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Tirrenia: Passa alla cordata CIN


Tirrenia è passata ai privati. Ieri pomeriggio Ettore Morace, ad di Compagnia italiana di navigazione (Cin), la cordata che si era aggiudicata, a maggio, la gara per la privatizzazione della società statale di navigazione, ha firmato, con il commissario straordinario della compagnia, Giancarlo D’Andrea, il contratto d’acquisizione di ramo d’azienda che sancisce il trasferimento di Tirrenia ai privati. Il definitivo closing dell’operazione, però, è condizionato al via libera dell’Antitrust europeo, che dovrebbe arrivare, se non ci saranno intoppi, tra metà settembre e i primi di ottobre.

Alla fine, dunque, nonostante i dubbi e le frenate sull’operazione che ne hanno determinato il prolungamento ed erano dovuti soprattutto all’ingresso sul mercato, con rotte in concorrenza, della Saremar, la società di navigazione controllata dalla Regione Sardegna, i soci di Cin, cioè Marinvest (che fa capo al gruppo dell’armatore Gianluigi Aponte e controlla Grandi navi veloci e Snav), Grimaldi Group (che fa capo a Manuel Grimaldi) e Moby (guidata da Vincenzo Onorato) hanno deciso di procedere all’acquisto.

«Il governo – ha commentato il ministro dei Trasporti, Altero Matteoli, a proposito della dismissione, iniziata a gennaio 2010 e portata a termine dopo il passaggio del gruppo in amministrazione straordinaria – ha mantenuto un altro importante impegno programmatico. Con la cessione di Tirrenia si rispettano le indicazioni e gli accordi europei, si salvaguardano la continuità territoriale e i livelli occupazionali. Una pratica difficile, complessa ma che abbiamo portato quasi in porto grazie alla forte determinazione politica dell’esecutivo. Resta solo il parere dell’Antitrust europea e auspico che presto si sancisca la bontà» dell’operazione.

Il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, ha aggiunto: «L’acquisizione di Tirrenia, da parte di Cin, chiude con successo una lunga e complessa procedura di privatizzazione, salvaguardando il futuro industriale dell’azienda e il posto di lavoro di tutti gli oltre mille lavoratori».

Il contratto, sottoscritto da Cin negli uffici dello studio legale Legance, prevede l’acquisto del marchio Tirrenia, di 18 navi e delle linee attraverso una convenzione che verrà stipulata con il ministero dei Trasporti; sono esclusi dall’acquisizione la Siremar, i fast ferries (già venduti a parte), le proprietà immobiliari e le opere d’arte. Il piano industriale di Cin, spiega una nota dell’azienda, «prevede il mantenimento dell’intero organico (1.400 persone, ndr), la sostituzione immediata del naviglio obsoleto, il potenziamento della rete commerciale, l’adeguamento degli standard di bordo ai livelli internazionali e il miglioramento immediato dei servizi e delle condizioni di viaggio dei passeggeri».

Fonte: Il Sole 24 Ore

 

“Esploratori” – capo “cordata” Bartolo N.


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Tirrenia e Siremar. D’Alì: “Con la nuova cordata Aponte-Grimaldi-Onorato il riscatto del Sud.


[ id=5366 w=190 h=160 float=left]Contento se anche Siremar fosse acquisita da chi si aggiudicherà Tirrenia, ma non è condizione indispensabile”.

“La cordata Aponte-Grimaldi-Onorato è una iniziativa che pone nuovamente il Meridione d’Italia al centro dell’attenzione nel Mediterraneo e segnala la vitalità della nostra armatoria capace di superare il tradizionale ed accentuato individualismo”. Con queste parole il senatore Antonio d’Alì ha accolto la notizia di una nuova cordata di armatori che intende rilevare la società di navigazione Tirrenia e che per farlo ha costituito la società Compagnia Italiana di Navigazione.

D’Alì non si mostra preoccupato per le sorti della Siremar, società controllata da Tirrenia, che andrà sul mercato separatamente: “sarei contento se la società che si aggiudicasse Tirrenia potesse acquisire anche Siremar, ma non è condizione indispensabile. Anche se vi saranno acquirenti separati immagino che tutti i soggetti che saranno ammessi alla gara avranno i requisiti di affidabilità”.

D’Alì rimarca come la neo costituita Compagnia Italiana di Navigazione “abbia una importante caratteristica: non sono presenti nella sua compagine enti pubblici come nel caso dell’offerta avanzata dalla Regione Siciliana ed altri imprenditori” e ricorda “la vitalità della grande imprenditoria siciliana e meridionale del periodo posto unitario quando la Società di navigazione sotto l’egida dei Florio, agli inizi del ‘900 si affermò nel mondo dello shipping internazionale come compagnia leader nel trasporto di passeggeri e merci”

“Quanto alle polemiche sulla garanzia della continuità territoriale – conclude d’Alì riferendosi a Siremar –, non vedo perché le compensazioni previste a livello europeo non possano scattare anche in questo caso per coprire il costo sociale del servizio. Anche per i voli aerei avviene così”.

Fonte: Osservatorio Sicilia

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