Laboratorio di scrittura e osservazione condotto da Alberto Nicolino
Quando scriviamo partiamo dall’osservazione di quel che ci sta attorno, di quel che sta accadendo, delle reazioni del nostro animo, delle nostre fantasie, di un documento trovato in un archivio… L’osservazione è il punto di partenza di ogni scrittura; più sensibile e dettagliato è lo sguardo, maggiori potenzialità ha il testo.
Durante il laboratorio scriviamo per avvicinarci a un’osservazione più pulita e precisa: se l’atto dello scrivere ha a che fare con lo sguardo, per imparare a guardare è utile scrivere.
Ma si può imparare a guardare? Possiamo provare a riconoscere alcuni automatismi dello sguardo per poi tentare di liberarcene.
Un laboratorio quindi non finalizzato a scrivere “bene”delle “belle storie”, ma in cui giocare a guardare. E, visto che saremo nell’isola di Ustica, sarà comunque un bel vedere!
Le fasi del laboratorio
Ci esercitiamo a guardare e a scrivere quel che osserviamo, senza comporre alcuna storia
Ogni partecipante compie delle osservazioni in un punto diverso di Ustica. Porta con sé una sediolina, un cappellino, della crema solare, una bottiglia d’acqua, una penna e un quaderno. In vari momenti della giornata (mattina, pomeriggio, sera, magari anche di notte) osserva lo stesso punto dell’isola e scrive quel che vede.
I dettagli di ciò che abbiamo guardato saranno il punto di partenza per la composizione di un breve racconto, o anche solo di un incipit.
Alla fine leggiamo le brevi composizioni e, se ci sarà il tempo, le cuciamo tra loro per creare il “racconto dell’isola” che abbiamo guardato insieme.
Quando.
da Venerdì 30 giugno a Domenica 2luglio
Calendario delle giornate (gli orari potranno subire variazioni a seconda delle esigenze del workshop):
Ven h 10-13 e 16.30-19.30
Sab h 10-13 e 16-19
Dom h 10-13
Può partecipare chiunque, da 17 anni in su.
Costo: 70,00
Dal 28 Giugno al 2 Luglio a Ustica si svolgerà “LE STORIE NASCONO DA SOLE: RACCONTARE USTICA” un laboratorio di scrittura e osservazione tenuto dall’autore e formatore Alberto Nicolino.
Le persone che parteciperanno saranno invitate a disporsi in vari punti dell’isola e a osservare ciò che avverrà davanti a loro: un tuffo da uno scoglio, le barche al porto, lo snorkeling nell’aria marina protetta, l’immersione di un sub, i bambini in piazza… I dettagli di ciò che guarderanno saranno gli spunti per la costruzione di brevi racconti.
Un’occasione per unire vacanza e attività culturale, per guardare l’isola con altri occhi.
Il laboratorio, che chi vorrà potrà svolgere anche solo durante il week end (30 giugno – 2 luglio), è aperto a tutte e tutti, dai 18 anni.
Per info e iscrizioni:
349 6124608 albertonicolino75@gmail.com
338 926 8346 info@usticatour.it
Cento e più parole per raccontare Ustica è il titolo dell’incontro e della mostra che si terranno a Ustica martedì 28 luglio alle 22.00 presso la sede del Centro Studi e Documentazione Isola di Ustica in via Refugio.
Il progetto riguarda la collaborazione instaurata tra il Corso di Laurea Magistrale in Design e Cultura del Territorio e il Centro Studi e Documentazione Isola di Ustica, sviluppatasi all’interno del Laboratorio di Visual e Graphic Design + Grafica interattiva per il Web (corso integrato) nel corso dei due ultimi anni accademici e che ha coinvolto gli studenti della laurea magistrale, impegnati a lavorare sui diversi aspetti che compongono il microcosmo Ustica.
