Ustica sape

Ringraziamenti soccorso in mare barca a vela


[ id=7412 w=320 h=240 float=left] Spett Ustica Lines – Via Orlandini 44 – 90100 Palermo

Spett Angelo Caminita “ Topone” Ustica

E p.c. Capitaneria di porto di Palermo – c.a. Amm. Francesco Carpinteri – Palermo

Delegazione di spiaggia Ustica

OGGETTO Ringraziamento per il soccorso in mare agli equipaggi dell’AleM e del Topone.

Desidero, a nome dell’intera cittadinanza, ringraziare tutti gli equipaggi intervenuti a salvaguardia dell’incolumità di una barca a vela in difficoltà per le avverse condizioni meteo.

La professionalità e lo spirito di solidarietà dimostrata dall’equipaggio dell’aliscafo Ustica Lines AleM, in particolare del comandante Giuseppe Bertolino e di quello del motopesca “Topone” , coordinato dal concittadino Angelo Caminita, ha fatto sì che due velisti francesi, in difficoltà e prossimi all’affondamento a due miglia dalla costa usticese, potessero essere messi in salvo.

Il sindaco
Dr Aldo Messina

 

Convenzione Gestione Rifiuti Imballaggio a Base di Cellulosica

comune-ustica-5Il Comune di Ustica, nella persona dell’Arch. Giacomo Pignatone, ha firmato con  il COMIECO, con sede in Via Pompeo Litta, 5 – Milano, una convenzione per la gestione dei rifiuti di imballaggio a base di cellulosica.

Di seguito la convenzione:

CONVENZIONE PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI DI IMBALLAGGIO A BASE CELLULOSICA

Comieco, Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli imballaggi a base cellulosica, con sede in Via Pompeo Litta, 5 – Milano – C.F. 97207800158 e P.IVA 12303950153, in persona del Direttore Generale Carlo Montalbetti, in proprio ai sensi dell’art. 223, D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 nonché in nome e per conto dei produttori ad esso aderenti (altro…)

Catamarano Ustica Lines soccorre barca a vela


[ id=7402 w=320 h=240 float=left]Il comandane dell’Aliscafo Ustica Lines AleM, Giuseppe Bertolino, impegnato in navigazione sulla rotta Palermo- Ustica, soccorre una barca a vela in difficoltà per le avverse condizioni meteo.
Il Catamarano per tale motivo raggiunge l’isola in notevole ritardo

 

Collegamenti a singhiozzo oggi per Ustica


Questa mattina, a causa del mare mosso con venti provenienti da W, solo il catamarano della Ustica Lines ha collegato Palermo con Ustica mentre la nave della Siremar è rimasta ancorata al porto di Palermo. L’aliscafo della Siremar è partito regolarmente da Ustica

 

