Ustica sape

Ustica: Processione Venerdì Santo – 22-04-2011


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COMMEMTI:

Da Montecosaro (MC) Mariangela Militello

Sempre una forte emozione Pietro…..La Via Calvario era la mia “residenza” estiva…Ricordo che da bambina avevo timore arrivare fino in cima alla via…Nella mia immaginazione ero convinta che quello fosse il luogo in cui Gesù era stato crocefisso ……Però sapevo che Lui ci proteggeva dal fondo di quella strada…

Pasqua 24-04-2011: Incontro – 2° Gruppo


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COMMENTO:

Dalla California Agostino Caserta

Belle foto con camera ad ampio raggio e molto nitide. Sembra di essere presenti. Dalla webcam la mattinata non prometteva tanto bene, si presentava nuvolosa e umida ma dopo forse si e’ messo di mezzo S.Pasquale ( dal latino Paschalis, cioe’ associato con la Pasqua e protettore della fertilita’, ricchezza, abbondanza e tempo atmosferico) ) e la giornata, come da tradizione, e’ uscita bene. Una volta fatti fuori “Ova ri Pasqua” e “Pupu cull’ova” domani sara’ il turno di “pani e tumazzu” come stuzzichino, pasta al forno all’usticese, bistecche impanate e vino riserva. E’ chiaro : se si vuole perderne un po’ ( di peso ) prima lo si deve guadagnare…..

Nuccio

Rappresentazione Passione Gesù in California


Venerdì Santo – Rappresentazione Passione Gesù a Rancho Mirage in California – Chiesa del Sacro Cuore

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Benedizione delle Palme


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Tavola di San Giuseppe a Mandeville (LA) – Tradizione di Famiglia Siciliana


Per la traduzione in italiano cliccare la bandiera italiana in alto a destra

After Hurricane Katrina many people from New Orleans re-evaluated what really matters in life. While I enjoyed my material possessions – my faith, family and traditions\heritage are what I value most. Mardi Gras, jazz music, and the regions great food would all return but lesser known New Orleans traditions may be washed away by the storm. Once vibrant traditions like the Saint Joseph Altars and Mardi Gras Indians might both become historical pre-Katrina events, a new generation would need to step up to carry on.

You could say it was a calling when I moved the small Saint Joseph Altar from my home into a much bigger public altar at my jewelry store. In New Orleans it wasn’t enough anymore to celebrate a tradition with just close family and friends especially a Saint Joseph Altar that should be a community celebration.

Growing-up I thought everyone had a little Italian in them… in New Orleans that is close to the truth, by 1910 nearly eighty-percent of the people living in the French Quarter were from Italy (most Sicilian). Today there are over 200,000 people in the region of Italian descent. The Saint Joseph Altars I visited (as a little girl) were full of symbolic religious items (a bit formal and serious)… I remember being told not to touch anything on the beautiful altar and especially not to eat anything.

My father a jazz musician played for Louie Prima for several years, his father (my grandfather) came to New Orleans from Contessa Entellina, Sicily… of course our home was filled of music and pasta every Sundays. If I was going to do an Altar it was going present to the community best of my Italian heritage (food, music, warmth) and be in the true spirit of Saint Joseph be open to everyone.

I am so pleased the way the altar has grown each year the food, singing, and the diversity of the people that attend make for a wonderful community celebration. A unique tradition that withstood the destructive forces of Hurricane Katrina; a tradition with a renewed spirit that lives in the hearts of a community called New Orleans.

The annual Saint Joseph Altar at Anne Dale’s jewelry store continues a Catholic Italian New Orleans tradition while honoring our family’s ancestry of Ferrara, Catanese, Maestri and Labadini names.

Anne Ferrara Dale

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Party al Gatehouse of the Lakes – Mandeville (LA) (2)


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Party al Gatehouse of the Lakes – Mandeville (LA) (3)


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Party al Gatehouse of the Lakes – Mandeville (LA) (4)


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Party al Gatehouse of the Lakes – Mandeville (LA) (5)


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Momento di Preghiera ad Ustica

Un momento di preghiera, celebrato dal parroco, padre Laro Vattuone, ha avuto luogo ieri sera ad Ustica presso la Parrocchia san Ferdinando Re, in ricordo, come desiderato da Sua Santità il Santo Padre Bendetto XVI, delle migliaia di vittime della Chiesa Cattolica nel mondo.

