Ustica sape

Dalla California Agostino Caserta


[ id=1019 w=320 h=240 float=left]Ho letto gli interventi di mio nipote Caudio e Salvatore Militello . Devo concordare con entrambi . Il semaforo come era prima era un gioiello di architettura, la parte elevata sembrava un ponte di comando di una nave con l’albero maestro puntato al cielo, era una continuazione della montagna . Peccato! E c’e’ un’altra costruzione che e’ uno sgorbio : una caserma vicino la casa Sulli, messa li davanti agli occhi di chi arriva ad Ustica, impossibile da non notare perché e’ una stonatura. Ma a tutto c’e’ rimedio fuorché ad una cosa sola ….La costruzione si può mimetizzare con edera o puo’ essere parzialmente nascosta da alberi o addirittura con la facciata dipinta non di bianco ma del colore della falconiera .

Stento a credere i tempi di percorrenza dei mezzi di trasporto usticesi di oggi  ma lo dico in maniera sarcastica perché so benissimo che Salvatore non e’ uno che spara numeri cosi a vanvera .
E nella bellissima  ( una volta ) ,ora solo bella ,Cala S. Maria c’e’ troppo cemento buttato nei posti sbagliati ( si doveva creare il braccio uscente dalla Punta s. Ferlicchio )  che non ha fatto altro che ridurre  lo spazio di mare  all’interno della  baia .

Ustica – Processione


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Da Palermo Mario Oddo


Ricordi … in “Palio”

Mario OddoE’ bello assistere alla “gara” alla quale tantissimi utenti del nostro Sito stanno partecipando inviando foto bellissime nel loro bianco e nero che “parlano” di un’epoca che non c’è più, di un’Ustica che non c’è più, di Persone che non ci sono più, di atmosfere che non ci sono più. Succede a me ma credo anche a Voi, di rimanere a guardarle prima incuriositi, poi commossi quindi incantati; il motivo è semplice e ci aiuta a scoprirlo cursa-di-scecchi-1-1970proprio una frase di Leonardo Sciascia che anni or sono a tal proposito ebbe a dire: “non c’è fotografia che nel passar del tempo non diventi bella per quel che vi si cristallizza di nostalgia, di rimpianto,di sentimento personale o collettivo; insomma, perché è un ricordo.
A questo punto preparatevi ad una “doccia scozzese”; il tema è sempre lo stesso, i ricordi, ma tenetevi forti perché passerò bruscamente dal romanticismo dello scrittore agrigentino ai più prosaici asini impegnati nelle tradizionali corse (a cursa di scecchi). cursa-di-scecchi-1970-aVado a memoria. C’era una volta la festa di S.Bartolomeo il 24 Agosto; direte Voi, ma c’è ancora; sì, ma vuoi mettere quella di quel tempo!!! Tante iniziative tra sport e folklore, oltre naturalmente quelle a carattere religioso, caratterizzavano quella giornata. Andavamo (lo dico da usticese d’adozione) orgogliosi del nostro “Palio”, Ustica per noi era come Siena con l’unica differenza che al posto dei cavalli c’erano gli asini o meglio “i scecchi”.
corsa-sacchiDue le contrade che tradizionalmente si contendevano la vittoria, Oliastrello e Tramontana, quest’ultima riusciva a prevalere, quasi sempre, sulla prima anche nella rivincita che si disputava quattro settimane dopo in occasione dei festeggiamenti di S.Bartolicchio. Al pomeriggio prima in piazza sotto lo “scattìo” del sole e successivamente a mare attesissimi erano i giochi: la corsa dei sacchi, la rottura delle pentolacce, il tiro alla fune; poi i giochi a mare: la gara delle barche, quelle di nuoto, in particolare dell’antenna dove l’abilità di giovani e atletici concorrenti isolani (ricordo in particolare i fratelli Mancuso, i fratelli d’Angelo, i Caminita ecc…) veniva messa a dura prova da un’asse insaponata causa di esilaranti cadute in acqua. Ecco, quelle erano le autarchiche “discipline olimpiche” dove la gente partecipava con entusiasmo; Armando Caserta, Camillo Padovani, Giovanni Martucci oltre ad un numero di collaboratori, fra cui ilpignateddiSottoscritto in veste di improvvisato presentatore, erano gli organizzatori e supervisori che si spendevano con pochi mezzi ma con tutta la passione e la competenza di cui erano capaci. Completavano la festa le note della Banda musicale ed a mezzanotte i tradizionali “botti”. Ecco, anche questa vuol essere una “foto” ed a guardarla bene ci sono dei particolari che oggi non figurano più. AAA nuovi “zu” Armando, Camillo, Giovanni cercansi…

