Ustica sape

Riflessione…


Dedico questa mia riflessione al Sig. Giuseppe Giuffria, in relazione all’articolo postato su questo blog il 24 Gennaio.
Fare chiarezza definitiva è molto improbabile, forse è bene documentarsi con la cronaca straniera del tempo o con gli intellettuali liberi dell’epoca.
Comunque sono dell’avviso che, fin dall’antichità, un popolo prima o poi predilige e adotta l’ideale dell’ostrica.
Poiché è quello più pratico per la sua tragica e naturale sopravvivenza, anche perché non siamo altro che degli animali pensanti.
Da sempre quando un ideale si diffonde lentamente in una popolazione, questa viene sempre richiamata all’attenzione da quel potere precostituito del momento, che ha soltanto lo scopo di controllo su di essa.
Pertanto sono dell’avviso che l’ideale in genere ha creato, in ogni tempo e luogo, più vittime di qualsiasi epidemia e quindi è meglio essere un’ostrica aggrappata allo scoglio, piuttosto che un libero pesce, che vive con la paura di essere divorato da un pesce predatore più grande.
Pietro Fiorito

Ustica, gli auspici di nonno Giovanni Basile per il nuovo anno fanno alquanto riflettere…


Ustica, gli auspici di nonno Giovanni Basile per il nuovo anno fanno alquanto riflettere…

Ustica, suggerimenti con attente riflessioni


Ustica, suggerimenti con attente riflessioni

Francesco D’Arca, personali Auguri per un felice 2022 a tutti gli usticesi e alcune riflessioni


Cari Usticesi,

si avvicina l’ultimo giorno del 2021 e, purtroppo, non possiamo festeggiare con la fine dell’anno, la fine delle nostre preoccupazioni. E’ sotto gli occhi di tutti quanto sia insidiosa questa pandemia che da due lunghi anni è entrata nella vita di ognuno di noi costringendoci a cambiare le nostre abitudini.
Sembra di essere protagonisti di un film il cui finale ancora non è stato scritto.

Basterebbe questo per indurre ciascuno di noi ad una visione pessimistica del futuro ma, viceversa, è proprio in questi momenti che bisogna dare il meglio di se stessi, ognuno per la propria parte nell’interesse di tutti.

Bisogna guardare al domani con l’ottimismo della volontà, sorridere al nuovo giorno certi che sarà migliore di quello trascorso perché, non c’è notte tanto lunga da non vedere sorgere il sole.

Ma perché tutto ciò sia realizzabile occorre che allontaniamo da noi coloro i quali, buoni a nulla ma capaci di tutto, quotidianamente scrivono ovunque dando una visione pessimistica delle cose descrivendo gli eventi della vita quotidiana sempre in senso negativo, sempre adombrando catastrofi, mai provando piacere nel vedere un problema risolto.

Sono persone tristi, dalla vita vuota che tendono a trascinare nella loro solitudine quanti più possibile, sono persone che misurano la loro felicità sulla infelicità degli altri, sono persone che non costruiranno mai nulla di buono, sono persone che  provano piacere solo vedendo l’insuccesso degli altri.

Sulla lapide della tomba Willy Brandt, Cancelliere socialdemocratico della Repubblica Federale Tedesca, ha voluto scritto l’epitaffio: “ho fatto il possibile”. E’ il più potente manifesto del pensiero riformista, è la consapevolezza che da soli non è possibile cambiare il mondo ma contiene in sé la certezza che se ognuno di noi si impegna poco o tanto a migliorare le cose allora tutto è possibile. 

Ecco perché nell’augurare un 2022 in cui il buio della notte sarà poca cosa rispetto alla luce del giorno voglio confermare a tutti voi il mio personale impegno a fare il possibile, per costruire un futuro migliore per la nostra comunità dove ognuno possa vivere con soddisfazione e vedere realizzato il proprio desiderio di convivenza civile ed armoniosa.

Auguri di cuore di un felice 2022

Francesco D’Arca

 

 

Ustica aprile 2012, riflessioni e pensieri…


Ustica, riflessioni e pensieri

Riceviamo e pubblichiamo – Riflessioni e domande sulla balneazione nelle calette zona AMP