LE “TRACCE” DEL “PASSAGGIO” DEI DEPORTATI LIBICI A USTICA CI SONO…

Caro Pietro, ti ringrazio per la segnalazione dell’articolo di Amalia Navoni, del Coordinamento Lombardo Nord Sud del Mondo rete Lilliput-Milano, del 9 marzo 2011, dal titolo “Colonialismo italiano in Libia: un passato da svelare” e recentemente apparso sul sito “Il pane e le rose”.
La Navoni, nel corso di un suo recente viaggio in Libia, aveva appreso, con “sorpresa”, alcuni episodi “raccapriccianti” del nostro colonialismo, negli anni 1911-1943. Tra questi, le deportazioni nei campi di concentramento nel deserto della Sirte e quelle -che ci riguardano più da vicino- nelle isole italiane, tra cui Ustica.
Immagino che ti avrà sorpreso –come ha sorpreso anche me, del resto- leggere che la Navoni, visitando Ustica, Tremiti, Favignana, Ponza (Le isole della deportazione), non vi ha visto, con suo implicito disappunto, “alcuna traccia” del passaggio dei libici.
Premetto che condivido sia l’analisi che il giudizio storico storico-politico espressi dalla Navoni sul colonialismo italiano in Libia, nonché la necessità e il dovere morale, da lei sottolineati, di fare piena luce sul nostro passato di paese coloniale.
Non c’è dubbio che fatti come quello delle deportazioni sono ancora oggi poco noti, a seguito di una sorta di processo di colpevole rimozione, se non di censura vera e propria (Vedi, per esempio, il caso ricordato dalla Navoni del film “Il leone del deserto” sulla resistenza libica alla occupazione italiana, mai in circolazione nelle sale cinematografiche, né passato in TV). Vorrei però far notare che a Ustica le tracce della presenza dei libici ci sono, e che nulla riguardo a loro è stato rimosso: né nella nostra memoria, né nelle nostre coscienze. Probabilmente la Navoni non ha avuto tempo e modo di approfondire la sua indagine, altrimenti avrebbe appreso che nell’isola, da anni ormai, è stata proficuamente avviata una intensa attività di ricerca, documentazione e divulgazione sulla vicenda dei libici lì deportati. Attività ancora in corso e che ha fornito apprezzabili contributi per la ricostruzione di quella tragica pagina di storia locale, ma, ovviamente, anche nazionale.
Il locale Centro Studi se ne è occupato sin dalla sua costituzione (1997), pubblicando sul suo periodico “Lettera” molti articoli, partecipando a tutti i Seminari sugli esiliati libici durante il periodo coloniale, organizzati dall’Istituto Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente (ISIAO) e dal Libyan Studies Center, uno dei quali ospitati proprio a Ustica (Con contributi pubblicati nei relativi Atti). Si tratta di Seminari progettati in seguito agli accordi sottoscritti tra l’Italia e la Libia (1998) e che hanno visto la partecipazione di importanti studiosi. Lo scopo dichiarato era quello dello ristabilimento della verità storica: condizione necessaria –tra le altre- per la risoluzione del lungo e tormentoso contenzioso politico ed economico tra i due paesi prodotto dall’occupazione italiana e che, in vario modo, connota sino ai giorni nostri i complessi rapporti diplomatici tra Italia e Libia.
L’attenzione prestata a Ustica alla vicenda dei libici ha coinvolto in questi anni, oltre che le sue istituzioni culturali, anche quelle politiche e la comunità isolana più in generale.
Vorrei inoltre ricordare l’esistenza nell’isola del cosiddetto “Cimitero degli arabi”, adiacente a quello cristiano, su cui figura anche una lapide che ricorda i libici deceduti a seguito della deportazione; l’accoglienza solidale mostrata nei confronti di numerosi gruppi di libici giunti per molti anni nell’isola per commemorare i loro morti; la recente Delibera dell’ Amministrazione Comunale per l’intestazione di una Via alle vittime della deportazione; l’allestimento a Ustica, a cura del Centro Studi e con la partecipazione della Amministrazione comunale, di una mostra fotografico-documentaria (Molto visitata in estate dai numerosi visitatori dell’Isola). Mostra che, via via incrementata, è diventata anche itinerante, avendo avuto richieste da Istituti scolastici del capoluogo siciliano, Tremiti, Tripoli (Luglio 2010), Milano (Facoltà Statale di Scienze Politiche, nel centenario dall’occupazione di Libia –dal 12 Aprile 2011). Altre richieste sono nel frattempo pervenute.

Giova anche ricordare, seppure per grandi linee, i fatti riguardanti la vicenda dei libici a Ustica.

