Ustica sape

Ustica, un doveroso grazie a chi ha lavorato per mantenere la tradizionale tavola di San Giuseppe


Ustica, Tavola San Giuseppe 2024

Ustica, San Giuseppe 2024 – benedizione della tavola

Ustica, San Giuseppe distribuzione panini benedetti e pasta e ceci – 2013


Ustica, tavola di San Giuseppe – in attesa pasta e ceci e pane benedetto


Ustica, Tavola di San Giuseppe in attesa pasta e ceci e pane benedetto

Ustica, processione San Giuseppe 2016


Ustica San Giuseppe 2023 – invito a pranzo


Ustica San Giuseppe 2013 – la tavola


Ustica San Giuseppe 2013 -preparazione pasta e ceci


Ustica, Parrocchia san Ferdinando Re – Bussata e tavolata San Giuseppe 2023.


“Lo Spirito del Signore ci ha permesso oggi di fare un esperienza di fraternità usticese, nel dono del nostro pozzo di Sicar, rappresentato da una tavola imbandita”.

La composizione Sacra Famiglia – San Giuseppe, Giulio Tranchina – la Madonna, Isabel Zanca – il Bambinello, Christian Tranchina

Il ParrocoDon Nicolò Michele Bordonaro.

Ustica, Sacra Famiglis

Ustica San Giuseppe 2013 – la Sacra Famiglia in cerca di ospitalità

La composizione Sacra Famiglia – San Giuseppe, Giulio Tranchina – la Madonna, Isabel Zanca – il Bambinello, Christian Tranchina

 

 

Ustica San Giuseppe 2023 – a “bussata”

Ustica, San Giuseppe 2018


Ustica, San Giuseppe 2018

Riproponiamo i ricordi… – Ustica San Giuseppe di Carlo Natale


Carlo NataleIl 19 Marzo si festeggia S. Giuseppe che, nella tradizione popolare, era il protettore dei poveri, dei falegnami e delle ragazze , e padre della Provvidenza. Questa festa che ha origini siciliane, si estese a tutta l’Italia e divenne festa nazionale. Purtroppo da qualche anno non lo è più, e quindi il giorno di S. Giuseppe è una normale giornata di lavoro.
I festeggiamenti non erano uguali in ogni paese e città, ma variavano a secondo della tradizione.
Ad Ustica la Festa di S. Giuseppe era preceduta dalla novena (intorno alle ore 18.00) con la S. Messa, accompagnata da preghiere e canti.
San GiuseppeIl giorno di S. Giuseppe si imbandiva una tavola a forma di “U”, sulla quale venivano adagiati i piatti che contenevano 19 pietanze tipiche usticesi, fra le quali: tartaruga con cipolla, capperi e olive, carciofi, pasta con ceci, e pasta con finocchietto selvatico, ope (boghe) fritte, frittata con asparagi, baccalà lesso e a frittelle, cardi in pastella,ecc…..Sulla tavola non mancavano i dolci tradizionali di Ustica: i gigi, le sfinci di S. Giuseppe ripiene di ricotta, le sfinci non ripiene, cassatelle, la mostarda di Ustica ecc… , il pane fatto in diverse forme, acqua e vino.
La prima persona che si occupò di organizzare la tavola di S. Giuseppe fu, per devozione, la Signora Dorina Maggiore, la quale imbandiva la tavola con un certo stile e a sue spese e successivamente, con il contributo di tutto il paese, la Signora Antonina Maglio.
San GiuseppeAlle 11 veniva celebrata la S. Messa e a seguire una breve processione con la tradizionale “bussata” e la richiesta di alloggio.
In testa alla processione vi era la Sacra famiglia composta da zio Onofrio Di Lorenzo (San Giuseppe), il quale per assomigliare di più al Santo, si faceva crescere la barba mesi prima, la Madonna ( una ragazza carina) ed il Bambinello (un bambino con capelli biondi e occhi chiari in modo a somigliare al Bambino Gesù).
La processione procedeva per il centro paese e si fermava davanti a delle case pre… – S. Giuseppe bussava alla porta con il bastone che portava con se e quando i proprietari aprivano chiedeva: “c’è posto per tre poveri pellegrini”? dalla casa rispondevano: “un c’è locu pi Vui” e richiudevano, scocciati, la porta. La processione proseguiva e dopo un po’ si fermava davanti ad un’altra casa, dove si ripeteva esattamente la stessa scena di prima. San GiuseppeDopo 2-3 rifiuti di alloggio, la Sacra Famiglia seguita, da numerosi fedeli e curiosi, si fermava davanti all’ingresso laterale della chiesa. S. Giuseppe bussava per due volte alla porta, ma nessuno apriva. Al terzo tentativo veniva aperta la porta e la persona che si affacciava chiedeva: “chi siete”?.. San Giuseppe rispondeva: “siamo Gesù, Giuseppe e Maria”; a questo punto chi aveva aperto diceva: “Benvenuti, entrate tutti a casa mia”!!!!
La Sacra Famiglia prendeva posto a tavola; Il Bambinello sedeva a centro e lateralmente San Giuseppe e Maria e, dopo la preghiera di ringraziamento, cominciavano a mangiare. Dal momento che era stato preparato cibo in abbondanza, alle persone, che avevano minore disponibilità o per tradizione, veniva data pasta e ceci in scodelle e pane e poi un assaggio di ciò che rimaneva da portare a casa.
La processione con la Sacra Famiglia, in giro per il paese, si faceva di pomeriggio e subito dopo, la Santa Messa, concludeva i festeggiamenti.
Per 10 anni la tavola di S. Giuseppe non fu più fatta. Ma dopo Padre Carmelo, con la collaborazione di Vito Zanca e Giovanni Favaloro , riprese questa tradizione.
San GiuseppeSuccessivamente ad occuparsi della preparazione dei piatti tipici erano la Signora Margherita Di Lorenzo e Maria Cristina Natale.
Da quando il 19 marzo non è più considerato festivo, le cose sono un po’ cambiate; se San Giuseppe cade in un giorno feriale, i festeggiamenti vengono rimandati alla domenica successiva.
Quest’anno la festa sarà il 21/03.