Allora. Ad Ustica, dando seguito ad un preciso programma elettorale, si intende consentire la balneazione in alcune piccole calette in zona di riserva integrale. Queste calette sono caratterizzate da un fondale basso costituito da miliardi di fragilissimi micro organismi e sono il luogo ideale per la riproduzione dei pesci. Adducendo che l’iniziativa sia stata presa per realizzare il distanziamento sociale imposto dall’epidemia covid19 e che il ministero dell’ambiente abbia approvato l’iniziativa, si sta dando seguito al programma elettorale dell’amministrazione comunale.
Ciò impone varie riflessioni e domande:1)tutti gli elettori dell’attuale amministrazione approvano questa iniziativa e si erano identificati totalmente in questo aspetto del programma della lista vittoriosa? 2)è compatibile questa scelta con la sopravvivenza della riserva? 3)l’amministrazione dell’isola è consapevole del fatto che i turisti vengono sull’isola perché c’è la riserva e non per altri motivi? ;4)se l’iniziativa è realmente motivata dalla necessità del distanziamento sociale e non da motivi riassumibili nella frase “l’isola é mia, comando io e faccio quello che voglio e, soprattutto, il mantenimento della riserva, che ha impedito la costruzione di palafitte come accaduto in altri luoghi di Sicilia, non mi interessa perché sono un uomo, mica un pesce”, perché non si consente l’accesso all’area occupata dall’ex hotel Grotta Azzurra? ;5)a tale area si deve poter accedere liberamente sia perché costituita da demanio comunale vincolato ad uso civico, come cerchiamo di far capire e conoscere a tutta l’isola da 2(due)anni, sia in applicazione delle norme del codice della navigazione, delle norme comunitarie e della legge del 1985 sulla sanatoria edilizia;6)Entrando nello specifico, tutta l’area costiera di Ustica tra la strada perimetrale ed il mare costituisce, dal 18mo secolo, demanio comunale destinato ad uso collettivo (civico), invendibile se non previa procedura di sdemanializzazione, cioè di trasformazione in bene commerciabile, non usucapibile;7)abbiamo informato della opportunità e della necessità di intervenire sindaco, assessori, consiglieri comunali e con delibera consiliare del 9 novembre 2018 è stata istituita una commissione di indagine, presieduta dal presidente del consiglio comunale e dallo stesso MAI riunita”;8)ciò è avvenuto dopo una richiesta di inserimento all’ordine del giorno della minoranza e dopo che Ustica sape aveva trattato l’argomento, totalmente ignorato dall’amministrazione che aveva ritenuto di non dare seguito né di rispondere alla mia richiesta di informare la cittadinanza di ciò che era noto certamente a chi aveva, in passato, gestito uffici comunali da dirigente e quindi aveva avuto diretta conoscenza della documentazione in mio possesso, estratta in copia dagli uffici per la liquidazione degli usi civici, ospitati dall’assessorato agricoltura nella sede prossima all’ex “grande Migliore” e non in quella all’angolo di via Notarbartolo.
Il seguito ad una prossima puntata.
Francesco Menallo

Ustica, riflessioni al tramonto


Ustica, Riflessioni al tramonto

Reflection – momento di riflessione personale di Giuseppe Pecora


In occasione della situazione drammatica e tragica che si sta vivendo adesso a causa del Covid-19 che coinvolge l’intero globo terrestre e che quindi costringe tutti ad avere delle particolari restrizioni, avrei il piacere di regalare a tutta la popolazione Usticese un momento di riflessione personale tramite un piccolo cortometraggio che ho creato con musica del sottoscritto e con la collaborazione di Vincenzo Ambrosanio.
La soundtrack infatti prende proprio il nome di “Reflection”.
Spero che vi piaccia la mia idea e che la popolazione possa apprezzare il mio piccolo pensiero affinché tutto posso ritornare come prima e meglio di prima.
ANDRÀ TUTTO BENE!!!
Grazie mille

Ustica, alcune riflessioni prima di ripartire


Ustica, pensionati Mino ed Emilia seduti sulla panchina delle riflessioni

Ustica, pensionati Mino ed Emilia seduti sulla panchina delle riflessioni
Ustica, pensionati Mino ed Emilia seduti sulla panchina delle riflessioni

Ustica, le “riflessioni” di Camillo Padovani


Ustica, le "riflessioni" di Camillo Padovani
Ustica, le “riflessioni” di Camillo Padovani

Il domani è nato oggi – Riflessioni sul nuovo corso


Un successo clamoroso e forse inatteso, almeno nelle dimensioni, per Salvatore Militello e per quanti lo hanno sostenuto, un successo nato nella quotidiana coerenza ai valori fondanti un modo di intendere e rendere l’azione amministrativa diversa e finalizzata ad invertire una tendenza fortemente negativa per la vita degli usticesi. La volontà popolare, in stragrande maggioranza, ha sancito l’esigenza di dare nuova linfa  al primato degli interessi della comunità; ha fatto prevalere il bisogno di guardare al proprio futuro senza la lente deformante di una gestione amministrativa impermeabile alla valutazione obiettiva delle priorità. Di ciò deve oggi farsi carico una amministrazione che ha ricevuto il mandato imperativo di cambiare, che vuole cambiare ma che deve farlo in adesione alla realtà in cui opera. 

