Ustica sape

Ustica, flop delle bici elettriche: non funzionano


 

Il gestore: su 40 mezzi 25 sempre guasti. Il progetto promosso dalla Provincia era costato 200 mila euro

ustica-bici-elettricheUSTICA. I mezzi elettrici per spostarsi nell’isola restano un tabù. Un tempo lo scandalo scoppiò per i motocicli elettrici. Ci furono inchieste in procura e si pronunciarono anche i giudici contabili. Adesso la nuova bufera è divampata per le bici elettriche. Il nuovo progetto salutato dall’allora giunta Avanti come un modello rivoluzionario per consentire ai turisti di raggiungere le spiagge a bordo di mezzi ecologici. Peccato che queste biciclette non hanno mai funzionato come dovevano e adesso nell’isola, dopo un appalto e un regolare bando di gara, di quel servizio non c’è più traccia. Le rastrelliere restano vuote e le stazioni per ricaricare i mezzi in certi casi non sono entrate in azione.

«È stata un’estate molto complicata – spiega Luca Badagliacco che si era aggiudicato il servizio – Di quaranta bici almeno 25 non hanno mai funzionato come si deve. Poi alcune stazioni come quelle fondamentali allo Spalmatore non sono entrate in servizio. I turisti si lamentavano molto poiché tutto il sistema era controllato da un computer remoto che non dava l’impulso per sganciare il veicolo. Quindi molto spesso toccava a me andare a liberare la bici dalla rastrelliera. Ho più volte chiamato la ditta, la Provincia e l’ingegnere Francesco Trapani che ha curato l’appalto, ma non si è mai riusciti a risolvere il problema».

Fonte: Giornale di Sicilia
di Ignazio Marchese — 05 Novembre 2014

Una risposta

  1. Per fare chiarezza riguardo all’articolo sulle bici elettriche, pubblicato sul Giornale di Sicilia il 5/11/2014 e ripreso successivamente da “ustica sape”, che dà la sensazione di uno spreco di denaro pubblico per il fallimento di un progetto che, come quello dei bus elettrici e dei motocicli elettrici, resterebbe al palo, mi sento in dovere, in qualità di ex Capo Area della viabilità della Provincia Regionale di Palermo (in pensione ormai da un anno), di fare alcune considerazioni.
    Bisogna premettere che la scorsa estate ha visto “scorazzare” un gran numero di turisti in giro per l’isola che utilizzavano un mezzo di trasporto ad emissione zero in un contesto di bellezza naturalistica che, sicuramente, richiede ulteriori sforzi in questa direzione.
    Credo che quanto detto possa essere confermato facilmente sia dai residenti che da quanti abbiano frequentato l’isola la scorsa stagione.
    Questo fa pensare che chi scrive l’articolo non è stato bene informato sui numeri, perché affermare che venticinque bici su quaranta bici elettriche non erano funzionanti, contrasta molto con la realtà in quanto: innanzitutto, le bici a pedalata assistita sono trenta e non quaranta, poiché dieci bici sono senza pedalata assistita; in secondo luogo, vi è stato un gran movimento di bici elettriche che lo scrivente ha potuto constatare di persona per tutto il periodo estivo, confermato dal notevole numero di tessere emesse dall’attuale gestore e dalle congratulazioni per il servizio offerto ricevute per strada dai fruitori.
    E’ pur vero che la “stazione faro” non ha funzionato per problemi derivanti, non dal cattivo funzionamento dell’impianto, ma esclusivamente dalla scarsa qualità del segnale telefonico. Tutto ciò nonostante il direttore dei lavori abbia in tal senso profuso notevoli sforzi, fino alla stipula di un ulteriore contratto “ad hoc” con la telecom che avrebbe dovuto rafforzare il segnale telefonico del posto.
    Inoltre, il mancato funzionamento di una stazione sulle quattro realizzate non sembra, da quanto osservato e dal numero di tessere vendute, avere inficiato la validità del progetto e la sua funzionalità. Aggiungo che, come ben sa l’attuale gestore, il direttore dei lavori sta ancora lavorando per cercare di migliorare la ricezione del segnale al Faro.
    Per ulteriore chiarezza, occorre ricordare che il controllo degli impianti, la supervisione degli stessi e la manutenzione ordinaria dei mezzi è competenza esclusiva, per contratto, al soggetto gestore, così come la garanzia di continuità del funzionamento degli stalli per tutto l’anno.
    Dalla foto che ustica sape ha pubblicato a corredo dell’articolo si vedono gli stalli vuoti, contrariamente a quanto stabilito nel contratto, che prevede che i cittadini, residenti e non, possano usufruire del servizio tutto l’anno. Pertanto, l’abbandono degli impianti è un grave venire meno agli obblighi contrattuali da parte del gestore, ed è causa del commento riportato nell’articolo del Giornale di Sicilia “di quel servizio non c’è più traccia”.
    Questi chiarimenti sarebbero sicuramente stati forniti con maggiore dovizia di particolari dagli uffici della Provincia o dall’Ing. Trapani, che ha curato l’appalto, se fossero stati contattati prima di pubblicare l’articolo.
    Ringrazio in ogni caso Ustica sape per aver ospitato il mio commento, dandomi l’opportunità di fare chiarezza.

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