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AUGURI

Da Campoverde Roma Padre Andres Martinez 

Buongiorno a tutti e auguroni ai papá e ai Giuseppe e Giuseppina del gruppo! Chiediamo oggi a San Giuseppe che vi protegga, vi guidi ed illumini sempre nella vostra missione di paternità!!!
“San Giuseppe, patrono della Chiesa Universale e della buona morte, prega per noi e intercedi presso tuo Figlio per alleviare le sofferenze di ogni famiglia che soffre!”

Ustica San Giuseppe, una breve processione con la tradizionale “bussata” e la richiesta di alloggio – 2010


San Giuseppe, richiesta alloggio
– 2010

Ustica, tavola San Giuseppe 2010 – ricordi!


Ustica San Giuseppe 2010, “a bussata” – Ricordi!


Ustica, processione San Giuseppe per la “bussata”


Ustica, processione San Giuseppe, a bussata

Ustica San Giuseppe, la bussata


La bussata di San Giuseppe: una tradizione che viene da lontano
«Nella festa del Patriarca S. Giuseppe quasi tutte le famiglie invitano a pranzo tre poveri rappresentanti la Sacra Famiglia i quali non solo si cibano a sufficienza della minestra di ceci e del pesce, detta la tartaruga, e delle sfinge e di altre pietanze condite di stretto magro tutto che vi sia l’indulto del santo Padre e se ne ritornano in casa con la loro minestra e col pane. Una delle famiglie però, cui piace assumerne la devozione in quel giorno un discreto pranzetto di svariate pietanze di quanto può apprestare l’isola di ogni sorta di pasta, , pesce e frutta, si scelgono però un bambino il più vezzoso, il più bello ed una giovinetta la più amabile e modesta dell’età di 13 o 14 anni vestita a foggia di Maria SS., ed un vecchio povero dalla lunga e bianca barba, indi così vestiti si portano in Chiesa, assistono durante la messa solenne, e finita la messa escono e fanno il giro del paese, bussano a tre porte delle case degli Usticani, da cui sono respinti alludendo a ciò che dice il vangelo: et sui eum non receperunt: il popolo targhe in folla appresso a quei tre personali ed alla ripulsa che ricevono, questo si sciolgono in lacrime, infine bussa il vecchierello con man timida all’uscio di quella casa, ove è il pranzo imbandito, e immediatamente si spalanca la porta e i padroni di casa si gettano ai loro piedi e li bagnano di lacrime. Finalmente il bimbo alzando tre dita benedice la mensa. Questa benedizione è seguita dal pianto dei fedeli, dallo sparo dei mortaretti e siccome quei tre personaggi non possono esaurire la imbandita mensa, il superfluo si distribuisce ai poveri».
Giuseppe Tranchina, Ustica dal MDCCCLX sino ai giorni nostri, 1886, pp. 94-95
Foto S. Giuseppe 1946: Onofrio Di Lorenzo, Aldo Caserta e Carmelina Patti
San Giuseppe, la Bussata

Ustica riproponiamo i ricordi, San Giuseppe 2016 – “a bussata”


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