Marcella Croce è nata a Palermo. È giornalista e collabora al quotidiano La Repubblica.

Conoscere le lingue e studiare le culture del mondo è il suo principale interesse. Dopo una laurea in letteratura inglese (Palermo) e una borsa di studio presso il Mount Holyoke College (Mass. USA), ha conseguito nel 1988 il dottorato di ricerca in letteratura italiana presso la University of Wisconsin-Madison. Ha insegnato lingua italiana alle Università di Isfahan (Iran) e Kyoto (Giappone). Ha pubblicato vari libri sulle tradizioni popolari siciliane e non solo: Pupi carretti contastorie (1999), Pupari (2003), Le stagioni del sacro (2004), Eat Smart in Sicily (2008), Guida ai sapori perduti – storie e segreti del cibo siciliano (2008), L’anima nascosta del Giappone (2009). Il suo volume Oltre il chador — Iran in bianco e nero (2006) ha vinto il 1° Premio di scrittura femminile “Il paese delle Donne” (Roma 2007). Dal 2011 Marcella Croce è responsabile del Centro Studi Avventure nel Mondo di Palermo.

VIAGGIO NELLA SICILIA PROFONDA (Kalòs ed.)

Un viaggio alla scoperta dell’identità culturale della Sicilia: storia, arte, artigianato, religiosità, folklore e gastronomia emergono dalle testimonianze dirette di artisti, artigiani e cultori di sofisticate tradizioni spesso secolari, componendo un mosaico originalissimo e pieno di sfumature che sfida l’appiattimento del gusto sempre in agguato da parte del consumismo e della globalizzazione.

Lo stile scorrevole ma ricco di informazioni dell’autrice rivela la sua passione per la ricerca delle radici profonde — antropologiche e storiche — della sicilianità, attraverso le stratificazioni di colori, suoni e sapori che ne caratterizzano le manifestazioni culturali. Una ricerca il cui interesse, lungi dall’essere puramente accademico o motivato da una generica curiosità, è intimamente legato alla questione più che mai attuale dell’identità: “Per chi, come l’Ulisse dantesco, possieda una certa dose dell’ansia di ‘virtute e conoscenza’, la Sicilia stessa risulta ancora in ampia parte territorio sconosciuto, anche per gli stessi Siciliani”.

Marcella Croce