A Ustica il 29 ottobre 1911 furono sbarcati 920 prigionieri arabi arrestati nella repressione seguita alla rivolta di Sciara Sciat contro il corpo di spedizione italiano a Tripoli. Nella colonia penale dell’Isola non godranno però dello status di prigionieri di guerra ma di “politici”, perché arrestati per misure di polizia.
Vi resteranno sette mesi, ma ben 132 vi moriranno. Altri erano morti durante la traversata e vennero scaricati in mare (Anche davanti alle coste dell’isola).
A questa prima deportazione di massa a Ustica, si aggiunse quella del giugno 1915, di 778 deportati. Ma nel 1916, come riferisce lo studioso Angelo Del Boca basandosi su fonti archivistiche, di libici a Ustica se ne conteranno 1300. Questa volta si trattava di libici arrestati in reazione alla sconfitta italiana di Al-Qardabiyya del 29 Aprile 1915. Le notizie sulla stampa nazionale furono scarne e la sconfitta fu imputata al tradimento delle bande libiche arruolate dagli italiani. Di questi nuovi deportati, 141 moriranno a Ustica. Le cause dei decessi saranno più o meno quelle stesse che avevano determinato la morte dei deportati del 1911. Vale a dire le non adeguate condizioni igienico-sanitarie della colonia.
Nel corso degli anni successivi, fino al 1934, altri libici arriveranno nell’isola. Ma non saranno più deportazioni massicce. Si tratta di piccoli gruppi di notabili in odore di tradimento o di cui diffidare. L’accanita resistenza anticolonialista in Libia cessò con la feroce repressione di Rodolfo Graziani.

Esiste, negli archivi del Centro Studi e Documentazione Isola di Ustica, un accurato elenco dei nominativi dei deportati libici deceduti nell’isola, con l’indicazione della loro età e dei i paesi d’origine. Tali elenchi sono stati pubblicati sul Periodico “Lettera del Centro Studi e Documentazione Isola di Ustica”.
È auspicabile che alla lapide esistente in memoria dei 132 libici deceduti a Ustica fra il 1911-12 si pensi di affiancarne un’altra per i 141 deceduti nella grande deportazione successiva.

Massimo Caserta

 

Colpo sicuramente a salve…


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Zona mulino a vento


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Collegamenti a singhiozzo con Ustica


[ id=5778 w=250 h=200 float=left] Oggi solo la nave Isola di Vulcano  della Siremar,  collega Palermo con Ustica. L’aliscafo della Siremar ed il catamarano della Ustica Lines sono rimasti fermi a Palermo. I venti provengono da WSW.

Bella vista dal Mulino a Vento


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Trionfo a Cartagine per Teresa Nicoletti


[ id=5755 w=320 h=240 float=left] Trionfo per Teresa Nicoletti che, sabato 11 dicembre alle ore 20, presso l’Acropolium di Cartagine, in Tunisia, ha ottenuto l’ennesimo successo internazionale con il “Concert de Fin d’Année”, accompagnata dalla pianista giapponese Toyoko Azaiez. Applausi in piedi ed ovazioni per oltre 5 minuti, lancio di rose e richieste di bis di una sala che ha registrato il tutto esaurito, rappresentano l’epilogo di un concerto memorabile!

Tante le personalità presenti del mondo della cultura, dell’imprenditoria, della finanza e della diplomazia, e tra questi l’Ambasciatore d’Italia in Tunisia S.E. Pietro Benassi (nella foto accanto al mezzosoprano Teresa Nicoletti), che alla fine del concerto ha chiesto l’autografo all’artista, con il corpo diplomatico al completo.

Il concerto “Airs d’Opéra et Musique Sicilienne” è stato seguito da un pubblico attento che in più occasioni ha tributato al mezzosoprano e compositrice italiana lunghissimi applausi e grida di “bravo”.

In programma arie d’opera da “Carmen” di Georges Bizet, da “Cavalleria rusticana” di Pietro Mascagni, da “Nabucco” di Giuseppe Verdi e da “Norma” di Vincenzo Bellini.

Acclamata Teresa Nicoletti nell’aria di Santuzza, “Voi lo sapete, o mamma”, dalla “Cavalleria rusticana”, nella quale ha dimostrato di possedere il physique du rốle, per la sua grande personalità scenica e drammatica, e di essere un’indiscussa interprete verista di chiara tradizione italiana.

