Ustica sape

Cerimonia di intitolazione della locale Stazione dei Carabinieri al M.llo Luigi Martin


Impreziosita da una bellissima giornata di sole che ha conferito ulteriore luminosità ai già fantastici colori dell’Isola circondata nell’occasione anche da un mare in versione lacustre, in questa cornice da paradiso terracqueo si è svolta la cerimonia di intitolazione della locale Stazione dei Carabinieri al M.llo Luigi Martin che ha riservato a tutti i presenti ininterrotti momenti di organizzazione, partecipazione e commozione. Apre il cerimoniale la deposizione di fiori adopera dei Carabinieri presso la tomba della Famiglia Martin dove riposano i resti del Decorato; scorrono i brividi tra gli astanti, parenti e militari, quando la tromba intona il “silenzio” … nel silenzio. Quindi accolti dal Sindaco, dal Presidente del Consiglio comunale e dai componenti la Giunta fanno il loro ingresso nell’Aula consiliare numerosissimi Ospiti d’onore, dal Prefetto al Questore di Palermo, dal Presidente della Provincia ai massimi Rappresentanti degli alti gradi di tutti i Corpi militari nonché della Associazione Nazionale Carabinieri in congedo; oltre che esponenti della Camera dei Deputati e della Magistratura. Mai, a memoria di usticesi, si erano viste concentrate in una unica manifestazione tante così prestigiose Autorità. Tutti hanno preso la parola rivolgendo principalmente, tra l’altro, un saluto ai Familiari discendenti del Maresciallo. Alle ore 11,oo trasferimento allo spiazzale della Sede della Stazione Carabinieri dove prendono la parola il Sindaco, il Generale di Divisione Riccardo Amato, Franco Foresta Martin che illustra brevemente le non facili fasi della ricerca che ha dovuto affrontare per ricostruire i vari passaggi dalla nascita in terra di Francia in poi del Nonno e Mario Oddo che consegna come da programma la sciabola al Comandante dei Carabinieri di Ustica a nome di tutti i Discendenti : “a questo gesto spontaneo abbiamo inteso dare un significato prevalentemente simbolico; il M.llo Martin, lui stesso, torna così nella caserma “sua” in un lontano passato ma da oggi ancor più “sua”. Momento tanto atteso infine lo scoprimento della targa d’intitolazione della Caserma ad opera della Figlia Venere in sostituzione della sorella Amelia impossibilitata a presenziare per sopravvenuti problemi di salute. L’Inno nazionale che ha accompagnato il gesto ha aggiunto ai numerosissimi presenti emozione ad emozione. Ma più delle parole “parleranno” le immagini che, con competenza, ha scattato Antonio Iorio.

Usticaspe

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“Una Finestra sul Mare” – ricordi…


[ id=11408 w=320 h=240 float=left]Salvatore Gentile, nostro concittadino che vive lontano dalla Sua Amata Isola, preso dai ricordi e dalla nostalgia del paese natio ogni giorno, quale “conforto”, apre la “finestra sul mare” – la webcam  su Cala Santa Maria

LA FINESTRA SUL MARE

Lontani, lontani, lontanissimi.
Ma basta sfiorare pochi tasti
e all’istante si apre la finestra.
Che visuale, che gioia!
e se ci si abbandona ai pensieri
affiorano i ricordi, le sensazioni
e mentre si respira quasi se ne
avverte l’odore…l’odore del mare,
che entra piano attraverso la finestra,
la finestra sul mare.

Salvatore Gentile

^^^^^^^^^^^

COMMENTO

Da New York Giovanni Caminita

Ciao Sal sono Giovanni, bella la tua poesia chi ama il mare e conosce i profumi del mare di ustica sa di che cosa stai parlando. Io spesso ho le stesse emozioni e conoscendo gli angoli dell’Isola si possono sognare profumi diversi. Mi fa piacere sentirti, ciao alla prossima.

