[ id=16931 w=320 h=240 float=left] “A BARONESSA”: UNA DONNA , UN’IMMAGINE, UN SIMBOLO, SINDACO DI USTICA ANNI ’50’
Una donna non bella ma ricca di fascino, di volitività, intraprendenza, un’antesignana!
In anni difficili, siamo nel primo dopoguerra, riusciva a farsi aprire ogni porta, a farsi ricevere da tutti i politici o funzionari per chiedere per la Sua Ustica.
Quando le Sue argomentazioni non ottenevano gli effetti sperati, Ella usava la sua arma segreta: lacrime copiose e…ogni difficoltà veniva superata!
Avevo profonda stima e affetto per DONN’ANNA. Ella era Amica, da sempre, di mia Mamma.
I Giovani partecipavamo alle proteste spontanee e a quell’epoca il problema che piu’ ci affliggeva era il permanere del CONFINO a Ustica.
Esso, per tanti anni bui e tristi, fu fonte di sostentamento per la popolazione sia materiale che culturale (vedi presenza di tanti personaggi della politica e della cultura) ma vivevamo in stato di liberta’ quasi vigilata. Una volta fummo obbligati a non disputare la partitella a calcio domenicale perche’ per motivi di sicurezza per le forze dell’ordine ( erano in difficolta’ anch’esse) era piu’ facile fermare noi che i confinati. Devo al COMPIANTO AMICO GIANNI SALERNO, per avermi bloccato davanti all’uscio di casa e successivamente chiudendomi in casa per impedire una mia reazione contro le forze dell’ordine.
Quando quei quattro “studentelli” di allora tornavamo a casa per le vacanze pasquali e natalizie, con traversate da tragedia, allo sbarco dovevamo mostrare i documenti. Una volta mi sono ribellato perche’ costretto a mostrare i documenti per poter sbarcare nella mia ISOLA e anche quella volta trovai un Santo Protettore, NINO NAVA, che bonariamente mi diede un colpetto sulla spalla dicendomi: “giovanotto vai a casa e salutami la Mamma, della quale ho grande stima…” Sono piccoli ricordi dedicati ai giovani per far capire come fosse difficile la vita ai tempi!
Un pensiero voglio dedicarlo nella circostanza anche al marito della baronessa ANTONIO FAVALORO. NINO per la moglie sempre pronto ad assisterLa .
NINO ERA SEMPRE DISPONIBILE, PERFETTO SEGRETARIO, DUTTILE ED EFFICACE NEL DISBRIGO DELLE PRATICHE RIGUARDANTI IL COMUNE.
Voglio chiudere con un simpatico aneddoto, a completamento della personalita’ di DONN’ANNA.
Durante un’infocata assemblea cittadina ad un certo punto la Baronesse irritata per le pressanti richieste di un cittadino che non voleva sentire ragioni ebbe a dire..: ” possibile che non vuoi capire… SANTU DIAVULUNI ? IL compitissimo segretario dell’epoca dott. PINTO esterrefatto ebbe a dire. ..MA baronessa!!! E LEI DI BOTTO: E CAZZO QUANNU CI VOLI CI VOLI!!!
QUESTA ERA ANNA NOTARBARTOLO FAVALORO.
Angelo Longo
PS: VISITANDO IL CIMITERO, OTTIMAMENTE CURATO, GUARDANDO COME DI CONSUETO L’INTERNO DELLA CAPPELLA FAVALORO HO NOTATO UN NOTEVOLE STATO DI DEGRADO. CREDO CHE AVREMMO IL DOVERE DI INTERVENIRE. SAREI GRATO A CHI MI FACESSE SAPERE CHI HA IN CONSEGNA LE CHIAVI
AL
Sindaco Anna Notarbartolo: “A Baronessa”
[ id=16931 w=320 h=240 float=left] “A BARONESSA”: UNA DONNA , UN’IMMAGINE, UN SIMBOLO, SINDACO DI USTICA ANNI ’50’
Una donna non bella ma ricca di fascino, di volitività, intraprendenza, un’antesignana!
In anni difficili, siamo nel primo dopoguerra, riusciva a farsi aprire ogni porta, a farsi ricevere da tutti i politici o funzionari per chiedere per la Sua Ustica.
Quando le Sue argomentazioni non ottenevano gli effetti sperati, Ella usava la sua arma segreta: lacrime copiose e…ogni difficoltà veniva superata!
Avevo profonda stima e affetto per DONN’ANNA. Ella era Amica, da sempre, di mia Mamma.
I Giovani partecipavamo alle proteste spontanee e a quell’epoca il problema che piu’ ci affliggeva era il permanere del CONFINO a Ustica.
Esso, per tanti anni bui e tristi, fu fonte di sostentamento per la popolazione sia materiale che culturale (vedi presenza di tanti personaggi della politica e della cultura) ma vivevamo in stato di liberta’ quasi vigilata. Una volta fummo obbligati a non disputare la partitella a calcio domenicale perche’ per motivi di sicurezza per le forze dell’ordine ( erano in difficolta’ anch’esse) era piu’ facile fermare noi che i confinati. Devo al COMPIANTO AMICO GIANNI SALERNO, per avermi bloccato davanti all’uscio di casa e successivamente chiudendomi in casa per impedire una mia reazione contro le forze dell’ordine.
Quando quei quattro “studentelli” di allora tornavamo a casa per le vacanze pasquali e natalizie, con traversate da tragedia, allo sbarco dovevamo mostrare i documenti. Una volta mi sono ribellato perche’ costretto a mostrare i documenti per poter sbarcare nella mia ISOLA e anche quella volta trovai un Santo Protettore, NINO NAVA, che bonariamente mi diede un colpetto sulla spalla dicendomi: “giovanotto vai a casa e salutami la Mamma, della quale ho grande stima…” Sono piccoli ricordi dedicati ai giovani per far capire come fosse difficile la vita ai tempi!
Un pensiero voglio dedicarlo nella circostanza anche al marito della baronessa ANTONIO FAVALORO. NINO per la moglie sempre pronto ad assisterLa .
NINO ERA SEMPRE DISPONIBILE, PERFETTO SEGRETARIO, DUTTILE ED EFFICACE NEL DISBRIGO DELLE PRATICHE RIGUARDANTI IL COMUNE.
Voglio chiudere con un simpatico aneddoto, a completamento della personalita’ di DONN’ANNA.
Durante un’infocata assemblea cittadina ad un certo punto la Baronesse irritata per le pressanti richieste di un cittadino che non voleva sentire ragioni ebbe a dire..: ” possibile che non vuoi capire… SANTU DIAVULUNI ? IL compitissimo segretario dell’epoca dott. PINTO esterrefatto ebbe a dire. ..MA baronessa!!! E LEI DI BOTTO: E CAZZO QUANNU CI VOLI CI VOLI!!!
QUESTA ERA ANNA NOTARBARTOLO FAVALORO.
Angelo Longo
PS: VISITANDO IL CIMITERO, OTTIMAMENTE CURATO, GUARDANDO COME DI CONSUETO L’INTERNO DELLA CAPPELLA FAVALORO HO NOTATO UN NOTEVOLE STATO DI DEGRADO. CREDO CHE AVREMMO IL DOVERE DI INTERVENIRE. SAREI GRATO A CHI MI FACESSE SAPERE CHI HA IN CONSEGNA LE CHIAVI
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