Ustica sape

Su richiesta e per maggiori chiarimenti riproponiamo l’intervista al Prof. Silvano Riggio – R.M. Ustica


Il Prof. Silvano Riggio, docente all’’Università di Palermo, considerato in quel  momento uno dei massimi esperti di Ecologia Marina,  è colui il quale nel 1986, contro il parere di molti isolani (capofila Camillo seguito da molti pescatori) ha “voluto” l’istituzione della Riserva Marina – successivamente AMP.
Nell’intervista rilasciata ad Usticasape nel 2013 dichiarava che per la Riserva Naturale Marina di Ustica: “Lo Spalmatore è stata una scelta sbagliata…”

D. Secondo la Sua esperienza la zona dello Spalmatore era la più adatta per delimitare l’Area di Riserva Marina?

R. Da quello che sapevo, da quello che si vedeva senza ulteriori studi e ricerche si desumeva la zona più adatta per fare l’area di riserva integrale non fosse quella di Punta Spalmatore, che è una bassa spianata di scogli abbastanza accessibile al pubblico, un pubblico anche non adatto, ma fossero piuttosto le falesie che c’erano a nord e a sud che si proteggevano da sole a causa dell’asperità dei fondali e per la caduta massi e inoltre erano probabilmente le più interessanti perché le più ricche di anfrattuosità e di buchi, dove trovava rifugio la grande fauna marina dell’Isola.

D. Come mai la scelta è caduta nella zona più bella e accessibile per la balneazione dell’Isola?

R. Io ero poco convinto di questa riserva integrale allo Spalmatore, dove fu fatta, per alcuni motivi che posso elencare brevemente:

1. Questa spianata di rocce era abbastanza uniforme e piatta e non riservava quegli scoscendimenti e quelle cadute dove si trova la fauna più rappresentativa dei fondali usticesi.

2. Perché l’attuale area era molto utile, si prestava molto, alla balneazione per i turisti e per i visitatori dell’Isola che intendevano andarsi a fare il bagno, in quanto non trovavano posti altrettanto idonei.[ id=15402 w=320 h=240 float=right]

3. Perché ci sono state delle forti pressioni anche da parte degli stessi padri fondatori della Riserva che lì avevano messo la sede dell’Associazione della pesca sportiva , la pesca diportistica, che era importante e anche agguerrita, e c’era poi la prima sede della Riserva – la Torre.

La torre, appunto era vista come la naturale sede della Riserva.

Il tratto di mare prospiciente la torre si riteneva il più ideale per salvaguardare quell’oasi .

Io ero dell’avviso che queste scelte non potessero suffragare una scelta che per altri versi era penalizzante. Il turista arriva ad Ustica cerca di farsi il bagno e trova la parte migliore dell’Isola, la più accessibile, interdetta alla balneazione.

Io ritengo che per il rilancio, nonché per la buona riuscita della riserva, bisogna assolutamente avere un pubblico che apprezzi l’Isola e la sua riserva. L’Isola è anche una sede di educazione ambientale.

D. Chi ha fatto pressione per indirizzare la riserva in quel posto?

R. Santoro è stato il padre della Riserva ed il troppo amore di Santoro per Ustica che ha generato/indirizzato questa scelta, ma non possiamo fargliene una colpa ma, se mai, riconoscenza…

D. Cosa  suggerisce per il futuro?

R. Per il futuro io vedrei di buon occhio una revisione di tutta la geografia dell’Isola soprattutto la location dei vari punti notevoli della riserva. In tutto questo vedrei bene l’apertura di altre zone “A” compensate dalla chiusura di quelle attuali dopo aver fatto un preciso censimento della situazione.

Bisognerebbe capire se questa zona “A” ha avuto degli effetti sulla presenza di Flora e Fauna e se questi effetti sono duraturi, di grande portata o effetti minimi.

Occorrerebbe fare una ricerca seria, del resto la Riserva nasce per la ricerca, e dopo di che provare altre zone di riserve integrali che andrebbero situate nella costa sud-est (Punta Cavazzi e Cala Galera) o verso il Passo della Madonna che sono punti scoscesi, difficilmente frequentabili ma che possono dare della grandi sorprese dal punto di vista scientifico.

D. Qualcuno potrebbe obbiettare che le zone che indica Lei non sono facilmente accessibili via terra.

R. Questo non è uno svantaggio anzi è un vantaggio perché, se la zona “A” deve essere una zona assolutamente protetta, cioè una zona interdetta a tutto lo sfruttamento, a tutto l’uso di qualsiasi tipo bisogna andare a scegliere una zona impervia una zona che precipita scoscese e quindi non facilmente accessibile. La zona “A” di Ustica è facilmente accessibile e si presta a continue violazioni delle disposizioni e le continue violazioni si ripercuotono sul riassetto naturalistico.

Io ritengo che tutto questo si possa fare dopo aver fatto una analisi, uno studio essenziale. Siccome i ricercatori ci sono e le cifre richieste non sono enormi, anzi sono abbastanza modeste.

Ringraziamo il Prof. Riggio per la Sua chiarezza e disponibilità
PB

Ustica, i ricordi del Prof. Riggio: quanto fatto per l’istituzione della Riserva Marina


Prof. Riggio e la Riserva Marina

Ustica, tempo del transitano di uccelli migratori – sosta per una riserva di acqua al gorgo salato


Ustica, tempo del transitano di uccelli

Ustica, dietrofront del ministero: niente bagnanti nella riserva marina

La decisione è arrivata dopo un sopralluogo dell’Ispra che ha certificato il rischio per gli habitat dell’area.

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COMMENTO

Dalla California Agostino Caserta 

La Riserva di Ustica ando’ bene i primi 3-4 anni ma da 30 anni e’ ingestibile pure per questa amm.ne che ha ereditato tutti i problemi e anche a causa del posto sbagliato in cui si trova. E’ opinione comune che nessuno rispetta le regole e nessuno le fa rispettare, e’ alla deriva, allo Sbarramento ci va chiunque come e quando vuole, e anche il Ministero la tratta come una pallina da ping pong….e’ diventata uno sperpero di soldi di contribuenti che pagano le tasse e… ,forse sara’ una coincidenza, ma dopo la riserva e l’abolizione della Rassegna il TURISMO ad Ustica E’ CROLLATO !

