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BELLA STORIA QUELLA DEL DIAMANTE! SU ”L’ODDO VOLANTE” OGGI SU E GIU’ CON … VITO AILARA.


Quest’anno ricorre il 50° anniversario della prima partita della squadra di baseball di Ustica disputata appunto ad Agrigento nel 1972, nel corso dei Giochi della Gioventù. Fu l’inizio di una serie di incredibili successi che in crescendo portarono i ragazzi prima e le ragazze del Softball poi sotto i più grandi riflettori nazionali ed internazionali; sorpresa sportiva della quale fu anche beneficiaria la piccola isola di Ustica per il notevole ritorno di immagine che ne ebbe. E, dovendo oggi ricordare a mezzo secolo di distanza quella che fu una vera e propria impresa sportiva, chi può meglio raccontare brevemente alcuni dei tanti passaggi di quella bella storia se non Vito Ailara artefice dell’avviamento della gioventù isolana del tempo alla pratica dello sport americano per eccellenza. Me ne ha parlato con piacere e commozione partendo proprio dal “tutto cominciò così …

Vito, Bruno Beneck noto giornalista, regista e dirigente sportivo si trova casualmente nell’isola come turista e succede che …

= Colsi solo per cortesia verso l’ospite l’invito di Bruno Beneck di introdurre a Ustica il baseball, uno sport da me sconosciuto. Era giugno 1971. Beneck mandò guanti, mazze, e palle e affidò la promozione del baseball a Vito Maggio, attivissimo presidente regionale della FIBS. Ebbe così inizio una bella pagina della storia sportiva e umana dell’isola e ricordiamo tutti con gratitudine il sostegno entusiasta di Bruno e Vito, entrambi cari amici miei e di tutti gli atleti e dirigenti dell’Ustica B.C. e dell’Ustica S.C.

— Immediato coinvolgimento di ragazzi e ragazze e incredibili i successi ottenuti in campo regionale e nazionale. Ovunque si parla delle squadre ma anche dell’isola di Ustica …

= L’anno successivo Beneck invitò la nostra squadra ad Agrigento per l’inaugurazione dei Giochi della Gioventù nell’ambito delle manifestazioni del “Mandorlo in fiore”. Nel febbraio 1972 giocammo la nostra prima partita nel piazzale dell’area archeologica della Valle dei Templi e la squadra di Ustica vinse contro la più esperta squadra di Agrigento con il punteggio netto di 14-9. Un successo inatteso e sorprendente festeggiato sull’isola con enfasi. Seguì una sequela di vittorie che portarono Ustica a vincere la medaglia di bronzo nella fase nazionale dei Giochi della Gioventù. L’anno successivo la partecipazione al campionato federale di serie C e poi, di vittoria in vittoria, sino alla serie A2.

– Vito, sull’onda dell’impresa accanto al baseball “per contagio” nasce anche la squadra femminile di softball che, al pari dei ragazzi, rappresenterà degnamente l’isola cogliendo grandi risultati e fornendo, soddisfazione enorme, due giocatrici alla Nazionale.

= Al baseball nel 1985 segue il softball e le ragazze con un crescendo inarrestabile colsero un successo dietro l’altro e in soli cinque anni conquistarono la serie A1. L’Ustica softball divenne protagonista nel campionato nazionale e sfiorò la conquista dello scudetto. Due ragazze usticesi, Clelia e Cinzia, vennero convocate nella nazionale juniores, conquistarono un titolo europeo e poi parteciparono al campionato mondiale in Australia, dove Clelia fu premiata come “giocatrice più utile” e poi ancora al campionato seniores in Canada. Cinzia rinunzierà ad altre convocazioni, Clelia diventerà catcher titolare della Nazionale con 48 presenze, altri tre titoli europei, un mondiale in Giappone e le Olimpiadi a Sidney e, nel 1999, otterrà il “guanto d’oro” come migliore catcher dell’anno. Anche il baseball ebbe un giocatore in nazionale, Carmelo Maglio, la colonna della nostra squadra, fu lanciatore della nazionale juniores disputando il mondiale del Messico e l’europeo del Belgio.

Indimenticabili, a dir poco, i viaggi negli Stati Uniti e non soso.

= Fu per i ragazzi una esperienza straordinaria; giocare nella patria del baseball con squadre americane in campo d’erba fu esaltante, non solo per la qualità del gioco ma anche il contatto diretto con la numerosa comunità di originari di Ustica riscoperta in New Orleans. Altrettanto emozionante il ricambio della visita di una squadra della Louisiana a Ustica. Memorabile anche la successiva visita a Cuba, altra patria prestigiosa del baseball mondiale.

Vito, quando e perché allora la parola fine a questa magnifica avventura?