La volontà di cambiamento, espressa con tanta determinazione dal popolo usticese, dovrà essere il costante riferimento per quanti quel cambiamento hanno adesso il dovere di interpretare e rendere operativo ma che, secondo me, non dovranno ritenersi portatori esclusivi della verità perché parti di essa possono essere patrimonio di altri e non utilizzarle potrebbe rappresentare un limite alla propria azione. Sarebbe auspicabile che la nuova via tracciata dal voto odierno portasse un clima di serenità rinnovata e aperta al contributo dell’intera comunità finalmente liberatasi dal pregiudizio ideologico che ha contraddistinto la vita  politica di Ustica negli ultimi anni e, chissà, forse determinato i guasti che sono sotto gli occhi di tutti.

Il successo politico di Salvatore e dei suoi elettori è stato pieno e convincente ma proprio per la sua entità e per le responsabilità che comporta, a mio modo di vedere, dovrebbe indurre ad un approccio diverso rispetto a quanto è avvenuto in circostanze di segno contrario. E’ un successo che deve aprire i cuori e le menti ad una nuova situazione sociale e politica di Ustica. L’insuccesso politico di Renato e dei suoi sostenitori, di contro, non deve essere inteso da ambo le parti come una sconfitta personale tout court  ma come una spia luminosa che si accende in una realtà composita che deve necessariamente cambiare ma che per riuscire a farlo ha bisogno del sostegno e del contributo di tutti. Maggioranza e minoranza, certamente nei numeri, non necessariamente in una saggia e lungimirante azione amministrativa.

Non si sono affrontati Salvatore contro Renato, due uomini, ma le loro idee; i due contendenti sono rimasti integri nel loro valore personale e nella loro dignità politica, le loro idee hanno conflitto ma esse possono rapportarsi le une alle altre e orientarsi all’interesse non di una parte ma di Ustica tutta. Aprirsi al cambiamento, al di là dei programmi elettorali, predisporsi ad affrontare con decisione le asperità dell’attuale stato di cose può anche essere questo, sapersi integrare, cioè, con quanto di buono si possa trovare negli atteggiamenti e nel diverso pensiero dell’altro e nel confronto far scaturire scelte e decisioni condivise e  migliori.

L’aspra dialettica politica e la contrapposizione ideologica tra le parti ha naturalmente, impedito un diverso approccio alla vicenda elettorale ma questa deve ritenersi ormai conclusa con buona pace di tutti e, superata l’euforia o la delusione, dar luogo alle difficili e complesse riflessioni sul domani.  Ustica, per la propria specificità sociale,  per gli enormi problemi che contraddistinguono negativamente la propria quotidianità – scuola, trasporti, igiene pubblica, polizia locale – non ha bisogno di contrapposizioni irriducibili, ha bisogno di cambiare pagina in tutti i sensi, dal punto di vista amministrativo ma anche nel rapporto tra i suoi cittadini  in un’ottica di serena comunità che non necessita di vinti e vincitori ma di sforzi comuni per il comune successo.

Auguri di buon lavoro a Salvatore ed a Renato e “in alto i cuori”.

Sergio Fisco  

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COMMENTO

Da Milano Costantino Tranchina

CARISSIMO SERGIO, permettimi di associarmi al tuo pensiero di persona onesta e consapevole per i consigli che hai voluto inviare al vincitore Salvatore Militello e vinto Renato Mancuso, due uomini saggi a tralasciare i motivi belligeranti politici e pensare esclusivamente alle migliori fortune e benessere degli usticesi. Vorrei prolungarmi sulla tua lunga lettera, purtroppo sono ancora degente in ospedale per un intervento alla colonna vertebrale . Auguro che il Buon DIO mi aiuti e farmi arrivare ad Ustica al più presto. Ancora grazie per i tuoi consigli ( con la viva speranza che li recepiscono e ne tengono conto ).

 

Ustica Bar Centrale, le “riflessioni” critiche di tre veri amici


Ustica Bar Centrale, le riflessioni critiche di tre amici
Ustica Bar Centrale, le “riflessioni” critiche di tre veri amici

Ustica, riflessioni al tramonto


Ustica faro punta cavazzi, riflessioni al tramonto
Ustica faro punta cavazzi, riflessioni al tramonto

Riflessioni sul Belvedere Filippo Vassallo di Ustica


F.C.7655 Gazebo belvedereCaro Pietro,

Eccomi di nuovo a riflettere con te su Ustica sempre in forma epistolare e serenamente discorsiva, affidando ad una eventuale tua momentanea carenza di argomenti più interessanti, la possibilità o il rischio che le parole trovino spazio nel nostro accogliente salottino virtuale.

Mi ha fatto piacere leggere che la Sovrintendenza, sempre infaticabile nel ruolo di baluardo contro ogni tentativo colposo o doloso di violenza alla nostra isola, abbia finalmente formalizzato un rilievo al “mercatino-stabile” impiantato sul belvedere Filippo Vassallo e gioiosamente esaltato dall’Amministrazione. Per la verità, credo all’Organo di tutela ambientale non sarebbero mancate altre occasioni nel recente passato per farlo….!

