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MIMMO DRAGO PREMIATO   al 46th INTERNATIONAL FESTIVAL PAF TACHOV della REPUBBLICA CECA


Dal 19 al 21 Aprile si è svolto nella Repubblica Ceca il 46th International Festival Paf Tachov of Underwater Photography, Films and Children’s Artwork.

Robert Janda instancabile organizzatore dell’evento che registra ogni anno numerosissimi partecipanti iscritti nelle varie categorie, dove molti italiani confermano sempre la loro eccellenza e cito quelli di quest’anno: Apuleo, Bausani, Cremone, Iannello, Livornese, Marchione, Rizzuto, Scortegagna, Tulli e Zori,  aveva comunicato in privato – ci dice al telefono Mimmo Drago – i risultati dei vincitori invitandoli alla serata della premiazione, ma contemporaneamente all’evento Internazionale della Repubblica Ceca si svolgeva un altro evento Internazionale di Multivisione: il Trophée de Paris dove Mimmo era stato premiato ed aveva programmato di recarsi a Parigi per ritirare il Trofeo.

Nella categoria Audiovisivi, Mimmo Drago con il diaporama “Il Silenzio delle Sirene” si aggiudica il terzo premio confermando la sua presenza sul palco del Festival Paf Tachov, per il quinto anno.

Sette i lavori presentati nella categoria “audiovisual presentation” e tre soltanto le opere premiate:

  • Maurilio Caricato: THE SECRET OF THE LIGHTHOUSE
  • Cremone Pietro: DANCING IN THE DARK
  • Domenico Drago: THE SILENCE OF THE SIRENS

“Le opere in multivisione, se posseggono un testo intenso ed introspettivo, che sono quelle che amo, in cui le parole hanno un peso ed una eleganza verbale, quando vengono tradotte, possono correre il rischio di non essere ben comprese e interpretate, occorre pertanto che i traduttori siano di collaudata esperienza.

Dico i traduttori perché qualora avessi percorso questa strada, sarebbe stato necessario far tradurre prima il testo dall’italiano all’inglese e successivamente dall’inglese al ceco.

Altro importante elemento che avrei dovuto valutare sarebbe stata la voce del narratore e non avendo “orecchio” per la lingua ceca, la scelta si sarebbe presentata ardua.

Per questi motivi, quest’anno ho fatto un percorso più diretto, più sicuro, più semplice, facendo tradurre i miei brevi e semplici frammenti, scritti nel 1978, direttamente in lingua ceca da un traduttore che fortunatamente conosceva anche la lingua italiana.

  • Sei così chiara e trasparente perché nascesti tra la bianca spuma del mare, per questo ti scelsi, mentre nuotavi tra prati di alghe …
  • Da quando i tuoi occhi sono andati via, la mia anima rimasta sola, bruciava lentamente nel sole dell’assenza …
  • Approdai nell’isola dei tuoi occhi ed il verde della laguna avvolse la mia anima silenziosa, taciturna …
  • Tutto di te mi riconduce al mare, il tuo viso soleggiato, i tuoi occhi di lava, le tue mani di fragile medusa …
  • Sei azzurra e trasparente come il mio mare, sei sinuosa come un’onda di sale scolpita dal vento, la tua chioma è una foresta di sogni dove parlo alle mie illusioni …
  • I rossi coralli che per te raccolsi sono opachi e tristi senza la festa del tuo sorriso…
  • Piccola conchiglia vorrei esplorare i tuoi fondali per bagnarmi nell’acqua della tua anima…
  • Ho fame delle tue labbra, ho sete dei tuoi occhi, ho freddo solo con la mia solitudine e intanto mordo la pietra amara del sale che stringo tra le mani …

Rispolverare le origini della mia comunicazione audiovisiva è stato rivivere ricordi di un’epoca pionieristica e sperimentale ormai scomparsa, che mi ha donato trepidazioni ed eccitazioni.

Le immagini erano tutte ricavate da diapositive, ormai con le rughe del passato, che ho dovuto scansionare; per la loro progressione ho utilizzato le dissolvenze, quelle semplici, che praticavo cinquant’anni fa!

Scelsi un brano di Hudba della durata di 4’57” come colonna sonora del diaporama, più corretto chiamarlo così e non multivisione, poiché era nato per essere proiettato su un mono schermo e non su uno schermo panoramico in 16:9 e titolai l’opera:     “Il Silenzio delle Sirene”.

Abbiamo chiesto a Mimmo perché avesse preferito il titolo “Il Silenzio delle Sirene” e non “Il Canto delle Sirene”.