Ustica – Riflessi


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Da Ustica Claudio La Valle e Maria Romano


Claudio La ValleCaro Salvatore, condivido in pieno quello che hai scritto. Direi che stiamo toccando il fondo!!!… Come Tu ben sai, ho un locale e puoi immaginare i sacrifici enormi che bisogna fare per portare avanti un’attività, specie a Ustica con un numero di presenze così deludente… Non ti nascondo che ho voglia di mollare tutto in quanto, sono continuamente bersagliato e stanco della presunzione di alcune persone del luogo, nonostante i miei sacrifici e impegni per cercare di animare l’isola nei periodi di maggiore aflusso. Ma dov’è questo interesse comune?… Vale la pena subbire la presunzione di una concorrenza sleale?…

Da Ustica Salvatore Militello


Barca con visione fondaliForse… Era meglio Prima?

Con moltissimo ritardo da quando me lo hai chiesto ti allego 2 files con la M/n Nuova Ustica (o forse gemella Nuova Egadi).
Come potrai vedere siamo ai tempi dei “mao-mao”, quando in un giorno solo (la domenica) per far fronte a tutte le richieste estive arrivavano nella bellissima Cala S. Maria (quando non c’era la banchina costruita recentemente ed inutile!) 3 navi (Nuova Ustica, Nuova Egadi e Vittore Carpaccio) e 1 aliscafo (il Pisanello)…
I tempi dei mao-mao appunto!!!
Beh, i miei ricordi, ancora fanciullo all’epoca ed oggi adulto, mi portano a dire che “rimpiangiamo” per certi aspetti i tempi dei “mao-mao”.
Oggi, tra aliscafi, navi e catamarani siamo sempre con deflusso turistico impressionante…., è solo colpa della crisi? E quando la crisi non c’era…perché eravamo sempre in discesa?
mao-maoTra riserva marina, riserva terrestre, Ministeri, Provincia ed anche Comune… se non fosse per pochi “imprenditori” locali dove saremmo?
Ti ricordi  ” u zu Tuturi” ed i ricci i “pateddi” in piazza, ” u zu bertu”, “tamburricchio”…. e tanti altri, ebbene l’Isola era viva, gioiosa, allegra…
Mi sorge spontanea una domanda… mah.. forse non era meglio prima?
Certo mancavano tante cose, forse troppe, ed oggi che in “teoria” abbiamo quasi tutto com’è che non c’è nessuno?
Le varie risposte  che ci possiamo dare sono desolanti….
Una cosa è certa… non siamo andati avanti… siamo fermi se non addirittura indietro!
Esempio eclatante di tutti i giorni… la nave….
Ebbene Nuova Ustica tempo di percorrenza (40 anni fa) 3 ore e 30…. oggi 3 ore e ancora….
Aliscafo… 1 ora e 10 minuti 40 anni fa…. 1 ora e 30 minuti oggi (grazie anche a coni di sicurezza – VTS -che all’ingresso ed uscita dal porto ti fanno fare giri enormi) sempre se non trovi una nave a cui ti devi  obbligatoriamente “accodare”… allora chissà quando arrivi.

nuova usticaQuesto è progresso?