 

Giuditta di Brino – dall’Australia in cerca delle sue radici


Hi Pietro,
How are you?
I met you last year on the Island of Ustica, I was there with my cousin Daniela, Wednesday – October 12.
You took photographs of us and mentioned they’ll be on your website for Ustica.
I am having trouble accessing that site – www.Usticacasape.it – I think I took down the details incorrectly. Because It doesn’t work.
Can you please let me know the correct site. I would love to see the photos you took of me and my cousin. And see pictures of our travels.
I would love to see the photographs –
Sincerely
Giuditta Di Brino

Giuditta my website is  www.usticasape.it 

————– traduzione

Ciao Pietro,
Come stai?
Ti ho incontrato l’anno scorso nell’isola di Ustica, ero lì con mia cugina Daniela, Mercoledì – 12 ottobre.
Hai fatto delle foto e ci hai detto che le avresti messe sul tuo sito di Ustica.
Ho problemi ad accedere a quel sito – www.Usticacasape.it – penso che ho preso i dettagli in modo non corretto, perché non funziona.
Puoi farmi sapere, per favore, il sito corretto. Mi piacerebbe vedere le foto scattate a me e mia cugina, e vedere le foto dei nostri viaggi.
Mi piacerebbe vedere le fotografie –
sinceramente
Giuditta Di Brino

Giuditta il mio sito è www.usticasape.it 

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Auguri a Nonna Rosina


Questo pomeriggio, ed è la seconda volta che mi succede con la stessa persona, sono stato chiamato per una “assistenza telefonica”.

Rosina Picone Famularo donna tra le più anziane dell’Isola, mia vicina d’ufficio, aveva il telefono che non Le funzionava: premuratomi e dopo piccole e comuni accortezze del caso sono riuscito a far squillare il mio cellulare dal telefono della nonna “Rosina”!

Il telefono aveva ripreso a funzionare…! : ….”Che il Signore te lo paghi.. figghiu miu….” contenta esclamò nonna Rosina.

Con gioia e molta commozione reciproca la signora Rosina non sapeva come ringraziarmi considerata l’importanza del telefono per un’anziana di 96 anni, compiuti il 23/12 u.s. Mi dice: “sai sono 36 anni che dormo in questo lettino ed il telefono di notte è la mia sola compagnia, di giorno, invece, sono tranquilla in quanto mi assiste una brava ragazza usticese”.

E così, approfittando della mia compagnia, cominciò a raccontarmi un po’ della Sua storia… Mi mostrò un televisore nuovo regalatoLe da un Suo nipote ed emozionata mi ha ricordato che mio Padre ogni volta che passava per quella via bussava ai vetri della Sua porta per dirLe: ” allora andiamo a mangiare?”. Atti che venivano ripetuti all’ora di pranzo e a cena, ogni giorno o quasi, a seconda dei vari acciacchi di ognuno.

E via via che nonna Rosina si addentrava in significativi particolare della Sua lunga storia i miei occhi cominciavano ad arrossire e non vi nascondo che è scesa anche qualche lacrima.

La nota positiva della vicenda è che la Signora Rosina, malgrado la Sua veneranda età, è di una lucidità impressionante.

Però una promessa gliel’ho strappata:” tra qualche anno cercherò di avere compagnia anche di notte”.

Che dire?… Auguri nonna Rosa, al prossimo anno.

Salvatore Militello

 

 

Andrea Bocelli – The Lord’s Prayer


(inviato da Marlene Robershaw Manfrè)

Da Manfredonia “ricordi e sorrisi”


[ id=10714 w=320 h=240 float=left] Egregio signor Bertucci, prima di tutto le faccio i complimenti per il bellissimo sito pieno di foto e notizie su Ustica, Mi chiamo Francesco Giordano ho prestato servizio come Sottufficiale dell’A.M. presso la Stazione Meteo ubicata sulla collina denominata Guardia dei Turchi (Semaforo) dal 1984 al 1990, Ho dei bellissimi ricordi legati al meraviglioso mare che vi circonda e sopratutto alla grandissima ospitalità che gli Usticesi hanno avuto nei miei confronti in quegli anni. E’ passato tantissimo tempo, i nomi sfuggono ma le facce tante belle facce dai bambini agli anziani, sempre pronte a regalare un sorriso e una pacca sulle spalle per aiutarmi a sentire meno la nostalgia di casa dovuta alla lontananza sono sempre stampate nella mia mente. I vari percorsi della vita non mi hanno permesso ancora di ritornare ad Ustica, voglio, approfittando della sua ospitalità ringraziare tutti. Sperando che a coloro che leggeranno il mio nome si possa aprire un cassettino della memoria e avere per me ancora una volta un sorriso.

Grazie

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Da Ustica Giacomo Lo Schiavo

Ciao, Franco certo che ci ricordiamo ancora di te; ti ricordi le giornate e le serate passate insieme soprattutto per il periodo di carnevale a casa di Lia Patricolo? Anche tu hai lasciato sull’isola bellisimi ricordi. Un caro saluto e con l’occasione Buon Natale. GIACOMO LO SCHIAVO

 

Punto d’incontro e socializzazione per Anziani


[ id=10314 w=320 h=240 float=left]  Lettera aperta

al Sindaco di Ustica

e, p.c. Al Presidente del Consiglio Ustica

OGGETTO: Punto d’incontro e socializzazione Anziani

 

Signor Sindaco,

da qualche giorno scendendo in piazza nelle ore pomeridiane ho notato gruppetti di anziani giocare a carte, riuniti quasi sempre in posti diversi a seconda delle condizioni meteo – al riparo dal vento e dalla pioggia.