Il nuovo Corso di Laurea Magistrale, inaugurato nel 2018, ha impresso nel nome la sua finalità che è quella di intervenire sul territorio ricco di diversi e stratificati patrimoni (storico, archeologico, culturale, naturalistico, enogastronomico,…) con gli strumenti del design, che è anch’essa una disciplina giovane ma consolidata, al fine di valorizzarlo, innovarlo, fruirlo, nel rispetto del passato e nella convinta costruzione di scenari futuri, sostenibili per luoghi, ambiente, esseri viventi, oggetti. E i progetti sviluppati all’interno del Laboratorio di Visual e Graphic Design + Grafica interattiva per il Web, hanno riguardato alcuni dei tanti aspetti peculiari dell’isola, di maggiore o minore rilievo, al fine di conoscerli e tradurli in un sistema grafico, adoperando gli strumenti della disciplina progettuale per sviluppare artefatti di identità visiva, di grafica editoriale, di infografica, di grafica interattiva. Questi insieme vanno a (altro…)
“Noi vogliamo, per quel fuoco che ci arde nel cervello, tuffarci nell’abisso, inferno o cielo, non importa. Giù nell’ignoto per trovarvi del nuovo.”
(Charles Baudelaire)
Era il 1912 anno in cui l’Italia era in forte contrasto bellico con la Turchia, per l’egemonia sulla Libia. Nello stesso anno scioperi selvaggi scuotono il paese. Il 14 maggio il muratore anarchico Antonio d’Alba attenta a Roma alla vita del re Vittorio Emanuele3, nello stesso periodo Mussolini viene eletto alla direzione del partito socialista. Il 14 aprile affondava l’ormai famoso Titanic.
Come potete ben capire dall’anno stesso, si intuisce che siamo all’inizio di grandi cambiamenti, di un periodo di forti mutazioni, sia a livello lavorativo che politico che industriale. Detto questo penso che mio nonno abbia vissuto queste trasformazioni con l’intelligenza, di chi, vuole raccogliere quanto di meglio gli potesse offrire questo periodo. Un periodo, per certi versi difficile, impegnativo, ma di grande prospettiva. E’ anche vero che la comunità usticese di questo periodo era fors’anche ingenua e ignorante, ma con un grande senso di appartenenza.
Nonno Pasqualino come ben sapete nasce il 3 maggio del 1912, da una famiglia contadina, è il quarto di otto fratelli, il settimo se si considera che il Padre Palmisano Salvatore era alle seconde nozze, e dal primo matrimonio aveva avuto altri tre figli. Come potete ben capire dare da mangiare a tutti non era possibile tutti i giorni, ma la fame passa e le persone restano. Mio nonno arriva alla terza elementare, è bravo di conto, per il resto è la vita e la voglia di sapere, ad insegnare tutto ciò di cui a bisogno. Appena quindicenne, con un altro fratello (Giovanni Palmisano),lascia la casa natia e affittano una casa, il giorno lavorano come mezzadri, la sera fanno i servizi di casa cucinano e si fanno pure il pane. Wuao. Voglia di lavorare e una mentalità imprenditoriale, portano Pasqualino ad essere soprannominato u Baruni, un inciurio che se permettete, per mio nonno è valido per la nobiltà d’animo, più che per i possedimenti terrieri. Nel 1937 si sposa con Caterina Zanca allora ancora minorenne. Hanno tre figli, Totò, Luisa, e Carmelo. Mia nonna lavora la terra insieme al marito e molto presto le cose migliorano. Come molti sapranno mio nonno si fa avanti con il vino, che in campagna lavora, e no maiaseno smercia. Spesso quando ancora i bar non avevano preso posizione, il maiaseno diventa luogo di ritrovo di quelle persone che bevendo il quartino, condividono, esperienze di giornata e di vita. Lavora fino alla veneranda età di 96 anni, e mi dovete credere se vi dico, che non era facile starci dappresso, con quello che lui chiamava la sua penna, a zappudda. Diventa così il cuore e la mente di un Ustica che non c’è più, di cui tutti dobbiamo sentirne la mancanza.
Detto questo ci sono io, vorrei avere la metà della tua forza di volontà, per riuscire nella vita, quando ero piccolo, mi domandavo spesso perché di questo nome, Pasquale, in quanto non mi piaceva, ora sono molto orgoglioso di portare il tuo stesso nome, ma lo sento anche come uno stimolo a fare di meglio ad essere onesto, e a camminare sempre a testa alta, del resto anche io sono Pasquale u baruni. Auguri nonno
Il nipote Palmisano Pasquale