Ustica sape

Il Nostro Comandante “ogni tempo”


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COMMENTO:

Da Palermo Giovanni Leone

Ricordo bene quel giorno, era il viaggio inaugurale della nave Antonello da Messina, e ricordo bene l’orgoglio che provai, io studente dell’ Istituto Nautico nel vedere mio padre nella fierezza della sua divisa che faceva gli onori di casa. Un ringraziamento a tutti per le belle parole e un saluto per mio figlioccio Felice che ama la pesca come suo nonno.

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Da Ustica Salvatore Militello

Mi ero perso questo post: anche se con ritardo non posso non dire almeno 2 parole per Felice Leone, IL COMANDANTE.

Ho lavorato con lui diversi anni e posso assicurare che Felice è stato voluto bene da tutti non solo per il suo carattere ma anche per i rapporti che riusciva a intrattenere con le persone. Uomo di vecchi pensieri, di vecchia scuola marinaresca, di vecchie tradizioni, anche con la sua fermezza a bordo era rispettato e voluto bene da tutti, compreso l’equipaggio. Una garanzia, per i Passeggeri, la Società e le Autorità! Proprio quando si dice che il lavoro era la sua passione: ha dato modo a tutti di apprezzarlo per ciò che era – talvolta- rude ma sempre con un cuore grande. Oserei dire: “Felice, cuor di Leone “!

Un affettuso e caloroso abbraccio.

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Da Palermo Angelo Leone

Grazie a tutti per queste splendide parole che avete avuto per mio padre……e che hanno gonfiato d’orgoglio il petto di mio figlio Felice .Spero per lui che da suo nonno prenda oltre il nome il coraggio ,l’onesta e la generosità….l’amore per la pesca e per questa splendida isola l’ha già ereditato…

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Da Milano Costantino Tranchina 

Ciao amico Felice,Lupo di mare ,che bei tempi,quando cavalcavi le onde del mare impazzite,per un intrepido (responsabile) per te era come partecipare ad un rodeo non c’era paura che i marosi ti potessero disarcionare,la tua fierezza era indice di sicurezza. Per i tuoi concittadini avevi sempre una parola di conforto.

Ti racconto un’aneddoto : un giorno partendo da Ustica mia moglie polentona, naturalmente impaurita, tu hai avuto per lei parole di sicurezza incitandola di star tranquilla e grazie alla nostra fraterna amicizia le hai offerto la tua cabina. naturalmente dettata dalla paura ti ha apostrofato dicendoti ” Comandante lei non capisce niente ” Felice ti ricordi questo fatto ??

Ti ricordo sempre con grande affetto

arrivederci a questa estate un grosso abbraccio Costantino

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Da Palermo Salvatore Maggiore

Caro Pietro,
sono stato incaricato dai miei cugini Pinella e Felice Leone, di ringraziarti, per la bellissima foto che hai messo in rete, assieme al caro Nuccio Caserta che, stranamente, non ha riconosciuto la moglie del Comandante, la quale testualmente gl’invia questo messaggio:ma ti sei scordato della bella gita a Lampedusa?

Grazie.

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Da Ustica salvatore Militello

Papà, Felice Leone, Ing. Mercadante e “Pinuccia” -moglie di Felice.
Davvero altri tempi.
Credo che questa foto sia stata scattata in occasione del viaggio inaugurale dell’Antonello da Messina costruita “per la linea di Ustica”… dopo l’affondamento della “Nuova Ustica” e un “balletto” di navi, di ogni tipo e società, susseguitesi negli anni.

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Dalla California Agostino Caserta

Bella foto con Roberto Militello e Felice Leone rispettivamente titolare Agenzia di Viaggi e Comandante delle navi in servizio sulla tratta Ustica-Palermo e nel Tirreno. Nella foto la moglie di Felice e una persona che non riconosco. Tempi d’oro dei collegamenti dell’isola di Ustica con la terraferma quando i mezzi navali erano solo due : il piroscafo e l’aliscafo. Quelli era tempi quando, in media, in un mese d’inverno i giorni senza collegamenti erano soltanto tre. Due per decisione del buon Dio perche’ il mare era impossibile da affrontare in quanto forza 6-7 o piu’, e uno perche’ la decisione di fare partire la nave da Palermo era troppo azzardata per venti a raffica o cangianti con burrasche, e dietro suggerimento di Roberto da Ustica i mezzi decidevano di rimanere in rada a Palermo.

Da un lato avevamo Roberto Militello con esperienza di Agenzia quarantennale e dopo Delegato di Spiaggia, che tutte le mattine appena dopo alzato si faceva con la jeep un giro d’ispezione di venti e mare attorno all’isola che finiva sempre al Cimitero dove osservava se la “secca”, che era il posto dove erano scritte tutte le informazioni che oggi ci da la tecnologia milionaria, “spezzava” o no. A quei tempi non c’erano, ne’ fax, ne’ telefonini ecc…solo qualche telefono fisso e non esistevano le previsioni del tempo accurate come oggi. Roberto da Ustica comunicava con i Comandanti in viaggio, per decidere su quale molo attraccare, con una sorta di walkie talkie, che dopo qualche anno di uso era gia’ tutto ammaccato, incerottato ed era diventato anche rauco ma il risultato era sempre uguale : non perdevano mai una battuta e i collegamenti giornalieri erano efficienti e puntuali come un orologio svizzero. Quelli, signori miei, erano altri tempi quando le cose si facevano anche per passione e missione !

Dall’altro lato c’era il Comandante Felice Leone, che, non solo perche’ figlio di usticesi da parte di madre, ma perche’ Comandanti si nasce, che non perdeva mai un colpo. Ad Ustica esistevano tre attracchi tutti attivi : Cala S. Maria, Cimitero e Spalmatore, lavoravano in sintonia e venivano usati a seconda dei venti, con intelligenza, usando l’esperienza anche dei pescatori locali e i collegamenti giornalieri non mancavano mai, le regole erano diverse e se un viaggio non era effettuato doveva essere recuperato…..Felice era il tipico Comandante che non aveva paura di nessuno, neanche della paura ( alla Peppino Petruzzella ), conosceva l’isola, il mare e i venti come le sue tasche, non ne sbagliava una e aveva un coraggio da vendere, ecco perche’ ad Ustica e’ inteso come “Leone di nome e di fatto”.

P.S.

A proposito di affondamento della “Nuova Ustica”. La nave, come tanti si ricordano, affondo’ di notte ancorata come al solito nel suo posto al Molo Piave del Porto di Palermo. Quella notte ci fu un ciclone che demoli’ quasi completamente la diga foranea del Porto di Palermo e ne lascio’ il Porto completamente vulnerabile alla forza del mare spinto da venti da nord. Oltre alla nuova Ustica affondarono molte piccole imbarcazioni e una petroliera. Il Comandante della Nuova Ustica, di cui non ricordo il nome, fu svegliato di notte e informato degli svuiluppi della situazione. Arrivato al porto quando vide che la “sua nave” stava affondando, anche se senza passeggeri a bordo, sali sul ponte di comando tentando di fare qualche cosa e quando capi che non c’era niente da fare voleva affondare con la nave. Dovette essere “salvato” e letteralmente trainato di forza da una decina di persone, legato con una cima, dalla nave che stava affondando.

Non si vuole fare nessun riferimento alla situazione attuale, si sta solo “smorfiando” la foto narrando come le cose andavano a quei tempi.

Nuccio

 

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