COMMENTO
Da Firenze Massimo Caserta
Nel mio primo anno di scuola media a Ustica (1961/62 o 1962/63), proprio in quello stesso anno istituita o ripartita, la mia stimatissima e indimenticabile insegnante di Lettere era la Signora Gravante. Veniva a farle visita ad Ustica la famiglia da Palermo: il marito, una figlia di cui non ricordo il nome e…. Rino, un vivace e simpaticissimo bambino dai capelli rossi e dal viso lentigginoso (mi pare). Rino assisteva talvolta anche alle lezioni tenute dalla madre. Per noi era una graditissima e festosa distrazione. Il Salvatore, Contrammiraglio, è il “Rino” a cui mi riferisco io?
Un saluto Massimo Caserta.
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Da Ustica Vittoria Salerno
Come gruppo consiliare Ustica Domani ci dispiace non essere stati presenti all’incontro. Anche in questo caso, come il pranzo con il presidente, non siamo stati informati.
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COMMENTO
Da Mluigia
Sicuramente il più suggestivo punto d’incontro dell’isola…E’ incredibile come non sia stato protetto ma, al contrario, condannato a morte. I responsabili della chiusura dell’Ailanto si dovrebbero fare un esame di coscienza, e chiedersi “amo o non amo la mia isola?”.
Una piccola comunità è un luogo dove ogni abitante è persona e viene identificata nel suo aspetto fisico, modi di dire o luoghi dove abitualmente lo incontravi o , con la coda dell’occhio, lo cercavi per carpirne un giudizio positivo o negativo sugli avvenimenti del giorno.
“ Frequenti Ustica? E Camillo come sta?”.
Una domanda che mi sento ancor oggi rivolgere da amici o semplici simpatizzanti dell’isola che, correttamente, identificano un luogo con le persone che lo abitano.
Va da sé che quando una persona come Camillo viene meno, ti manchi.
Ad essere privata non è solo la tua mente ma il luogo stesso che ora sembra “vuoto” e, se sei lontano, non riesci più ad immaginare come lo stesso .
Ora hai quasi paura che quella domanda con richiesta di informazioni su di lui ti venga rivolta, perché non vuoi provare l’emozione negativa di richiamare in mente l’idea del” senza”.
La mia esperienza con Camillone si identifica con la sua sferzante ironia, i soprannomi con i quali “pittava” i protagonisti(da Dolphin a Sofia Loren) e con le sue battaglie sul tema dei trasporti via mare.
Non esitava a mettermi in guardia rispetto ad accordi con una certa compagnia di bandiera, oggi scomparsa, che “era abituata ad Ustica a fare i comodi suoi”.
Né posso dimenticare che in un momento critico della trattativa sui trasporti ha voluto personalmente (settantacinquenne!)essere presente, all’incontro a Palermo in Prefettura ed ha evidenziato personalmente a Sua Eccellenza il Prefetto il parere dei cittadini sulla vicenda.
Forse non è casuale il fatto che per scrivere queste righe, stia dedicando a Camillo un momento della giornata della Festa della Liberazione, di quella libertà di pensiero che poi era la sua.
Con Camillo se ne è andato un pezzo della storia di Ustica che non può essere limitata, relegata, ai tempi delle vacanze da leggenda, essendo anche lotta partecipata alla rivendicazione dei diritti della comunità isolana.
E’ vero, con Camillo ci lasciano anche alcuni miti, forse leggende. Quando si parlava del “Cannone della Falconiera”, mi confidava che conosceva alcuni luoghi di “Ustica sotto il Mare , ricchi di tesori(penso ambientali) inimmaginabili , per salvaguardare i quali non avrebbe mai rivelato l’ubicazione.
Mi rendo conto che con Camillo perdiamo il patrimonio dell’esperienza di un uomo che ha vissuto e fatto vivere il suo tempo.
Con la scomparsa di Camillo però guadagniamo la certezza che quando muore un protagonista del suo tempo , va via il suo corpo ma non la sua “voce” che ci sembra di continuare ad ascoltare.
Camillo continua a vivere, insegnandoci la differenza tra il memorizzare, mettere in memoria, una persona scomparsa e il ricordarla. Ri-cordarla:metterla nel cuore.
Aldo
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I fiori e il bigliettino sono un pensiero con i ricordi di Costantino Tranchina da Milano:
“I fiori mi sostituiscono per dirvi grazie per l’affetto che mi avete dato.
Sarò sempre ad Ustica con voi.
Ancora grazie Camillo”
Costantino Tranchina
Mi manca, mi manca tanto
Quel profumo
Raccolto a piedi nudi
Sopra la calda terra d’estate
Mi manca mia madre
La giovinezza del suo sguardo
Il suo sorriso riversato negli oggetti
Specchio e anima di casa mia
Mi manca mio padre
Il suo sudore, le sue mani
tra i miei capelli
l’odore della mia essenza
I miei fratelli
I loro torti i miei insulti
i loro baci i miei abbracci
La loro voce, la loro presenza
Segnali di un tempo che è stato
Di un calore che non mi ha mai lasciato
Mi manca, mi manca tanto
È l’idea che ho di quei momenti
Il profumo di un giorno di pioggia
Il vento tra gli alberi
L’eco del tuono
I fulmini all’orizzonte
E noi, amici,
accovacciati a osservare dalla finestra
Aspettando di trovare domani
ciò che la meraviglia ha reso gioco
il fango, che la fantasia ha reso neve
i rami, che l’immaginazione ha reso spade
correre, saltare e cadere
tra le pozzanghere del mondo
in quel tempo in cui sentivo bruciare
ma non sapevo si chiamasse dolore
in quel tempo in cui facevo un dispetto
ma non sapevo provocasse rancore
e viaggiavamo
sopra un’isola spinta dalle onde del mare
e si, adesso mi manca, mi manca tanto
è quella parola che matura col tempo
se ne scopri il senso è già finita
Infanzia
Giorni che si susseguono continuamente
Nell’infinità del passato
E che adesso percepisco da lontano
Nei miei ricordi
Sperando di risvegliarmi un giorno
e riviverli ancora…
-Riccardo Cannella
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COMMENTO
Da Milano Mino De Girolamo
Auguri di vero cuore ed un abbraccio affettuoso a Riccardo da me ed Emilia . Auguri anche a Pino e naturalmente a chi festeggia l’onomastico.
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Da Ustica Angela D’Angelo
Buon compleanno di buoni sentimenti!
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