Ustica sape

Presentato documentario “La nave romana di Ustica”


da QdS.it

Presentato il 29 agosto in prima visione a Ustica, nella sede dell’Amp-Area Marina Protetta, il documentario “La nave romana di Ustica” a cura del video operatore subacqueo e documentarista Riccardo Cingillo, realizzato con il contributo dell’assessorato regionale dei Beni culturali e dell’identità siciliana e della Soprintendenza del Mare.

Il relitto, che si trova nell’itinerario della Falconiera, a 200 metri dalla costa e 80 metri di profondità, era stato individuato in occasione del posizionamento sul fondale marino del “Cuore di Sebastiano”, l’opera in marmo realizzata dal maestro Giacomo Rizzo in memoria di Sebastiano Tusa. Durante le attività di recupero si è rivelato fondamentale il supporto tecnico fornito dal Dipartimento di studi classici e archeologia dell’Università di Malta diretto dal Professor Timmy Gambin, che è intervenuto alle operazioni con il proprio team di tecnici e altofondalisti.

“La presentazione del documentario che illustra il prezioso ritrovamento – sottolinea l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà – ha costituito un momento importante di condivisione con la comunità di Ustica che ha preso atto di una testimonianza archeologica che da oggi è parte essenziale della storia sommersa dell’Isola”. “La scoperta del Relitto Romano a Ustica – afferma la Soprintendente del Mare Valeria Li Vigni – rappresenta l’esatta applicazione del metodo scientifico che ci ha trasmesso Sebastiano Tusa, di documentazione in 3D, recupero e datazione delle anfore del tipo Dressed 1A presenti nel carico. L’alta tecnologia adoperata conferma il progresso della ricerca archeologica subacquea che ci darà risultati sempre più entusiasmanti”

Fonte: Quotidiano di Sicilia

Ustica, la nave romana diventerà un museo subacqueo


di Isabella Di Bartolo
La Repubblica

Una nave romana diventerà un museo sott’acqua a Ustica. E’ l’obiettivo della Soprintendenza del mare impegnata nello studio del relitto rinvenuto nei fondali dell’isola insieme ad alcune delle anfore che trasportava e che datano la nave in età romana e testimoniano i rapporti commerciali nel Mediterraneo. La scoperta, casuale, avvenne nel 2019 quando venne individuato un cumulo di anfore a 70 metri di profondità dalla costa e, poco distante, un relitto di una nave che diverrà un museo e un itinerario archeologico.

A duecento metri dalla costa, a 80 metri di profondità, gli esperti della soprintendenza – oggi guidata da Valeria Livigni moglie di Sebastiano Tusa, l’archeologo che fondò l’ente e diede vita a tutte le sue attività – hanno avviato la documentazione e il rilievo 3D del relitto profondo di Ustica con il sostegno dell’assessorato regionale ai Beni culturali che ha finanziato i lavori dopo una serie di studi.

Il relitto venne individuato nel giugno 2019 in occasione del posizionamento, nell’itinerario della Falconiera, del Cuore di Sebastiano, un’opera realizzata dallo scultore Rizzo, per ricordare la passione che Sebastiano Tusa ha sempre dedicato al suo mare. In quell’occasione l’altofondalista Riccardo Cingillo, in ricognizione con un batiscafo, individuò il relitto ed è oggi lui a guidare gli altofondalisti sicilani nella campagna di indagini strumentali e visive, avviate dopo l’analisi propedeutica del materiale video, finanziate dall’assessorato.

Assieme ai siciliani anche un team di esperti del dipartimento di studi classici e archeologia dell’Universita di Malta diretto dal professore Timmy Gambin, e il nucleo sommozzatori dei Roan della Guardia di finanza di Palermo guidati dal comandante Riccardo Nobile.

Nei giorni scorsi, è stata realizzata la documentazione videofotografica a 360 gradi, i rilievi in 3D del relitto e sono stati installati idrofoni subacquei in collaborazione con il Cnr di Capo Granitola: tutte le operazioni sono state coordinate dal soprintendente del Mare e dal nucleo subacqueo della Soprintendenza del mare.

“Con la passione e la professionalità che ci ha trasmesso Sebastiano Tusa – commenta Valeria Livigni – abbiamo riunito le più alte professionalità nel campo della ricerca strumentale in alto fondale documentando il primo relitto romano integro trovato a Ustica a 80 metri e che verrà musealizzato in situ”.

