Grazie per aver risposto alle mie lettere, sarei bugiarda se le dicessi che quello che ho scritto non l’ho pensato veramente.
Se entro in un bar e chiedo un caffè, mi aspetto di ricevere un caffè non un bicchiere d’acqua, altrimenti penso fortemente di aver parlato in un’altra lingua.
Se faccio un paragone sulle strutture , mi aspetto un discorso sulle strutture.
Lei, Signor Martin di strutture non ne ha fatto minimamente cenno.
Mi è sembrata la stessa cosa di quando chiesi, in consiglio comunale, di rispondere a questa mia domanda: -Le nostre scuole sono agibili?
Si guardavano in faccia, nessuno, dico nessuno si è degnato di darmi una risposta.
Provai vergogna per loro …
Mi scuso con lei, per averle trasmesso sicuramente questa rabbia che sento nel cuore.
Signor Martin, adesso se vuole può raccontarmi tutta la storia i programmi i lavori del Centro Studi, l’ascolto, mi creda, ma quella sua lettera in quel momento, non ci stava.
La saluto con affetto, ringraziandola ancora una volta per aver letto le mie lettere.
Gabriella Bertacci – Una voce libera