Ustica sape

Paese visto dalle Case Vecchie


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Calcio: vecchie glorie


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Dalla California Agostino Caserta

Altra formidabile foto vecchieglorie degli anni ’40 scattata nel primo vero campo di calcio di Ustica, situato accanto la vecchia Infermieria ( per i confinati ), oggi trasformata in appartamenti, accanto l’Isolotto. Durante la guerra giocavano con i militari e dopo, contro gli Inglesi. In campo due formazioni locali con pantaloncini di fortuna ma sorprendentemente, per quei tempi, indossano magliettine uniformi.

Da sinistra all’impiedi Masino Martucci ( detto Tom ), Mario Cimenti, Franco Bertucci ( usa ), Camillo Padovani ( guercio ), Litterio Maggiore, Gianni Salerno (seminascosto), Pietro Ventrice ( Pitrine’, usa).

In basso da sinistra un portiere che non riconosco, addirittura con ginocchiera e guanti, Vittorio Consorte, Benito Pellerito, Roberto Patricolo ( cicala ), Gateano Caminita e disteso nella posa classica dei portieri di quei tempi Totuccio Caserta ( verro ).

 

Ustica: Centro Paese


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Zona ex case vecchie


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Ustica Centro


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USTICA – Il Borgo delle Case Vecchie


[ id=9737 w=320 h=240 float=left] Breve  storia tratto da “Ustica – Itinerari attraverso il paesaggio, le popolazioni e l’architettura di un’isola unica”, Maria Grazia Barraco, 2007.

– L’insediamento delle Case Vecchie nacque probabilmente in epoca romana come fattoria; trasformato, intorno al 1200, in monastero cistercense con una Chiesa, fu utilizzato come prima abitazione dai coloni a metà del 1700.

Venne in parte abbandonato e destinato esclusivamente a ricovero per animali tra il 1800 e il 1900 e infine riscoperto come sito residenziale a partire dagli anni ’70 per le sue particolari caratteristiche storiche, architettoniche e ambientali.

Il ritrovamento sporadico di frammenti di ceramica conferma la sua frequentazione nella Media Età del Bronzo. La maggiore quantità di reperti rinvenuti è costituita da ceramica del V-VI sec. d.C., della stessa epoca della necropoli tardo romana della Falconiera, quando l’isola era intensamente coltivata.

Fonti medievali confermano la presenza di un cenobio di monaci e di una numerosa comunità di agricoltori. Il Cenobio cistercense sorse probabilmente verso la metà del secolo XII. Nel 1219 Urso Vescovo della Chiesa di Girgenti dà notizia di una cittadella e di un monastero; nel 1257 Papa Alessandro IV con una Bolla del 6 novembre ratifica l’accorpamento del Monastero di Santa Maria di Ustica all’Abbazia Cistercense di Casamari; nel 1273 Guidone, Vescovo di Agrigento, cita il Monastero di Ustica ed ancora nel 1313 con una Bolla di Papa Clemente V viene concesso all’Arcivescovo di Palermo il dominio spirituale dell’Isola di Ustica e del Monastero di Santa Maria.

L’insediamento, anche nella locazione, manifesta la sua collocazione temporale: è a breve distanza dal migliore approdo dell’isola; dalla sua posizione controlla la piana di Tramontana a nord e gran parte del versante sud; è nelle vicinanze delle vette più alte dell’Isola: Falconiera (rifugio fortificato) e Monte Guardia del Turco e, soprattutto, non è visibile dal mare da qualunque direzione si arrivi, elemento essenziale per la sicurezza degli abitanti fino a quando, nel 1763, le fortificazioni e una guarnigione di militari furono posti a loro difesa.

La presenza dei corsari in tutto il Mediterraneo e le frequenti incursioni nell’isola indussero presumibilmente intorno al XIV secolo i monaci ad abbandonare il convento e l’isola rimase disabitata per lungo tempo, tanto che, nella metà del Settecento, il Dizionario Topografico della Sicilia di Vito Amico, registra Ustica come “insula nostra aetate deserta”.

Ancora oggi, nel Borgo delle Case Vecchie, è visibile la Chiesa del monastero, che la memoria locale individua nel piccolo edificio che si affaccia lungo la strada vicinale del Bosco, con pianta rettangolare, muratura a conci di tufo e copertura a doppia falda.

Il Monastero cistercense abbandonato dai monaci fu riusato dai coloni provenienti da Lipari che, a metà Settecento, a seguito di un bando borbonico, colonizzarono l’isola e che, in attesa che si costruisse il nuovo paese, adattarono alle loro esigenze e riprogettarono i ruderi del convento trasmettendo al sito la propria cultura architettonica che rivela nell’utilizzo di cortili interni, di percorsi ad imbuto, di riseghe, di non ortogonalità, le tracce di un impianto urbanistico di matrice islamica.

Quando i coloni si trasferirono nelle nuove case del paese (edificato a partire dal 1760) le Case Vecchie vennero ancora usate come stalle e fienili. Oggi, restaurate, sono diventate case di vacanza o di residenza.

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In questo luogo sono in vendita alcuni lotti con progetto approvato, elaborati nel completo rispetto del paesaggio e della storia del Borgo. Si tratta di cinque unità, tutte sviluppate su due livelli, le cui cubature variano dai 40 ai 76 mq. circa. Due unità più piccole si affacciano sui vicoli; una terza ha un terrazzo con vista mare e le due più grandi, oltre al terrazzo, possiedono anche un piccolo giardino. I lotti sono accorpabili. La peculiarità delle case è che godono della frescura della campagna pur stando a 5 minuti dalla piazza;la visuale è spettacolare perché abbraccia l’arco che parte dalla Falconiera e arriva alla Torre Santa Maria.

