Ustica sape

Tre domande a… Giuseppe Bertolini da Mario Oddo


Prima domanda

D) Comandante, il problema che più di ogni altro la Comunità usticese si aspetta che venga portato finalmente a soluzione è quello del porto. Dal suo personale punto di vista “tecnico” o se preferisce, dall’alto della sua esperienza, quale la soluzione al problema che suggerirebbe riferita alle strutture esistenti e quale ipotizza la più ideale per il porto che ci auguriamo al più presto verrà ?

R) Egr. Dott. Oddo,

sono onorato di fare la Sua conoscenza, anche se virtuale. Sono altresì lusingato dell’attenzione che mi riserva ponendomi queste domande, alle quali sarò felice di rispondere nei limiti delle mie modeste possibilità.

Quello del porto e della portualità in genere è un delicato argomento del quale si è discusso in maniera più che esaustiva durante gli scorsi mesi invernali; molto, se non tutto è stato già detto ma correndo il rischio di apparire come un oratore ripetitivo, proverò a focalizzare quelli che a mio avviso sono i punti cardine da rinforzare.

Allo stato attuale, Ustica non possiede un porto bensì un approdo di II classe, ciò significa che fino a quando non si procederà alla sua messa in sicurezza, non potranno essere sviluppati tutti quei servizi essenziali che rendono un PORTO degno di tale nome e che sono vitali affinché l’economia dell’isola possa trovare un nuovo slancio.

Tuttavia qualche piccolo intervento può essere realizzato anche con risorse finanziarie più che esigue! Ad esempio realizzerei un gazebo da adibire a “Info Point” da collocare in prossimità delle banchine commerciali. Così facendo, il turista che si reca sull’isola per la prima volta, oltre ad essere accolto con il tipico ed affabile calore usticese, verrebbe subito informato e consigliato sui luoghi da visitare, sui mezzi di trasporto da utilizzare e tanto altro ancora.

Abbellirei la banchina Sailem con fioriere rigogliose di piante e fiori colorati; istallerei non meno di 4 WC chimici portatili di cui almeno uno dotato degli elementi utili alla fruizione per i soggetti diversamente abili; realizzerei una condotta idrica in prossimità della banchina Barresi per alimentare delle docce a gettoni che verrebbero certamente utilizzate dai sub e non solo ….potrei continuare ancora a lungo, ma credo che di carne a cuocere ce ne sia già abbastanza.

Di più ampio respiro sarebbero invece le soluzioni da adottare nel nuovo porto, tante da scrive un trattato sulle opere marittime del II millennio ma mi limiterò a fare solamente un paio di esempi. Riposizionerei la pompa di distribuzione carburante (per le sole imbarcazioni), in un luogo dove le unità con pescaggio elevato possano rifornirsi in sicurezza e doterei quindi la nuova stazione di bunkeraggio con tutti quegli strumenti atti a prevenire e contenere eventuali fenomeni di sversamento in mare di idrocarburi, destinerei inoltre il nuovo braccio di sopraflutto, all’attracco delle unità commerciali in modo tale da lasciare completamente libera la banchina Sailem che potrebbe essere facilmente equipaggiata con moderne colonnine che forniscano corrente elettrica, acqua e connessione internet…..in altre parole potrebbe nascere un moderno ed esclusivo Yacht Club che costituirebbe un volano economico di primaria importanza che se connesso ad altre realtà imprenditoriali già presenti sul territorio, garantirebbe turismo ed occupazione tutto l’anno. Infatti molti armatori italiani ed esteri cercano già da diversi anni, dei marina attrezzati nel sud Italia per far svernare le loro imbarcazioni, questi gioielli che per loro natura hanno bisogno di continue manutenzioni.

Per concludere, mi auguro per l’amore che nutro nei confronti di questa isola e dei suoi abitanti che in un futuro non troppo lontano le idee suggerite possano trovare il favore di chi potrà far sì che diventino realtà.

 

 

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