Il COMMISSARIAMENTO causato da LICCIARDI di 10 anni l’ha affossata completamente e nella precedente amm.ne ( Licciardi ), proprio 3 anni fa, e’ stata catapultata come l’ultima Riserva nella classifica del Ministero. Dire che e’ la prima in italia senza aggiungere la parola “istituita” e’ falso, e falso in commercio. Quindi realisticamente bisognerebbe esaminare con attenzione e vedere se davvero ha ancora senso e razionalità’ la sua esistenza, a questo punto, dopo almeno 29 anni di incuria. l’ispra siamo sicuri che abbia fatto un sopralluogo corretto, o pilotato dalla politica e dalla corruzione ? Se ricordiamo bene sono accaduti casi simili di sopralluoghi proprio ad Ustica non molto tempo fa.

Per quanto riguarda la credibilità della Magistratura (con tutta certamente) non mi dilungo in quanto il caso “Palamara” docet.

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Dalla Germania josè Zagame

Mi piacerebbe sapere da Legambiente, ed in particolare dal Sig. Gianfranco Zanna, se oltre alla difesa d’ufficio, sappia anche avanzare delle proposte/idee. Cercare il confronto!!! Per esempio si e’ mai pensato all’interno della zona A, di creare un’accesso “sicuro” che possa andare bene sia per l’eco sistema che per quella BESTIA dell’UOMO!!!!!?????? Apertura Mentale, non Chiusura di Parte!!!!!! Se il Sig. Zanna (o chi per lui) vuole confrontarsi, Io ci sono. Grazie

Su richiesta e per maggiori chiarimenti riproponiamo l’intervista al Prof. Silvano Riggio – R.M. Ustica


Il Prof. Silvano Riggio, docente all’’Università di Palermo, considerato in quel  momento uno dei massimi esperti di Ecologia Marina,  è colui il quale nel 1986, contro il parere di molti isolani (capofila Camillo seguito da molti pescatori) ha “voluto” l’istituzione della Riserva Marina – successivamente AMP.
Nell’intervista rilasciata ad Usticasape nel 2013 dichiarava che per la Riserva Naturale Marina di Ustica: “Lo Spalmatore è stata una scelta sbagliata…”

D. Secondo la Sua esperienza la zona dello Spalmatore era la più adatta per delimitare l’Area di Riserva Marina?

R. Da quello che sapevo, da quello che si vedeva senza ulteriori studi e ricerche si desumeva la zona più adatta per fare l’area di riserva integrale non fosse quella di Punta Spalmatore, che è una bassa spianata di scogli abbastanza accessibile al pubblico, un pubblico anche non adatto, ma fossero piuttosto le falesie che c’erano a nord e a sud che si proteggevano da sole a causa dell’asperità dei fondali e per la caduta massi e inoltre erano probabilmente le più interessanti perché le più ricche di anfrattuosità e di buchi, dove trovava rifugio la grande fauna marina dell’Isola.

D. Come mai la scelta è caduta nella zona più bella e accessibile per la balneazione dell’Isola?

R. Io ero poco convinto di questa riserva integrale allo Spalmatore, dove fu fatta, per alcuni motivi che posso elencare brevemente:

1. Questa spianata di rocce era abbastanza uniforme e piatta e non riservava quegli scoscendimenti e quelle cadute dove si trova la fauna più rappresentativa dei fondali usticesi.

2. Perché l’attuale area era molto utile, si prestava molto, alla balneazione per i turisti e per i visitatori dell’Isola che intendevano andarsi a fare il bagno, in quanto non trovavano posti altrettanto idonei.[ id=15402 w=320 h=240 float=right]

3. Perché ci sono state delle forti pressioni anche da parte degli stessi padri fondatori della Riserva che lì avevano messo la sede dell’Associazione della pesca sportiva , la pesca diportistica, che era importante e anche agguerrita, e c’era poi la prima sede della Riserva – la Torre.

La torre, appunto era vista come la naturale sede della Riserva.

Il tratto di mare prospiciente la torre si riteneva il più ideale per salvaguardare quell’oasi .

Io ero dell’avviso che queste scelte non potessero suffragare una scelta che per altri versi era penalizzante. Il turista arriva ad Ustica cerca di farsi il bagno e trova la parte migliore dell’Isola, la più accessibile, interdetta alla balneazione.

Io ritengo che per il rilancio, nonché per la buona riuscita della riserva, bisogna assolutamente avere un pubblico che apprezzi l’Isola e la sua riserva. L’Isola è anche una sede di educazione ambientale.

D. Chi ha fatto pressione per indirizzare la riserva in quel posto?

R. Santoro è stato il padre della Riserva ed il troppo amore di Santoro per Ustica che ha generato/indirizzato questa scelta, ma non possiamo fargliene una colpa ma, se mai, riconoscenza…

D. Cosa  suggerisce per il futuro?

R. Per il futuro io vedrei di buon occhio una revisione di tutta la geografia dell’Isola soprattutto la location dei vari punti notevoli della riserva. In tutto questo vedrei bene l’apertura di altre zone “A” compensate dalla chiusura di quelle attuali dopo aver fatto un preciso censimento della situazione.

Bisognerebbe capire se questa zona “A” ha avuto degli effetti sulla presenza di Flora e Fauna e se questi effetti sono duraturi, di grande portata o effetti minimi.

Occorrerebbe fare una ricerca seria, del resto la Riserva nasce per la ricerca, e dopo di che provare altre zone di riserve integrali che andrebbero situate nella costa sud-est (Punta Cavazzi e Cala Galera) o verso il Passo della Madonna che sono punti scoscesi, difficilmente frequentabili ma che possono dare della grandi sorprese dal punto di vista scientifico.

D. Qualcuno potrebbe obbiettare che le zone che indica Lei non sono facilmente accessibili via terra.

R. Questo non è uno svantaggio anzi è un vantaggio perché, se la zona “A” deve essere una zona assolutamente protetta, cioè una zona interdetta a tutto lo sfruttamento, a tutto l’uso di qualsiasi tipo bisogna andare a scegliere una zona impervia una zona che precipita scoscese e quindi non facilmente accessibile. La zona “A” di Ustica è facilmente accessibile e si presta a continue violazioni delle disposizioni e le continue violazioni si ripercuotono sul riassetto naturalistico.

