I grandi legumi siciliani e le storie dei loro produttori, protagonisti di una cena-evento insieme a grandi vini dal resto d’Italia.
Il ristorante “Raricella” in collaborazione con Cronache di Gusto propone per giovedì 22 marzo un viaggio immaginario alla scoperta delle migliori produzioni di legumi: dalla ‘fava larga’ di Leonforte al ‘fagiolo badda’ di Polizzi fino alle lenticchie di Ustica.
Il menù della serata prevede: entrée di panelle con farina di ceci neri (Dubl Brut – Feudi di San Gregorio), macco di Fave di Leonforte (Valle d’Aosta Chardonnay Cuvée Bois – Les Cretes), zuppa di Fagioli Badda con pasta fresca e finocchietto selvatico (Sangiovese di Romagna Superiore “Il Sangiovese” – Noelia Ricci), lenticchie di Ustica con e senza cotenna (Chianti Classico Fonterutoli – Castello di Fonterutoli), tortino di Cioccolato con cuore fondente caldo (Barolo Chinato – Borgogno).
Ristorante Gourmet “Raricella”
Via Nazionale 6 – 90036 Villabate (Pa)
Fonte: Balarm.it
«Per esaltare i prodotti preziosi della nostra terra, il segreto sta nel riuscire a mettere nel piatto un’armonia di sapori e non importa se a volte si tratta di ingredienti in apparenza “poveri” come possono essere le lenticchie o l’aglio»: a parlare, a Taormina Gourmet, durante lo showcooking dedicato alle lenticchie di Ustica e ad altri tesori dei presídi Slow Food siciliani è stata Lina Castorina, cuoca dell’Osteria i 4 Archi di Milo in provincia di Catania.
Per l’occasione Lina, che fa parte dell’Alleanza dei cuochi, ha preparato uno dei cavalli di battaglia del suo locale: la zuppa di lenticchie. «I legumi di Ustica – spiega – coltivati vicino al mare e su una terra vulcanica hanno un gusto particolare e sono molto ricercati, anche perché la resa per ettaro di terreno rispetto alle lenticchie di altri luoghi è molto bassa. Nella mia zuppa uso anche prodotti di altri presidi, come la cipolla di Castrofilippo e l’aglio rosso di Nubia».
Per preparare la zuppa il primo passo è fare il soffritto: «Alla base c’è la cipolla cui si aggiungono gli altri ingredienti, un po’ di sedano, un po’ di carota, e anche un po’ di patata per dare cremosità al piatto. Poi uno spicchio di aglio che dà sapore e fa bene, quindi si aggiungono le lenticchie che si fanno cuocere per un’ora. In questa stagione si può arricchire il piatto con i funghi porcini e aromatizzarlo con il rosmarino».
Il risultato è una zuppa di grande freschezza che fa venir voglia di andare a Milo ad assaggiare gli altri piatti della Castorina, dalla caponata di melanzane ai maccheroni al sugo di suino nero, senza dimenticare lo «stocco» alla messinese.
ROCCO MOLITERNI
Fonte: La Stampa cucina
Pubblicato il 12/11/2017
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Da Carpi Lorena Viperli
Me la sogno anche di notte……. una volta ne ho mangiato 4 piatti ….credevo di.scoppiare….ma era talmente buona……..!!!
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COMMENTO
Dalla California Marlene Robershaw Manfrè
io recordo questa foto, io sono stata ad Ustica nel 2012, Marlene Robershaw, Manfre
Ho preparato il tuo letto, con cura e fatica per farti rinascere, (riferito alle varie lavorazioni del letto di semina).
Ti ho adagiata con cura sulla terra, lasciando che un manto di terra soffice ti facesse crescere senza sforzi, (semina).
Ti ho curata spezzandomi la schiena, mi sono svegliato con te e con te sono andato a dormire, ( sarchiatura).
Con l’arrivo della primavera, ho sperato e mi sono rivolto a Dio, affinché tu potessi superare questa fase per te molto delicata, ( attacchi fungini).
Ti ho raccolta quando ancora il sole doveva spuntare, ancora speranze ed echi dei miei pensieri mi hanno fatto compagnia, (raccolta).
Infine ho chiesto aiuto al sole ed al vento, affinché potessi separarti da quella che è stata casa tua. (sgranatura).
E sotto le mie mani sei rinata a nuova vita.
Pasquale Palmisano