Ustica sape

Dalla California Agostino Caserta


[ id=5381 w=80 h=125 float=left]Intenso weekend di calcio che e’ in armonia con l’inizio dell’inverno. Questo fine settimana nel campionato italiano della Serie A ci saranno molte partite ” di cartello “,fra cui il derby milanese , lo scontro fra Juve e Roma e il derby caldo Lazio-Napoli, ma per gli usticesi domenica mattina alle 11 :00, al campo sportivo del ” Mulino a Vento “, avra’ luogo una intensa partita di calcio che fornira’ un altro contributo per conoscere meglio le potenzialità dell’ADS Ustica . C’e’ un vecchio proverbio americano che tradotto , in sintesi , dice : ” Bisogna che si metta peggio prima che cominci a mettersi meglio ” . C’e’ da sperare bene perché, se la cabala sarà rispettata, significa che il peggio e’ già accaduto domenica scorsa al ” Conca D’oro ” .

Sono d’accordo con Gigi Tranchina ( commento di ieri nel sito dell’ADS Ustica ) nel giustificare e auspicare, per la nostra squadra, agli inizi, un gioco con mentalità protettiva e difensiva ( chiamiamolo pure catenaccio) , per poi nel girone di ritorno, ad amalgamazione avanzata, e con un po’ di esperienza in più, cominciare ad “uscire dal guscio” con convinzione e determinazione per inseguire e conseguire risultati, bel gioco e soddisfare le aspettative del folto pubblico .

Domenica al campo del ” Mulino a Vento ” potrebbe essere una battaglia e si fa affidamento sull’esperienza dei “veterani” nel dare l’esempio ai numerosi giovani e suonare la carica; i presupposti emergono anche dalle dichiarazioni rilasciate dai rispettivi allenatori che non disdegnano di sbilanciarsi sapendo che le due compagini hanno potenziali eque di vittoria ; Vittoria che, in ultima analisi, di solito , premierà chi ha più fame e desiderio di vincere .

P.S. si capisce che al Comune stanno lavorando su un nuovo impianto sportivo ma in questo campo attuale le tribune non sono coperte ( lo sono invece al ” Conca D’oro ” ) e si e’ visto che tutti gli usticesi, tranne alcuni giovanissimi, guardano la partita a ridosso del muro per ripararsi dal vento e dal freddo che in inverno sarà tremendo e verrà anche la pioggia . Rivolgiamo un appello al nostro Sindaco Dr. Messina di fare un ulteriore sforzo per fare ricoprire le tribunette .

Agostino Caserta

Dalla California Agostino Caserta


[ id=5037 w=320 h=240 float=left]Si avvicina il 2 Novembre, giorno dedicato ai Morti, un giorno da ricordare

Nelle tradizioni popolari della”  festa dei morti ” un motivo è di sicuro ricorrente  : la credenza che in questo giorno i cari scomparsi tornino a farci visita sulla terra. Per questa ragione, i riti di commemorazione hanno assunto in tutta Italia , e in ogni parte del mondo anche se in date diverse dalla nostra , significati e finalità simili: accogliere, confortare, placare le anime degli avi defunti. Se è vero che oggi il culto popolare commemora i defunti attraverso il suffragio e la preghiera, è vero anche che molte delle antiche usanze vivono ancora .

I miei ricordi mi portano  a classificare il 2 Novembre come un giorno speciale, un giorno da non dimenticare.

L‘odore che sprigionava dalle mele   passando davanti le botteghe Palmisano ,Famularo e Patricola  era cosi straordinario  che si poteva percepire  a distanza  e, mettendo   in moto  il nostro orologio biologico   , ci ricordava  che  era odore di Ricorrenza e di Festa  . Per noi ragazzini ” la festa dei morti ” per tutta la settimana era una festa prima della Festa ,si faceva il giro dei negozi che erano addobbati  con i tradizionali e splendidi   ,  ” Pupi i zuccuru ” raffiguranti :  Regnanti  , Cavalli  , Donne , Galli , Coppie di sposi , Regine , Artigiani , Santi,  Asinelli , Bambole, Condottieri a Cavallo ,   ecc..ecc.. , e   frutta assortita di martorana incantevole  da ammirare  , frutta fresca  ,mandorle e fichi secchi , giocattoli  , automobili ,camioncini , furgoncini ,  ecc…. le bambine sognavano le bambole o una coppia di sposi in formato ” pupi di zucchero ” e i ragazzini camioncini e pistole vere che si potevano usare per giocare “alla guerra”  o ” a sparare ” .