Io ritengo che tutto questo si possa fare dopo aver fatto una analisi, uno studio essenziale. Siccome i ricercatori ci sono e le cifre richieste non sono enormi, anzi sono abbastanza modeste.

Ringraziamo il Prof. Riggio per la Sua chiarezza e disponibilità
PB

Collegamenti marittimi oggi da e per Ustica


Dall’Agenzia Naviservice riceviamo comunicazione che questa mattina alle ore 08,30 la nave Sibilla partirà con RISERVA per Ustica relativamente all’attracco che alla permanenza sino alle 16.00. 

P.S. ore 07,53 – Dall’Agenzia Naviservice riceviamo comunicazione che questa mattina alle ore 09.00 l’aliscafo Tiziano partirà regolarmente per Ustica, ma dopo lo sbarco ed imbarco passeggeri ripartirà per Palermo a causa previsioni meteo marine avverse.
Questa Mattina l’aliscafo Tiziano non ha effettuato la corsa delle ore 06,30 in quanto posizionato a Palermo.

Collegamenti pomeridiani interrotti causa condizioni meteo marine avverse

 

 

Collegamenti marittimi oggi con Ustica


Dall’Agenzia Naviservice riceviamo comunicazioni che questa mattina alle ore 08,05 l’aliscafo Fiammetta partirà per Ustica con riserva (se durante la traversata le condizioni del mare dovessero essere tali da non poter raggiungere Ustica ritornerà nel porto di Palermo).

P.S. ore 08,06 – Dall’Agenzia Naviservice riceviamo comunicazioni che questa mattina alle ore 09,00 la nave Antonello Da Messina partirà regolarmente per Ustica.

P.S. ore 13,58 – Dall’agenzia Militello riceviamo comunicazione che alle ore 41,10 l’aliscafo Fiammetta partirà regolarmente da Ustica e si fermerà a Palermo omettendo la corsa delle 16,30 a causa di previsioni meteo marine avverse in aumento

Riproponiamo l’intervista al Prof. Silvano Riggio effettuata nel 2013


 

Riserva Naturale Marina di Ustica: “Lo Spalmatore una scelta sbagliata…”

Alcune domande a Silvano Riggio, professore ordinario di Ecologia alla Facoltà di Scienza dell’Università di Palermo.

D. Secondo la Sua esperienza la zona dello Spalmatore era la più adatta per delimitare l’Area di Riserva Marina?

R. Da quello che sapevo, da quello che si vedeva senza ulteriori studi e ricerche si desumeva la zona più adatta per fare l’area di riserva integrale non fosse quella di Punta Spalmatore, che è una bassa spianata di scogli abbastanza accessibile al pubblico, un pubblico anche non adatto, ma fossero piuttosto le falesie che c’erano a nord e a sud che si proteggevano da sole a causa dell’asperità dei fondali e per la caduta massi e inoltre erano probabilmente le più interessanti perché le più ricche di anfrattuosità e di buchi, dove trovava rifugio la grande fauna marina dell’Isola.

D. Come mai la scelta è caduta nella zona più bella e accessibile per la balneazione dell’Isola?

R. Io ero poco convinto di questa riserva integrale allo Spalmatore, dove fu fatta, per alcuni motivi che posso elencare brevemente:

1. Questa spianata di rocce era abbastanza uniforme e piatta e non riservava quegli scoscendimenti e quelle cadute dove si trova la fauna più rappresentativa dei fondali usticesi.

2. Perché l’attuale area era molto utile, si prestava molto, alla balneazione per i turisti e per i visitatori dell’Isola che intendevano andarsi a fare il bagno, in quanto non trovavano posti altrettanto idonei.[ id=15402 w=320 h=240 float=right]

3. Perché ci sono state delle forti pressioni anche da parte degli stessi padri fondatori della Riserva che lì avevano messo la sede dell’Associazione della pesca sportiva , la pesca diportistica, che era importante e anche agguerrita, e c’era poi la prima sede della Riserva – la Torre.

La torre, appunto era vista come la naturale sede della Riserva.

Il tratto di mare prospiciente la torre si riteneva il più ideale per salvaguardare quell’oasi .

Io ero dell’avviso che queste scelte non potessero suffragare una scelta che per altri versi era penalizzante. Il turista arriva ad Ustica cerca di farsi il bagno e trova la parte migliore dell’Isola, la più accessibile, interdetta alla balneazione.

Io ritengo che per il rilancio, nonché per la buona riuscita della riserva, bisogna assolutamente avere un pubblico che apprezzi l’Isola e la sua riserva. L’Isola è anche una sede di educazione ambientale.

D. Chi ha fatto pressione per indirizzare la riserva in quel posto?

R. Santoro è stato il padre della Riserva ed il troppo amore di Santoro per Ustica che ha generato/indirizzato questa scelta, ma non possiamo fargliene una colpa ma, se mai, riconoscenza…

D. Cosa  suggerisce per il futuro?

R. Per il futuro io vedrei di buon occhio una revisione di tutta la geografia dell’Isola soprattutto la location dei vari punti notevoli della riserva. In tutto questo vedrei bene l’apertura di altre zone “A” compensate dalla chiusura di quelle attuali dopo aver fatto un preciso censimento della situazione.

Bisognerebbe capire se questa zona “A” ha avuto degli effetti sulla presenza di Flora e Fauna e se questi effetti sono duraturi, di grande portata o effetti minimi.

Occorrerebbe fare una ricerca seria, del resto la Riserva nasce per la ricerca, e dopo di che provare altre zone di riserve integrali che andrebbero situate nella costa sud-est (Punta Cavazzi e Cala Galera) o verso il Passo della Madonna che sono punti scoscesi, difficilmente frequentabili ma che possono dare della grandi sorprese dal punto di vista scientifico.