Uno dei momenti più attesi della serata è stata senza dubbio l’esecuzione di “Mia Ustica”, Inno Ufficiale dell’Isola di Ustica composto dalla stessa Nicoletti, cantata per la prima volta in lingua araba. E’ stato un successo assoluto!

“Mia Ustica” era già stata eseguita nel 2006 in lingua cinese a Pechino e nel 2007 in lingua russa a Mosca.

Un altro momento attesissimo dal pubblico e dalla critica è stata la prima esecuzione assoluta mondiale di un’altra composizione della Nicoletti, “La mia città : Monreale”, per pianoforte solo, che attraverso il virtuosismo della pianista nipponica Azaiez ha emozionato il pubblico, riuscendo a trasmettere le vibrazioni delle quali le note intime della musica erano pregnate. Lo spettatore ha vissuto l’idea fantastica e intensa di una terra, quella di Monreale, città d’arte, ricca di storia e di leggenda, d’incanto e di magia, che la Nicoletti, con questa sua composizione originale, ha inteso eternare.

Il concerto si è concluso con il repertorio siciliano, richiestissimo nel mondo magrebino, che è stato straordinariamente interpretato dalla Nicoletti, con un performance indimenticabile : “…e vui durmiti ancora” di Gaetano Emanuel Calì e due canzoni della tradizione popolare raccolti e pubblicati da Alberto Favara, “ A la riniddota” e “A la fimminisca”.

I bis richiesti insistentemente sono stati soddisfatti dal mezzosoprano con due canzoni del repertorio partenopeo “O’ sole mio!” e “I’ te vurria vasà” che hanno mandato il pubblico letteralmente in visibilio !

La Nicoletti è stata intervistata da Radio Tunisienne, emittente di Stato, nel corso della quale sono stati mandati in onda “Mia Ustica” e arie d’opera, registrate live durante il concerto in Australia, a Melbourne, nel 2009, tra le quali : “Acerba voluttà” dall’Opera “Adriana Lecouvreur” di Gaetano Donizetti, “Oh dischiuso è il firmamento!” dall’Opera “Nabucco” di Giuseppe Verdi e “Habanera” dall’Opera Carmen di Georges Bizet.

All’artista sono arrivate richieste di intervista da tutte le testate giornalistiche nazionali.

Grandissimo risalto ha avuto l’evento su tutti i principali quotidiani tunisini con unanimi pareri della critica, da “Le Renouveau” a “Le Quotidien” che titola “Le charme des Etoiles” (Il fascino delle Stelle), da “Il Corriere di Tunisi” a “La Presse de Tunisie” che scrive “Teresa Nicoletti est l’une des plus importantes chanteuses lyriques en Italie. Son talent, reconnu de par le monde, lui a valu de nombreuses consécrations. Dommage que ce genre de concerts ne dure jamais trop longtemps.”

Collegamenti a singhiozzo oggi per Ustica


[ id=5695 w=290 h=200 float=left] Questa mattina solo il catamarano della Ustica Lines ha collegato Palermo con Ustica.La nave della Siremar è rimasta ancorata al porto di Palermo. I venti provengono da SW.

Ore 19,00  – L’aliscafo della Siremar, sempre per condizione meteo marine avverse, non ha effettuato la corsa delle 15,00 per Ustica

Lieve scossa di terremoto a largo di Ustica


Una scossa di terremoto è stata registrata questa mattina alle ore o6,53 nel Tirreno meridionale a circa 27 chilometri da Ustica. Il terremoto, di magnitudo 2,8, non è stato avvertito dalla popolazione e non ha provocato danni.

