Mario Oddo

(terza ed ultima domanda)

MARIO. Per finire: prenderesti in considerazione l’invito, peraltro già da più parti rivoltoti, ad accettare la candidatura a Sindaco di Ustica alle prossime elezioni comunali del 2013 ?
FRANCO. In cauda venenum! Mi verrebbe da dire. No, sto scherzando, so che la proposta è fatta con affetto. Ogni tanto incontro qualcuno che mi rivolge questa domanda, che tuttavia io considero niente più che un gesto di simpatia. Semmai ci rimango un po’ male quando, in risposta al mio spontaneo schermirmi, vengo accusato di non volermi ‘spendere’ per un ruolo impegnativo nell’isola in cui sono nato.

Ecco, io penso che, nell’affrontare impegni e responsabilità, bisogna essere ben consapevoli delle proprie competenze e delle proprie forze. Vediamo, in quattro righe, che cosa ho fatto finora nella mia esistenza. La maturità classica e la laurea in Scienze della Terra. Otto anni di lavoro come redattore ordinario al Giornale di Sicilia (1965-1973); quasi due come caposervizio a L’Ora (1973-74); uno al Messaggero (1975); trentaquattro al Corriere della Sera (1976-2010) come caposervizio, come giornalista scientifico-ambientale e come inviato. Nello stesso tempo: una collaborazione di alcuni anni alla trasmissione Quark di Piero Angela; un’altra, tutt’ora in corso, a Geo&Geo; e una ventina di libri di divulgazione scientifica con varie case editrici. Insegnamento presso Master in Comunicazione della Scienza. Non ultimo, a Ustica, tra i fondatori del Centro Studi e presidente.

Capisco che nella vita si può cambiare, però io penso che il curriculum e l’esperienza acquisita sul campo, abbiano un grande valore. Guardando il mio curriculum, un politico ben noto per le sue battute in vernacolo esclamerebbe : “Che c’azzecca tutto questo con il ruolo di amministratore pubblico e di sindaco in particolare?”.

A queste banali osservazioni di carattere pratico, che mi impediscono di inoltrarmi in un terreno a me estraneo, ne aggiungo una più sottilmente psicologica. Nella mia professione ho avuto la fortuna di lavorare per testate giornalistiche e case editrici dove si era abituati a fare un lavoro di squadra volto al raggiungimento di un bene collettivo: il prodotto editoriale di qualità, appunto. Non è che siano mancate controversie e dispute, anche dure, sul metodo ma, tranne qualche rarissima eccezione, non succedeva che un progetto valido, di sicuro beneficio per la collettività, fosse fatto fallire per conflitti interpersonali.

Purtroppo constato che in politica vale spesso l’opposto: pur di nuocere a qualche rivale non si esita ad affondare iniziative che rappresentano il bene comune. Non potrei sopportarlo: è un mio limite.

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COMMENTO

Da Ustica Angela D’Angelo

Gentile Signor Foresta,
ho letto con piacere le sue tre risposte.
Mi ha particolarmente colpita la terza.
Ha ragione! Però mi permetto di dirle che, per molti di noi Usticesi, sarebbe stata cosa molto gradita se Lei avesse preso in considerazione una sua candidatura alle prossime amministrative della Nostra Isola.
Purtroppo, Tutto non si può avere!!!
La saluto, con Stima,

Angela D’Angelo (Figlia del Popolo Usticese).

 

 

 

 

Cerimonia di intitolazione della locale Stazione dei Carabinieri al M.llo Luigi Martin