D. Qualcuno potrebbe obbiettare che le zone che indica Lei non sono facilmente accessibili via terra.

R. Questo non è uno svantaggio anzi è un vantaggio perché, se la zona “A” deve essere una zona assolutamente protetta, cioè una zona interdetta a tutto lo sfruttamento, a tutto l’uso di qualsiasi tipo bisogna andare a scegliere una zona impervia una zona che precipita scoscese e quindi non facilmente accessibile. La zona “A” di Ustica è facilmente accessibile e si presta a continue violazioni delle disposizioni e le continue violazioni si ripercuotono sul riassetto naturalistico.

Io ritengo che tutto questo si possa fare dopo aver fatto una analisi, uno studio essenziale. Siccome i ricercatori ci sono e le cifre richieste non sono enormi, anzi sono abbastanza modeste.

Ringraziamo il Prof. Riggio per la Sua chiarezza e disponibilità
PB

Richiesta pubblicazione sito istituzionale comune Ustica curriculum vitae Dott. Salvatore Livreri Console


Al Sindaco del Comune – Ustica
Al Presidente del Consiglio – Ustica
All’Organismo Indipendente di Valutazione – Ustica
Al  Capo Gruppo di  Maggioranza – Ustica
Al  Capo Gruppo di  Minoranza – Ustica
Al Segretario Comunale – Ustica

OGGETTO: Richiesta pubblicazione sito istituzionale comune Ustica curriculum vitae  Dott. Salvatore Livreri Console

Il sottoscritto Pietro Bertucci  nato ad Ustica ed ivi residente in Via Calvario n. 22 e-mail pietro.bertucci42@gmail.com tel. 0918449182 – 3204049115, responsabile del Blog www.usticasape.it,  in data 27-04-2015  prot. n. 2111 e successivamente in data 25-06-2015 prot. n. 3236  ha presentato  richiesta di accesso civico riguardante la pubblicazione sul sito istituzionale del Comune di Ustica del curriculum vitae del Dott. Salvatore Livreri Console, vincitore del concorso  come  Direttore  dell’Area Marina Protetta  Isola di Ustica.”
Tenuto conto che ad oggi quanto richiesto non ha avuto riscontro, si chiede alle SS.LL. in indirizzo, ciascuno per la parte di propria competenza, un controllo sugli adempimenti  degli obblighi di pubblicazione della richiesta  in oggetto, secondo quanto previsto dalla normativa vigente (L.33/2013 Art.  5 e Art. 15),  sul  sito web istituzionale del Comune di Ustica e la comunicazione allo scrivente dell’avvenuta pubblicazione.
Si chiede altresì di conoscere il protocollo e la data della comunicazione al Dipartimento della Funzione Pubblica  del conferimento dell’incarico  al Dott. Salvatore Livreri Console.

Velletri 11-01-2016

Pietro Bertucci
 

Barca “primavera” della Riserva Marina – un brutto investimento


 barca primavera - brutto investimento
barca “primavera” della Riserva Marina

Riserva Naturale Marina di Ustica: “Lo Spalmatore una scelta sbagliata…”

[ id=20607 w=320 h=240 float=left] Per chi ha la memoria corta e non ricorda che la rotazione della Riserva Naturale Marina (poi diventata AMP) era prevista sin dall’atto istitutivo e per chi da lontani lidi crede che Ustica sia la “vigna dei minchioni” pubblichiamo il parere di chi l’ha visto nascere e seguito per lunghi tempi, come uno dei massimi esperti.

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Silvano-RiggioAlcune domande a Silvano Riggio, professore ordinario di Ecologia alla Facoltà di Scienza dell’Università di Palermo.

D. Secondo la Sua esperienza la zona dello Spalmatore era la più adatta per delimitare l’Area di Riserva Marina?

R. Da quello che sapevo, da quello che si vedeva senza ulteriori studi e ricerche si desumeva la zona più adatta per fare l’area di riserva integrale non fosse quella di Punta Spalmatore, che è una bassa spianata di scogli abbastanza accessibile al pubblico, un pubblico anche non adatto, ma fossero piuttosto le falesie che c’erano a nord e a sud che si proteggevano da sole a causa dell’asperità dei fondali e per la caduta massi e inoltre erano probabilmente le più interessanti perché le più ricche di anfrattuosità e di buchi, dove trovava rifugio la grande fauna marina dell’Isola.

D. Come mai la scelta è caduta nella zona più bella e accessibile per la balneazione dell’Isola?

R. Io ero poco convinto di questa riserva integrale allo Spalmatore, dove fu fatta, per alcuni motivi che posso elencare brevemente:

1. Questa spianata di rocce era abbastanza uniforme e piatta e non riservava quegli scoscendimenti e quelle cadute dove si trova la fauna più rappresentativa dei fondali usticesi.

2. Perché l’attuale area era molto utile, si prestava molto, alla balneazione per i turisti e per i visitatori dell’Isola che intendevano andarsi a fare il bagno, in quanto non trovavano posti altrettanto idonei.

3. Perché ci sono state delle forti pressioni anche da parte degli stessi padri fondatori della Riserva che lì avevano messo la sede dell’Associazione della pesca sportiva , la pesca diportistica, che era importante e anche agguerrita, e c’era poi la prima sede della Riserva – la Torre.

La torre, appunto era vista come la naturale sede della Riserva.

Il tratto di mare prospiciente la torre si riteneva il più ideale per salvaguardare quell’oasi .

Io ero dell’avviso che queste scelte non potessero suffragare una scelta che per altri versi era penalizzante. Il turista arriva ad Ustica cerca di farsi il bagno e trova la parte migliore dell’Isola, la più accessibile, interdetta alla balneazione.

Io ritengo che per il rilancio, nonché per la buona riuscita della riserva, bisogna assolutamente avere un pubblico che apprezzi l’Isola e la sua riserva. L’Isola è anche una sede di educazione ambientale.

D. Chi ha fatto pressione per indirizzare la riserva in quel posto?

R. Santoro è stato il padre della Riserva ed il troppo amore di Santoro per Ustica che ha generato/indirizzato questa scelta, ma non possiamo fargliene una colpa ma, se mai, riconoscenza…

D. Cosa suggerisce per il futuro?

R. Per il futuro io vedrei di buon occhio una revisione di tutta la geografia dell’Isola soprattutto la location dei vari punti notevoli della riserva. In tutto questo vedrei bene l’apertura di altre zone “A” compensate dalla chiusura di quelle attuali dopo aver fatto un preciso censimento della situazione.

