Ustica sape

Dalla California Agostino Caserta


mulinoSono continuano le richieste sia a me che a Pietro Bertucci per fornire spiegazioni agli nciuri degli usticesi.
In passato abbiamo spiegati il perché del soprannome “ho pensato per voi” che si riferiva alla Baronessa Notarbartolo.
Ora proviamo a spiegare  il significato di  ” Marzotto ”
Se ad Ustica si parla di Marzotto il pensiero va a  Salvatore Natale. ” Sarvaturi ” fu conosciuto da tutti come  “Marzotto” per la sua vocazione industriale, associandolo alle attività della famosa industria tessile milanese.
salvatore-nataleSalvatore Natale, in quei tempi, era un genio – sapeva fare di tutto e aveva molti compiti. Sapeva di meccanica, di idraulica, di elettricità ecc., ma, soprattutto gestiva, orgogliosamente un’impresa edile.
Salvatore fu “fontaniere” Comunale per circa 30 anni. L’acqua potabile, a quei tempi, veniva trasportata ad Ustica dalle navi cisterna della Marina Militare, le quali arrivavano ad Ustica a volte anche di notte.
Molte notti  era normale vedere “Marzotto”, in qualità di fontaniere, correre verso la banchina per dare assistenza alla nave e mettere in funzione le pompe che trasportavano l’acqua fino ai “cisternoni” della Falconiera, che fornivano l’acqua al paese per caduta. Non c’erano orari per Salvatore, era, all’occorrenza, sempre presente.
Al “Mulino”, in via Petriera, a giugno si preparava la trebbiatrice per essere trainata dal trattore verso le aie occupate da grandi cumuli di fascine di grano pronti per essere trebbiati, dalle quali si ricavava un ottimo frumento. Al Mulino i contadini si recavano frequentemente per macinare il grano dal quale si ricavava  un’ottima farina e per usufruire del palmento per pigiare l’uva. La trebbia, la macina e il palmento hanno soddisfatto le esigenze dell’Isola per più di mezzo secolo. Queste attività implicavano attrezzi meccanici e quando si guastavano Salvatore, da solo, li riparava o sperimentava nuove tecniche per farli funzionare di nuovo …
Al Mulino “Marzatto” aveva anche impiantato un’ officina  meccanica (multiuso) che fu condotta, in seguito, molto efficientemente, da Pietro Ventrice .
Quando negli anni 50-60  “Marzotto” capì che il freddo era importante per gli alimenti ed ancora ad Ustica i frigoriferi erano scarsi,  mise su un impianto  per fare blocchi di ghiaccio, che andò avanti per diversi anni, assecondando le richieste di ristoranti e degli usticesi, fino all’avvento dei frigoriferi.
Fu imprenditore edile, per 30 anni, con una ditta di circa 30 operai, e moltissime case e villette che ammiriamo oggi sull’ Isola furono costruite dalla ditta Natale.
Con la scomparsa prematura dello Zio Beniamino, Salvatore Natale  con la moglie Mariuccia Longo e Famiglia hanno preso la gestione dell’albergo e ristorante “Isolabella” con molto successo .
Salvatore  fu anche armatore del veliero ” San Giuseppe  inteso ” u muturi ru’ mulinu “,  azionato  a motore o a vela, che garantiva tutti i trasporti da e per Ustica, Palermo e Napoli  di qualsiasi materiale da costruzione ed altro, che in seguito passò al coraggioso Comandante Peppino Pitruzzella & Figli.
Quando le macchine  del veliero avevano bisogno di manutenzione e/o riparazioni provvedeva Marzotto.
Marzotto   “lavorava anche quando camminava” dicono gli usticesi, infatti se lo  incontravi per strada e lo salutavi molte volte distratto non rispondeva al saluto, ma se rispondeva si capiva benissimo che aveva qualche progetto per la testa o pensava a quelli già in corso . Era un lavoratore instancabile e a ben donde con quella grossa famiglia da mantenere …..
Di “Sarvaturi” soprattutto, a parte  le qualità e virtù  relative al lavoro e al talento, bisogna ricordare anche il lato umano: aveva il grande cuore dei  Natale, della Zia Angelina, dello zio Beniamino ecc…
Il Mulino era “Casa Granni” e le porte erano sempre aperte per tutti, sia usticesi che forestieri in qualsiasi momento e per qualsiasi motivo!
Fino a metà degli anni 60 ad Ustica la luce elettrica era erogata  solo nel paese.
Fuori del paese l’illuminazione avveniva tramite alcuni “petro max” e lanterne. Un bel giorno, durante la novena di San Bartolicchio, vediamo spuntare  “Marzotto”  con Pietro Bertucci  fu Emanuele e con l’unico trattore di Ustica, con l’aiuto di rudimentali cinghie ed altri marchingegni approntò un generatore elettrico che ebbe la potenza di accendere diverse lampade da 200 candele, che illuminarono a giorno tutta la zona, incluso il gorgo per il ballo. Tutti dicevano : ” …e chi succiriu , mizzica pari menziornu !! ” e mio padre Armando, che era il conduttore della Festa, era incredulo con gli occhi “spaparacchiati” di contentezza come uno che ha appena ricevuto, come regalo/sorpresa un vestito nuovo confezionato da “Marzotto”!!!

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