Ustica, doverosa risposta del cittadino Pietro al Sindaco 


Caro Sindaco,

ho letto con stupita attenzione la lettera offensiva, nella forma e nella sostanza, che mi hai inviato con “l’invito a pubblicarla integralmente” su www.usticasape.it – cosa che ho fatto senza alcun problema, come farò con questa.
È giunto il momento di fare chiarezza tra noi poiché le tue parole nell’imbastire una risposta alle sollecitazioni che da cittadino usticese ti ho indirizzato nel tempo sono il maldestro tentativo di camuffare la realtà di un passato che, come ti è noto, mi ha visto protagonista positivo anche nei tuoi confronti. Sostanzialmente hai tentato di strumentalizzare (a tuo vantaggio?) il problema dei trasporti di cui tutti parlano e di cui tutti si lamentano e di travisare la realtà dei fatti sulla vicenda “webcam”, problema “scottante”, che affronterò a tempo debito.

Rispondere alle tue improvvide e irriconoscenti parole è, oggi, essenziale per i “tanti” che seguono con interesse il mio impegno per Ustica, per onorare la verità dei fatti.

Ho atteso invano, sinora, un tuo gesto di avvicinamento se no di scuse. Nulla…
Ho, però, ricercato nel mio archivio quali parole “insinuose (meglio sarebbe” insinuanti”), offensive o tendenziose” avrei usato per offuscare la rispettabilità e la dignità tua e dei tuoi collaboratori. Parole che soltanto grazie alla mia veneranda età “non ti hanno fatto compiere passi diversi”. Però, onestamente, questa “caduta di stile” non me la sarei aspettata…

La ricerca ha prodotto solamente accorati inviti e suggerimenti ad operare meglio per il bene dell’Isola e degli amministrati da me sempre considerati soggetti di primario interesse ma ancor più da quando mi hai dato la “possibilità di risolvere alcuni problemi (spero non ti riferisca ai trasporti marittimi…), con una nomina ad assessore” che è durata soltanto qualche mese, con le mie irrevocabili dimissioni, essendo la mia visione del dovere e dei compiti di un amministratore totalmente diversa dalla tua.

Come avrei mai potuto intervenire sui trasporti marittimi quando quella delega l’hai tenuta sempre “stretta” per te da buon esperto “bigliettaio” – sono parole tue -…

Ricordo che il Sindaco Licciardi (politicamente distante…) mi nominò a suo tempo suo consulente “come persona esperta in materia di trasporti…”: quando abbiamo perfezionato i collegamenti con Napoli, abbiamo ottenuto il tesserino per i nativi non residenti e i relativi familiari, oltre alla tratta della nave tutti i giorni. Consulenza mi è stata confermata anche dal Sindaco Messina, seppur non fossi in possesso della patente nautica.

Mi ha fatto, poi, sorridere l’utilizzo della carta intestata del Comune per contenuti di natura privata e la firma seguita dalla parola “Sindaco”; sembra quasi che tu voglia farlo sapere a te stesso che lo sei, non certo per ricordarlo a me che ti avevo, in passato, sostenuto, sembra quasi che tu abbia sentito il bisogno di coprire con il manto reale la pochezza dei contenuti, una sorta di maschera per dare rilievo pubblico ad un contenuto privato.
Guarda, popolo, come Il SINDACO PALUDATO rimbrotta un piccolo cittadino!

È una questione di stile che, nell’esercizio della funzione, ci si deve sforzare di imporre a sé stessi ed a tutti i collaboratori, a prescindere dai ruoli ricoperti, dalla formazione o dall’educazione ricevute.

Ma è, anche, divertente evidenziare lo stile dei passaggi nei quali prima blandisci fintamente l’interlocutore; poi, dopo averlo dipinto con età veneranda meritevole di commiserazione ma ammantando il tutto di finta benevolenza, gli scagli il minaccioso invito a non insistere sulla questione. In poche parole, il buffetto sulla guancia con il quale, in una certa cinematografia, il prepotente fa intendere al suo malcapitato interlocutore che non dovrà mai più azzardarsi a soltanto provare a mettere in discussione il suo potere. Praticamente un consiglio che… è bene seguire.

Tuttavia non è la discutibilità dello stile a farmi valutare negativamente il tuo messaggio, quanto il suo contenuto, il nocciolo della questione. Ti vanti, infatti, caro Sindaco, di aver ottenuto in passato il riposizionamento del vettore con la condivisione dell’Assessorato competente e l’acquiescenza del concessionario; fatta salva, ovviamente (e lo sottoscrivo), “la decisione del Comandante protempore sulla fattibilità o meno del viaggio”. Pertanto, prosegue il messaggio, eventuali lagnanze o perplessità vanno indirizzate “direttamente al Comando di bordo, che è l’unico titolato (se lo ritiene opportuno) a potere fornire le risposte sul processo decisionale”.

SE LO RITIENE OPPORTUNO?