Le loro reiterate richieste, alla ricerca di un punto d’incontro/ritrovo e socializzazione, sono rimaste purtroppo inascoltate, ma ora, con l’inverno alle porte, diventano un vero atto d’accusa e rappresentano, con forza, un atteggiamento irrispettoso nei loro confronti.

È vergognosa la scarsa considerazione che l’amministrazione ha nei confronti dell’anziano.

Sindaco, chi purtroppo vieni da lontano, non sa che il “patrimonio” della nostra Isola viaggia attraverso i ricordi di questi agricoltori, pescatori, artigiani… depositari delle nostre radici e tradizioni e che sono il nostro orgoglio.

Si prega di reperire, nel più breve tempo possibile un degno locale provvisto di tutti i servizi necessari, ove far trascorrere momenti piacevoli di ricordi e storie di tempi passati durante una partita a carte.

Ustica 30 Ottobre 2011

Pietro Bertucci

P.S. Un paese che non ha un punto di aggregazione per giovani ed anziani non ha futuro, altro che ricercare “Cesari”…

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Da Palermo Eliana Dominici

che peccato, sarebbe invece molto bello se ci fosse, ma ritengo non sia così impossibile realizzarlo….

Serata speciale al ristorante Picone


Una serata speciale al ristorante Picone a Gerolzhofen in Germania nel ricordo di Ustica e dei piatti tipici e saporiti della nostra isola. Non è mancato il pesce spada alla griglia innaffiato da una ottima birra. Ad allietare la serata le immancabile “ tedeschine”.

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COMMENTO

Dalla California Agostino Caserta

Non so da dove cominciare : l’antipasto con la caprese, melenzane ecc…dice mangiami mangiami ! il patio con i tavolini all’aperto sembra una delle piazzette di Ustica, il famoso cantante sotto l’ombrellone, a tipo festa di S. Bartolicchio, mi pare di conoscerlo…la foto di gruppo con il personale mi ricorda ” ‘U capu di tutti li capi “, i grembiuli tricolori sembrano roba da high fashion e le tavolate alla tedesca piene di birra e gente sorridente, allegra e soddisfatta dice tutto il resto. Giovanni, un abbraccio e complimenti anche per diffondere la cultura e la cucina usticese all’estero.

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Dalla Germania Josè Zagame

…….e a pasta o furnu chi mulinciani ta scurdasti 🙂 …….. ah ah ah
p.s. l’arancini cu burru e chiddi cu capuliatu e i piseddi ?????

 

Porticciolo di sera


Prima di una collana artistica di foto di Bruno Campolo che verranno postate settimanalmente in una apposita cartella che porterà il nome dell’Autore

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Per la serie “PER NON DIMENTICARE”


È mio grande desiderio dedicare questa serata  ai carissimi e particolari Amici che, purtroppo, negli anni scorsi sono venuti a mancare richiamandone il ricordo.

Questi Amici ai quali voglio rivolgere un affettuoso e sincero omaggio alla Loro memoria sono quegli stessi che, per molti anni, unitamente al sottoscritto ed in questa stessa piazza, con umiltà e grande spirito di ospitalità, si sono sforzati di offrire alle persone convenute su questa nostra Isola un “quadretto” tipico e caratteristico, offrendo loro, attraverso semplici e popolari brani musicali, momenti di brio e spensieratezza.

Questi Grandi Amici sono i Signori:

Armando Caserta,
Alfredo Favaloro,
Pasquale Tranchina,
Gaspare Palermo,
Giovanni Favaloro.

A Loro non posso non dedicare, in vostra compagnia, un grande ed affettuoso applauso

Giovanni Martucci

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Data “dignità” al belvedere del Castello Saraceno


Oggi, finalmente, alcuni operai della Forestale hanno provveduto a “riqualificare” e dare “dignità” al Belvedere del Castello Saraceno, vero gioiello naturale di Ustica, liberandolo dalla sporcizia e dall’incuria.

Speriamo ora che l’attenzione venga rivolta anche all’Avamposto del Castello Saraceno, da troppo tempo abbandonato e conseguentemente esposto a ripetuti atti vandalici che purtroppo nessuno rileva.