Devo riconoscere di aver provato la sottile quanto sterile soddisfazione di avere con altri, con te per primo, già stigmatizzato ciò che saremo costretti a “bel…vedere” in primo piano davanti al mare di Cala Santa Maria, ma anche disagio nell’apprendere che, per la nostra Amministrazione comunale, i giovani (quanti, poi?) potranno trovare lavoro e soddisfazioni economiche in una ulteriore offesa al buongusto estetico nostro e dei turisti. Vorrei tanto che fosse così, sarei sinceramente felice se quei giovani traessero grandi vantaggi dall’iniziativa. Temo, però,  che siamo in una ipotesi scarsamente realizzabile anzi in una vera contraddizione in termini, in una ipotesi onirica che non fa bene a quei giovani.

Vogliamo, infatti, chiederci ad esempio, e chiedere a quanti possano fornire una valida risposta, quale e quanto apporto abbia ricevuto l’economia di Ustica dalla “friggitoria-a-cielo-aperto” realizzata davanti l’Ufficio postale di Largo Armeria, ancora oggi monumento incompiuto ed incomprensibile innalzato ad onore di una visione quanto meno incerta o un po’ miope del futuro turistico ma, vivaddio, per ciò stesso, economico dell’isola?

Possiamo affermare razionalmente che economia e buon senso siano elementi in conflitto tra loro?

Possiamo ritenere con un minimo di saggezza che educare i giovani al buongusto ed all’amore per la bellezza o l’eleganza, soprattutto laddove questi elementi non siano espressioni meramente estetiche ma si caratterizzino per le intrinseche ricadute economiche che pure hanno, non sia un imperativo vincente ed imprescindibile? Lo è  dappertutto ma ancor più in un’isoletta, come Ustica, laddove non esiste una reale economia alternativa che non leghi la propria difficile sussistenza al richiamo turistico.

Attenzione, però, ai termini ed al loro significato. Il riferimento da tenere in considerazione è ad un richiamo turistico costruito scientificamente che nessuno pensi di poter affidare al caso o ad iniziative estemporanee; il riferimento é a quello sorretto da una severa programmazione, scevra da liturgie politiche, da  perniciosi localismi, irrimediabilmente sorda ai richiami degli interessi da qualunque parte sociale provengano quando non riconducibili ad un interesse collettivo; per semplificare e concludere, ingestibile da chiunque, ieri come oggi e come domani, ponendo il proprio dito davanti alla luna, riesca a vedere soltanto la punta di quel dito.

Mi fermo qui. Scusami se ti ho tediato con queste vane considerazioni notturne ma, come sai bene, con gli anni si diventa pedanti e soprattutto ripetitivi; tu, però, hai sempre il vantaggio del cestino.

Sergio Fisco (2)        Con un fraterno abbraccio.
Sergio Fisco

P.S. A proposito di pedanteria e ripetitività, ma sempre in ottica di servizio socio-turistico all’isola, hai qualche novità da darmi in ordine ad una ipotetica pensilina para-sole o para-pioggia sul molo imbarchi?

Riflessioni vicenda Cimitero – Purtroppo ancora tante volte saremo costretti a dire “l’avevamo detto…”


 

Loculi riutilizzati Mi è già capitato di dovere ammettere che non c’è condizione peggiore di quella che ti obbliga a dire ” …. l’avevamo detto“. Peggiore perché, pur sapendo di essere dalla parte della ragione, ti trovi di fronte un muro di irragionevolezza e di saccente arroganza che con disprezzo rigetta tutto ciò che in buona fede proponi nell’esclusivo interesse della comunità.

L’ennesima riprova di quanto detto viene inesorabilmente alla luce riguardo alla vicenda del cimitero, gestita in modo irresponsabile da parte della attuale amministrazione, che non smette di sommare sofferenza a sofferenza.

Ricordo bene, e non sono il solo, la seduta di Consiglio Comunale di due anni fa dove lo scontro, tra i consiglieri della minoranza e la giunta con in testa il Sindaco, raggiunse toni tanto alti da arrivare quasi ad assumere i caratteri di una vera e propria aggressione.

Tutto questo perché?. Perché richiamandoci alle norme di legge ed ai regolamenti di polizia cimiteriale chiedevamo di procedere all’estumolo dei defunti da più di trenta anni, alla loro ricomposizione in cellette ed alla successiva collocazione in loculi più piccoli tale da rendere disponibili un numero sufficiente di sepolture.

Ma nulla di tutto questo fu considerato normale, tralascio di ricordare le invettive che furono lanciate all’indirizzo dei consiglieri di minoranza mentre, invece, mi piace richiamare il solenne impegno che l’amministrazione prese con i cittadini usticesi i quali a fronte di un temporaneo sacrificio, quale quello di ospitare nelle tombe gentilizie i defunti in attesa di definitiva collocazione, in 18 (leggasi diciotto) mesi si sarebbe realizzato l’ampliamento del cimitero e nuovi e più numerosi loculi sarebbero stati consegnati alla pubblica fruizione.