Tirrenia/Siremar:Caronia, cassa integrazione straodinaria a tutto il personale


[ id=5658 w=250 h=190 float=left](AGI) – Roma, 11 dic. – Estendere il trattamento di cassa integrazione straordinaria a tutto il personale di Tirrenia e Siremar, compreso quello in turno particolare. E’ la richiesta avanzata dal segretario generale della Uiltrasporti, Giuseppe Caronia, in una lettera inviata al commissario straordinario Giancarlo d’Andrea e al presidente di Fedarlinea, Michele Ruggieri e per conoscenza al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli. La lettere segue la comunicazione dell’azienda del 7 dicembre scorso secondo la quale “nella proposta di vendita dei compendi aziendali di Tirrenia e Siremar non sono previsti esuberi e quindi tutto il personale attualmente in forza nelle due aziende in A.S. dovra’ essere assunto da coloro i quali si aggiudicheranno le rispettive gare”.

Il sindacalista precisa inoltre che “se si dovessero effettivamente sostanziare impedimenti di carattere formale o giuridico tali da imporre necessariamente uno specifico accordo tra le parti per l’adozione di tale provvedimento, ci dichiariamo sin d’ora disponibili a sottoscriverlo nella responsabile consapevolezza che il personale in turno particolare, in sua assenza, verrebbe gravemente penalizzato”.

La Uilt chiede inoltre di “verificare se esistono le condizioni per il ricorso alla prevista mobilita’ interaziendale e in caso affermativo di darne prontamente seguito. Cio’ – spiega Caronia – dovra’ ovviamente contestualmente interessare tutte le aziende dell’ex Gruppo Tirrenia ivi comprese quelle gia’ trasferite alle regioni interessate”. (AGI) Rm1

Ustica: Collegamenti a singhiozzo


[ id=5648 w=250 h=200 float=left]Disagi anche oggi nei collegamenti con Ustica a causa del mare mosso con  vento proveniente da NE. Dovrebbe garantire il collegamento solamente la nave della Siremar che ha previsto la partenza per le ore 12,00 anziché alle 09,00

Dalla Siremar comunicano che a causa del perdurare del cattivo tempo nemmeno la nave lascerà il porto di Palermo.

L’aliscafo della Siremar è partito da Palermo alle 15, 00 ed  alle 16, 15 è arrivato ad Ustica. (Aggiornamento ore 16,20)

Collegamenti a singhiozzo per Ustica


[ id=5509 w=250 h=190 float=left]Oggi solo i mezzi leggeri, il catamarano della Ustica Lines e l’aliscafo della Siremar, hanno collegato Ustica con Palermo.La nave è rimasta ancorata al porto di Palermo

Preparazione forno a legna


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Ragazzo intento a “sarciri” le reti


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Matrimonio


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Interessante foto . Sfido a localizzare il punto dove e’ stata scattata la foto e perche’ e’ stata scattata li .

Agostino Caserta

AREE MARINE PROTETTE: Legambiente scrive a FINI


[ id=3126 w=320 h=240 float=left] Aree marine protette: lettera aperta di Legambiente al Presidente della Camera Gianfranco Fini

Roma, 8 luglio 2010

Egregio Presidente, mi permetta di rivolgerLe, anche a nome dell’associazione, le più vive felicitazioni per il conseguimento del Tridente d’Oro, il prestigioso riconoscimento che l’Accademia internazionale di attività e scienze subacquee di Ustica Le ha voluto assegnare quest’anno e che Le sarà consegnato venerdì prossimo ad Anzio. Si tratta di un premio importante che, aldilà delle sterili polemiche sulla presunta carenza di requisiti tecnici o scientifici, a nostro avviso dovrebbe andare a chi, proprio come Lei, dimostra una passione sana per il mare, ben oltre le singole competenze e le proprie specificità.

Conosco bene buona parte dei membri della Commissione, persone serie, competenti e appassionate che hanno a cuore la salute del nostro mare e la tutela dei suoi fondali. Per anni hanno lavorato, insieme alla comunità isolana, per fare di Ustica la prestigiosa capitale della subacquea in Italia e nel Mediterraneo.

