Essere o non essere: questo è il problema Se sia più nobile per l’animo subire Le percosse e i dardi di una sorte oltraggiosa, levarsi in armi contro un mare di affanni, E combattendoli porvi termine.
Morire, dormire – Null’altro.
E in un sonno pensare che hanno fine Il cruccio e gli infiniti mali della natura A cui la carne va soggetta: è una consumazione Da augurarsi devotamente.
Morire, dormire; Dormire, sognare forse.
Ah, qui sta l’inciampo; Poiché il pensiero di quali sogni possono venire, Quando ci siamo spogliati di questa veste mortale, Deve pur farci esitare. Ecco il timore Che da sì lunga vita alla sventura; Che infatti sopporterebbe i colpi e le beffe dei tempi, I torti inflitti dall’oppressore, le ingiurie dei superbi, Gli spasimi dell’amore spezzato, gli indugi della giustizia, L’insolenza dei potenti, e le ripulse Che il merito paziente riceve dagli indegni, Quando egli stesso potrebbe procurarsi la pace Con un semplice stiletto?
Chi mai porterebbe simili fardelli, Gemendo e sudando sotto una vita spossante, Se non vi fosse la paura di qualcosa oltre la morte, Il paese inesplorato, da cui confini Nessun viaggiatore fa ritorno – a sgomentare la volontà, E a farci piuttosto tollerare i mali che abbiamo, Che fuggire ad altri di cui non sappiamo nulla? Così la coscienza ci rende tutti codardi;
E così l’incarnato della risolutezza nativa Si ricopre della tinta malsana del pensiero, E imprese di grande levatura ed importanza Per questo timore sviano le loro correnti E perdono il nome stesso di azioni.
This website uses cookies to improve your experience. We'll assume you're ok with this, but you can opt-out if you wish.AcceptRead More
Privacy & Cookies Policy
Privacy Overview
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.
Una risposta
Essere o non essere: questo è il problema Se sia più nobile per l’animo subire Le percosse e i dardi di una sorte oltraggiosa, levarsi in armi contro un mare di affanni, E combattendoli porvi termine.
Morire, dormire – Null’altro.
E in un sonno pensare che hanno fine Il cruccio e gli infiniti mali della natura A cui la carne va soggetta: è una consumazione Da augurarsi devotamente.
Morire, dormire; Dormire, sognare forse.
Ah, qui sta l’inciampo; Poiché il pensiero di quali sogni possono venire, Quando ci siamo spogliati di questa veste mortale, Deve pur farci esitare. Ecco il timore Che da sì lunga vita alla sventura; Che infatti sopporterebbe i colpi e le beffe dei tempi, I torti inflitti dall’oppressore, le ingiurie dei superbi, Gli spasimi dell’amore spezzato, gli indugi della giustizia, L’insolenza dei potenti, e le ripulse Che il merito paziente riceve dagli indegni, Quando egli stesso potrebbe procurarsi la pace Con un semplice stiletto?
Chi mai porterebbe simili fardelli, Gemendo e sudando sotto una vita spossante, Se non vi fosse la paura di qualcosa oltre la morte, Il paese inesplorato, da cui confini Nessun viaggiatore fa ritorno – a sgomentare la volontà, E a farci piuttosto tollerare i mali che abbiamo, Che fuggire ad altri di cui non sappiamo nulla? Così la coscienza ci rende tutti codardi;
E così l’incarnato della risolutezza nativa Si ricopre della tinta malsana del pensiero, E imprese di grande levatura ed importanza Per questo timore sviano le loro correnti E perdono il nome stesso di azioni.