E dire che tutto ciò lo tocchiamo con mano ogni giorno… tutti… ma nessuno parla e chi dovrebbe parlare tace!
Talvolta mi chiedo a cosa sono serviti i sacrifici e gli sforzi di tanta brava gente negli anni passati… a far stare bene poche persone !!!…. L’occulto…., chi lavora in nero…., chi ha scelto la professione di “puparo”…

Ok, e con questo concludo è meglio che non mi chiedi altre foto perché altrimenti…

buon pomeriggio!
Salvatore Militello

Da Ustica Claudio La Valle


Claudio La ValleCarissimo Pietro,
ormai non posso fare a meno di accendere giornalmente il computer e dare uno sguardo al Tuo sito usticasape ricco di notizie e di immagini che, come me e sicuramente tutti gli usticesi che risiedono altrove, ricevono delle emozioni ripercorrendo col pensiero i momenti passati …..
Il 7 marzo, hai pubblicato una foto che risale agli anni 70 circa, quella del SEMAFORO con mio padre Diego La Valle ed un aviere. Nel vederla mi  si è ristretto il cuore perché avrei voluto che quell’imponente edificio storico fosse ancora esistente e magari oggi adibito a museo.

semaforo-visto-da-tarmontanaMi chiedo :
– Chi ha avuto la felice idea di abbatterlo?…
– Perché nessuno è intervenuto per impedirlo?…
Io, personalmente, tengo custoditi tanti bei ricordi. Ho trascorso, stupende, giornate  con mio padre che puntualmente con la sua fiat 1100 di colore avorio, si recava su per lavoro. Tra le tante mansioni che svolgeva, ricordo in particolare, le  trasmissioni del bollettino meteorologico. Allora
tutto veniva fatto a mano e per me assistere era come un gioco e mi divertivo tanto quando stavo con lui.
Mio padre con molta cura  estraeva, dagli strumenti posti sul terrazzo del SEMAFORO, la fascetta di cartoncino bruciata dai raggi del sole e  calcolava la temperatura, il vento, l’umidità e se pioveva anche la quantità di pioggia venuta giù… Il tutto veniva trasmesso all’Aeroporto di Boccadifalco ogni quattro ore, con la  mitica frase da 00 a 05 e subito da Boccadifalco, davano l’ok per ricevere il bollettino aggiornato.
semaforo-prima-della-demolizionePer me, il SEMAFORO era la seconda casa, si festeggiava il Natale, la Pasqua e le scampagnate varie come il 1 maggio, il 25 aprile ecc. Insomma, non mancavano mai le occasioni per stare riuniti  con la famiglia del M.llo Sorce, M.llo  Montaperto, M.llo Giordano, M.llo, Nuzzaci, con gli avieri di leva, e anche con l’unico civile Carmelo  Palmisano.
Ricordo che ogni pomeriggio, l’aviere di turno mi veniva a prendere a casa con la jeep e mi portava su,  per ordine di mio padre,  visto che da  piccolo ero un ribelle, al contrario di mio fratello Luigi e mia sorella Maria  Teresa .  Mio malgrado, mi mettevo a studiare (e guai se non lo facevo!!!)  insieme all’aviere  e  Palmisano.
semaforo-18-10-1969Ma, il mio unico pensiero, era quello di andare a giocare con i miei  compagni al palchetto, sotto la chiesa, che per noi ragazzi, era il ritrovo, così,  appena mi capitava l’occasione, scappavo dal SEMAFORO percorrendo il sentiero all’interno del boschetto  a velocità sostenuta e mi nascondevo tra un  cespuglio ed un altro per paura che qualche militare mi riportava indietro e così tra un’impresa ed un’ altra, arrivavo in paese  tutto malconcio  ma felice di ritrovarmi con i miei amici.
radarHo tanta nostalgia di quell’edificio e di quei momenti trascorsi. Quando  il mio sguardo è rivolto verso la cima della collina e vedo quella orribile PALLA BIANCA, mi viene da piangere e mi chiedo:
Perché è stato fatto questo?…..

  • – Ma è proprio sicuro che le radiazioni emanate da questo radar sono innocue per la salute dell’uomo?
  • – Sono stati effettuati controlli per accertare il rispetto della tolleranza massima, previsto per legge?

Auguri di Compleanno


TortaA Giuseppina Natale
a Ercole Taranto
a Felice Picone
a Giacomo Mastropaolo
a Giuseppe Basile
a Salvatore Gentile e
a Fabrizio Vita i Migliori

Auguri di Buon Compleanno

Incontro in piazza con amici


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