Sarà forse il vento come quello di un travolgente maestrale a darmi torto, e lo farà sferzandomi con la furia sinistra di un cupo lamento, che di seguito tenterà con una strana folata di portarmi via da Te per sempre.        Sarà il tuo cielo plumbeo senza ostacoli né confini, che tenterà in mille modi di intrappolare il mio pensiero tenendolo in ostaggio, e lo farà con l’aria aggressiva di un minaccioso temporale. Cercherà poi alla fine di intrappolarmi dentro quel groviglio di reti umane, piene di invisibili nodi intrecciati ma che legano il mondo.

Mentre sarà il tuo mare che con il verbo delle sue onde, mi farà compagnia e mi renderà felice con pochi ragionamenti curati con agili pensieri, e li elaborerà senza rischiare inutili abissi.

La vista dei tuoi orizzonti, nonché quella leggera fragranza salmastra del Tuo periplo, saranno essenziali medicine spontanee per il mio spirito, che apprezzerà come non mai questo magnifico profumo di vita, e d’incanto mi sentirò libero da ogni avverso groviglio.

Sarà invece il mio cuore l’ultimo ad arrendersi perché si sentirà sicuro in quel tuo singolare rifugio magico, ed è con immensa felicità che libero vorrei viverti dentro, e farlo con un profondo respiro audace e balsamico.

A questo punto non sarà di certo il frutto di una vigliaccata a far tremare la mia anima per desistere, poiché solo a te Ustica mia, concederò la licenza di trafiggere il mio cuore senza ferirlo.

Siamo solo noi, che a volte rapiti da una strana malinconia, possiamo guardare dietro le spalle del nostro tempo, e lo faremo con quella personale rara sete di felicità.

Così ricordando non faremo altro che intristire di parecchio il nostro cuore, rendendolo senza volerlo un cupo schiavo di noi stessi.

La vita a volte di nascosto scivola via da noi, e con quella sua ostentata libertà ci farà dimenticare il nostro banale quotidiano, in realtà siamo noi gli arbitri della nostra partita, che con punizioni e rigori vinceremo o perderemo questa nostra particolare “Sfida”.

ll “Coraggio” non è l’assenza di paura, ma saper pagare con “Valore” quel conto salato, che ci verrà presentato alla fine del nostro banchetto terreno.

Pietro Fiorito