Quello che invece è successo nei successivi diciotto mesi lo sanno tutti: lavori fermi, parte dell’area di cantiere sottosequestro, il ridicolo rimpallarsi le responsabilità con generali che tentavano di defilarsi lasciando la guida dell’esercito ai soldati semplici, le sofferenze imposte ai congiunti dei defunti che ancora oggi  ricordano quei momenti con profonda tristezza ma anche con rabbia.

Oggi di fronte all’ennesima emergenza, che si è determinata a seguito della scomparsa di una cittadina usticese, apprendiamo che abbandonata la strada dell’esproprio di sepoltura si rinuncerà da parte dell’amministrazione a portare avanti il progetto di ampliamento e si procederà ad utilizzare i loculi liberati attraverso l’estumolo delle salme ospitate da più anni.

Bene, non bisogna mai perdere la speranza, personalmente ripeto sempre ai miei compagni di avventura di avere pazienza tanto alla fine, sindaco e giunta, dopo avere sbagliato tutto, saranno costretti a fare la cosa giusta.

Certo, ancora tante volte ci troveremo a dire “l’avevamo detto” ma voglio rivolgere un messaggio di fiducia a tutti gli usticesi che vedo rassegnati, silenziosi, increduli che possa succedere qualcosa in grado di risvegliare l’orgoglio e l’entusiasmo necessari al rilancio dell’economia e della produttività della nostra bellissima isola e voglio farlo con le parole di un grande poeta e filosofo libanese Khalil Gibran. “Nulla impedirà al sole di sorgere ancora, nemmeno la notte più buia. Perchè oltre la nera cortina della notte c’è un’altra alba che ci aspetta”.            

Francesco D'Arca  (2)     Francesco D’Arca

Riflessioni sull’attuale silenzio .


 

Salvatore Militello  (11)Si potrebbe fare appello a diversi spot pubblicitari o riferimento ad una bella canzone di Claudio Baglioni degli anni ’70, laddove la Chiesa – luogo di culto e fede – venisse paragonata ad Ustica.
Ma non occorre ricorrere né agli uni, ne all’altro:  basta scendere in piazza, passeggiare per il paese per assaporare una tranquillità assoluta.

Troppo bello, se ciò non ti portasse a misere conclusioni.
Anche su internet è calato il sipario … addirittura non si scruta neanche più nei profili personali o nei gruppi, per poi scrivere commenti od addirittura articoli.
Poco meno di 2 anni fa iniziò una campagna mediatica – e non solo –  denigratoria, una “macchina da guerra ” a tutti i livelli, contro alcune persone , e contro il sottoscritto in particolare,  con argomentazioni  ed affermazioni talvolta anche personali molto gravi e non veritiere,  che poco o niente avevano a che fare con la politica se non il fatto  di gettare fango e denigrare in tal modo l’avversario politico.

Tra quelle che ancora oggi mi fanno sorridere ricordo la vicenda dell’  “apologia del fascismo e del conflitto d’interessi “,  tra quelle che mi fanno riflettere, ma i fatti oggi continuano a darmi ragione su tale giovane persona, anche  i suoi “ irrispettosi saluti ” e tra quelle che disprezzo sono quelle dei “ lecchini e degli affaristi ”.
E guardate bene, non mi lamento di ciò, anzi …  Le mie sono solo delle modeste riflessioni personali  su taluni personaggi che hanno calpestato la dignità di diverse persone e continuando nel loro calpestio hanno detto e scritto tutto e di più  su chi non era  – e non è – come loro, infangandoli salvo poi restare infangati loro stessi e dal loro stesso  fango.
Un’affermazione scritta dal “Tacco” mi è rimasta impressa: “ la rete non dimentica “…  ed io aggiungo: nella rete, prima o poi, si  rimane impigliati ( “s’ammagghia“).
Ma torniamo alla riflessione iniziale: la tranquillità assoluta.
“Finalmente si è arrivati ad un po’ di calma“… direbbe l’osservatore distratto o disinformato.
Siamo, invece, in presenza di una calma da quando un certo numero  molto ristretto di persone, per diverse ragioni , non scrivono e non parlano più!
Eppure di problemi ereditati, di quelli irrisolti, tra i quali i danni all’arredo urbano, e di altri più recenti, ce ne sono … eccome!
Ciò nonostante, si riesce a sentire il “rumore” del silenzio.
Francamente non intendo soffermarmi sui perché – mi dilungherei troppo -, ma sull’evidenza che ci sia il silenzio.
E sarebbe piacevole … se solo fosse reale e spontaneo.  Ma non è né reale, né spontaneo. 
Quindi, come si spiega?
Senza l’intento di farne alcun parallelismo, ricorro al primo punto della “Spiegazione”  in  “La  Passione di Gesù – Opera d’infinito amore” dei Padri Passionisti –  che cito testualmente:
“I soldati condussero Gesù flagellato nell’interno del pretorio e radunarono intorno a lui tutta la coorte.
La coorte era la decima parte della legione, composta di 6.000 soldati circa. Quindi la coorte era di 600 soldati circa.
Di questi seicento soldati una parte montava la guardia alla Torre Antonia; una seconda parte attendeva ai comandi del governatore; una terza parte rimaneva in riposo per turno. Quindi la coorte invitata al disumano divertimento non poteva essere che quest’ultima parte. Perciò i soldati che presero parte allo scherno soldatesco furono duecento circa.”
Calandola nella “nostra” realtà, procedendo in base a  tale spiegazione,  si tratterebbe di  33 soldati!
Ed allora, che fare?
Meglio sostenere tale silenzio, o piuttosto questi 33 soldati ?    O nessuno dei due ?
E la coorte?
Buona riflessione a tutti. (altro…)

