Amici
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Caro Massimo, ho letto con attenzione il tuo apprezzato intervento a proposito di una precisazione relativa a un articolo apparso su “La Repubblica” e riguardante il confino politico antifascista a Ustica.
Per me è evidente che l’importanza di Ustica nel contesto del confino politico del regime è stata trascurata e snobbata sia dagli studiosi del settore che dai media, vuoi per ignoranza, vuoi forse anche per mancanza di “forza politica” da parte nostra. Ma la creazione del Centro Studi e Documentazione Isola di Ustica, di cui sono orgogliosamente collaboratore dall’estero, ha il merito di aver scoperto, portandolo alla luce, tutto il suo ricco patrimonio culturale valorizzandolo e diffondendolo attraverso “Lettera”, di cui sei stato direttore, e attraverso tutta una serie di altre attività editoriali, mostre fotografiche e documentarie, conferenze e convegni. Attività in cui si è riusciti a coinvolgere molti studiosi che vi partecipato con contribuiti molto significativi.
Le ricerche e lo studio sul confino politico a Ustica, sono sicuro, non passano inosservati (Incluso il tuo intervento su Usticasape) e lentamente sarà riconosciuta dalla Storia la grande importanza che la nostra Isola ha avuto in questo contesto.
Per avviare ricerche e studiare la storia della presenza nell’isola dei confinati comuni o “coatti” a Ustica, come tu fai notare. Non è un lavoro facile … ci sono pochi documenti a disposizione ecc…, ma sono fiducioso che scavando si troverà… I confinati politici antifascisti sono stati presenti ad Ustica dal 1926 e per tutta la durata del Ventennio, se non erro, anche se di “politici” nell’isola ce ne erano sempre stati (antiborbonici, patrioti del Risorgimento, anarchici di fine secolo, deportati dalla Libia). I primi coatti arrivarono nell’isola sin dall’inizio della colonizzazione ad opera del governo borbonico. Per ben 200 anni quindi.
Se stiamo portando a conoscenza l’importanza che ha avuto per la storia dell’isola e per quella nazionale la presenza del confino politico a Ustica, sarebbe il caso, secondo me, di far conoscere agli usticesi anche il “ruolo” che hanno avuto i “coatti” a livello locale.
Agostino Caserta
Ieri sera dopo la “Novena”, ha debuttato ad Ustica, con mezzi di fortuna a causa del mancato arrivo del piroscafo e quindi delle attrezzature necessarie, la Compagnia del Teatro Internazionale del Fuoco. Un gruppo di danzatori, provenienti dalla Germania, Nuova Zelanda ed Italia, hanno dato vita ad uno straordinario spettacolo ricco di emozioni e suggestioni, dove le fiamme erano le parole ed i gesti i sentimenti.
[nggallery id=179]Una parentesi che durerà dal ’26 al ’28. Quando, il 7 dicembre 1926, giunse ad Ustica Antonio Gramsci i ‘politici’ presenti sull’isola erano poco piu’ di una decina, ma nel giro di qualche mese diventarono oltre seicento, un gruppo di uomini che diede vita anche ad attività sociali. Il confino finì, così, con il rappresentare anche un’esperienza costruttiva di cui l’isola conserva viva la memoria.
Da Libero-News.it
La vita assomiglia a un turno di guardia che non dura più di un giorno:
appena dato uno sguardo all’orizzonte,
dobbiamo lasciare il posto ad altri che vengono a darci il cambio.
ANTIFONE
Inviato da Vincenzo Caserta
A Biagio Randazzo i Migliori
Auguri di Buon Compleanno
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Oggi si festeggia Ss. Nome di Maria.
Auguri a tutti coloro che festeggiano
il loro Onomastico sotto questo Nome.