“Abbiamo recuperato delle anfore – dichiara l’assessore Alberto Samonà – e questo completa la prima fase di indagine ed è necessaria ad attribuire una datazione certa al relitto della nave romana. Si tratta, ancora una volta di un’importante missione, che ha visto operare in grande armonia e sinergia fra Sicilia e Malta. Sono molti, ad oggi, i ritrovamenti subacquei che testimoniano il grande impegno della Soprintendenza del Mare, che rappresenta un’eccellenza a livello internazionale”. Preziosa la collaborazione del diving Marenostrum e del Comune di Ustica che ha fornito la massima ospitalità e il supporto logistico.

Fonte: La Repubblica

 

Archeologia: rilievi su relitto nave romana a Ustica


Iniziate le attività di documentazione a 80 metri di profondità

 (ANSA) – USTICA, 13 MAG – Sono iniziate nel mare di Ustica le attività di documentazione e rilievo in 3D del cosiddetto “relitto profondo” di Ustica: – una nave romana integra che si trova sul fondale a 200 metri dalla costa a 80 metri di profondità – che era stato individuato in occasione del posizionamento sul fondale marino del “Cuore di Sebastiano”, l’opera in marmo realizzata dal maestro Giacomo Rizzo in memoria di Sebastiano Tusa.
In quell’occasione, durante l’immersione di ricognizione effettuata con il batiscafo dall’altofondalista Riccardo Cingillo, fu scoperto il relitto di una nave e un cumulo di anfore. Gli studi propedeutici e il video sono stati sottoposti all’Assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samona per approntare “le risorse necessarie per programmare la campagna di indagini strumentali e visive, che viene condotta in questi giorni da un team internazionale che ha visto impegnati gli altofondalisti siciliani guidati dallo stesso Riccardo Cingillo”, afferma una nota. “Gli studi sul relitto che si trova nell’itinerario della Falconiera e il recupero di alcune anfore per definire con esattezza la datazione – sottolinea Samonà – sono motivo di soddisfazione e testimoniano ancora una volta il potenziale sommerso che fa del Mediterraneo uno scrigno di preziose testimonianze storiche che documentano la centralità della Sicilia nelle rotte commerciali, e non solo, dell’antichità”. “Ritrovamenti quali quest’ultimo di Ustica – precisa l’assessore – ci aiutano ad arricchire sempre più di dettagli un quadro che si rivela ricco e interessante di informazioni. Stiamo vivendo una stagione preziosa per la Sicilia dove, grazie all’impulso fornito dal Governo regionale, la ricerca condotta sia in terraferma che in mare si sta rivelando ricca di suggestioni e di nuove promesse”.
Durante le attività di recupero si è rivelato fondamentale il supporto tecnico fornito dal Dipartimento di studi classici e archeologia dell’Università di Malta diretto dal Professore Timmy Gambin, che è intervenuto alle operazioni con il proprio team di tecnici e altofondalisti. Altra importante collaborazione quella fornita dal nucleo sommozzatori del Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Palermo, guidato dal Comandante Riccardo Nobile. “Sono state operazioni impegnative ed emozionanti – dichiara la Soprintendente del Mare Valeria Li Vigni – che ci hanno consentito di lavorare in team con l’Università di Malta e di realizzare un’interessante documentazione videofotografica, a 360 gradi con rilievi in 3D del relitto. Durante le immersioni sono stati installati idrofoni subacquei in collaborazione con il CNR di Capo Granitola. Sono molto grata a tutto il team della Soprintendenza del Mare che ha operato con la consueta professionalità, testimoniando come questo lavoro non possa svolgersi senza una forte carica ideale e di entusiasmo”. “Con la passione e la professionalità che ci ha trasmesso Sebastiano Tusa – precisa – abbiamo riunito le più alte professionalità nel campo della ricerca strumentale in alto fondale documentando il primo relitto romano integro trovato a Ustica a 80 mt che verrà musealizzato in situ”. (ANSA).

Fonte: Redazione ANSA

Antica ancora romana recuperata da Camillo a largo di Ustica – luglio 1965


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Camillo recupera a largo di Ustica antica ancora romana luglio 1965


Ustica dall’album dei ricordi luglio 1965 – Camillo recupera a largo di Ustica antica ancora romana


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