[ id=5036 w=320 h=240 float=right]Alcuni ragazzi più grandi,  una volta ,  ci dissero che erano i genitori a portarci i regali e non i morti ma non ci volemmo credere. Finché si può, credere alla favola e’ più bello . E…. i regali e doni dei morti non erano automatici ….I morti portavano   doni e regali solamente  ai bambini che avevano  pregato e che si erano comportati bene durante l’anno mentre per tutti gli altri nelle ” guantiere ” ci poteva  essere qualche sorpresa negativa come solo frutta e castagne o addirittura carbone che e’ simbolo di punizione. il ” giorno dei Morti ” i bambini  si alzavano la mattina presto  e le ” guantiere “,  con i regali , dovevano cercarle e “scovarle” perché erano state nascoste  nei posti più impensati, sotto i letti , dietro o sotto mobili , alcuni nientemeno  nel solaio e bisognava cercare molto attentamente perché un bambino una volta trovò una “guantiera” , addirittura una settimana più tardi nascosta sopra la pedaliera di una macchina  da cucire “Singer” che era ricoperta …..

La mattina del ”  Giorno dei Morti ”  Piazza, Palchetto e strade brulicavano  di bambini che giocavano con i regali ricevuti e la festa continuava quando nella tarda mattinata  tutti andavano al Cimitero per rendere omaggio ai loro cari Defunti .

Quel giorno il Camposanto, anche conservando  il clima di austerità,  era diverso, era certamente pulitissimo, vi erano tanti fiori con fotografie e quadri ornamentali dei cari Defunti e “lumini” dappertutto che lo rendevano quasi festoso…  C’erano anche  bambini che seguivano volentieri i loro genitori e prendevano parte attiva nel ringraziare i loro cari..

[ id=5035 w=320 h=240 float=left]La Festa dei Morti e’ un omaggio ai Defunti ed  aiuta ad  esorcizzare la paura della morte e dell’aldilà’ e….i nostri morti attraverso i vivi non sbagliano mai … difatti  , per   associazione di idee con la Festa dei Morti  e i simboli dei regali negativi , se nell’isola c’e’ qualcuno che si comporta da ” intruso” o un  forestiero che all’inizio si comporta benino e dopo comincia a ” puzzare ” , tutti cominciano a chiedersi menzionando il vecchio adagio usticese  :
” … E ccu nu missuru i morti ?? ! !  ”

Agostino Caserta

Dalla California Agostino Caserta


[ id=4550 w=170 h=240 float=left]A Proposito di Caccia…

Da ragazzino anch’io mi dilettavo di caccia con altri coetanei : Carlo Natale ( detto Scioppetto ), Franco Lauricella ( detto LLannnuni ) ,Totuccio Maggiore ( detto ‘U pupu ) ed altri. I riti connessi alle battute, dalla sveglia alle 5:00 del mattino, caffè al bar, i commenti e previsioni con gli altri cacciatori prima della sortita erano un gran divertimento e infuocavano la “passione” per lo sport anche se oggi, però, non sono così convinto di cacciare “indiscriminatamente” l’uccellagione. Sono d’accordo, però, nel cacciare e debellare i conigli selvatici che danneggiano gravemente l’agricoltura.

Bella sequenza fotografica di Pietro ma i muri della bella Sala Consiliare piangono , meritano due bei grandi quadri .

Dalla California Agostino Caserta


[ id=4284 w=150 h=225 float=left]A proposito del ruolo dei confinati politici e comuni a Ustica, a seguito dell’intervento di Massimo Caserta.

