Ustica sape

Ultimo saluto a Salvatore Compagno


L’ultimo saluto del sindaco a “zio Totò”


Prima o poi tocca a tutti.  E’ una ruota!

E malgrado questa verità è sempre triste ritrovarsi qui per queste occasioni: per l’essere umano è intesa come una fine, mentre per l’essere cristiano, e Lui lo è, è una continuazione, un nuovo inizio.

E noi da umani siamo qui a rivolgere l’ultimo saluto allo “zio Totò”, pur sapendo – da cristiani – che lo “zio Totò” adesso si è ricongiunto alla Sua amata moglie Saveria Profeta alla quale non ha fatto mai mancare, in tutti questi anni, un Suo pensiero.

Non vi nascondo la commozione che provo a rivolgere questo mio commiato; per me è stato non solo il mio vice nella passata legislatura ed il mio consulente in questa, è stato anche il mio mentore: negli anni trascorsi giornalmente insieme abbiamo rafforzato la nostra amicizia di lunga data, la fiducia reciproca; per me era diventato un maestro sapiente al quale fare riferimento per capire quali passi compiere per muoversi con sicurezza e competenza nelle attività amministrative ed avere consigli e suggerimenti.

Personalmente gli ho riconosciuto una sorta di autorità paterna: “… vediamo che ne pensa lo Zio Totò”.

E’ stato una memoria storica, per tutti, dettata dalla Sua esperienza in 40 anni di responsabile dell’ufficio tecnico e dei quasi 20 anni di attività politica/amministrativa – memoria – della quale sentiremo la mancanza, per la Sua minuziosa conoscenza del nostro territorio e delle sue problematiche.

Chi di noi non si è mai rivolto allo “zio Totò” per un suggerimento, per un consiglio edilizio: quasi tutti, sia privati che ditte.

Quindi perdiamo, oltre all’Amico, un punto di riferimento importante per la nostra comunità.

Come ogni uomo e pubblico amministratore sei stato contestato da alcuni ma amato da tanti.

Tante sono le battaglie che hai affrontato e vinto in questi lunghi anni e francamente non credevo che questa ultima Ti vedesse soccombente.

Ci siamo salutati che sembravi quasi in perfetta forma… ed invece ci hai colti tutti di sorpresa ed ancora adesso increduli.

Quello che Ti deve consolare è che resterai per sempre nei nostri cuori e che ci mancherai tantissimo.

Una promessa Te la faccio: in questi anni abbiamo  sempre cercato di aggiornare il P.R.G. e non ci siamo mai riusciti per problemi economici; ecco, Ti prometto che farò tutto il possibile per esaudire questo Tuo desiderio.

Ed è con questa promessa che Ti voglio salutare ed augurare buon viaggio, anche a nome di tutta l’amministrazione comunale.

Un abbraccio affettuoso a Sua sorella Maria ed ai Suoi familiari.

Riposa in pace, “Zio Totò”.

 

Discorso di Gino Cecchettin per l’ultimo saluto alla figlia Giulia va letto in tutte le scuole


Discorso che Gino Cecchettin ha pronunciato il 5 dicembre durante i funerali della figlia Giulia, nel Duomo 

Carissimi tutti,
abbiamo vissuto un tempo di profonda angoscia: ci ha travolto una tempesta terribile e anche adesso questa pioggia di dolore sembra non finire mai.
Ci siamo bagnati, infreddoliti, ma ringrazio le tante persone che si sono strette attorno a noi per portarci il calore del loro abbraccio. Mi scuso per l’impossibilità di dare riscontro personalmente, ma ancora grazie per il vostro sostegno di cui avevamo bisogno in queste settimane terribili. La mia riconoscenza giunga anche a tutte le forze dell’ordine, al vescovo e ai monaci che ci ospitano al presidente della Regione Zaia e al ministro Nordio e alle istituzioni che congiuntamente hanno aiutato la mia famiglia.

Mia figlia Giulia, era proprio come l’avete conosciuta, una giovane donna straordinaria. Allegra, vivace, mai sazia di imparare. Ha abbracciato la responsabilità della gestione familiare dopo la prematura perdita della sua amata mamma. Oltre alla laurea che si è meritata e che ci sarà consegnata tra pochi giorni, Giulia si è guadagnata ad honorem anche il titolo di mamma. Nonostante la sua giovane età era già diventata una combattente, un’oplita, come gli antichi soldati greci, tenace nei momenti di difficoltà: il suo spirito indomito ci ha ispirato tutti.