Premesso che mantenere “presentabile” la nostra Isola è un dovere precipuo degli Amministratore (il cosiddetto indirizzo Politico),con la messa in opera di strategie idonee atte a sviluppare una politica ambientale di alto profili, ma essa, almeno in parte, dipende anche dai cittadini (residenti e non), che hanno il dovere di non sporcare e deturpare l’ambiente.

… Cominciamo da domani …

Pietro Bertucci

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Da Ustica Brenda Picone

il mio papi ha contribuito che cose belle 🙂

Ustica Murales: Ignazio Buttitta


[ id=8448 w=320 h=240 float=left]Mi piacerebbe avere maggiori informazioni riguardanti la poesia di Ignazio Buttitta scritta su un muro di Ustica in occasione dei “Murales” e incisa successivamente su marmo e visibile ora in Via Vincenzo Di Bartolo – Agenzia Militello.

“Non ti stancare di strappare le spine, di seminare all’acqua e al vento, la storia non miete a giugno, non vendemmia ad ottobre, ha una sola stagione: il tempo”.

Mi interessa sapere in quale occasione Ignazio Buttitta ha visitato l’isola, e per quale motivo ha deciso di scrivere la poesia sul muro”.

Grazie mille

Ester Basile

 

La “Pensione Clelia”


La giovane turista bionda a mala pena strimpellava qualche parola di italiano e per comunicare si aiutava con un dizionario, diceva che era venuta ad Ustica anche per “pesciare” ( mangiare pesce ), mio nonno Fifi’ Ailara, padre di Clelia, che non perdeva mai l’occasione per fare la battutina, le chiese : ” ma cosa ha detto ? ” , ” …… per pesciare ” , ribadì la ragazza , e giù tutti a ridere…… Questo era il clima di spensieratezza e allegria con cui nel grande salone soggiorno di casa Ailara, che a breve diventerà ” Pensione Clelia “, venivano accolti i primi turisti della nostra isola. La zia Clelia Ailara per l’isola di Ustica e’ stata un’istituzione, una donna semplice con il minimo dell’istruzione ma con un grande cuore, accattivante e affabile comunicatrice, con il piglio dell’impresario e molta lungimiranza ed ebbe l’intuito per capire che il turismo avrebbe soppiantato l’economia dei confinati. Il periodo storico di Ustica, che ha visto la più drammatica trasformazione socio-economica, e’ il periodo della Pensione Clelia, punto di riferimento dell’isola negli anni del turismo ruggente che vanno dal 1951 alla fine anni 80′, e ripercorrere la vita e l’attività’ della zia Clelia significa osservare un intero periodo storico della nostra isola .

Quella di Clelia e’ la storia di un’antica famiglia di contadini usticesi. Clelia rimane vedova per la morte del marito Antonino Ailara avvenuta nel Mar Rosso dove era imbarcato sul sommergibile Galileo Galilei, affondato durante azioni belliche della seconda guerra mondiale, e con un figlio, Vito di pochi anni, sceglie di vivere con i genitori Angelina Rando e Giuseppe ( Fifi’ ) Ailara. Vivono in una casa abbastanza grande, con molte stanze; il lavoro della terra comincia a rendere poco, la casa si presta e allora Clelia si trasforma e diventa “padrona di casa” di tanti forestieri e turisti che in lei e nella sua “Pensione Clelia” avevano scoperto un’accoglienza straordinaria, familiare e umana.

I primi cambiamenti all’edificio di via S. Bartolomeo, tramite una parziale trasformazione, furono apportati nel 1955, quando ero ancora ragazzino; l’entrata viene spostata in via Magazzino, il “lastrico” viene ampliato a terrazzo per diventare ristorante ma la cucina era ancora giù, al pian terreno, tutte le pietanze già pronte ed i beveraggi erano mandati su nel terrazzo-ristorante per essere serviti ai tavoli, dentro ceste o panieri tirati su con una corda attraverso un cunicolo verticale tra cucina e ristorante ed in famiglia eravamo lì tutti ad aiutare con mia nonna Angelina, mio padre, mia mamma e mia zia Clelia che erano sempre impegnati in cucina.