Aforismi, Citazioni, Proverbi… del giorno


Aforista 1RIFLESSIONI: E SE FOSSE VERO ?

Quante volte, di notte, volgendo lo sguardo al cielo proviamo un senso di meraviglia per l’immenso spazio nel quale si perdono le stelle e con loro i nostri pensieri. Direbbe il poeta: “Come è dolce naufragare in questo mare”.

Si ha la sensazione che l’universo sia composto essenzialmente di materia e di pensieri dominati dal nulla. Il nulla, come una dimensione spazio-temporale in cui l’uomo trascorre il breve periodo della sua vita. Questa dimensione ha due estremi: Lo zero e l’infinito, in altre parole l’indeterminato e l’incommensurabile, l’inconsistenza e la trascendenza percepiti dalla coscienza umana come una specie di inferno e paradiso.

Per la comune convinzione religiosa essi sono un “mistero” mentre per gli uomini di scienza sono solo delle “singolarità” matematiche e fisiche. La teologia li definisce elementi del divino e alcuni teologi nel tentativo di svelarli spesso compiono l’errore fondamentale di farlo allo stesso modo in cui la logica e la matematica studiano i fenomeni naturali in violazione del “principio di realtà”.

Chi siamo? Da dove veniamo? E’ innegabile che tutti gli uomini di ogni tempo si sono posti questa domanda affidandosi alla fine ad un semplice atto di fede. Credo che noi non siamo come degli “zingari costretti a vivere ai margini dell’universo”, come asseriva Jack Monod nel suo libro “il caso e la necessità”, credo invece che noi siamo solamente degli orfani alla ricerca del Padre, dell’Entità suprema i cui alti valori danno senso alla nostra vita. Il grande filosofo Emmanuel Kant asseriva: “Il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me” rivelando l’importanza della coscienza sulla realtà oggettiva.

(Inviate da Aldo Cannella)

Riflessioni sulle considerazioni di De Maio in ordine alla A.M.P.


Al fine di porre chiarezza, ritengo opportuno intervenire in ordine alla polemica emersa sulle dichiarazioni dell’On. le Di Maio in merito alla A.M.P.

Che quanto affermato dal predetto possa essere interpretato quale messaggio elettorale, posso anche condividerlo, ma ciò che lui afferma è sacrosanta verità in quanto in passato è stato dimostrato che la Riserva Marina, oggi Area Marina Protetta, oltre ad avere assunto una valenza di rilievo nazionale aveva agevolato il processo di sviluppo socio economico dell’isola.

Non è invece accettabile l’affermazione che il Governo Berlusconi “ ha affossato spudoratamente e scientificamente la Riserva Marina di Ustica”.. La riserva è stata affossata dalle gravissime responsabilità emerse nella gestione della stessa in seguito alla verifica economico-finanziaria disposta dal Ministero, nel luglio 2002, a seguito di un esposto denuncia alla Procura della Repubblica ed al Ministero stesso, dall’allora direttore della Riserva che, per ben sette anni aveva collaborato a stretto contatto di gomito con l’amministrazione comunale. Dopo tale denunzia il predetto è stato licenziato nel settembre 2001.

Per la soluzione delle criticità emerse il Ministero dell’Ambiente aveva disposto una specifica azione di assistenza e di supporto nei confronti del Comune di Ustica allo scopo di pervenire ad un complessivo riordino gestionale. Tale disposizione che, oltre tutto era limitata dall’ottobre 2002 al maggio successivo, venne, con fermezza inusitata, formalmente rigettata dal comune. Dopo una serie di diffide, da parte del Ministero, ed a seguito degli elementi emersi dall’analisi istruttoria il Ministro, anche in considerazione della crisi del rapporto istituzionale creatasi fra il Ministero ed il Comune, con regolare decreto, ebbe a revocare l’affidamento al Comune di Ustica della gestione dell’Area Marina Protetta e nelle more della individuazione di un diverso ente gestore , la gestione dell’area venne affidata per sei mesi alla Capitaneria di Porto di Palermo che a tutt’oggi, malgrado siano passati nove anni, la gestisce attraverso un commissario.