Ricordiamo che solo lo scorso 1 novembre un commando armato ha assaltato al tramonto una chiesa di rito cattolico orientale nel cuore della capitale irachena, durante la Santa Messa domenicale, prendendo in ostaggio per alcune ore una cinquantina di fedeli e due sacerdoti. Le forze di sicurezza hanno fatto irruzione nella chiesa Saiydat al Nayat (Nostra Signora del perpetuo soccorso) neutralizzando i terroristi. Sono 52 (secondo la Bbc) gli ostaggi morti nel blitz delle forze speciali nella chiesa di Baghdad in cui un commando di Al Qaeda aveva sequestrato i fedeli che assistevano alla messa. Più recentemente ricordiamo i fedeli cristiani trucidati in Chiesa durante gli scontri per il rovesciamento del regime egiziano. Ma questi episodi sono solo la punta di un iceberg se paragonati alle vittime in oriente ( Cina, India Indonesia) ed in Africa.

Anche l’amministrazione comunale ha ritenuto doveroso manifestare la propria presenza.

 


San Giuseppe ad Ustica: La Tavola ed a “Tuppuliata” (ultime 19 foto)


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Gemellaggio San Giuseppe Jato – Assisi


Il Sindaco di Ustica ha preso parte oggi, presso la Chiesa Madre di San Giuseppe Jato, alla manifestazione con la quale si è sancito il gemellaggio, il ” patto” di amicizia, fratellanza e legalità, tra il Comune di San Giuseppe Jato e la Basilica di Assisi. Alla manifestazione, preceduta dalla solenne Santa Messa, erano ovviamente presenti, oltre ad altre autorità civili e militari, il Sindaco di San Giuseppe Jato, Giuseppe Siviglia ed il Vicario della Basilica di Assisi, Egidio Camil.
Inaugurata l’esposizione della Via Crucis, opera dell’artista Pippo Madè, anch’egli presente.
Con l’occasione, oltre a portare il saluto della cittadinanza, ha ricordato il legame che la Comunità usticese, grazie all’opera di Padre Carmelo, ha con i Francescani.

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1861-2011: 150 anni Italia Unita


Oggi  si  festeggiano  i  150  anni  dell’Unità  d’Italia  – 1861  –  2011 – AUGURI…

 

COMMENTO:

Da Palermo Mario Oddo

E’ molto bello ed emozionante questo clima “tricolore” che si respira in questi giorni; spero che duri e che per riviverlo d’ora in poi non dovremo aspettare una partita della Nazionale di calcio; che in futuro tutti coloro che ci circondano, sopratutto politici ed amminisatratori possano fornirci quante più occasioni che ci facciano sentire sempre più orgogliosi di essere italiani. Buon 150° a tutti gli Usticesi vicini e lontani.

Mario

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Da Cosenza Salvio Foglia

non so fino a quanto sia intimamente sentito questo evento, soprattutto da parte di chi ha dovuto subire emigrazione e soprusi.
Di certo non può essere ignorato, soprattutto se abbiamo a cuore le sorti del nostro paese e il futuro che aspetta i nostri figli piccoli e le generazioni future.
Personalmente non condivido la facciata che sta dietro alle parate, preferisco i volti della gente, la spontaneità di tanti attori sconosciuti che fanno dell’Italia una grande nazione.
Individui che singolarmente presi non hanno seguito, nè passaggi televisivi e che si prodigano per dare un senso ai giorni e alle cose.
Sono loro, noi, che siamo Italia, nel bene e nel male.
Festeggiare oggi non sia solo una vuota emozione, ma un concreto voler bene a questa Italia che, malgrado tutto, va.
E’ bello pensare, in questa ricorrenza, che qualcuno sta lavorando per “riunificare” Ustica.
Il tricolore sventola anche sull’altra sponda di un mare grande e senza fine: figli di italiani cominciano a sentirsi più usticesi.