Le Sirene sono le Anime taciturne del Mare, ci ha detto, sono perle di sale che brillano nella notte marina e il loro silenzio è ancora più grande del loro segreto canto.

Di questo mi ero convinto leggendo Franz Kafka e così ho costruito l’idea da presentare al Paf Tachov.

Cosa è il silenzio, mi chiesi? Assenza di voci, di suoni, di vita? O qualcosa di astratto sul quale si può riflettere?

Il racconto “Il Silenzio delle Sirene” del 1917 dello scrittore di Praga Frank Kafka può darci un’idea di cosa si cela dietro la parola silenzio!

Fin dall’antichità il canto delle Sirene era noto a tutti e insufficienti sarebbero stati i tappi di cera che Ulisse, come racconta Omero nel libro XII dell’Odissea, introdusse nelle orecchie.

Ma Ulisse non si accorse che le Sirene fissavano lo sguardo nel riverbero dei suoi grandi occhi dimenticando di cantare, l’eroe greco forse non udì il loro silenzio e credette che cantassero o forse Ulisse, il più furbo tra gli uomini, si era accorto e ed aveva messo in atto la sua finzione.

Chissà se Ulisse fosse realmente rimasto incantato dalle Sirene o furono esse che subirono il fascino di “Odisseo” – Non avevano più voglia di sedurre, volevano soltanto ghermire il più a lungo possibile lo splendore riflesso dagli occhi di Ulisse!

Lo scrittore di Praga, che amava scrivere di notte, voleva indicarci che Ulisse si sia difeso non dal canto delle Sirene bensì dal loro silenzio ammaliante, molto più micidiale del canto.

Un silenzio che può uccidere, un silenzio sensuale, suadente, tumultuoso, intenso forse anche devastante. Una vibrazione intensa, una melodia travolgente, in ultima analisi, un silenzio che non è assenza e neanche un vuoto insignificante come può sembrare.

Immaginai allora che Ulisse fosse passato al largo di Ustica nei pressi dello Scoglio del Medico – in origine Scoglio di Omero o Scoglio Omerico, da cui poi, in dialetto siciliano, trasformato in Scoglio Ru Miericu e quindi Scoglio del Medico – e in quel luogo abbia visto e ascoltato il canto o il silenzio delle seducenti Sirene.

Mi lasciai allora rapire da questo stimolante sogno, recuperai tutte le immagini archiviate che avevo realizzato in apnea alle “mie Sirene” e mi misi al lavoro.

Sopravvivere in quel tempo al loro fascino non fu facile confesso, perché i loro corpi silenziosi mi toglievano il respiro! Ma sopravvissi! E oggi posso narrarlo, aiutato anche dalla poesia di Pablo Neruda che cantava così la sua Sirena: “… il tuo silenzio è di stella … voglio apprendere dalla tua bocca color corallo il crescere delle maree, raccontami come si arrotolano, si distendono, si raccolgono portando dentro di sé pesci vivi …”                                                                      

Mare e Sirene hanno sempre sedotto l’uomo e se un giorno saremmo costretti a stare lontano da queste magie, possiamo aprire sempre un libro e ascoltare il profumo dei loro silenzi!

Ringraziamo il Tridente d’Oro Mimmo Drago per questi “ricordi” che ci ha svelato e gli auguriamo ancora tanti produttivi silenzi!

La Redazione di Ustica Sape 

 

 

4 risposte

  1. Carissimo Mimmo, purtroppo devo comunicarti che ho esaurito gli aggettivi e i complimenti.
    Però “LEI” mi ha suggerito di dirti quanto segue: Forse non ti avrò costantemente vicino, poiché sei in giro per il mondo a riscuotere premi, e comunque devi sapere che userò ugualmente tutte le mie arti di seduttrice per averti qui con ME.
    Mi basterà solo un attimo per renderti felice e saranno le tue opere a farmi vivere in eterno, quindi grazie Mimmo.
    Personalmente ti dico che per cancellare la tua “CITTADINANZA ONORARIA”,
    di sicuro ci vorrà una enorme gomma, Pietro.

  2. Grazie caro Pietro, sempre gentilissimo e commovente. Ti abbraccio con tanta stima ed affetto!❤

  3. Bellissime incredibili foto del mare sopra e sotto, che tutti possono ammirare con gli occhi dei grandi artisti – Grazie Mimmo Drago per queste delizie e la grande pubblicità fatta ad Ustica da esse.

  4. Grazie a te Agostino per avere espresso il tuo pensiero gentile nei miei rigusrdi!

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