Caro Massimo, ho letto con attenzione il tuo apprezzato intervento a proposito di una precisazione relativa a un articolo apparso su “La Repubblica” e riguardante il confino politico antifascista a Ustica.
Per me è evidente che l’importanza di Ustica nel contesto del confino politico del regime è stata trascurata e snobbata sia dagli studiosi del settore che dai media, vuoi per ignoranza, vuoi forse anche per mancanza di “forza politica” da parte nostra. Ma la creazione del Centro Studi e Documentazione Isola di Ustica, di cui sono orgogliosamente collaboratore dall’estero, ha il merito di aver scoperto, portandolo alla luce, tutto il suo ricco patrimonio culturale valorizzandolo e diffondendolo attraverso “Lettera”, di cui sei stato direttore, e attraverso tutta una serie di altre attività editoriali, mostre fotografiche e documentarie, conferenze e convegni. Attività in cui si è riusciti a coinvolgere molti studiosi che vi partecipato con contribuiti molto significativi.
Le ricerche e lo studio sul confino politico a Ustica, sono sicuro, non passano inosservati (Incluso il tuo intervento su Usticasape) e lentamente sarà riconosciuta dalla Storia la grande importanza che la nostra Isola ha avuto in questo contesto.
Per avviare ricerche e studiare la storia della presenza nell’isola dei confinati comuni o “coatti” a Ustica, come tu fai notare. Non è un lavoro facile … ci sono pochi documenti a disposizione ecc…, ma sono fiducioso che scavando si troverà… I confinati politici antifascisti sono stati presenti ad Ustica dal 1926 e per tutta la durata del Ventennio, se non erro, anche se di “politici” nell’isola ce ne erano sempre stati (antiborbonici, patrioti del Risorgimento, anarchici di fine secolo, deportati dalla Libia). I primi coatti arrivarono nell’isola sin dall’inizio della colonizzazione ad opera del governo borbonico. Per ben 200 anni quindi.
Se stiamo portando a conoscenza l’importanza che ha avuto per la storia dell’isola e per quella nazionale la presenza del confino politico a Ustica, sarebbe il caso, secondo me, di far conoscere agli usticesi anche il “ruolo” che hanno avuto i “coatti” a livello locale.

Agostino Caserta

Dalle Filippine (in vacanza) Agostino Caserta


[ id=4252 w=230 h=200 float=left]Pietro, siamo nelle Filippine ma …..non ci sono frontiere per i ” ricordi ” della nostra bella isola :

Della Festa di S. Bartolichio quasi tutti gli usticesi sanno il perché ma penso sia giusto menzionarne l’origine anche ai lettori oriundi e ai non isolani.
Mio nonno materno Fifi’ Ailara mi raccontava che alla fine del 1800 ad Ustica ci fu un grande periodo di siccità che si prolungò per oltre due anni. Senza l’acqua piovana l’agricoltura e tutta l’economia locale erano in ginocchio, scarseggiava anche l’acqua da bere e la nave cisterna promessa dalle autorità per trasportare acqua ad Ustica ritardava ….. Gli isolani non sapevano cosa fare e finalmente ebbero l’idea, in una giornata di settembre, di chiedere la grazia a S. Bartolo, e portarono il Santo in Processione per le campagne dell’Isola. Quasi per incanto , quella stessa mattina, appena la Statua usci dalla Chiesa, fecero capolino un po’ di nuvole. Quando i fedeli con la pesante “Vara ” di S. Bartolo arrivarono in processione in contrada San Paolo fu un susseguirsi di lampi e tuoni e….finalmente all’Oliastrello e precisamente nei pressi dell’attuale Cappella di S. Bartolicchio si mise a piovere a dirotto !! Il tutto si materializzò nel giro di due ore. Coincidenza o miracolo ? Per gli isolani fu un miracolo !! ” infatti tutt’oggi lo ricordano in un cantico durante la novena : ” Gluriusu Sammartuleu prutitturi di sta Citta’ !!…..”

“Quanto abbiamo raccolto questa sera ? ” chiedeva mio padre Armando a Sidonia, moglie di Ciccio Tranchina, che era responsabile della Cassa, ” 570 lire ” fu la risposta; ” Va bene, va bene ….” sussurrò” mio padre, che era sempre positivo ed era il conduttore della Novena e della Festa, e aggiunse: “faremo meglio sabato per il Vespro e Domenica …” Ma erano altri tempi !! i soldi erano di secondaria importanza, non erano tutto, e con poco si realizzava quanto necessario. Quell’anno, infatti, le decorazioni della strada di S. Bartolicchio, con palloncini, coccarde, bandiere ecc..tutte fatte di carta da volontari che erano ” arricugghiuti ” in campagna, non mancarono. Si organizzarono e condussero tutti i giochi tradizionali con premi, si spararono i tradizionali fuochi artificiali forniti gratis dalla Ditta Caminiti di Palermo, perché il titolare della fabbrica era cacciatore appassionato di Ustica; un amico di Beniamino Natale mandò anche da Marineo, sempre gratis, un cantante con orchestrina per la serata danzante nel gorgo .