Bisognerebbe capire se questa zona “A” ha avuto degli effetti sulla presenza di Flora e Fauna e se questi effetti sono duraturi, di grande portata o effetti minimi.

Occorrerebbe fare una ricerca seria, del resto la Riserva nasce per la ricerca, e dopo di che provare altre zone di riserve integrali che andrebbero situate nella costa sud-est (Punta Cavazzi e Cala Galera) o verso il Passo della Madonna che sono punti scoscesi, difficilmente frequentabili ma che possono dare della grandi sorprese dal punto di vista scientifico.

D. Qualcuno potrebbe obbiettare che le zone che indica Lei non sono facilmente accessibili via terra.

R. Questo non è uno svantaggio anzi è un vantaggio perché, se la zona “A” deve essere una zona assolutamente protetta, cioè una zona interdetta a tutto lo sfruttamento, a tutto l’uso di qualsiasi tipo bisogna andare a scegliere una zona impervia una zona che precipita scoscese e quindi non facilmente accessibile. La zona “A” di Ustica è facilmente accessibile e si presta a continue violazioni delle disposizioni e le continue violazioni si ripercuotono sul riassetto naturalistico.

Io ritengo che tutto questo si possa fare dopo aver fatto una analisi, uno studio essenziale. Siccome i ricercatori ci sono e le cifre richieste non sono enormi, anzi sono abbastanza modeste.

Ringraziamo il Prof. Riggio per la Sua chiarezza e disponibilità

Pietro Bertucci

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COMMENTO

Dalla California Marlene Robershaw Manfrè

This is a very good start to changing the Reserve area at some other point where the people are not wanting to use, and one of the few places on the shores of Ustica that are really good for swimmers.
Thank you Pietro for starting this conversation with someone of authority and background of this problem.
I remember when I first, with son Tom, thought of going to Ustica. My one Palermotane friend in San diego said, “you don’t want to go to Ustica, nothing to do, no beach or fun.”
I listened to him, but went anyway because of the possible link to our ancestors. Now I see that there is many great things for tourists in Ustica, but just alot of politics and rhetoric keeping Ustica from blossoming into a desireable location for travelors.
Carry on !!!

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Questo è un buon inizio per cambiare l’area di riserva in qualche altro punto in cui la gente non può utilizzare, e uno dei pochi posti sulle coste di Ustica che è veramente buono per i bagnanti.
Grazie Pietro per aver iniziato questa conversazione con qualche autorità e il retroscena di questo problema.
Mi ricordo quando ho, con il figlio Tom, pensato di andare a Ustica. Un mio amico palermitano a San Diego mi ha detto, “non andare a Ustica, non c’è niente da fare, nessuna spiaggia o divertimento.”
Lo ascoltavo, ma siamo andati lo stesso a causa del possibile collegamento ai nostri antenati. Ora vedo che ci sono molte grandi cose per i turisti in Ustica, ma anche un sacco di politica e retorica mantenendo Ustica da sbocciare come luogo desiderabile per i viaggiatori.
Proseguire!

 

 

 

 

“Il Calafuria”, dopo un lungo periodo di fermo, ritornerà operativo…


Il “Calafuria” battello in dotazione alla Riserva Naturale Maria dal 2002 e costato circa 120.000.000 di vecchie lire (90.000.000 + 30.000.000 di attrezzi come ecoscandaglio, GPS ecc.), per lungo tempo accantonato, dopo alcuni interventi a Palermo, ieri è ritornato ad Ustica.

[ id=19840 w=320 h=240 float=left][ id=19841 w=320 h=240 float=right]

Zona Riserva dove non è consentita la balneazione – Peccato!


[ id=18914 w=320 h=240 float=center]

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COMMENTO

Dalla California Agostino Caserta

Davvero un peccato !! La Zona dello Spalmatore che e’ la piu’ bella per fare I bagni e l’unica accessibile via terra ma che non e’ praticabile per via della Riserva Marina in un’isola con vocazione turistica e’ proprio un’assurdita’. In questo posto nella foto ci sono stato l’ultima volta ad Ustica, e ci hanno gridato dalla strada che non si poteva fare il bagno, Allora siamo andati alla Caletta Acquario, avevo comprato maschera e pinne, ho fatto qualche ” abbuddata” per prendere qualche riccio e per farlo vedere e gustare a mia moglie e a momenti la vigilessa mi fa la multa con diffida di apparire in Caserma ( fra l’altro non c’era una segnaletica chiara e leggibile )…..sono andato a Cala Sidoti, stessa storia con molti turisti che si lamentavano per lo stesso problema…. Si sente dire che la Riserva sara’ spostata in altro posto si spera sia fatto presto.

Indispensabile lo spostamento dell’Area Marina Protetta di Ustica in altro sito

[ id=18128 w=320 h=240 float=left]Caro Claudio,

La problematica della rotazione dell’Area Marina Protetta, come da Te suggerita, è stata più volte portata all’attenzione dell’amministrazione Messina, che mai ha ritenuto di dar seguito alle nostre richieste.

Confidando in una maggiore sensibilità/attenzione della nuova amministrazione, in considerazione, tra l’altro, che da qualche mese la gestione dell’AMP è di competenza comunale, riproporremo alla giunta e al consiglio comunale di valutare la possibilità di prospettare, agli organi competenti, lo spostamento in altro sito dell’Area Marina Protetta per i motivi ben evidenziati dal Prof. Riggio in una intervista esclusiva già pubblicata su usticasape e che riproponiamo a seguire.

Riteniamo fondamentale, per l’economia dell’Isola, detto spostamento in quanto la zona Spalmatore è la più accessibile alla balneazione per via terra.

Qualora le nostre richieste dovessero rimanere, ancora una volta, inascoltate, proporremo una petizione popolare o un referendum per sondare la volontà della popolazione residente.