Impreziosita da una bellissima giornata di sole che ha conferito ulteriore luminosità ai già fantastici colori dell’Isola circondata nell’occasione anche da un mare in versione lacustre, in questa cornice da paradiso terracqueo si è svolta la cerimonia di intitolazione della locale Stazione dei Carabinieri al M.llo Luigi Martin che ha riservato a tutti i presenti ininterrotti momenti di organizzazione, partecipazione e commozione. Apre il cerimoniale la deposizione di fiori adopera dei Carabinieri presso la tomba della Famiglia Martin dove riposano i resti del Decorato; scorrono i brividi tra gli astanti, parenti e militari, quando la tromba intona il “silenzio” … nel silenzio. Quindi accolti dal Sindaco, dal Presidente del Consiglio comunale e dai componenti la Giunta fanno il loro ingresso nell’Aula consiliare numerosissimi Ospiti d’onore, dal Prefetto al Questore di Palermo, dal Presidente della Provincia ai massimi Rappresentanti degli alti gradi di tutti i Corpi militari nonché della Associazione Nazionale Carabinieri in congedo; oltre che esponenti della Camera dei Deputati e della Magistratura. Mai, a memoria di usticesi, si erano viste concentrate in una unica manifestazione tante così prestigiose Autorità. Tutti hanno preso la parola rivolgendo principalmente, tra l’altro, un saluto ai Familiari discendenti del Maresciallo. Alle ore 11,oo trasferimento allo spiazzale della Sede della Stazione Carabinieri dove prendono la parola il Sindaco, il Generale di Divisione Riccardo Amato, Franco Foresta Martin che illustra brevemente le non facili fasi della ricerca che ha dovuto affrontare per ricostruire i vari passaggi dalla nascita in terra di Francia in poi del Nonno e Mario Oddo che consegna come da programma la sciabola al Comandante dei Carabinieri di Ustica a nome di tutti i Discendenti : “a questo gesto spontaneo abbiamo inteso dare un significato prevalentemente simbolico; il M.llo Martin, lui stesso, torna così nella caserma “sua” in un lontano passato ma da oggi ancor più “sua”. Momento tanto atteso infine lo scoprimento della targa d’intitolazione della Caserma ad opera della Figlia Venere in sostituzione della sorella Amelia impossibilitata a presenziare per sopravvenuti problemi di salute. L’Inno nazionale che ha accompagnato il gesto ha aggiunto ai numerosissimi presenti emozione ad emozione. Ma più delle parole “parleranno” le immagini che, con competenza, ha scattato Antonio Iorio.

Usticaspe

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Cerimonia intitolazione Caserma dei Carabinieri a Luigi Martin – Sabato 17 Marzo


COMUNE di USTICA

La cerimonia di intitolazione della locale caserma dei carabinieri alla Medaglia d’Argento Luigi Martin, è prevista ad Ustica per il prossimo 17 marzo, giorno del 151 anniversario della nascita dell’Italia,.

L’evento in un primo momento era stato fissato per lo scorso sei novembre, ma era stato successivamente rinviato per problemi organizzativi. Ma questa, tempo permettendo, dovrebbe essere la data definitiva.

E’ quanto è emerso dall’incontro tra il Generale dell’Arma , Teo Luzi, il colonnello Giuseppe De Riggi ed il sindaco di Ustica, Aldo Messina.

Il generale Luzi ha sottoposto al Sindaco il programma di massima della manifestazione.

Il Generale Riccardo Amato, il Generale Teo Luzi, il Colonnello Giuseppe De Riggi ed il capitano Christian Angelillo inviteranno alla cerimonia il Comandante del 37 Stormo-Trapani Birgi-, il Comandante Regionale e quello Provinciale della Guardia di Finanza, il Comandante della Capitaneria di Porto e dei Vigili del Fuoco di Palermo, il Prefetto, il Questore, Il Presidente del Tribunale, il Presidente della Corte D’Appello ed Il Procuratore Generale. Tra le cariche politiche l’Assessore regionale Giosuè Marino( che da Prefetto portò avanti, con il sindaco Messina, la realizzazione della caserma) ed il presidente della Provincia, Giovanni Avanti.

L’amministrazione Comunale usticese provvederà a coinvolgere i sindaci e le altre autorità politiche della Provincia.

Le cariche istituzionali giungeranno sull’isola alle 10.00 con Aliscafo Ustica Lines, che eccezionalmente quel giorno partirà da Palermo alle ore 8.00, accolti dalle autorità locali. Si trasferiranno, utilizzando bus dell’Arma che giungeranno sull’isola il giorno prima, al Palazzo Comunale dove incontreranno, tra gli altri, il Presidente del Consiglio, i consiglieri, il segretario comunale ed i Funzionari del Comune. Seguirà un breve rinfresco di benvenuto.

Le autorità si recheranno al cimitero ove con un omaggio floreale renderanno onore alla tomba di Luigi Martin.