Il femminicidio è spesso il (altro…)

Ustica, ultimo saluto a Sergio Campolo


Ustica, ultimo saluto a Sergio Campolo

L’ultimo saluto a Giuseppe (Pino) Palmisano


Ultimo saluto a nonna Maria Di Betta

Tanta gente per l’ultimo saluto a Giovanni Gallè

Ustica, l’ultimo saluto a Salvatore Palermo


 

Ustica, ultimo saluto a Giuseppa Di Betta

 


 

Ustica, ultimo saluto a Maria Ventrice


Ustica, l’ultimo saluto a Bartolo Licciardi


 

Ustica, l’ultimo saluto a Carmelo Palmisano


Oggi l’ultimo saluto a Giulia Caserta


Ustica, ultimo saluto a Giulia Caserta

L’ultimo saluto a Sarina Guerrera


Ustica, l’ultimo saluto a Sarina Guerrera

L’ultimo saluto a Sarina


Sarina Guerrera a Milano è stata riesumata e sabato prossimo, tempo permettendo, arriverà in nave a Ustica e poi verrà portata al cimitero per metterla nella sua cappella.
Don Nicola ha fatto sapere che sarà portata nella Cappelletta del cimitero per la benedizione.

Chi desidera può andare per darLe l’ultimo saluto.  

 

L’ultimo tiro (del) Mancino


Il ricordo di quando ti ho conosciuto, caro “Mancino”

Spesso una barchetta di legno solca quel tratto di mare. La riconosci subito. E’ piccola, non ci sono dubbi, chiunque direbbe: “ma è un guscio di noce! Come fa a reggere, è così minuscola!”.

No. Non è un guscio di noce, ma un mondo.

E’ al tempo stesso contenitore di sapienza e mezzo di trasporto; una membrana tra aria e mare al cui interno non trovi solo esche e attrezzi da pesca, ma una filosofia di vita.

E’ avvolta dal nero, dal rosso, dall’azzurro, dal bianco, colori che si alternano a vestire il fasciame appena sufficiente a contenere una persona.

Non sono messe a caso quelle strisce di vernice o, almeno, non lo sembrano…

Già, perché se il nero nasconde alla (altro…)

L’ultimo saluto dei nipoti a Nonno Bartolo


La tua passione era la terra: Ustica dove sei nato e cresciuto, terra amata da sempre e per sempre. E poi Terrasini: con le tue mani hai costruito una casa accogliente e gioiosa per tutti noi che, lì, abbiamo trascorso tante estati felici.
63 anni di matrimonio con la tua Leti.
3 figlie.
9 nipoti.
6 pronipoti.
Sei stato un marito, un padre e un nonno importante. Un esempio d’amore, di dedizione per la famiglia, di eleganza e determinazione.
Anche oggi siamo qui, tutti insieme, per realizzare il tuo ultimo desiderio: sereni ti abbiamo accompagnato a Ustica, perché tu possa continuare a vivere nella tua isola felice N’FACCI O SCUOGGHIU MERICU.
Nonnì, ora che sei con Chicco, fatti dare altre 100 vasate.
I tuoi amati nipoti.

ultimo saluto Nonno Bartolo

^^^^^^^

RICORDI

Da Ustica Anna Licciardi

Fai un buon viaggio zio Bartolo, sarai contento ti ricongiungerai con i tuoi fratelli Maria, Pino, e Enzo, e il tuo amato nipote Chicco, r.i.p in pace, dai un bacio a mio padre e digli che mi manca tanto

Un viaggio d’altri tempi per il mare di Ustica: la storia di Ninì, l’ultimo pescatore


Il volto bruciato dal sole, il rispetto per il mare e le sue leggi: Ninì è l’ultraottantenne che trascorre la vita in acqua insieme a chi decide, per una notte, di fargli compagnia

Alessia Rotolo 
Giornalista

Ustica è un’isola sola, non è in un arcipelago, non si fa compagnia con nessun altro lembo di terra e si trova a 64 chilometri a nord di Palermo.

La sensazione che si ha è che, come una bella donna caparbia, lei se la cavi benissimo da sola con il suo mare azzurro e pescoso, le sue montagne verdissime e, soprattutto, con la sua terra nera, bruciata (da qui deriva anche il suo nome).

Allo stesso modo Ninì D’Angelo ha la pelle bruciata dal sole e da quando era poco più che un ragazzino esce ogni mattina alle 4 con la sua barca per andare a vedere cosa c’è dentro le sue nasse lasciate a 3 miglia dall’isola, dal faro più precisamente, in una secca.