E proprio a questo proposito vorrei cogliere l’occasione per rappresentarLe la situazione dell’area marina protetta di Ustica e, più in generale, del sistema delle aree marine protette italiane. Dal marzo del 2003 l’area marina protetta della piccola isola siciliana è priva di un ente gestore, da quando l’allora ministro Matteoli decise di revocare la gestione al Comune di Ustica e affidarla, provvisoriamente, alla Capitaneria di porto di Palermo. Da allora sono passati più di sette anni, si sono avvicendati ben tre ministri, di diverse maggioranze, e alcuni sindaci, presidenti di Regione e di Provincia, ma non si è più riusciti a restituire “normalità” a quel territorio, ad individuare un soggetto gestore vero e proprio che, fermo restando i compiti di sorveglianza della Capitaneria di porto, assicurasse il buon funzionamento dell’area marina protetta e delle sue strutture. Le vasche dell’acquario sono state svuotate, il centro visite non esiste più e il prestigio e il ruolo di Ustica, un tempo punta avanzata del sistema delle aree marine protette italiane, sono andati inevitabilmente declinando.

Parallelamente, tutto il sistema delle aree marine protette italiane sta attraversando in questi anni un periodo difficile. Si tratta del territorio costiero probabilmente più pregiato del Mediterraneo, che ha saputo coniugare eccellenti risultati di tutela della biodiversità con buone pratiche di gestione che hanno saputo assicurare una corretta fruizione anche ai grandi numeri del turismo di massa. Oggi nelle aree marine protette italiane si possono fare più cose e meglio di quante se ne possano fare dove il mare non è protetto: basti pensare che il record delle immersioni nel nostro Paese si registra proprio nell’area marina protetta di Portofino dove ogni anno si totalizzano ben 70.000 tuffi. Sono ben 30 le aree marine protette italiane che gestiscono territori famosi come il promontorio di Portofino o la costiera sorrentina e località che invece hanno conosciuto la notorietà e si sono affermate proprio grazie alla creazione delle aree marine protette.

In tante realtà la corretta gestione dell’ambiente è diventata concreta occasione e di sviluppo, possibilità di futuro per territori altrimenti condannati alla marginalità e al degrado. In altre situazioni invece la mancata istituzione dell’area marina protetta obbliga luoghi importanti a un presente fatto solo di vincoli e divieti e non di opportunità: è il caso dell’Arcipelago Toscano, ove in cinque delle sette isole persistono le misure di tutela a mare, in gran parte addirittura antecedenti all’istituzione del Parco nazionale nel 1996, provvisorie ma che il Parco non può normare fino all’istituzione dell’Amp; un’area cui Lei è molto legato e dove ha potuto verificare in prima persona queste incongruenze.

Ebbene, l’intero sistema delle trenta aree marine protette è finanziato dallo Stato italiano con appena 6 milioni di euro, questo enorme patrimonio di biodiversità e di buone pratiche gestionali sopravvive con una cifra francamente irrisoria se paragonata al volume di economia che questi fondi riescono ad attivare. La Francia, solo per citare i nostri cugini d’Oltralpe, destina la stessa cifra solo per un parco regionale, sia pur importante e ampio come quello della Corsica.

Al di là della questione cruciale del finanziamento, comunque, l’intero sistema delle aree marine protette attende da decenni un serio riordino normativo che nessun Governo e nessun Ministro è stato finora capace di realizzare.

Sono certo che queste considerazioni incontreranno la Sua sensibilità e saprà trovare opportunità per restituire occasioni di futuro e dignità al settore delle aree marine protette italiane.

Nel rinnovarLe le congratulazioni per il riconoscimento, mi è gradita l’occasione per esprimerLe i miei più distinti saluti.

Sebastiano Venneri – Vice Presidente Legambiente

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