Alle 11.00, avrà luogo la cerimonia d’intitolazione con scopertura della lapide e benedizione della stessa celebrata Parroco, Monsignor Raffaele Mangano, e Padre Andrea Matinez Racioner.

Successivamente, alla presenza dei Cittadini, della scolaresca, delle autorità e del Picchetto d’ onore dell’Arma dei Carabinieri, la figlia del Maresciallo Martin, la centounenne Amelia, sarà invitata a ricordare la figura del padre e la banda suonerà l’inno nazionale . Quindi il cittadino Mario Oddo, nipote di Luigi Martin, donerà la sciabola del valoroso maresciallo alla Stazione dei Carabinieri di Ustica.

Durante la cerimonia verrà distribuito un pieghevole commemorativo del Maresciallo Luigi Martin, stampato a Cura dell’Arma, con la sua foto e la storia del decorato Carabiniere, in massima parte tratta dal volume, edito dal Centro Studi Isola di Ustica,”Ustica s’inabisserà”.

Seguirà la visita all’interno della stazione dei Carabinieri ove verrà posta una seconda lapide commemorativa.

Quindi aperitivo rinforzato, giro dell’isola con i Bus dell’Arma e partenza prevista per le ore 14.30

Come in ogni manifestazione organizzata ad Ustica, al fine di valutare al meglio le condizioni meteo, la conferma definitiva della Cerimonia sarà data cinque giorni prima del 17 marzo

IL SINDACO
Dr Aldo Messina

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NOTE BIOGRAFICHE SUL

MARESCIALLO MAGGIORE DEI CC LUIGI MARTIN,

UN ITALO-FRANCESE NATURALIZZATO A USTICA

(A cura del nipote Franco Foresta Martin, in occasione dell’intitolazione della Stazione dei Carabinieri di Ustica al nome del Nonno,  Ustica,  marzo 2012)

 

 

 

Louis Jean Baptiste Martin, Luigi in Italia,  nacque a Septèmes-les Vallons, Marsiglia, in Francia,  il 28 aprile 1874 da Joseph Antoine Martin e da Diana Amélie.

Quel poco che si sa dell’infanzia e della gioventù di Luigi Martin è stato riferito dalla figlia maggiore Amelia (vivente, dell’età di 101 anni alla data di compilazione di queste note biografiche):

“Lui stesso ci raccontava –ricorda Amelia- di essere rimasto orfano dei genitori giovanissimo, con due fratelli poi emigrati negli Stati Uniti. Egli ebbe un’altra sorte e subito dopo la morte dei genitori, fu adottato e portato in Italia da uno zio prete italiano, che (altro…)

Oggi sul Corriere della Sera: “Ustica s’inabisserà”

Oggi il libro “Ustica s’inabisserà” ed il M/llo dei CC Luigi Martin sono nella pagina della Cultura del Corriere della Sera (p. 43) con un elzeviro a firma di Matteo Collura.

Ustica s’inabisserà? Cronistoria della sequenza sismica del 1906 che causò l’abbandono dell’isola
Libro di Foresta Martin Franco Calcara Geppi Ailara Vito

“Tra i mesi di marzo e aprile del 1906 l’isola di Ustica fu colpita da una sequenza di una cinquantina di scosse sismiche di piccola e media intensità che provocarono molto panico e lesioni alle abitazioni. Temendo l’aggravarsi della crisi con l’arrivo di una scossa distruttiva, il prefetto di Palermo dispose l’evacuazione di circa 1.000 abitanti e 600 confinati che furono trasportati a Palermo a bordo di navi civili e militari. L’evento ebbe vasta risonanza nazionale e internazionale con annunci talvolta allarmistici sul possibile risveglio dell’antico vulcano usticese e sulla distruzione dell’isola. Finita l’emergenza, mentre gli usticesi rimpatriavano, i sovrani Vittorio Emanuele III ed Elena, che si trovavano a Palermo in visita ufficiale, si recarono, inaspettatamente, nella piccola isoletta a confortare gli abitanti.”