= Mantenere ad alto livello due squadre fu difficile anche per le regole federali; basti pensare che si dovette giocare un intero campionato disputando le partite di casa a Roma e le trasferte in Lombardia. Le difficoltà economiche e logistiche divennero insostenibili e nel 2000 imposero il ritiro della squadra di baseball dal campionato A2. Quattro anni dopo buttò la spugna anche il softball. La favola durata 30 anni fu un fenomeno. Una piccola isola di poco più di mille abitanti con sette squadre impegnate contemporaneamente in campionati federali, dalle giovanili alle serie maggiori: coinvolse un centinaio di atleti d’ogni età, tecnici formati in corsi federali, dirigenti, arbitri, (su sette arbitri usticesi  quattro arbitravano partite di serie A ed uno partite internazionali), richiamò tecnici cubani, lanciatrici cinesi, neozelandesi, australiane, sudafricane; coinvolse intere famiglie e una folla di tifosi competenti. Fu insomma un fenomeno non solo sportivo ma anche formativo per i giovani coinvolti e di valenza sociale per la forte capacità aggregante.

– Per consuetudine in questa rubrica apporto una variazione sul tema principale trattato. Lasciamo il “diamante”. Nell’isola da tempo vengono lanciati ripetuti appelli a trasformare in coesione tutto quanto finora nelle locali istituzioni comunali viene portato avanti in divisione. Sicuramente attento alle vicende dell’isola posso chiederti se pensi possa concretizzarsi questa emergente invocazione all’unità d’intenti’?

=  L’unità d’intenti non va confusa con l’unanimità. La dialettica tra maggioranza e minoranza è sale della democrazia, è sempre utile e ineluttabile, non contrasta la ricerca di coesione e agevola soluzione condivise. L’unità d’intenti va costruita nella comunità. Ricercarla invocando liste uniche non mi sembra cosa utile, semmai dovremmo sforzarci di indagare le ragioni per le quali la nostra comunità si va sfaldando – l’osservo con tristezza – e non riesce a convergere come un tempo neanche sui temi vitali e adottare correttivi. Le cause sono tante e, purtroppo, poco indagate. Certo non giova la rarefazione dei residenti nei mesi invernali per studio, lavoro o altro e, ancor di più, non giova il disinteresse verso i problemi dell’isola di quanti, svolgendovi attività, la vivono solo nei mesi estivi. L’attivismo frenetico in estate e l’inerzia nei mesi invernali esasperano l’individualismo e ostacolano la formazione di una volontà comune. Occorrerebbe potenziare le attività sociali aggreganti e stimolare l’associazionismo, strumenti utili per riflettere insieme sui bisogni dell’isola, per la costruzione di una comunità coesa e per la ricerca di soluzioni condivise dei problemi comuni. Una strada lunga e senza scorciatoie.

– Ed ora la sotto-rubrica conclusiva “Via col…vanto”. Per caso ti trovi a dover, appunto, vantare ad altri che non la conoscono la tua Ustica; quale descrizione brevemente in particolare offriresti?

= Ustica è un’isola immensamente bella sopra e sotto il mare – lo riconoscono  tutti – ma è anche uno scrigno che custodisce tante storie straordinarie e sorprendenti sulla sua origine, sulla sua storia. Basta poco per scoprirle.

Che dire in chiusura? E’ stato bello ma anche doveroso ricordare in occasione del cinquantenario le incredibili imprese delle squadre di baseball e softball usticesi e con loro dirigenti, tecnici, collaboratori che allora contribuirono a realizzarle. A Vito Ailara, che ringrazio moltissimo per il tempo che mi ha voluto cortesemente dedicare, l’indubbio merito di aver richiamato alla memoria, pur nello spazio necessariamente ristretto di una “chiacchierata”, il percorso sportivo, come abbiamo letto da lui stesso avviato, di ragazzi e ragazze usticesi. Concludo col massimo della sintesi: il loro successo ottenuto sul diamante? … Brillante!

Mario Oddo
odmar@libero.it

 

3 risposte

  1. Una bellissima favola raccontata con amore e tanta malinconia da Vito. Altrettanto meritevole di attenzione la sua risposta sulla esigenza di unità di intenti sull’isola; è una visione corretta della situazione locale che esprime la profonda conoscenza della realtà umana e sociale della comunità usticese.
    Bella intervista.
    Sergio Fisco

  2. Che le parole di Vito Ailara vadano in cielo. Ce n’è un disperato ed urgente bisogno, ad Ustica e nel mondo, di unità di intenti da parte di sensibilità differenti.

  3. Una avventura che sembra una favola ma che è invece realtà che resta indelebile nel cuore e nella mente di chi l’ha vissuta da isolano e da ospite, una parola “sacra” nell’isola 50 anni ho incontrato nell’isola amici come Tonino , Fabio e Clelia Ailara, Pino Caminita ed altri “attori” di quella magica stagione!! In tutti brilla ancora , nei loro occhi, la fiammella dell’entusiasmo e dell’orgoglio. Nessuno riuscirà mai a spegnerla ne mai capirà se non ha vissuto “la Magia”.

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