 


Ustica: Manifestazione”Giornata del Tricolore”


Grande partecipazione alla manifestazione della “Giornata del Tricolore”

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Dalla California Fred Lauricella


What fun! The two meetings honoring the visit of Pietro Bettucci, his wife Pina and Maria Compagno were very successful. Marlene Robershaw hosted the southern California meeting at her beautiful mountainside home in Ramona, and Rosa Ferrigno hosted the meeting in Mt. View with the assistance of Karen Hartley. Each was a great event in its own distinct way. In looking at the photos, the beautiful surroundings and spaciousness of Marlene’s home added a bit of “elegance” to the party! While the informality at Rosa’s home gave the distinct feeling of an “old fashioned Italian family gathering,” complete with a number of native Italians speaking the language!

We were all thrilled with the attendance at each venue. Marlene must have had almost 60 people at her home, while we hosted some 40 in Mt. View. In all, we all got to meet and visit with a lot of Ustica descendants during those two weekends. And it was great to see some folks whom we hadn’t seen for a while, as well as those who were joining us for the very first time. “Benvenuto.” (Welcome!)

Our thanks to all who participated! And special thanks to all who brought such delicious food, and to those who helped in so many ways to make those two weekends so memorable!

And a special thanks to Chris and Pam and to Loella Barilleau and Paul for making the long trek to California from New Orleans. We trust that you had a great time and took reports back to NOLA that the “western Usticesi” are alive and kicking!

Be sure to check out all the photos of the two events on Pietro’s blog, www.usticasape.it. As you scroll down from the present date to the bottom of the page, you’ll find buttons to take you back to previous pages. Keep going back several pages until you get to the events of February 12 and February 19. And for the English version, just click on the American flag at the top of the page for the translation. While you’re there, be sure to check out some of the interesting “old” photos of Ustica as well as some contemporary views.

Looking forward to the next “event!” (If you have an idea for a gathering, please run it by us … we’re always looking for an excuse to have a party!

Fred

 

General Membership Meeting w/ Pietro Bertucci


As I reflect on our first General Membership meeting of 2011 this past Friday, I realize that what we have accomplished is impossible without the strong sense of community fostered by the CSBA. Anyone can throw a party but only an organization dedicated to our common heritage can bring together such a large, diverse group of people. With over 60 in attendance, this was one of our largest gatherings, and as at each of our meetings this past year, we saw a lot of new faces. This, of course, is our goal. Whether people visit just once or become lifetime members, the CSBA offers our community a place to meet, to learn and to gain a new appreciation of our Usticesi hertitage.

Credit also must be given to our special guest, Pietro Bertucci, for drawing a large crowd. His internet blog, UsticaSAPE.it was an instant success, and he has openly greeted and aided American tourists to the island. His many new friends were eager to welcome him and his wife, Pina, to the US. Pietro brought with him a message from the mayor of Ustica, Aldo Messina, and he taught our resident singer, Johnny Paquette, the Ustica Anthem, which Johnny performed for the crowd. The Bocce Club was a great setting for the meeting and social. CSBA VP, Christopher Skinner, had a continuous loop of video clips from Ustica displayed on a large wall and there was plenty of good food to sample. Our Bocce Club hosts, Joe Bischone and Vince Liberto, introduced the game of Bocce to members.

Pietro and Pina have much more to look forward to during their visit to the US. There are two gatherings scheduled in California this February so that they can meet the West Coast Usticesi community, and when they return to New Orleans, the Mardi Gras celebration will be in full swing. The CSBA will host at least two more events before they return home to Italy.

We’ll have some photos posted soon at Ustica.org but you can already see Pitero’s photo collection at his blog, www.UsticaSAPE.it

Chris Caravella,
President, Congregazione di San Bartolomeo Apostolo

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Mentre rifletto sul nostro primo incontro generale dei soci del 2011, lo scorso Venerdì. Mi rendo conto che ciò che abbiamo ottenuto è impossibile senza il forte senso di comunità promosso dalla Congregazione di San Bartolomeo Apostolo. Chiunque può dare una festa, ma solo un’organizzazione dedicata al nostro patrimonio comune può mettere insieme un numero di persone davvero grande. Con oltre 60 presenze, questo e’ stato uno dei nostri più grossi incontri, e come in ciascuna delle nostre riunioni di questo passato anno, abbiamo visto un sacco di facce nuove. Questo, naturalmente, è il nostro obiettivo. In ogni caso se la gente visita solo una volta o diventa socio a vita, il CSBA offre alla nostra comunità un luogo di incontro, per apprendere e di acquisire un nuovo apprezzamento delle nostre radici usticesi.

