Ustica sape

Trasporti troppo agevolati per alcune categorie… dimenticati ancora i nativi delle isole non residenti.


da  www.usticasape.it  – la Redazione

Può apparire stucchevole, se non inutile, tornare sul recente rincaro dei costi del trasporto marittimo tra le isole minori e la terraferma e, nella fattispecie, sulla concessione delle agevolazioni consentite ai dipendenti pubblici o categorie assimilate ed ai cittadini residenti sull’isola e sulle altre isole cosiddette “minori”.

“Sembrerebbe” se non ci fossero motivi interessanti per riprenderlo e per sottoporlo all’attenzione del lettore e di qualche autorità preposta alla regolare applicazione del corretto uso delle norme ma anche del buon senso e del buon vivere sociale.

Come tutti sanno e certamente condividono, un dipendente pubblico, nell’esercizio delle proprie funzioni, qualora debba svolgere una attività istituzionale fuori dalla propria zona di servizio e debba, quindi, viaggiare lo fa non a sue spese ma a spese dell’Ente o Amministrazione da cui dipende che si fa carico delle spese di viaggio. Nulla da eccepire, quindi, se ciò si verifica anche ad Ustica e, presupponiamo, nelle altre isole”.

Il problema amministrativo si pone, però, allorquando questo integrale sostegno alle spese di viaggio venga riconosciuto a quel dipendente pubblico anche per spostamenti non per un ordine di servizio che gli sia stato dato ma per una necessità personale non riconducibile alla funzione espletata. In questo caso sarebbe stata comprensibile concedere l’agevolazione come per i residenti.

Ciò avviene, a quanto risulterebbe, per i dipendenti pubblici che operano sui territori insulari minori nel confronto dei quali ogni viaggio nei due sensi, a prescindere dallo scopo per cui si attua, verrebbe supportato dalle casse regionali e, comunque con onere a carico dei contribuenti.

Sarebbe indubbiamente un caso di irregolarità amministrativa che, a ben guardare, potrebbe anche essere diversamente definito ma per il quale potrebbe anche ipotizzarsi essere soltanto la conseguenza di una lettura superficiale o di una interpretazione troppo estensiva della norma sulle agevolazioni recentemente concesse in sede di accordo tra la Regione, i Sindaci delle isole minori e le società armatrici.

In ogni caso, a lume del buon senso comune, sarebbe da considerare un abuso e, come tale, da eliminare senza por tempo in mezzo senza con ciò mettere in discussione la liceità delle gratuità quando dovute.

Chiediamo, pertanto, alla Regione di valutare l’importanza di quanto si sta segnalando ponendo fine ad una situazione di abusivismo palesemente inaccettabile che nuoce alle finanze regionali, alimenta la pericolosa convinzione che si possa impunemente godere di benefici non dovuti e che, purtroppo, acuisce nei cittadini residenti la sgradevole sensazione di essere discriminati nel loro status di cittadini con pari diritti.

Aldilà degli abusi segnalati, è evidente lo spirito che ha sotteso gli accordi di cui sopra. Si è voluto dare un riconoscimento al disagio economico sopportato dai dipendenti pubblici, costretti all’utilizzo di mezzi di trasporto per esercitare la propria funzione. Il che, nei fatti, corrisponde ad una agevolazione di cui, tuttavia, non gode la citata categoria allorquando operi non in un’isola ma sulla terraferma dove pure può essere sottoposta ad oneri economici, non compensati da alcun rimborso pubblico, per raggiungere la propria sede di lavoro distante dal proprio domicilio.

La Regione Siciliana nei fatti ha, quindi, riconosciuto a quei dipendenti pubblici un privilegio economico con lo stanziamento di un fondo di 1.400.000 euro a loro esclusivo vantaggio, 800.000 dei quali finalizzati alla gratuità dei collegamenti con la terraferma, assimilabile ad un atto di mera liberalità riconducibile ad un concetto di insularità che, guarda caso, permea la vita di tutti gli abitanti delle isole minori e che ha, però, determinato una sperequazione e, quindi, una assurda contrapposizione tra i residenti delle isole minori ed i dipendenti pubblici e assimilati che ivi operano.

Perché, allora, per equità non aspettarsi che la Regione Siciliana manifesti altrettanta liberalità anche nei confronti delle popolazioni residenti che quella insularità soffrono quotidianamente e che su di esse riverbera tutta la sua negatività con riflessi molto importanti sulla loro vita quali, ad esempio, la fruizione di strutture sanitarie locali quantitativamente e qualitativamente limitate da integrare con un viaggio per mare o l’istruzione dei giovani da completare sulla terraferma.