Per ulteriori informazioni contattare il numero (39) 333 3601093.

 

Comune, case vecchie e zona 167


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Calcio: Vecchie glorie


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COMMENTO:

Dalla California Agostino Caserta

Bellissima foto. Incontro di calcio forse contro gli inglesi. Il campo era quello dell’infermeria (vicino l’isolotto) ed era segnato con calce abbastanza bene. Sullo sfondo il Mulino, a sinistra si nota pubblico vicino l’entrata del campo, mi ricordo a fine anni ’50 si pagava il biglietto. Gli unici che riconosco sono Ugo Bertacci primo da sinistra all’impiedi, Masino Martucci giocatore sesto da sinistra, e Aurelio Caserta per il resto si deve chiedere a Camillo. Ai miei tempi (anni 60-70) era un po’ un’impresa avere le divise per tutti ma in questa foto anni 1940 erano attrezzati gia’ abbastanza bene non con divise “made in Cina” ma fatte in casa: “la necessita’ aguzza l’ingegno”.

Arrivo ad Ustica


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Calcio: Vecchie glorie


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COMMENTO:

Da Palermo Giovanni Martucci

Caro Nuccio,nei momenti in cui leggo i tuoi interventi,devo confessarti che provo grande piacere,poiché ti sento come se fossi davanti a me.Mi compiaccio per avere riconosciuto nella fotografia”Vecchie Glorie” la maggior parte dei personaggi. Hai però dimenticato Pierino Bertucci posizionato tra il signore col cappello e suo fratello Franco detto” Bicchierino” e, soprattutto, il bambino accanto a Masino Martucci.Quello sono io all’età di due anni. Sei giustificato perché hai qualche anno in meno di me e, forse,nell’anno in cui é stata scattata la foto(1945), non eri ancora nato. Neanche io sono riuscito a riconoscere, iniziando da sinistra, il quinto ed il settimo personaggio con cappello e tra gli accosciati,il primo e l’ultimo con la fascia in testa.Forse erano forestieri.L’unico a poterli riconoscere potrebbe essere Camillo. Nuccio, ci vedremo quest’anno a Ustica ? Mi auguro di si. Un abbraccio affettuoso

Giovanni

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Dalla California Agostino Caserta

Foto davvero storica quando il Campo era attaccato all’odierna Caserma Carabinieri (fino al 1950). Di seguito ci fu un periodo buio per il calcio usticese: niente campo fino al 1958, si giocava in piazza o dentro il gorgo di fronte a Guido Alessandri. Il successivo campo per alcuni anni e fino a circa il 1962 fu in uno spezzone di terreno di fronte l’attuale “Schiticchio”, dopo di che subentrò il campo al “Mulino a Vento”, un po’ a sud rispetto a quello attuale, ancora esistente, in terreni donati da Padre Carmelo e dalla zia Clelia Ailara e che fu teatro di infinite scontri calcistici in campionati interni fra “Azione Cattolica” e “Marinai”, “contadini” e “chiazzaioli”. La selezione dei migliori di queste quattro squadre, quando incontravano squadre titolate provenienti dalla “terra ferma”, non perdeva mai!

Quelli che non riconosco non sono usticesi: – da sinistra all’impiedi Vittorio Consorte, Pitrine’ Vetrice, Guido Alessandri, Andrea Caserta, il carissimo Prof Biagio Patti, Camillo Padovani, Gianni Salerno, Franco Bertucci, Aurelio Caserta.
In basso Masino Martucci, che giocò con noi ragazzini fino a 50 anni e oltre, e Vincenzino Salafia, portiere, eterno burlone, diceva ai ragazzini che la sua difesa era cosi forte che lui in porta “era sulu pi numeru duranti a partita s’assittava cumu un pascia’ e si liggia u giurnali”.

Nucci

Calcio: vecchie glorie


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Vecchie Glorie


Vecchie glorie: Da Sx Giovanni Salerno, Pitrinè Ventrice, Franco Bertucci, Camillo Padovani, ??

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Calcio: Vecchie Glorie


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Vecchie glorie anni ’60


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COMMENTI:

Dalla California Agostino Caserta

Prof. Angelo Longo ,questa e’ una bella foto fra le squadre di Calcio dell’UNLA ( Unione Nazionale Lotta Analfabetismo ) di cui parlavi, con orgoglio, nell’intervento sulla morte del caro Egidio Licciardi ed  una squadra di non usticesi militari di stanza ad Ustica . Il campo era vicino il vecchio Campo di Bocce ( di fronte il ristorante Schiticchio ). Le difese a quei tempi giocavano con il “metodo ” , cioe’ i terzini rinviavano la palla lunghissima, e al volo, al primo contatto senza preoccuparsi di imbastire un’azione . Ci sono quasi tutti , Bruno ,Tu , Il nostro grande Camillo , Nino meo , Pino Salerno ,Sorce e Mario eterno arbitro per diverse decadi .

Nuccio

Come eravamo…


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Partita di Calcio


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Recupero Centro Storico

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Centro Storico


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Vecchie Glorie


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“Vecchie Glorie”


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