Sulla bella isola siciliana si produce un’antica varietà tanto piccina quanto saporita con cui si prepara un’ottima zuppa perfetta per il cenone di San Silvestro
AUTORE: ELEONORA AUTILIO
Da sempre coltivate sui suoli fertili e vulcanici dell’incantevole isola siciliana, le lenticchie di Ustica sono le più piccole d’Italia e permettono di festeggiare l’arrivo del nuovo anno con la loro tenerezza ed il sapore genuino della zuppa tipica della tradzione locale con esse preparata.
LA TRADIZIONE Risale alla notte dei tempi la tradizione, sull’isola di Ustica, di coltivare lenticchie di qualità. Sul territorio meraviglioso di una piccola isola siciliana nascono questi minuscoli legumi che in quanto a dimensioni ridotte non hanno pari in Italia. Le tecniche di coltivazione sono quelle manuali di sempre, soltanto recentemente implementate con l’introduzione di una trebbia che facilita le operazioni di “spagliatura”. Se oggi è ancora possibile assaporare questo piccolo tesoro della tradizione locale e, talvolta, trovarlo persino al di fuori dei confini della zona di produzione è anche grazie alla Fondazione Slow Food che ne ha scongiurato l’estinzione con un suo Presidio che in origine riuniva gli unici tre produttori presenti sull’isola, divenuti poi sei, e che oggi ha permesso il recupero di numerosi terreni abbandonati , ora coltivati a lenticchie.
LA DENOMINAZIONE Oltre ad essere divenute oggetto di interesse e tutela da parte della Fondazione Slow Food, hanno ottenuto il riconoscimento del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali che le ha inserito nell’Elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT).
E’ successo più volte nel passato, anche recente, di assistere al verificarsi di polemiche per il mancato annullamento di spettacoli o iniziative similari previsti per una qualche ricorrenza o manifestazione culturale o sportiva. Mi sembra, invece, una buona notizia quella che arriva da questa piccola Isola, spesso alle prese con le inevitabili lacerazioni personali e sociali che una piccola dimensione sociale –dove tutti “conoscono” tutti e dove tutti “incontrano” tutti, quasi tutti i giorni- purtroppo può comportare, in maniera più evidente ed accesa rispetto a quanto si verifica in una dimensione territoriale e sociale più vasta, la quale può garantire, a differenza della prima, una qualche forma di alleggerimento della “pressione”. Si sta parlando della decisione dell’annullamento delle tradizionali iniziative di carattere non religioso previste per la ricorrenza del 24 agosto di San Bartolomeo, Patrono dell’Isola, e che rappresentano anche un tributo collettivo al riconoscimento della nostra, talvolta “malferma”, identità. Annullamento deciso, lo ricordiamo, in segno di lutto e di partecipazione al dolore delle famiglie di Bartolomeo Licciardi e Fedi Sta. Si potrebbe pensare e dire che, comunque sia, “La vita deve andare avanti…”, che “Ci sono i turisti che avevano programmato la propria vacanza nell’Isola in coincidenza con la festa…”, ecc… Ma la logica del nichilismo o le ragioni di “mercato” non sono nel nostro caso prevalse. Non c’è che da compiacersene. Noi e, ne sono sicuro, anche coloro che, arrivati nell’Isola proprio in coincidenza con le iniziative spettacolari, seppure privati del sano godimento di balli e fuochi pirotecnici e quant’altro, ritorneranno poi nelle loro case portando il bel ricordo del nostro mare e del nostro sole (Che ci sono anche altrove), ma anche, e soprattutto, quello di un buon esempio di civiltà proveniente da una piccola comunità che, in nome della solidarietà, ha voluto e saputo fermare il “circo”. E ce ne saranno grati, perdonando magari qualche piccolo o grande e inevitabile nostro difetto. Per tutti, un piccolo seme per futuri grandi pensieri.
Massimo Caserta
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COMMENTO
Dalla California Agostino Caserta
Non so a quale spettacolo vi riferite ma quello che non hanno fatto, purtroppo, tanti media lo fanno gli usticesi : rispettare e onorare il ricordo dei nostri ragazzini. Ci sono molti motivi per ricordarli sempre ed, a parte il fatto che hanno unito tutta la cittadinanza, uno molto forte e’ che gia’ ci stanno insegnando a tutti tante tante cose.
Io comunque di motivo ne vedo un’altro :
Fedi e Bartolo se ne sono andati mentre erano impegnati in giochi per soddisfare i loro istinti infantili e sprigionare le loro energie. Sono scomparsi quindi ” in azione ” perche’ stavano facendo quello che alla loro eta’ e’ normale fare, e abbiamo fatto tutti, e cioe’ studiare ( e sappiamo che a Scuola erano bravi ) e giocare inclusi giochi spericolati per mettere a prova la loro trasformazione dalla fanciullezza alla gioventu’.
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Da Ustica Giovanni Martucci e Mario Oddo
Al “bravo” di Gianfranco aggiungiamo anche il nostro. Ustica insegna ! è il caso di dire. Quello poi dello spettacolo da salvaguardare in nome delle esigenze del turista è una rappresentazione penosa oltre che offensiva dello stesso in quanto descritto come un “bello senz’anima” senza capacità di immedesimazione. E’ “umano” che venerdì sera al rumore dei “botti” tradizionali si sostituisca il silenzio nel ricordo di Bartolo e Fedi.
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Da Gianfranco (nanni)
bravo Massimo; peccato che l’accesso all’isola sia sempre più difficile e complicato
[ id=6277 w=320 h=240 float=left] Il Due Febbraio il cielo si è aperto e ha lasciato che un angioletto si posasse sulla terra, riempiendo il cuore della sua mamma e del suo papà e di tutti quelli che guardandola sorridono di gioia!
E’ nata la piccola Alessia!
Il sorriso innocente di una bimba e’ l’espressione più viva dell’amore!
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