 Leggi articolo integrale

Intitolazione Caserma Carabinieri M/llo Luigi Martin


Il sindaco informa che la cerimonia per l’intitolazione della Caserma dei Carabinieri di Ustica al maresciallo Medaglia d’Argento al valor militare Luigi Martin, fissata in un primo tempo per il 6 Novembre prossimo, in coincidenza con il 250° anniversario della colonizzazione di Ustica, è stata rimandata a data da destinarsi, in attesa dell’espletamento di tutti gli adempimenti burocratici (“definizione delle carte”).

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COMMENTO:

Da Palermo Mario Oddo

Sono letterarmente sbalordito. Ma l’incompletezza delle pratiche burocratiche, suppongo precedentemente nota, non avrebbe suggerito una maggiore prudenza nell’annuncio ? Non si può annunciare date certe per poi passare disinvoltamente a date da destinarsi; dal “sarà intitolata il 6 Novembre prossimo” di ieri all’odierno “per la data attendo conferma sulla definizione delle carte” (!!!) . Il Sindaco qualche settimana fa paventando giustamente il rischio collegamenti in una data così invernale, ebbe ad ironizzare con un “speriamo che il tempo non faccia brutti scherzi”. Complimenti, ha battuto (scusatemi il bisticcio di parole) sul tempo il tempo.

Auguri a nonna Venere Martin


 

Oggi festeggia un importante compleanno Venere Martin.
Alla “giovane “ottantenne AUGURI !, AUGURI ! e ancora AUGURI ! da Familiari, Parenti, Amici e Conoscenti

 

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COMMENTI:

Da Locri Adriana Gisonna

Auguri per i tuoi splendidi 80 anni… sei sempre bellissima…! Con l’auguri che anche tu possa raggiungere il traguardo di Zia Amelia.Baci affettuosi Maria, Raffaella ed Adriana

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Da Taormina Carlo Natale

Cara Venere, ti facciamo i nostri più sinceri auguri di buon compleanno, e di vivere ancora per tanti anni, in salute.

Carlo e Marion

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Da Palermo Giovanni Martucci

Anche la più piccola é diventata grande ma non lo dimostra. Infiniti auguri, unitamente ad un abbraccio affettuoso,

Giovanni e Ada

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Da Genova  Mariuccia , Guido e Antonella

Auguroni di cuore, un abbraccio grande grande

Mariuccia Guido Antonella

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Da Palermo Mario Oddo

una “picciotta”, in confronto ai 100 di tua sorella Amelia … complimenti e tanti auguri
Mario

Intestazione Stazione Carabinieri


[ id=5604 w=160 h=120 float=left]COMUNE DI USTICA

Alla stazione Carabinieri Ustica

e p.c. Sigg. assessori
Sig. presidente Consiglio

OGGETTO: richiesta intestazione locale stazione dei Carabinieri al Maresciallo Luigi Martin, medaglia d’argento al valor Militare.

A completamento ns precedente richiesta tendente, giusta allegata delibera consiliare n. 28/10, ad intestare la locale Stazione dei Carabinieri al Maresciallo Luigi Martin, medaglia d’Argento al valor Militare, si invia la documentazione utile a illustrare l’insigne e compianto Maresciallo dell’ Arma che ha operato ad Ustica in un periodo, i primi del 1900, estremamente difficile.

Solo a completamento si informa che la sig Amelia Martin figlia del maresciallo, nata il 14 novembre 1910, è ancora vivente.

Ustica 06.12.10

IL SINDACO
dr Aldo Messina

Festeggiamenti “Nonna” Amelia Martin


Caro Pietro,
ti invio alcune foto della festa di nonna Amelia che il giorno 14 ha compiuto ben 100 anni!
E’ stato un sogno!
Anche lei era sorpresa dell’inusuale traguardo e ha commentato:” Non avrei mai immaginato di arrivare a questa età…e soprattutto di rendermene conto…”. Incredibile.
Alla fine di una magnifica giornata, che ha visto riuniti intorno a lei tutti i “pezzi residui” della sua famiglia, ci ha guardati con affetto e stupore e ha commentato: ” Valeva proprio la pena fare questa festa!”.
Non finisce mai di sorprenderci!
Un caro saluto
Patrizia

P.S. Sulla targa ricordo di nonna Amelia c’è scritto:
” In occasione del centesimo compleanno di Amelia, Villa Maria Rubina con immenso affetto dona – Palermo 14 novembre 2010

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