Non si comprende perché il comune non volle accettare l’assistenza del Ministero.

Se l’avesse fatto la gestione ancora oggi sarebbe affidata al Comune.

Si ritiene che gli accostamenti del piano politico , (destra, sinistra, centro) sono del tutto impropri anche perché vero è che l’art. 8 della legge 179/2002 ha disposto che le spese relative alle risorse umane, destinate al funzionamento delle riserve marine venivano poste a carico dei soggetti gestori, ma è pur vero che non veniva disposta, con la predetta legge, la cessazione del finanziamento dei programmi annuali.

La riserva poteva essere gestita attraverso la predisposizione di appositi progetti obiettivo le cui risorse all’uopo necessarie potevano trovare ristoro anche attraverso finanziamenti statali o regionali per come avvenuto in tante altre aree protette.

Se il Comune, per sua colpa, non ne avesse persa la gestione, la riserva oggi continuerebbe ad essere il fiore all’occhiello dell’Isola e certamente, come già lo era, sarebbe stato il volano per lo sviluppo e la coesione economica, sociale, territoriale coniugando lo sviluppo con le esigenze di tutela del patrimonio naturale improntato non esclusivamente alla sua cristallizzazione.

Salvatore Compagno

 

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COMMENTO

Da Salvatore De Maio 

Cari amici, vedo che devo precisare alcune cose, io conosco bene tutti voi e ogni vicenda dell’Isola e della riserva marina, non ho alcuna carica elettiva, il mio non è uno spot elettorale ma il reale pensiero di uno che ama l’isola, la sua natura, le sue riserve. Precisato ciò sono lieto che quanto da me dichiarato sia stato oggetto di discussione, vi dico subito che non ho perso tempo a leggere tutto perchè certo che il contenuto non è strettamente costruttivo ma maggiormente polemico, e con le polemiche non si va avanti, in mancanza della costruttività politica che manca sull’isola da decine di anni, desidero invitarvi pubblicamente a concordare un documento propositivo valido ragionato e approvato dalla maggioranza della popolazione per portare alla luce le carenze dell’Isola in termini di sviluppo o ripristino economico-turistico, tali intendimenti, qualora lo riterreste opportuno, potranno essere utilizzati per un piano di sviluppo programmatico che potrei proporre all’amministrazione Regionale che si accinge a governare. Grazie per la vostra attenzione 3314141603

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Da Ustica Fabio Ailara 

dato che tutti ricordano i fatti vorrei sapere quale è stato l’esito delle verifiche fatte dal ministero???

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Da Ustica Salvatore Compagno

Risposta ad Attilio Licciardi

Che il mio intervento, sulla polemica scaturita dallo scritto dal Sig. De Maio, potesse suscitare le reazioni di qualcuno , era scontato. Non mi aspettavo, però, di essere accusato di parlare a “vanvera” . E’ mio costume essere in grado, sempre, di poter dimostrare ciò che affermo di conseguenza invito chi mi accusa di ciòi a farmi conoscere quali delle mie affermazioni non rispondono al vero e sarò ben felice di dimostrare la veridicità di quanto da me affermato..

Non ho inteso gettare fango su alcuno, in quanto è fuori dalla mia cultura, mi sono limitato a riportare, cronologicamente, gli avvenimenti che portarono alla revoca della gestione della Riserva Marina al Comune di Ustica, senza aggiungere alcun mio commento.

Non sono entrato nel merito, in quanto non a mia conoscenza, sulle risultanze delle visite ispettive e, sono convinto che non sono note al alcuno, sono però a conoscenza di una nota del febbraio 2003, diretta al Sindaco di Ustica, del direttore generale del Ministero dell’Ambiente Dr. Aldo Casentino con la quale comunica :” che dalle ulteriori analisi istruttorie, si configurano le condizioni per proporre al sig. Ministro l’atto di revoca del predetto affidamento”. proposizione successivamente verificatesi. Ciò dimostra che la revoca della gestione non è stata promossa dall’allora Ministro Matteoli per scopi elettorali, come affermato, bensi dalla proposizione di organi amministrativi che hanno ritenuto il verificarsi delle condizioni perché la riserva cambiasse ente gestore.

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Da Ustica Riccardo Caserta

Sono armai più di 12 anni che sento “puttan… su puttan…”. Penso sia ora, dopo più di 12 anni, che ognuno si prenda le proprie responsabilità di ciò che ha fatto in passato, perchè è il risultato di quello che siamo oggi. E’ veramente ora di FINIRLA di scaricare barili su altre persone e così via fino all’infinito come si è sempre fatto sull’isola. Da oggi non c’è più il tempo di SCHERZARE, di fare GIOCHINI politici come si sono sempre fatti. Ormai la politica che conosciamo è MORTA E SOTTERRATA. Bisogna incominciare ad alzarsi le maniche della maglia lavorare sul serio e farsi venire i calli nel cervello.