La svolta ebbe luogo nel 1951 : fu inaugurato l’attuale edificio delle Scuole Elementari ed ebbe inizio ad Ustica anche la scuola media superiore, dietro iniziativa di alcuni genitori che vollero dare ai figli ulteriore istruzione, e per cui furono “ingaggiati” e pagati privatamente dei giovani insegnanti venuti da Palermo (ricordo bene il Prof. Torregrossa). Quindi, tutto cominciò con questi insegnanti, fra i primi ospiti della zia Clelia che debuttò, prima nell’isola nel business dell’accoglienza, affittando loro alcune stanze e successivamente con il servizio di pensione completa. Fra i primissimi clienti della Pensione Clelia ci fu un impiegato postale fiorentino, un bravo ragazzo che in estate, periodo in cui la famiglia Di Bartolo veniva a villeggiare ad Ustica, conobbe Mimmi che in seguito sposò. Persone famose come il pittore De Simone, il giornalista Biason ed altri preferivano l’ambiente sereno e familiare che la zia Clelia sapeva offrire. Fra i primi turisti-visitatori-residenti di Ustica ricordo il pittore Jachino, purtroppo recentemente scomparso, che dimorò alla Pensione Clelia cosi’ come il quotato pittore Giovanni Omiccioli di Roma per il quale lo zio Goffredo del Bar Centrale faceva arrivare da Palermo la Sambuca Romana servita con tre chicchi di caffè nell’inseparabile bicchiere che il pittore, seduto al bar, teneva sempre stretto fra le mani. I tre chicchi di caffè tostato ( 3 mosche ) rappresentavano per Omiccioli: natura, bellezza e libertà.

La zia Clelia era una persona straordinaria, donna di abilità, melliflua nel comunicare e con lo spirito dell’imprenditrice, in tempi quando in Italia la parola femminismo veniva pronunciata con timidezza, e il fatto più sorprendente era che sapeva organizzare e dirigere la sua attività commerciale sempre con il sorriso sulle labbra . La zia Clelia, un giorno venne a conoscenza, tramite il cognato Armando mio padre, impiegato al Comune, che nella successiva stagione estiva sarebbero cominciate le prime gite domenicali che avrebbero portato ad Ustica, anche se solo per mezza giornata, almeno 400 turisti. Allora quell’inverno, con grande fiuto e determinazione, Clelia organizza tutto per completare i lavori di ristrutturazione del terrazzo in tempo utile per rendere efficiente il ristorante.

Mi ricordo di una domenica in cui il mare era mosso e non si sapeva se il piroscafo fosse partito da Palermo. Quando attorno le 10:30 si ebbe la certezza che il piroscafo sarebbe arrivato regolarmente ( a quei tempi se il piroscafo non effettuava il viaggio, per qualsivoglia motivo, doveva recuperarlo o non venivano pagati!!) mia zia Clelia mi disse :” prestu Nuccio iamu a fari ‘a spisa e avvisa puru a to matri ca ‘u vapuri arriva ” . La cucina era’ già stata trasferita al piano elevato accanto al terrazzo-ristorante. Preparò insalatina all’usticese con capperi e cipolle, calamaretti fritti e pasta al forno all’usticese condita con uova sode e mortadella. Questo era il menu fisso per 650 lire. La pasta al forno era già pronta per 60 persone, ma all’ultimo momento dovettero prepararne di più usando il forno a legna, nel vecchio magazzino dirimpetto la Pensione, la cui gestione veniva affidata a mio nonno Fifi’. Servimmo 82 persone, con 82 complimenti per il cibo, in un ristorante con non molti tavoli, con i clienti che aspettavano in coda, e due piccole cucine a gas con due fornelli ciascuno . Un record !

La zia Clelia Ailara, con la sua azienda, diede lavoro a diverse famiglie ed e’ ricordata da tutti non solo per essere stata un pioniere ad Ustica nella categoria delle attività commerciali rivolte al turismo ma per il marchio di eccellente qualità che impresse nel suo lavoro e soprattutto per la sua bontà, altruismo e cordialità che esternava naturalmente a tutti.

Il figlio Vito recentemente ha trasformato la Pensione, con altri cambiamenti drastici, in un hotel a tre stelle battezzato “Hotel Clelia” che ora viene gestito con successo dai suoi figli Tonino, Fabio e Clelia Ailara, quest’ultima illustre cittadina di Ustica in quanto e’, fino ad ora, l’unico usticese che nello sport attivo e’ riuscito a vestire la maglia azzurra della Nazionale italiana ai Campionati Europei ed essere stata presente anche alle Olimpiadi del 2000 in Australia nella squadra Italiana di Softball con cui giocò come ricevitrice. Quindi la tradizione con i nomi “esoterici” continua…..

Agostino Caserta

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COMMENTO:

Dalla California Marlene Manfrè Robershaw

That was a real good history of the Clelia Hotel and the Ailari family. Thanks so much for the informative information of some of the valuable History of Ustica.