Si parla tanto del diritto costituzionale alla continuità territoriale ma evidentemente interessa agitarlo più che altro come leva per questioni tariffarie di basso spessore. Il Comandante, nell’esercizio di quel suo potere decisionale, diventa, infatti, anche arbitro unico e insindacabile dell’altrui potestà di godere di quel diritto costituzionalmente garantito. Essendo, tra l’altro, il Comandante un privato che esercita una pubblica funzione, secondo la tua personale logica, non si può sindacare il suo operato, non si deve ipotizzare un errore o un’imperizia, si deve accettare che possa arbitrare con ARBITRIO. Tutto ciò è razionalmente insostenibile. Non deve, quindi, scandalizzarsi nessuno e tantomeno tu se qualcuno degli attori dell’accordo sul riposizionamento verifichi o chieda la verifica sulla eventuale manifestazione di un ARBITRIO.

Spero che tu possa convenire su quanto ritengo debba rientrare tra gli onori della tua carica ma anche tra gli oneri delle tue responsabilità di Sindaco e….non di altro, come ami definirti.

Questo compito non lo farà e non lo richiederà certamente l’armatore; non se ne occuperà l’Assessorato già carico di problemi; a quanto pare non interessa neanche a te, Sindaco, che dopotutto – sono parole tue – “il compitino lo hai già svolto e di fronte al soprannaturale” – sono ancora parole tue- “non intravedi alcun rimedio”. Eh sì perché, caro Sindaco, attribuisci al Comandante una valenza sovrannaturale, allorché poni l’accento sulla impossibilità per noi “umili mortali” di sindacare l’operato del semidio vestito non “d’umiltà”, bensì di gallonata e candida divisa (con il che, caro Sergio Fisco, sia la tua quarantennale patente nautica, sia il tuo accanirti nella lettura di USTICA SAPE non valgono un fico secco! Fattene una ragione…).

Mi sembra necessario, al fine di evitare che su questo argomento tu continui a cambiare il senso delle mie parole, che a questo punto io espliciti meglio ciò che ritenevo ampiamente comprensibile ai più: che quel che viene richiesto non è – ci mancherebbe altro – l’esautorazione del Comandante dai suoi poteri (che per altro sono un riflesso dei suoi doveri); quel che si chiede è la possibilità di una semplice e responsabile informazione tanto utile agli utenti e non una decisione giustificata con la stereotipata locuzione dell’omissione della corsa per “avverse condimeteo”; l’indicazione del processo tecnico-scientifico e decisionale che ha condotto il Comandante ad una conclusione che altrimenti risuona apodittica.
Perché vedi, caro Sindaco, i cittadini, non tutti patentati o esperti di navigazione d’altura come te, non capiscono le motivazioni che ci sono dietro la sospensione di una corsa e possono anche maturare false ipotesi.

Insomma, non è poi così difficile comprendere le motivazioni di una nostra reiterata richiesta di intervento e di comunicazione agli Usticesi per altro a fronte di situazioni oggettive. È difficile, lo confesso, comprendere la tua ostinata indifferenza.

Spiace, quindi, constatare la palese mancanza di interesse nell’efficacia del provvedimento di riposizionamento che tu affermi di aver chiesto ed ottenuto; forse perché non lo hai ottenuto con fatica?

Spiace perché lascia aperta la possibilità di tracciare ipotetici, mi auguro fallaci parallelismi con tutto il resto dell’attività amministrativa; che questa possa essere espletata con uguale indifferenza o con scarsa attenzione ai bisogni degli amministrati… come si potrebbe evincere dalle mancate risposte a molte richieste importanti dei cittadini.

Per concludere sull’argomento, caro Sindaco, salvo che tu non voglia creare un nuovo codice di navigazione o modificarlo “pro domo tua”, ti chiedo, cosa ci azzeccano gli articoli menzionati per mia memoria nella tua reprimenda? Poiché, fatto salvo l’art. 295 (Comando della manovra e della navigazione), nulla hanno a che vedere gli altri da te citati con l’argomento in discussione per il loro contenuto: non l’art. 274 (Responsabilità dell’armatore), non l’art. 293 (sostituzione del Comandante in corso di navigazione), non l’art. 489 (Obbligo di assistenza in mare), non l’art. 490 (Obbligo di salvataggio in mare).

Voglio adesso, per concludere, darti un consiglio: se mai vorrai rispondere a questa mia lettera, adotta un ghost writer più informato e meno propenso a dichiarazioni di stima ed amicizia non sentite. L’amicizia è sacra ed io te l’ho dimostrata in mille circostanze e, in assenza di un tuo ravvedimento nei miei confronti, purtuttavia auspicato, credo di non dover chiudere questa lettera con le vane dichiarazioni di stima e di affetto di un mal tollerato vegliardo.

Distinti saluti.

Pietro Bertucci
“cittadino libero”

Una risposta

  1. Buongiorno a te caro Pietro e a tutti gli usticesi, devo fare una confidenza ai visitatori di codesto blog.
    E sarebbe quella che “Non ho mai letto” in una missiva una così diretta e chiara interpretazione, sia nel contenuto che nell’intenzioni. Spero che riceverai, per il bene di Ustica, risposte esaustive e soprattutto senza reticenza alcuna, pertanto e anche per tanto altro, un grande saluto all’amico Pietro, Pietro.

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