Riconoscenza deve essere data anche al nostro ospite speciale, Pietro Bertucci, per avere attratto una grande folla. Il suo blog su internet, UsticaSAPE.it e’ stato un successo immediato e ha apertamente accolto e indirizzato turisti americani verso l’isola. I suoi numerosi nuovi amici erano desiderosi di dargli il benvenuto e insieme alla moglie, Pina, negli Stati Uniti. Pietro ha portato con sé un messaggio del sindaco di Ustica, Aldo Messina, e ha insegnato al nostro cantante, Johnny Paquette, l’inno di Ustica, che Johnny ha cantato per la folla con molto successo. Il Club delle Bocce e’ stato un ambiente ideale per l’incontro e socializzare. Il Vice presidente del SCBA Christopher Skinner, ha proiettato un ciclo continuo di video clip di Ustica visualizzati su un grande schermo che tutti potevano vedere e c’era molto buon cibo da gustare. I nostri intrattenitori del Bocce Club, Joe Bischione e Vince Liberto, hanno introdotto il gioco delle bocce ai soci.

Pietro e Pina hanno altri impegni durante la loro visita negli Stati Uniti. Ci sono due incontri in programma in California in febbraio in modo che possano incontrare le comunità usticesi della West Coast degli USA , e quando ritornano a New Orleans, la festa del Mardi Gras sarà in pieno svolgimento. Il CSBA ospiterà altri due eventi prima che loro ritornano a casa in Italia.

Avremo alcune foto inserite presto a Ustica.org ma tutti già possono vedere una collezione delle foto di Pietro nel suo blog, www.UsticaSAPE.it

Chris Caravella,
Presidente, la Congregazione di San Bartolomeo Apostolo

Riflessioni del Sindaco di Ustica a proposito di Unità d’Italia …

Ha senso continuare a festeggiare il 4 novembre, ricorrenza della vittoria dell’Italia  in  una guerra, la prima, che nessuno ricorda più? Mai, come in questi ultimi anni, il 4 novembre, festa dell’Unità di Italia,  rappresenta un momento prima di analisi e riflessione e dopo di sintesi, su quegli avvenimenti che sembrano minare la nostra unità e vanificare il tanto sangue versato dai nostri caduti in guerra.

Un anno fa in questa stessa occasione abbiamo fatto una riflessione sul simbolismo del nostro tricolore. Il colore verde ereditato dalla Padania (sì proprio da quella Padania che vorrebbe fare a meno del tricolore) ed in particolare dalla Repubblica Cispadana prima e dopo da quella Cisalpina. Gli altri colori, bianco e rosso (che prima si presentavano, con il verde, in orizzontale) voluti da Napoleone che ci considerava “cugini”: sono due colori della bandiera francese. Si è detto del rispetto che ogni cittadino deve per la propria bandiera, simbolo di identità, fede ed unità. Eppure in questi giorni, a Napoli, si è protestato bruciando in piazza il tricolore.

Per festeggiare veramente il 4 novembre dobbiamo avere la forza di sconfiggere quanti minano l’unità della nazione. E non faccio riferimento solo alla classe politica, ma anche a quella criminalità organizzata che sembra essere frutto di pezzi dello Stato deviati. Dobbiamo prendere atto che il bipolarismo politico non è più tra una destra ed una sinistra sempre più confuse, come dimostrano le recenti scelte anche del nostro governo regionale, ma tra nord e sud. Sia chi ha ideali di centrodestra che di centrosinistra, dopo avere capito che nessuno dei due schieramenti è disponibile a proseguire in una politica per il sud, deve essere pronto a rimboccarsi le maniche e combattere per il futuro della propria terra.

Ciò non significa dar via libera al separatismo, ma affermare i principi di unità nel rispetto delle singole identità. Ecumenismo che non è annichilamento. Questo principio, che è basilare nella fede cattolica, è quello che ha fatto grande un paese come gli Stati Uniti, laddove sono confluite le più disparate etnie che, pur mantenendo usi e costumi di provenienza, hanno contribuito a far crescere nel benessere una nazione costituita da uomini di tanti paesi ma uniti dai principi  della Costituzione. La Costituzione, l’ordinamento democratico. Laddove, come in Afghanistan, lo Stato non riesce a svolgere il proprio ruolo di collante sociale e a fare rispettare le leggi prevale il fanatismo. E’ il caso  dei Taleban che, forti delle 400 tonnellate di eroina prodotte ogni anno e dei barili di petrolio, seminano in tutto il pianeta, con il loro denaro, non benessere ma terrore.