Il pullover e la lampadina tascabile erano sinonimi di S.Bartolicchio, la seconda ormai non è più necessaria al contrario del primo che è sempre utile per ripararsi seduti sui “bisola ” del gorgo per ripararsi dal fresco settembrino e umidità serale . Chi era “arricugghiutu” in campagna andava alla novena a piedi,chi veniva dal paese lo faceva con gli asinelli le cui selle, a volte per scherzo , quando le montavano i ” chiazzaioli “, venivano “spazzolate ‘ con fichi d’india …….ahi , ahi, ahi !!
La luce elettrica, fino agli anni 60 ,veniva erogata solo nel centro abitato, ma soltanto dal tramonto all’alba ! !

A S.Bartolicchio durante la novena per l’illuminazione venivano usati i vecchi lumi a petrolio e alcuni petro-max, ecco anche perché la novena era celebrata con la luna crescente ….ma tutto cambiò ( circa 1958 ) quando Salvatore Natale detto “Marzotto”, ingegnoso com’era, spuntò alla novena, come un miraggio , con Pietro Bertucci fu Emanuele, con il trattore, cinghie fili ed altro e approntò un rudimentale generatore di energia elettrica capace di accendere diverse lampade da 200 candele illuminando la contrada a giorno. Immancabile era la corsa degli Asinelli e ” Tatagna “, aggressivo in sella , era quello che vinceva quasi sempre. Il simpaticissimo ‘u zu Franciscu ‘u Bummulinu ( il padre ), grande devoto di S.Bartolicchio, ci teneva a vincere la corsa, e ( crederci o no ) allenava ” ‘u sciccareddu valenti” nella terra, adiacente la Cappella, dove avveniva la corsa.

Le ricorrenze festive/religiose hanno sempre avuto qualcosa di speciale ad Ustica… La tradizionale “vamparina” per la Madonna della Croce , la camminata o passeggiata serale per S. Bartolicchio era un rito fatato; di notte con la lampadina tascabile o il vecchio lume a petrolio , il profumo della campagna , il gracidio delle rane, l’incognito delle tenebre, il frinire dei grilli nelle calme notti di fine estate, i ritmi lenti e cullati dello scalpiccio degli zoccoli degli asinelli, i canti popolari sacri tipici del posto ( …e centumila voti lodamu a Sammartulumeo !! ….) , l’addio all’estate ….ecc.. e per ultimo, ma non certamente l’ultimo, il ritrovarsi uniti amici e parenti, attorno ad un tavolo a gustare i piatti tipici con i sapori ed il profumo della nostra terra. Sono tutte rievocazioni che riempiono di colore e calore e vogliamo ringraziare gli usticesi perché queste tradizioni festive/religiose, anche se col tempo hanno subito dei cambiamenti, non sono andate perdute, sono un grande patrimonio culturale.

Evviva San Bartolicchio !!!

Agostino Caserta

Dalla California Agostino Caserta


[ id=3955 w=100 h=130 float=left]Caro Pietro,

grazie per le bellissime foto della Festa di S. Bartolo , sono piaciute anche a Michelle e a tanti altri amici , per me chiaramente sono emozionanti anche perche’ danno la possibilita’ di vedere facce amiche e familiari e i naturali cambiamenti…. sembra di essere presenti .

Grazie per il tuo immenso lavoro e impegno .

Dalla California Agostino Caserta – Ricordi di San Bartolo


[ id=3816 w=320 h=240 float=left]A ‘za Ninuzza era una super devota di S. Bartolo ma per lei la ciliegina sulla torta era la Banda musicale che veniva ad Ustica per la Festa . Durante gli spettacoli si posizionava in prima fila , si gustava tutte le opere con una posa da intenditrice e… quando la banda lasciava l’isola a ‘za Ninuzza , con la faccia triste, saliva in piazza , alzava le mani , le ruotava con movimenti rapidi avanti e indietro a semicerchio con indice e pollice verso e diceva : ” Finu’ e Finaaau !! Finiu ‘a Festa…. ora mancano 363 giorni …..”

