Ustica sape

Lettera aperta a Domenico Mimmo Drago.


Non conficcare quella tua penna  in quel ultimo foglio da te  appena creato, è come  un pugnale che trafigge vigliaccamente quel tuo nobile petto in maniera disonorevole e dozzinale. Non puoi, non devi e soprattutto non ti è concesso farlo, poiché da te abbiamo imparato ad amare tutti i colori che Dio ci ha donato.
Tutti gli umani sognano, ma soli a pochi è permesso di  tradurre e descrivere la realtà in modo poetico e personale, cercando di marchiare poi a fuoco il cuore dei sensibili in modo unico e soave.
Quindi a te è proibito tacere, pertanto hai il compito di  assolvere quel doveroso  incarico che il destino ti ha gravato e il fato ti ha ordinato di eseguire.
E con il pervenire di quella giusta fase della tua vita, hai perfettamente elaborato quel triste e personale  momento sul tuo caro e affezionato, “Real
Da un quasi tuo coetaneo che non conosci,
Pietro Fiorito.

“Real” alla “Soirée de Gala” Multiphot di Chelles (Parigi)


Real, il mio cane con il cuore impresso sul corpo,  era un meticcio che viveva randagio lungo una scogliera che nessuno frequentava, trascorse con me nove inverni, poi se  ne andò per sempre.

Paralizzato agli arti posteriori, visse gli ultimi due anni della sua breve vita, su due ruote senz’anima.

Fino a quando mi chiese di volare!

Non ebbi il coraggio di seguirlo, ma avrei voluto, stavo anche per farlo, ma non lo feci, non ebbi la forza!

Per questo porterò eternamente nella mia anima dannata il Fragore di un’onda verde e amara che accompagnerà per sempre i miei sentimenti”.

“A lui ho dedicato questa, per me struggente, narrazione audiovisiva della mia Anima!”

Ci risponde con queste toccanti parole Domenico Mimmo Drago, cittadino onorario e Accademico di Ustica, premio Tridente d’Oro nel 2001 per le attività di divulgazione legate al Mare, da noi raggiunto telefonicamente, non appena appurata la notizia che la sua multivisione  “Le Fracas de l’Âme” (Il Fragore dell’Anima”) sarà presentata Venerdì 3 Marzo  nella sezione inaugurale “Grandeur Nature – En quête d’un monde sauvage” della 42esima edizione del Festival Internazionale MULTIPHOT.

Ma non solo, perché la sopra citata opera in multivisione sarà anche ripetuta  Sabato 4 Marzo, su uno schermo cinematografico, al Théâtre de Chelles (Parigi) durante la Soirée de Gala del prestigioso evento.

Poi, sempre al telefono, Mimmo ci ha confessato: “La mia anima non fu destinata a sapere affrontare le asprezze della vita. Si è nutrita soltanto di favole, di sogni, di illusioni  e questo vuole continuare a fare”.

Proprio così, aggiungiamo noi della Redazione di Ustica Sape che lo conosciamo e lo stimiamo: per due anni  non lo incontrammo più  ad Ustica, con il suo fedele compagno, apprendemmo poi che Real era paralizzato e lui, Mimmo, preferì stargli accanto giorno e notte, fino alla morte!

Scrivono sulla brochure gli organizzatori dell’evento: “Per la serata inaugurale il Festival del l’Image projetée propone, dopo il successo degli anni precedenti, un nuovo incontro con la natura, alla ricerca di un mondo selvaggio, uno straordinario viaggio nei luoghi rimasti vergini, rievocando il carattere originario attraverso una dozzina di produzioni audiovisive, una più abbagliante dell’altra che, con diversi sguardi, insieme poetici e spettacolari, elogiano la bellezza.

E’ un invito a cambiare scenari attraverso paesaggi grandiosi e preservati, per incontrare anche il mondo sottomarino e la vita animale che esalta il nostro pianeta”.

Saranno sei le sessioni di proiezione di Multiphot, distribuite nei due giorni dell’evento con il seguente numero di produzioni: 8 nella prima, 9 nella seconda, 9 nella terza, 7 nella quarta, 9 nella quinta e 9 nella sesta, a cui vanno aggiunte le proiezioni della sezione Grandeur Nature, con 12 autori e Soirée de Gala con 7 autori. Per un totale di 70 opere.

La multivisione “Le Fracas de l’Âme”, ha una durata di 9’ e 11” , è stata  realizzata con il Maestro Francesco Lopergolo e nasce per essere proiettata su uno schermo panoramico nel formato 16:9.

Il testo è di Domenico Drago, le musiche di Rael Jones, l’editing audio di Francesco Lopergolo, la traduzione in francese e la voce narrante, registrata presso l’Art Studio di Londra, sono dell’attore di teatro Denis Michallet, recentemente insignito di un  premio per le toccanti recite di William Shakespeare.

I contributi fotografici sono di Santi Cassisi, Domenico Drago, Giovanni Smorti, Frank Turano, i contributi video di Armand Dijcks, Domenico Drago, Vincenzo Striano, Alessandro Tommasi di Accademia Mare Ambiente.

La Produzione è delle Associazioni Culturali Multivisione Mare e Blue International Academy of Multi-Image, entrambe di Domenico Drago, che fa parte di AIDAMA (Associazione Italiana degli Autori di Multivisione Artistica), presieduta dal “Digital Creator” Edoardo Tettamanzi,  anche lui presente a Parigi.

La Redazione di usticasape e l’intera comunità usticese ringraziano l’illustre concittadino onorario Mimmo Drago per continuare a dar lustro internazionale alla nostra Isola, che vanta colori incredibili e una grande ricchezza di flora e fauna marina,  attraverso le numerose e premiate produzioni audiovisive.

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REAL, IL CANE di MIMMO DRAGO E’ VOLATO IN CIELO


A REAL

Il mio cane è morto. .. si unirà con me un giorno.
Ormai se ne è andato col suo pelame, il suo naso freddo.
Ed io, materialista che non crede nel celeste cielo promesso
per nessun umano, per questo cane o per ogni cane
credo nel cielo dove io non entrerò, però mi attende
ondulando la sua coda di ventaglio
perché io al giungere abbia amicizie.
Ahi, non dirò la tristezza sulla terra
di non averlo più per compagno
perché mai fu per me un servitore.
Ahi quante volte volli avere coda
andando unito a lui per le rive
del mare, nell’inverno di Isla Negra,
nella grande solitudine e il mio cane che saltava,
irsuto, colmo di voltaggio marino in movimento:
il mio cane vagabondo e fiutante inalberando la sua coda dorata
fronte a fronte all’Oceano e alla sua spuma.
Non c’è addio al mio cane che è morto.
E non ci fu mai menzogna tra di noi,
già se ne andò e questo era tutto.

Pablo Neruda