Il 4 novembre ci impone anche queste riflessioni. E’ la giornata per ricordare le 34 vittime, tra i  militari italiani, deceduti in Afghanistan dal 2004 ad oggi, nel difficile tentativo di riportare in quel paese la democrazia. Anche se appare lecito chiedersi come mai ad oggi non sia mai stato processato alcun Taleban per i propri misfatti. Ricordiamo oggi quanti lottano quotidianamente per combattere chi mina dall’interno la nostra unità. Le tante vittime tra le forze armate, dell’ordine, Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza,  impegnate a combattere la delinquenza comune e quella organizzata. Grazie al loro sacrificio la parola mafia non ci fa più paura ed abbiamo la consapevolezza di potere sconfiggere questo cancro sociale. E se tutta l’Italia, non solo la Sicilia, sta liberandosi di questa piovra è soprattutto grazie al sacrificio di molti siciliani. Il nostro pensiero va a chi protegge le nostre coste, agli uomini della nostra Capitaneria, a quanti  assicurano l’ordine nelle nostra città, al corpo dei Vigili Urbani, a chi contribuisce alla nostra incolumità, ai Vigili del Fuoco .

Abbiamo così l’impressione di vivere in uno Stato presente, dicevo un collante del vivere civile e del libero pensiero laico. Facevo riferimento  alla nostra fede che, da millenni ormai, ci guida nelle nostre scelte. Per questo il nostro pensiero deve oggi essere rivolto anche  ai milioni di  martiri della Chiesa cattolica. Se ne parla poco ma è recente la notizia delle 58 vittime cattoliche trucidate da un gruppo affiliato ad Al Queda. In Arabia Saudita i cristiani vengono frustati se praticano la loro fede in pubblico, in Sudan dal 1984 ad oggi sono stati uccisi un milione e mezzo di cristiani, altrettanti in Zimbabwe, in Pakistan per loro è prevista la pena di morte, e così in Bangladesh, in Indonesia, in  India e in Cina. Proprio questi ultimi due paesi definiti emergenti, devono essere considerati proprio da oggi emersi: sono i nuovi leader del Fondo monetario internazionale, avendo scavalcato gli Stati Uniti. Quali gli scenari futuri? Con quale classe politica dovremmo superare tutto questo? Con quella che si confronta prevalentemente sulle proprie scelte sessuali? La forza aggregante ed umanitaria della nostra fede fa paura e non solo al Medio oriente, basti pensare a don Pino Puglisi ed ai tanti preti sotto scorta. Con lo stesso sentimento che ci unisce nella ricorrenza del 4 novembre noi, come comunità usticese, sentiamo di volere aderire alla giornata del 24 marzo. E il giorno in cui ricorre l’assassinio  di monsignor Oscar Romero, ucciso in San Salvador mentre celebrava la santa messa e che il santo padre ha indicato come giorno della commemorazione dei caduti della Chiesa cattolica. Cosa stava dicendo in quella omelia di tanto terribile da essere ucciso?  “Deponete le armi e discutiamo”.

Tante le vittime della fede delle quali poco si sa, forse perché la Chiesa non vende eroina, non produce petrolio, non sposta flussi economici. Questa è l’analisi: dobbiamo risorgere e lottare per il futuro nostro e dei nostri figli. D’altronde se c’è stato un giorno di vittoria il 4 novembre è perché gli italiani, nonostante la paurosa sconfitta di Caporetto, hanno saputo rialzarsi, sbracciarsi  e vincere per affermare quei principi d’unità, nati nel 1848 con la prima guerra d’indipendenza, e dei quali oggi godiamo tutti. Vogliamo una Repubblica, una bandiera, il tricolore, un unico santo protettore, San Francesco D’Assisi.

Aldo Messina

Matrimonio Laura e Pasquale Palermo


Con l’Augurio che l’impegno che avete preso ieri sia stato un “SI” alla felicità di tutta la vita…

Giuseppe, Marianna, Azzurra, Salvo Conigliaro.

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