Marlene

Calcio: il “punto” con ricordi… di Agostino Caserta

asd_usticaVedere nelle foto l’atmosfera di rilassamento della squadra e il clima di cameratismo e amicizia sportiva con l’avversario di turno ( Isola ) fa molto piacere, ma ci permettiamo di anticipare che la gara con il Makella, ultima di campionato, potrebbe essere insidiosa per cui un pochino di lavoro in pubbliche relazioni magari da parte del Sindaco con il Sindaco di Camporeale e le loro rispettive presenze in campo per la partita potrebbe cambiare molte cose e garantirebbe la chiusura del Torneo in un clima amichevole . Sulla partita di Isola delle Femmine si può dire che e’ stata lo specchio del campionato e si può capire anche il comportamento dell’arbitro che magari avrà fatto qualche errore, ma gli errori gli arbitri li fanno anche nelle partite fra professionisti, gli errori arbitrali bisogna prenderli per quelli che sono e accettarli perché alla fine del campionato di solito si compensano e considerare gli errori arbitrali un’attenuante non e’ una prassi che paga ne’ in campo ne’ fuori.

Nell’ultima partita contro Ezio Roma calcio abbiamo segnato il gol a freddo a favore ma non ha fatto la differenza sperata, non si può vincere di sola cabala o di statistiche… In ogni modo per l’ASD Ustica questo e’ un campionato di assestamento e va un grosso plauso a tutti, specie a chi ha avuto l’idea e l’ha perseguita con sacrifici anche personali non badando ad ostacoli. Bravissimi ! Fino a 8 mesi fa, infatti, con l’esclusione di 3 o 4 veterani, nessuno dei ragazzi aveva mai giocato in campi di 60 X 100 metri ma soltanto in campetti di calcetto dove le differenze sono enormi. L’anno venturo la musica dovrebbe essere un po’ diversa, però si suggerisce a tutti, in questo fine campionato, di approfittare delle belle giornate per impegnarsi bene negli allenamenti e non allentare la presa altrimenti il processo di maturazione verrà ritardato se non addirittura interrotto o cancellato. Con la Parrocchia S. Giovanni Battista, che domenica scorsa ha pareggiato contro una ex “pretendente”, che sarà anche una squadra simpatica……non ci si può rilassare troppo e pensare che la partita e’ già vinta solo perché e’ il fanalino di coda; la partita non si gioca sulla carta ma sul campo. L’occasione della prima vittoria al “Mulino a Vento” e’ ghiotta ma…mai ” vendere la pelle dell’orso prima di averlo beccato”

Concludo con alcuni RICORDI DI ALTRI TEMPI …

Questi fatti e curiosità riportati sotto sono per i lettori di una certa età. Ricordi difficili da dimenticare, accaduti quando giocavamo nel campetto del Mulino a Vento, 100 mt. a sud di quello attuale, anni ’60-70.

– Tanino Palmisano (detto ‘U Spirdu) quando giocava suo figlio Pino ( detto Pinnazzuolo ) caricava su un furgoncino con piccolo rimorchio fatto solo per quattro persone + 1 dal paese sino al campo tutta la squadra comprese riserve, tifosi, familiari, amici, parenti, ecc., che somigliava alla torre di Babele.

– Durante la partita mentre la squadra dei “Rossi” era tutta proiettata in avanti, all’arrembaggio nell’area avversaria, alla ricerca del pareggio con il solo Enzo Basile ( detto ‘U panciu ) loro unico difensore, all’altezza del centro campo, improvvisamente, un disimpegno fa scattare il contropiede avversario. ‘U Panciu, improvvisamente , si ritrova da solo contro tre attaccanti avversari che scendevano verso la sua porta da tutti i lati. A questo punto è subentrato in lui lo spirito di “conservazione” e, inconsciamente “ricordandosi” di quando si giocava “ai compagni” al palchetto, ‘U Panciu comincia a gridare : ” Allarmi !! Allarmi !!

– Giovanni D’ Angelo ( detto ‘U zu’ Sciabica ), invece, grande attaccante purosangue, quando segnava un gol faceva alcune caratteristiche capriole ( a cazzicatummula ) mentre correva per il campo.

– Totuccio Caserta ( detto ‘U Verru ), arbitro, dopo una protesta un po’ troppo energica in campo dà uno schiaffo al figlio-giocatore Enzo davanti a mezzo paese.

– Pietro Bertucci ( fu Emanuele ) quando la sua squadra faceva azioni importanti o gol metteva in azione una vecchia campana ( ‘a campaniata ) e lo stesso faceva Franco Pecora con i ” Piattini ” del padre della vecchia banda musicale.