E’ ovvio che non si possa pretendere una estensione delle gratuità nei trasporti marittimi per e dalla terraferma alle popolazioni isolane “erga omnes” senza la previsione e l’adozione di un corretto sistema selettivo tale da sottrarsi ad ogni forma di abuso; sarebbe velleitario ed insostenibile e in tal senso potrebbero essere adottati misure contenitive quali, ad esempio, condizionare la concessione di gratuità determinati parametri fiscali o all’età anagrafica dei richiedenti; potrebbe essere, altresì; riconoscibile come provvedimento socialmente e moralmente gratificante stanziare un fondo pubblico regionale destinato esclusivamente al sostegno degli studi di giovani isolani particolarmente meritevoli.

Attuare concretamente la norma costituzionale recentemente entrata nel nostro ordinamento per contrastare lo stato di insularità con provvedimenti necessari al suo superamento o, comunque, alla sua attenuazione è atto dovuto da parte della Regione siciliana che ha iniziato a farlo con le agevolazioni sui trasporti per i dipendenti pubblici e assimilati. Ma dobbiamo chiedere ed aspettarci altro con fiducia nelle Istituzioni e credere nel principio di equità che sta alla base di ogni sana amministrazione.

E’ per questo che abbiamo voluto semplicemente richiamare degli esempi di applicazione equa del contrasto alla condizione di insularità. Una necessità che non può limitarsi allo stato di enunciazioni di principio ma  che deve avere una attuazione pratica con effetti concreti sulle popolazioni; ci auguriamo di trovare in chi ha la possibilità di farlo una sponda capace di trasformare questa istanza in azioni efficaci di politica sociale.

 

 

3 risposte

  1. Penso che ognuno deve essere messo in condizioni di potersi spostare pagando il giusto, soprattutto verso le isole, dove il mezzo pubblico è l’unica scelta possibile. Faccio un esempio, andare da Siracusa a Palermo in autobus, 260Km, costa 15,20 €, ebbene perchè andare ad Ustica da Palermo deve costare più del doppio per una distanza di 60 Km circa ? una famiglia di 4 persone dovrà pagare per andare a visitare l’ isola partendo la mattina col primo aliscafo e tornando la sera con l’ultimo, circa 250 €. Sono tariffe che opprimono il turismo, la libertà di movimento e soprattutto l’anelito dei nativi e di chi ha scelto di costruirsi un alloggio ad Ustica di andarvi spesso come farebbe sulla terra ferma, dove per una distanza simile pagherebbe si e no 9 €. La Regione Sicilia, a statuto speciale, dovrebbe farsi carico nel contribuire all’abbatimento delle tariffe, a costo di eliminare qualche corsa anche nel periodo estivo, in passato abbiamo tutti visto partire insieme da Ustica verso Palermo due mezzi veloci attorno alle ore 15, uno spreco. E se la vogliamo dire tutta sarebbe il caso di rimettere la corsa Napoli-Ustica, quella si che favoriva il turismo.

  2. Agevolazioni per tutte le persone che si recano in città per motivi di salute.

  3. Salve,
    Argomento ampiamente trattato, ma che NON RIESCE ad “Entrare nelle orecchie” del Sindaco, anzi dei Sindaci (8) delle nostre isole (14)!!!
    Da quello che leggo, giornali online, blog, gruppi e singoli profili facebook, delle altre isole, che trattano lo stesso argomento, e’ chiaro che manca l’impegno da parte delle amministrazioni locali.
    AVOGLIA ad inviare Pec e partecipare alle riunioni convocate al “Palazzo” regionale in presenza di rappresentanti delle due compagnie.

    In breve riporto quanto pubblicato sulla pagina della regione Sicilia dall’Assessore Infrastrutture e Mobilita’, On. Arico’ in data 04.01.2023 :

    “Nella prossima Finanziaria regionale saranno previste ULTERIORI RISORSE per garantire tariffe dei trasporti marittimi equiparate a quelle dei residenti a favore di chi svolge servizi di pubblica utilita’ nelle isole minori della Sicilia.
    Domani in assessorato incontreremo i vertici DELLE societa’ (gli 8 Sindaci erano presenti???) concessionarie dei servizi di trasporto marittimo per fare il punto della situazione, verificare le rotte attive, discutere di eventuali aggiustamenti negli orari dei collegamenti (gli attuali vanno bene???) e della possibilita’ di ottenere ULTERIORI SCONTISTICHE dei biglietti per le categorie individuate (e NOI emigrati???), anche prima dell’approvazione della legge di stabilita’ da parte dell’Assemblea regionale siciliana”!

    Che dire…. cosa aggiungere???

    Tante le parole, zero i risultati a favore di chi merita maggiori attenzioni, Insegnanti, personale scolastico e noi usticesi non residenti su tutti !!!

    Ma che ci vuole a ripristinare la Liberty Card…. a pagamento e non a GRATISSSS !?!?!?!?!?

    Urge assemblea in presenza degli 8 Sindaci,
    Clara Rametta,
    Giacomo Montecristo,
    Domenico Arabia,
    Riccardo Gullo,
    Salvatore Militello,
    Francesco Forgione,
    Fabrizio D’Ancona,
    Filippo Mannino.

    Con spirito collaborativo,
    Jose’ Zagame usticese NON residente privato della Liberty Card.

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