Non sto puntando il dito contro nessuno, anzi lo sto puntando verso tutti me compreso, perchè siamo stati NOI gli artefici di questo disastro.

Le soluzioni ci sono, sono reali e alla portata di tutti, è ora di passare da una mentalità retrograda radicata nelle nostre teste e nel nostro modo di fare, alla mentalità di oggi e del presente, ovvero quella di pensare al benestare di tutti e non a quello personale.

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Dalla California Agostino Caserta

Wow ! Stentavo a crederci ! ho dovuto rileggere tutto quanto esposto da Salvatore Compagno perche’ non riuscivo a capacitarmi con le date ma ora vedo che le date combaciano. Ed e’ vero ! nel 2002 ero ad Ustica durante i Mondiali in Korea e mi ricordo benissimo, in carica c’era l’Amm.ne Attilio Licciardi. Rileggendo attentamente si evince che fu proprio l’Amm.ne Licciardi, quindi, che, per usare un linguaggio spiccio, FECE PERDERE INEROGABILMENTE LA GESTIONE DELL’AMP AL COMUNE DI USTICA CON LE CONSEGUENZE CHE TUTTI SAPPIAMO !

Il Governo ( Berlusconi ) – che qualcuno accusa – in realta’ tento’ di salvare capre e cavoli ma il Comune rifiuto’ l’assistenza specifica e rifiuto’ inspiegabilmente di salvare l’AMP la quale quindi, dopo una serie di diffide da parte del Ministero, fu tolta al Comune di Ustica ed affidata in Gestione Commissariale alla Capitaneria. Incredibile ! ed e’ proprio vero, la verita’, anche se dopo dieci anni, viene sempre a galla. Ora tutti sappiamo chi sono i responsabili di questo fiasco.

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Da Palermo Attilio Licciardi

Sono allibito dalla nota di Salvatore Compagno. E’ come se il tempo si fosse fermato. Nel 2012 si continua a parlare e scrivere a vanvera su “presunte responsabilità sulla gestione della Riserva” quando un’indagine durata 4-5 anni costata un sacco di soldi pubblici e che aveva il solo ed evidente scopo POLITICO di affossare un’esperienza NON HA RISCONTRATO NULLA , si è chiusa con UNA BOLLA DI SAPONE ed è servita soltanto a togliere la Riserva Marina al Comune di Ustica e consegnarla alla Capitaneria di Porto. Quella campagna orchestrata a Ustica a Palermo e a Roma da ambienti del centrodestra aveva il solo scopo di gettare fango su tante persone per bene. Quella iniziativa scellerata, di cui anche tu Salvatore sei stato protagonista, aveva solo uno scopo elettorale. Il risultato è stato che oggi Ustica è in coda a tutte le classifiche, che ha avuto un crollo economico, che eravamo al primo posto in Italia e tra i primi nel Mediterraneo nella tutela dell’ambiente marino ed oggi siamo solo sommersi di immondizia.

Caro Salvatore mi dispiace il fatto che tu, a distanza di anni, voglia riaprire ferite che non sono solo personali ma riguardano tante persone per bene e un’intera comunità che è stata gettata nella crisi economica e che si interroga con paura sul suo futuro. L’ho detto e lo ripeto: USTICA DEVE RICOMINCIARE A CORRERE per tornare ad essere quello che è sempre stato: UN’ISOLA DI SERIE A!!

 

Riflessioni sulla Rassegna Stampa di oggi…


[nggallery id=538]Anche oggi il problema dei trasporti nelle isole minori siciliane è all’attenzione della Stampa che mette in allarme, sensibilizzati dallo scrivente, anche sui possibili blocchi dei collegamenti Ustica Lines e del dissalatore di Ustica.

In modo molto corretto e dimostrando intelligenza, i due autori dell’articolo (due pagine intere sul quotidiano Repubblica, oggi in edicola) inseriscono le nostre problematiche nel contesto della ancor più preoccupante crisi economica della Regione che riguarda le autolinee ( niente stipendi AST in ginocchio, carburante per due giorni), le pensioni ( in 170 a riposo senza buonuscita, mancano 10 milioni), l’assemblea( pagati in ritardo dipendenti e deputati), servizi essenziali( Ente Acquedotti travoltyo dai debiti, a secco 45 Comuni), l’Università (niente più pasti per i ragazzi, stop alle borse di studio) , i trasporti ( le sorti delle isole appese ad un filo) i servizi culturali ( la bibliooteca nazionale dimezzata, solo mille euro per il funzionamento) e la formazone professionale( congelati 400 milioni, ottomila in cassa integrazione).

L’articolo è certamente da leggere per intero.

Aldo Messina