– Gasparino Catalano ( detto Lollo ), perenne farsesco, ed al quale piaceva moltissimo la birra “agghiacciata”, quando giocava suo figlio Nardo ( detto Corleone ) si recava al campo e all’impiedi con quella grossa voce faceva la “sua cronaca” dal vivo su cui, alla fine, lui ci rideva su’ più di tutti gli altri : “Attenzione, attenzione !! Azione in profondità… Del Vecchio passa a Del Giovane, tira di testa la testa parte e la palla resta, ‘u purtieri avanza e a musica di danza cari supra ‘a panza….”

Nuccio

Calcio: il “punto” con ricordi… di Agostino Caserta

asd_usticaVedere nelle foto l’atmosfera di rilassamento della squadra e il clima di cameratismo e amicizia sportiva con l’avversario di turno ( Isola ) fa molto piacere, ma ci permettiamo di anticipare che la gara con il Makella, ultima di campionato, potrebbe essere insidiosa per cui un pochino di lavoro in pubbliche relazioni magari da parte del Sindaco con il Sindaco di Camporeale e le loro rispettive presenze in campo per la partita potrebbe cambiare molte cose e garantirebbe la chiusura del Torneo in un clima amichevole . Sulla partita di Isola delle Femmine si può dire che e’ stata lo specchio del campionato e si può capire anche il comportamento dell’arbitro che magari avrà fatto qualche errore, ma gli errori gli arbitri li fanno anche nelle partite fra professionisti, gli errori arbitrali bisogna prenderli per quelli che sono e accettarli perché alla fine del campionato di solito si compensano e considerare gli errori arbitrali un’attenuante non e’ una prassi che paga ne’ in campo ne’ fuori.

Nell’ultima partita contro Ezio Roma calcio abbiamo segnato il gol a freddo a favore ma non ha fatto la differenza sperata, non si può vincere di sola cabala o di statistiche… In ogni modo per l’ASD Ustica questo e’ un campionato di assestamento e va un grosso plauso a tutti, specie a chi ha avuto l’idea e l’ha perseguita con sacrifici anche personali non badando ad ostacoli. Bravissimi ! Fino a 8 mesi fa, infatti, con l’esclusione di 3 o 4 veterani, nessuno dei ragazzi aveva mai giocato in campi di 60 X 100 metri ma soltanto in campetti di calcetto dove le differenze sono enormi. L’anno venturo la musica dovrebbe essere un po’ diversa, però si suggerisce a tutti, in questo fine campionato, di approfittare delle belle giornate per impegnarsi bene negli allenamenti e non allentare la presa altrimenti il processo di maturazione verrà ritardato se non addirittura interrotto o cancellato. Con la Parrocchia S. Giovanni Battista, che domenica scorsa ha pareggiato contro una ex “pretendente”, che sarà anche una squadra simpatica……non ci si può rilassare troppo e pensare che la partita e’ già vinta solo perché e’ il fanalino di coda; la partita non si gioca sulla carta ma sul campo. L’occasione della prima vittoria al “Mulino a Vento” e’ ghiotta ma…mai ” vendere la pelle dell’orso prima di averlo beccato”

Concludo con alcuni RICORDI DI ALTRI TEMPI …

Questi fatti e curiosità riportati sotto sono per i lettori di una certa età. Ricordi difficili da dimenticare, accaduti quando giocavamo nel campetto del Mulino a Vento, 100 mt. a sud di quello attuale, anni ’60-70.

– Tanino Palmisano (detto ‘U Spirdu) quando giocava suo figlio Pino ( detto Pinnazzuolo ) caricava su un furgoncino con piccolo rimorchio fatto solo per quattro persone + 1 dal paese sino al campo tutta la squadra comprese riserve, tifosi, familiari, amici, parenti, ecc., che somigliava alla torre di Babele.

– Durante la partita mentre la squadra dei “Rossi” era tutta proiettata in avanti, all’arrembaggio nell’area avversaria, alla ricerca del pareggio con il solo Enzo Basile ( detto ‘U panciu ) loro unico difensore, all’altezza del centro campo, improvvisamente, un disimpegno fa scattare il contropiede avversario. ‘U Panciu, improvvisamente , si ritrova da solo contro tre attaccanti avversari che scendevano verso la sua porta da tutti i lati. A questo punto è subentrato in lui lo spirito di “conservazione” e, inconsciamente “ricordandosi” di quando si giocava “ai compagni” al palchetto, ‘U Panciu comincia a gridare : ” Allarmi !! Allarmi !!