Ninì ha 81 anni ed è uno dei pescatori più anziani dell’isola insieme ad altri sette longevi lupi di mare come lui.

Sull’isola è l’unico che ha le autorizzazioni per fare pescaturismo, trovarlo è facile, basta scendere al porto e fare il suo nome, tutti diranno sorridendo: «Ma chi quel ragazzino vispo?», scherzando sulla sua età, e intanto sulla barca Ninì sembra tornare davvero un ragazzino, per quattro ore non si ferma quasi mai, e se bene negli ultimi anni si faccia accompagnare da un ragazzo, è lui il vero protagonista.

Prima guida per più di un ora la sua barca per raggiungere la secca dove ha lasciato le sue nasse a raccogliere i frutti del mare (gamberetti, con incursioni di viole e a volte anche di aragoste) durante tutto il giorno, poi le tira su e le svuota, le sistema con le nuove esche e ributta a mare, per altre due ore, e poi fa rotta per tornare verso il porticciolo attraccando verso le otto di mattina.

Non dorme quasi mai Ninì e dallo stesso giovane che lo accompagna è definito una forza della natura «Dormo una, due ore al massimo» racconta.

Sulla barca quando c’è mare grosso lui riesce a mantenere l’equilibrio, sebbene le cose intorno a lui si agitino ogni suo gesto è calmo, forte e paziente, come di chi conosce le leggi del mare e ci sa fare perfettamente i conti, tra le mille rughe sul suo piccolo viso scuro nasce spesso un sorriso rassicurante, un uomo d’altri tempi leale e giusto che ama condividere la sua passione generosamente con chiunque sia un po’ curioso e umile.

Le difficoltà che si trovano a vivere i pescatori di oggi sono molte tra leggi europee e normative sulla navigazione, spesso dai suoi racconti sembra quasi che voglia rinunciare a fare questo lavoro perché stanco dei continui controlli e adeguamenti da fare alla barca e alle reti, eppure Ninì sembra rinascere sulla sua barca e ritrovare quella forza e quella volontà tipiche della gioventù, per questo è difficile immaginare che smetta.

Conosce i venti, si orienta in mare aperto, e come gli eschimesi hanno mille modi per spiegare il bianco della neve, lui ha mille modi per raccontare il mare, il suo mare che batte ogni giorno da più di sessant’anni.

Il contatto con la natura e avere la consapevolezza di vivere con quello che lei regala ogni giorno alle reti, rispettare il mare e le sue leggi, non arrabbiarsi mai ed essere pazienti, sono i grandi insegnamenti che un pescatore regala a chi decida di andare per mare con lui, anche se per poche ore.

Anche quando le nasse sono quasi vuote a causa delle correnti e i gamberi sono pochi Ninì regala ai suoi ospiti un po’ dei suoi preziosi gamberi, perché sa bene, come scrisse Hemingway nel “Il vecchio e il mare”: Ora non è tempo per pensare a ciò che non hai. Pensa a quello che puoi fare con quello che c’è.

Fonte: balarm.it

Tanti amici e parenti per l’ultimo saluto a Pietro Manfrè

 

Tanti amici e parenti, tutti uniti nel dolore, nella chiesa di San Giovanni Battista a Ciampino,  per dare l’ultimo saluto a un uomo che si è distinto per la Sua bontà e disponibilità.
Sposo, padre e suocero amorevole per la moglie Graziella, il figlio Angelo e la nuora Adele sempre vicini, anche nella brutta sfida che la vita Gli ha posto davanti: la malattia.
Adele, la nuora, alla fine della cerimonia  funebre ha sentito il bisogno di salire sull’altare  per ringraziare gli intervenuti e quanti, nei momenti difficili, sono stati affettuosi e partecipi con le loro famiglie.

Queste le parole semplici di Adele scaturite dal profondo del suo cuore: –

“Su questo taccuino un tempo scrivevi tu…….., oggi scrivo poche righe per ricordare a tutti i presenti in questa chiesa quale uomo sei stato.

Dicono che “gli angeli stanno nella casa accanto alla nostra ovunque noi siamo!”

Tu sei stato un angelo per tutti, colleghi, amici, fratelli, sorelle, genitori persino sconosciuti…. tutti erano buoni, tutti indistintamente…. e meritavano aiuto. Ti ricorderanno con il (altro…)

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