Pietro Bertucci

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Riserva Naturale Marina di Ustica: “Lo Spalmatore una scelta sbagliata…”

 

 Alcune domande a Silvano Riggio, professore ordinario di Ecologia alla Facoltà di Scienza dell’Università di Palermo.

D. Secondo la Sua esperienza la zona dello Spalmatore era la più adatta per delimitare l’Area di Riserva Marina?

R. Da quello che sapevo, da quello che si vedeva senza ulteriori studi e ricerche si desumeva la zona più adatta per fare l’area di riserva integrale non fosse quella di Punta Spalmatore, che è una bassa spianata di scogli abbastanza accessibile al pubblico, un pubblico anche non adatto, ma fossero piuttosto le falesie che c’erano a nord e a sud che si proteggevano da sole a causa dell’asperità dei fondali e per la caduta massi e inoltre erano probabilmente le più interessanti perché le più ricche di anfrattuosità e di buchi, dove trovava rifugio la grande fauna marina dell’Isola.

D. Come mai la scelta è caduta nella zona più bella e accessibile per la balneazione dell’Isola?

R. Io ero poco convinto di questa riserva integrale allo Spalmatore, dove fu fatta, per alcuni motivi che posso elencare brevemente:

1. Questa spianata di rocce era abbastanza uniforme e piatta e non riservava quegli scoscendimenti e quelle cadute dove si trova la fauna più rappresentativa dei fondali usticesi.

2. Perché l’attuale area era molto utile, si prestava molto, alla balneazione per i turisti e per i visitatori dell’Isola che intendevano andarsi a fare il bagno, in quanto non trovavano posti altrettanto idonei.[ id=15402 w=320 h=240 float=right]

3. Perché ci sono state delle forti pressioni anche da parte degli stessi padri fondatori della Riserva che lì avevano messo la sede dell’Associazione della pesca sportiva , la pesca diportistica, che era importante e anche agguerrita, e c’era poi la prima sede della Riserva – la Torre.

La torre, appunto era vista come la naturale sede della Riserva.

Il tratto di mare prospiciente la torre si riteneva il più ideale per salvaguardare quell’oasi .

Io ero dell’avviso che queste scelte non potessero suffragare una scelta che per altri versi era penalizzante. Il turista arriva ad Ustica cerca di farsi il bagno e trova la parte migliore dell’Isola, la più accessibile, interdetta alla balneazione.

Io ritengo che per il rilancio, nonché per la buona riuscita della riserva, bisogna assolutamente avere un pubblico che apprezzi l’Isola e la sua riserva. L’Isola è anche una sede di educazione ambientale.

D. Chi ha fatto pressione per indirizzare la riserva in quel posto?

R. Santoro è stato il padre della Riserva ed il troppo amore di Santoro per Ustica che ha generato/indirizzato questa scelta, ma non possiamo fargliene una colpa ma, se mai, riconoscenza…

D. Cosa  suggerisce per il futuro?

R. Per il futuro io vedrei di buon occhio una revisione di tutta la geografia dell’Isola soprattutto la location dei vari punti notevoli della riserva. In tutto questo vedrei bene l’apertura di altre zone “A” compensate dalla chiusura di quelle attuali dopo aver fatto un preciso censimento della situazione.

Bisognerebbe capire se questa zona “A” ha avuto degli effetti sulla presenza di Flora e Fauna e se questi effetti sono duraturi, di grande portata o effetti minimi.

Occorrerebbe fare una ricerca seria, del resto la Riserva nasce per la ricerca, e dopo di che provare altre zone di riserve integrali che andrebbero situate nella costa sud-est (Punta Cavazzi e Cala Galera) o verso il Passo della Madonna che sono punti scoscesi, difficilmente frequentabili ma che possono dare della grandi sorprese dal punto di vista scientifico.

D. Qualcuno potrebbe obbiettare che le zone che indica Lei non sono facilmente accessibili via terra.

R. Questo non è uno svantaggio anzi è un vantaggio perché, se la zona “A” deve essere una zona assolutamente protetta, cioè una zona interdetta a tutto lo sfruttamento, a tutto l’uso di qualsiasi tipo bisogna andare a scegliere una zona impervia una zona che precipita scoscese e quindi non facilmente accessibile. La zona “A” di Ustica è facilmente accessibile e si presta a continue violazioni delle disposizioni e le continue violazioni si ripercuotono sul riassetto naturalistico.

Io ritengo che tutto questo si possa fare dopo aver fatto una analisi, uno studio essenziale. Siccome i ricercatori ci sono e le cifre richieste non sono enormi, anzi sono abbastanza modeste.

Ringraziamo il Prof. Riggio per la Sua chiarezza e disponibilità
PB

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Da Palermo Marco Daricello

Gentile sig. Iovane, non mi sembra assolutamente il caso di interdire alla navigazione il tratto di mare compreso tra l’isola e la secca; infatti, in tal modo, come farebbero le piccole imbarcazioni a circumnavigare l’isola? dovrebbero spostarsi IN QUALUNQUE CONDIZIONE METEOMARINA oltre la secca che, ricordo, essere a tramontana. Oltre tutto mi sa che così facendo la zona di riserva integrale avrebbe un’estensione elevatissima. Forse sarebbe più opportuno che la riserva non avesse alcuna zona di riserva integrale, che sinceramente non ha prodotto alcun risultato, ad oggi e che in un’isola piccola come Ustica leva risorse ai fruitori, anziché fornirle…. Tanto vale lasciare le zone B e C intensificando i controlli… Non capisco perché si insista a voler mantenere una zona di riserva integrale in un posto che non ne ha bisogno.

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Da Palermo Marco Daricello

Gentile sig. Iovane, non mi sembra assolutamente il caso di interdire alla navigazione il tratto di mare compreso tra l’isola e la secca; infatti, in tal modo, come farebbero le piccole imbarcazioni a circumnavigare l’isola? dovrebbero spostarsi IN QUALUNQUE CONDIZIONE METEOMARINA oltre la secca che, ricordo, essere a tramontana. Oltre tutto mi sa che così facendo la zona di riserva integrale avrebbe un’estensione elevatissima. Forse sarebbe più opportuno che la riserva non avesse alcuna zona di riserva integrale, che sinceramente non ha prodotto alcun risultato, ad oggi e che in un’isola piccola come Ustica leva risorse ai fruitori, anziché fornirle…. Tanto vale lasciare le zone B e C intensificando i controlli… Non capisco perché si insista a voler mantenere una zona di riserva integrale in un posto che non ne ha bisogno.

