“U scrusciu du mari”, regia di Riccardo Cannella, è stato proiettato in prima assoluta lo scorso 17 gennaio al “Rouge et Noir”, a Palermo.
Il film non è un’opera prima ma certamente è la prima della maturità del giovane regista, figlio dell’isola più isolata della Sicilia, Ustica.
Opera intimista, autobiografica come lo è sempre un’opera d’arte che non è mai figlia del caso ma del vissuto dell’Autore. Il numeroso pubblico usticese presente in sala avrà senz’altro visto scorrere davanti ai suoi occhi personaggi ed accadimenti conosciuti e vissuti.
Il ritorno, nella maturità intellettuale, del protagonista alla immediatezza della gioventù in un angolo di paradiso, in cui i dolori e le angosce della vita hanno una dimensione naturalistica è tale da convincere chiunque di rivedere qualche “passaggio” del proprio personale percorso di vita.
D’altronde l’Arte è tale se riesce a fermare un pezzo di realtà e renderla universale, fruibili da tutti, ad ogni latitudine ed in ogni epoca.
“U scrusciu du mari”ha un suono che ciascuno di noi, in questo o quel momento della sua vita ha ascoltato, con rimpianto e nostalgia.
Quello che ci auguriamo, per noi e per gli usticesi, è che questo di Riccardo Cannella sia uno dei contributi alla rinascita dell’isola di Ustica.
Sant’Agostino scriveva che la Speranza ha due figli: l’Indignazione ed il Coraggio, necessari entrambi per cambiare le cose che non ci piacciono.
L’Indignazione, necessaria per renderci conto di ciò che non ci piace e che non vogliamo ed il Coraggio per avere la forza e la determinazione necessarie per cambiare le cose che non ci piacciono.
L’Arte- tutta l’Arte- questi figli della Speranza li alleva e li fa crescere bene. Rispettosi degli altri ma fermamente decisi a compiere tutto ciò che è necessario per spezzare il cerchio di ferro che costringe gli uomini di buona volontà alla succube ed ordinaria indifferenza.
Bravo Riccardo.
Francesco Menallo