Ustica anni ’80 – attesa battesimo
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A ENZO “IL MANCINO”
Caro Enzo, tu lo sai,
la tua pelle arsa dal sole,
i tuoi occhi piccoli e trasparenti di cielo lo sanno.
Anche la tua fronte sincera e rugosa,
e le tue mani forti abituate allo sforzo,
e le dieci sottili dita che si intrecciano
mentre pieghi e leghi il giunco
per creare la scultura di una gabbia,
da sempre lo sanno che tu sarai l’eterno “Re”
di questa perla nera che brilla tra le onde.
Qui nell’isola, da te appresi, che il mare e quanto mare,
fuoriesce da se stesso, in ogni momento.
Dice di si, dice di no:
dice si nell’azzurro limpido e quieto,
dice no nel galoppo e nella furia della spuma inquieta.
Non può starsene perennemente tranquillo,
“Io sono il Mare”, va ripetendo battendo sulle pietre
senza però riuscire a convincerle;
allora le sfrega, le bacia, le bagna
e si colpisce il petto ripetendo il suo umido nome.
Nel buio assonnato e freddo del mattino,
nell’ora in cui tutto dorme e tace
ed il silenzio avvolge anche le (altro…)
Quanto più gravi sono i problemi, tanto maggiore è il numero di inetti che la democrazia chiama a risolverli.
(Nicolás Gómez Dávila)