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Da Roma Claudio Iovane

Caro Pietro, vista la possibilitá di poter chiedere pareri all’illustre Prof. Riggio, sottoponiamogli la possibile nuova area A che andrebbe dal “Passo della Madonna” a tutto il “Corruggio” comprendente la “Secca della Colombaia”, dove la presenza di relitti risulterebbe utile alle ricerche scientifiche di biologia marina. Tale area a forma triangolare con base sulla costa e vertice sulla secca, farebbe sì che sulle carte nautiche comparirebbe questa zona di interdizione alla navigazione e incidentalmente potrebbe evitare qualche altro speronamento della secca, fermo restando che dietro permesso i diving autorizzati dopo un periodo adeguato potrebbero fare delle visite guidate sempre sotto la tutela dei biologi marini, a questo proposito da cittadino mi piacerebbe che ogni anno, preferibilmente nel mese di agosto, ci fosse una conferenza con relative pubblicazioni, sullo stato della riserva con tanto di immagini e tanto di risultati scientifici emessi da cattedre universitarie convenzionate con il Comune di Ustica coinvolgendo quest’ultimo in ogni iniziativa.

Sono sicuro che il Sindaco di Ustica, nella persona di Attilio Licciardi, che ha dedicato una vita all’Università, si fará promotore di queste istanze.

Claudio Iovane

 

Zona Riserva Marina


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Riserva Naturale Marina di Ustica: “Lo Spalmatore una scelta sbagliata…”


 Alcune domande a Silvano Riggio, professore ordinario di Ecologia alla Facoltà di Scienza dell’Università di Palermo.

D. Secondo la Sua esperienza la zona dello Spalmatore era la più adatta per delimitare l’Area di Riserva Marina?

R. Da quello che sapevo, da quello che si vedeva senza ulteriori studi e ricerche si desumeva la zona più adatta per fare l’area di riserva integrale non fosse quella di Punta Spalmatore, che è una bassa spianata di scogli abbastanza accessibile al pubblico, un pubblico anche non adatto, ma fossero piuttosto le falesie che c’erano a nord e a sud che si proteggevano da sole a causa dell’asperità dei fondali e per la caduta massi e inoltre erano probabilmente le più interessanti perché le più ricche di anfrattuosità e di buchi, dove trovava rifugio la grande fauna marina dell’Isola.

D. Come mai la scelta è caduta nella zona più bella e accessibile per la balneazione dell’Isola?

R. Io ero poco convinto di questa riserva integrale allo Spalmatore, dove fu fatta, per alcuni motivi che posso elencare brevemente:

1. Questa spianata di rocce era abbastanza uniforme e piatta e non riservava quegli scoscendimenti e quelle cadute dove si trova la fauna più rappresentativa dei fondali usticesi.

2. Perché l’attuale area era molto utile, si prestava molto, alla balneazione per i turisti e per i visitatori dell’Isola che intendevano andarsi a fare il bagno, in quanto non trovavano posti altrettanto idonei.[ id=15402 w=320 h=240 float=right]

3. Perché ci sono state delle forti pressioni anche da parte degli stessi padri fondatori della Riserva che lì avevano messo la sede dell’Associazione della pesca sportiva , la pesca diportistica, che era importante e anche agguerrita, e c’era poi la prima sede della Riserva – la Torre.

La torre, appunto era vista come la naturale sede della Riserva.

Il tratto di mare prospiciente la torre si riteneva il più ideale per salvaguardare quell’oasi .

Io ero dell’avviso che queste scelte non potessero suffragare una scelta che per altri versi era penalizzante. Il turista arriva ad Ustica cerca di farsi il bagno e trova la parte migliore dell’Isola, la più accessibile, interdetta alla balneazione.

Io ritengo che per il rilancio, nonché per la buona riuscita della riserva, bisogna assolutamente avere un pubblico che apprezzi l’Isola e la sua riserva. L’Isola è anche una sede di educazione ambientale.

D. Chi ha fatto pressione per indirizzare la riserva in quel posto?

R. Santoro è stato il padre della Riserva ed il troppo amore di Santoro per Ustica che ha generato/indirizzato questa scelta, ma non possiamo fargliene una colpa ma, se mai, riconoscenza…

D. Cosa  suggerisce per il futuro?

R. Per il futuro io vedrei di buon occhio una revisione di tutta la geografia dell’Isola soprattutto la location dei vari punti notevoli della riserva. In tutto questo vedrei bene l’apertura di altre zone “A” compensate dalla chiusura di quelle attuali dopo aver fatto un preciso censimento della situazione.

Bisognerebbe capire se questa zona “A” ha avuto degli effetti sulla presenza di Flora e Fauna e se questi effetti sono duraturi, di grande portata o effetti minimi.

Occorrerebbe fare una ricerca seria, del resto la Riserva nasce per la ricerca, e dopo di che provare altre zone di riserve integrali che andrebbero situate nella costa sud-est (Punta Cavazzi e Cala Galera) o verso il Passo della Madonna che sono punti scoscesi, difficilmente frequentabili ma che possono dare della grandi sorprese dal punto di vista scientifico.

D. Qualcuno potrebbe obbiettare che le zone che indica Lei non sono facilmente accessibili via terra.

R. Questo non è uno svantaggio anzi è un vantaggio perché, se la zona “A” deve essere una zona assolutamente protetta, cioè una zona interdetta a tutto lo sfruttamento, a tutto l’uso di qualsiasi tipo bisogna andare a scegliere una zona impervia una zona che precipita scoscese e quindi non facilmente accessibile. La zona “A” di Ustica è facilmente accessibile e si presta a continue violazioni delle disposizioni e le continue violazioni si ripercuotono sul riassetto naturalistico.

Io ritengo che tutto questo si possa fare dopo aver fatto una analisi, uno studio essenziale. Siccome i ricercatori ci sono e le cifre richieste non sono enormi, anzi sono abbastanza modeste.