– Giovanni D’ Angelo ( detto ‘U zu’ Sciabica ), invece, grande attaccante purosangue, quando segnava un gol faceva alcune caratteristiche capriole ( a cazzicatummula ) mentre correva per il campo.

– Totuccio Caserta ( detto ‘U Verru ), arbitro, dopo una protesta un po’ troppo energica in campo dà uno schiaffo al figlio-giocatore Enzo davanti a mezzo paese.

– Pietro Bertucci ( fu Emanuele ) quando la sua squadra faceva azioni importanti o gol metteva in azione una vecchia campana ( ‘a campaniata ) e lo stesso faceva Franco Pecora con i ” Piattini ” del padre della vecchia banda musicale.

– Gasparino Catalano ( detto Lollo ), perenne farsesco, ed al quale piaceva moltissimo la birra “agghiacciata”, quando giocava suo figlio Nardo ( detto Corleone ) si recava al campo e all’impiedi con quella grossa voce faceva la “sua cronaca” dal vivo su cui, alla fine, lui ci rideva su’ più di tutti gli altri : “Attenzione, attenzione !! Azione in profondità… Del Vecchio passa a Del Giovane, tira di testa la testa parte e la palla resta, ‘u purtieri avanza e a musica di danza cari supra ‘a panza….”

Nuccio

Tavola di San Giuseppe a Mandeville (LA) – Tradizione di Famiglia Siciliana


Per la traduzione in italiano cliccare la bandiera italiana in alto a destra

After Hurricane Katrina many people from New Orleans re-evaluated what really matters in life. While I enjoyed my material possessions – my faith, family and traditions\heritage are what I value most. Mardi Gras, jazz music, and the regions great food would all return but lesser known New Orleans traditions may be washed away by the storm. Once vibrant traditions like the Saint Joseph Altars and Mardi Gras Indians might both become historical pre-Katrina events, a new generation would need to step up to carry on.

You could say it was a calling when I moved the small Saint Joseph Altar from my home into a much bigger public altar at my jewelry store. In New Orleans it wasn’t enough anymore to celebrate a tradition with just close family and friends especially a Saint Joseph Altar that should be a community celebration.

Growing-up I thought everyone had a little Italian in them… in New Orleans that is close to the truth, by 1910 nearly eighty-percent of the people living in the French Quarter were from Italy (most Sicilian). Today there are over 200,000 people in the region of Italian descent. The Saint Joseph Altars I visited (as a little girl) were full of symbolic religious items (a bit formal and serious)… I remember being told not to touch anything on the beautiful altar and especially not to eat anything.

My father a jazz musician played for Louie Prima for several years, his father (my grandfather) came to New Orleans from Contessa Entellina, Sicily… of course our home was filled of music and pasta every Sundays. If I was going to do an Altar it was going present to the community best of my Italian heritage (food, music, warmth) and be in the true spirit of Saint Joseph be open to everyone.

I am so pleased the way the altar has grown each year the food, singing, and the diversity of the people that attend make for a wonderful community celebration. A unique tradition that withstood the destructive forces of Hurricane Katrina; a tradition with a renewed spirit that lives in the hearts of a community called New Orleans.

The annual Saint Joseph Altar at Anne Dale’s jewelry store continues a Catholic Italian New Orleans tradition while honoring our family’s ancestry of Ferrara, Catanese, Maestri and Labadini names.

Anne Ferrara Dale

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Party al Gatehouse of the Lakes – Mandeville (LA) (3)


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Party al Gatehouse of the Lakes – Mandeville (LA) (4)


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150 anni Unità d’Italia – l’orgoglio di sentirsi Italiani…


Anche a Ramona California, in Casa Ron e Marlene Robershaw (Manfrè), in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, sventola la bandiera Italiana.

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Reunion Mountain View in Rosa Stephens (Tranchina) house – thanks…


What an amazing day!!!! It was so exciting to visit with friends/family and be able to blend us all together as one.
I would like to thank everyone that brought wonderful food, gorgeous and memorable photos and of course your conversation and gratitude.
I would like to extend a special thank you to and Pina and Pietro Bertucci and Maria Compagno Bertucci for organizing the first event of more to follow!!! Once again this was an event that my family and myself will never forget. I am so happy to have met all of you and looking forward to the next event.
Fred Lauricella thank you so much for the help and the wonderful receipe.
Pietro and Pina and Maria your visited was wonderful. I will always remember the moments we had and share. I hope you will still be in touch .
Rosa Stephens (Tranchina)

 

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