Ringraziamo il Prof. Riggio per la Sua chiarezza e disponibilità
PB

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COMMENTO

Dal Messico Nino Zanca

Ma attenzione a non fare altri errori….il bagno si fa anche dalla barca non solo da terra..e le barche si affittano….dunque abbiamo una statistica di quale zona e’ più praticabile nel periodo estivo,in relazione alle giornate di mare mosso o leggermente mosso? Quante calette rifugio nell’area eventualmente prescelta? Insomma bisogna anche decidere con criteri di utilità pragmatica,nell’interesse dell’economia dell’isola.

Cari saluti dal Messico

NINO

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Abbiamo dovuto attendere ben 26 anni per capire che la scelta della riserva marina allo spalmatore e’ stata una scelta sbagliata,ora quanti decenni dobbiamo attendere per spostarla in una zona irraggiungibile dall’uomo?

Giovanni

 

 

Solo obblighi e divieti per la riserva orientata


[ id=14873 w=320 h=240 float=left]Con Decreto dell’Assessore Regionale Territorio e Ambiente n.820/44 del 22.11.1997 è stata istituita la riserva naturale orientata “Isola di Ustica”.

La riserva nasce, senza il minimo coinvolgimento degli isolani, con una perimetrazione fatta a tavolino, da gente che molto probabilmente non è mai stata sull’isola. La cosa più incredibile è che le linee di delimitazione vengono individuate e tracciate sulla carta topografica dell’Istituto Geografico Militare alla scala 1/25.000 Foglio 249 IV N.E. come chiaramente indicato all’art. 2 del decreto istitutivo sopraccitato.

Incredibile perché sulla carta topografica al 25.000 ogni lato dei quadrati costituenti il reticolo che è di quattro centimetri corrisponde ad una distanza reale di un chilometro. Facile comprendere con quale criterio e approssimazione è stata individuata e tracciata la zona di riserva e pre-riserva.

In nessuna considerazione è stato tenuto il limite particellare delle proprietà come delimitate e individuate dalle mappe catastali che sono alla scala 1/2.000. In nessun conto sono state tenute le esigenze della popolazione. E’ stata progettata piena di “no” senza alcuna valutazione delle attività tradizionali praticate nelle aree vincolate come, anche se limitata, la pastorizia., sottoponendola a limitazioni tali che hanno contribuito a far sparire dall’isola i due greggi di pecore esistenti che trovavano sostentamento principalmente nella zona collinare dell’isola. ove secondo il regolamento sono ammesse esclusivamente le attività agricole e zootecniche esistenti purché condotte a livello di impresa. Ad Ustica non esistono imprese agricole, in questi ultimi tempi è sorta qualche attività che si autodefinisce “azienda agricola”. L’esercizio del pascolo è sempre soggetto all’acquisizione del nulla osta dell’Ente Gestore che fisserà i limiti temporali di zona e di carico di capi di bestiame..

Sono trascorsi quindici anni dalla sua istituzione e allo stato l’Isola ha semplicemente goduto dei lati negativi che la (altro…)

Centro visita zona “A” – Riserva Integrale


[ id=13265 w=320 h=240 float=center]

Aforismi, Citazioni, Proverbi… del giorno


Un politico ha sempre una verita’ di scorta.
Un buon politico ha sempre tante verita’ di scorta.
Un ottimo politico ha la scorta e se ne frega delle verita’.

(Ivan Della Mea)

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Da Palermo Eliana Dominici

molto amaro e triste in tutti e tre i casi…….Non sò ,ma io se fossi un politico ricercherei la verità , manterreri i miei ideali e le mie promesse a costo della vita, le metterei in pratica, ascolterei e collaborerei con il mio popolo, mi circonderei di persone valide e non di lecca piedi e non trascurerei ciò a cui tengo….Sarei praticamente nella politica quel che sono nelle vita…..è così diffcile?

Che te ne fai di soldi e potere , quando poi trovi nulla e vai contro quel che sei e che ti accorgi di non essere più ferendo anche chi crede in te?

 

Quali vantaggi porta la Riserva Terrestre?


Ad ascoltare le tante opinioni diverse, che ad Ustica circolano nei bar etc.., il problema vincoli e divieti sembra essere quello più gettonato e riscuote un’ alta percentuale di sostenitori i quali vedono la Riserva Terrestre, non solo uno spreco di denaro pubblico (circa €500.000,00 l’anno) ma anche un grosso macigno che grava sull’intera economia dell’isola.

Esisteva già una Riserva Marina che come detto tante volte è stata il fiore all’occhiello dell’intera Nazione Italiana, che gli Usticesi hanno saputo accettare e con cui hanno convissuto in simbiosi e armonia trasmettendo l’immagine di cui l’isola necessitava.

Ma sappiamo benissimo, come e da chi è stata demolita !!!

A dire di molti Usticesi, facendo le dovute considerazioni e cioè considerando il poco territorio a disposizione, la distanza che occorre mantenere dalla battigia, la distanza che bisogna mantenere dal bosco e i vincoli paesaggistici imposti dall’assessorato, restava ben poco terreno disponibile su cui poter operare.

Oltre ai già tanti vincoli presenti nel territorio, la riserva terrestre finisce con il vincolare qualsiasi attività, agricola o di altra natura, mettendo altri vincoli e bloccando la già precaria e delicata economia.

E’ spontaneo pensare che, comunque, la Provincia di Palermo mettendo in bilancio per la gestione della Riserva Orientata Terrestre circa € 500.000,00 l’anno, compensi con interventi sul territorio, per sopperire quella parte di economia che è stata penalizzata dalla stessa Riserva Terrestre!

Ma a tutt’oggi non sembra proprio che nel territorio via sia chi (a parte qualche lenticchiata) abbia tratto vantaggi dalla presenza della Riserva Terrestre, sia in termini di nuovi posti di lavoro che in termini promozione, didattica, ricerca e quant’altro giustifichi un bilancio annuo cosi corposo.

Era necessario quindi istituire una Riserva Terrestre?

Quali vantaggi ne traggono gli Usticesi?

Saluti

Vincenzo Pizzurro