Attorno alla Festa c’erano tanti rituali e ricorrenze che si ripetevano , che non si descrivono , ma che tutti ” sentivano “, dalla sveglia con Banda alle 6:00 am e a suon di botti ” caliati ” di fuochi artificiali , all’odore di “calia e simenza “, al sapore speciale dei “pezzi duri ” al clima spirituale e magico [ id=3817 w=320 h=240 float=right]della Processione del Patrono, alla Santa Messa celebrata in piazza, all’incontro con vecchi amici, alla pioggerella, e a volte ” ventuliate o tempurali “, che sistematicamente e prodigiosamente si ripetono a tutt’oggi – e’ come se il Santo dicesse : ” Sono qui , vedo tutto e questa e’ la mia benedizione.. “, ecc… ecc…

A quei tempi la Festa di S. Bartolo riusciva a smuovere anche i sassi , non e’ una esagerazione affermare che alcuni usticesi che non si vedevano mai in giro ” scendevano in Piazza ” in occasione della festa di S. Bartolo . Quando ero piccolo i fuochi d’artificio si sparavano nello spiazzale (attuale Farmacia) di fronte la casa dello zio Giulio Calderaro e le luci decorative di S. Bartolo in piazza si vedevano solo il 24 e il 25. Nel primo pomeriggio aveva luogo la corsa delle Barche a cui, per tradizione, dava il via Antonio Tranchina ( ‘U Zoppareddu ) con una ” scupetatta” dalla barca della Giuria situata in mezzo alle due Punte della Cala. Dalla banchina, a gara iniziata, le barche quasi non si vedevano più, il mare diventava biancastro, si vedeva solo ” u rivugghiu ” delle remate che affondavano con forza nell’acqua. Corsa da sprinters, breve e frenetica , culminante con il caratteristico tuffo in acqua dell’equipaggio dei vincitori, al taglio del traguardo .

[ id=3818 w=320 h=240 float=left]Più tardi in Piazza si disputava la corsa degli asinelli, in seguito ridimensionata e poi abolita per motivi di sicurezza, che era il piccolo Palio locale, con due agguerrite contrade ( Tramontana e Oliastrello ) a contendersi la vittoria, quindi il gioco dell’antenna o albero della cuccagna a cui seguiva la corsa dei sacchi e infine la classica “rottura dei Pignateddi” che era sempre un gioco speciale e pieno di incognite. Mio padre Armando al microfono dal palchetto dettava i tempi e Camillo giù faceva da conduttore. I premi o le burle dentro le pentolacce erano quasi sempre gli stessi ma la popolazione era ugualmente tutta li, eccitata, con il fiato sospeso e gli occhi tutti puntati sul ” pignateddu “: Lo becca?, lo becca ma non lo rompe, lo rompe, oppure lo sbaglia? Dentro il “pignateddu ” c’e’ solo acqua ? oppure un biglietto per 10 kili di pasta da Palmisano? o la solita colombella, è pieno di cenere? o c’é un biglietto per 10 “pezzi duri” da Goffredo?

La Banda suonava tante opere fra cui l’Aida di Giuseppe Verdi e al momento della Marcia Trionfale un gruppo di trombettieri, che erano nascosti nel terrazzino dell’ex ” fascio “, sbucavano fuori all’improvviso con la bandiera tricolore e in corsa, suonando , andavano su per la Piazza e si univano agli altri nel palchetto fra gli applausi generali con “standing ovation ” . A tarda notte la contro-danza in piazza, con partecipazione di tutti, turisti inclusi , comandata da mio padre al microfono e Camillo in Piazza come Capofila, era l’epilogo dei festeggiamenti.

Alla processione dietro il Santo si vedevano fedeli con ceri, con placche votive per grazie ricevute, alcuni seguivano il corteo a piedi scalzi, altri facevano richieste speciali al Santo ad alta voce. Per San Bartolo fu pescato, dalla marineria locale, il primo pesce spada nelle acque di Ustica ed i pescatori lo vollero benedetto sul palchetto durante la Festa da Padre Carmelo. Nelle fermate in Piazza i devoti si arrampicavano sulla statua per attaccare al nastro soldi e gli italo americani presenti mettevano dollari. La Festa di S. Bartolomeo ad Ustica era ed e’ un evento speciale, una combinazione di riti, cerimonie, spettacoli e ricordi di questa terra che fonde cultura e tradizione, sacro e profano, e che trova nel Protettore il Santo da venerare e adorare. Le Feste Patronali sono come il Santo Natale “devi esserci !!” . Ci sono molti usticesi che vengono da lontano i quali, per essere presenti, fanno anche sacrifici però alla fine con grande soddisfazione possono dire, per usare una frase molto cara a mio padre: ” A’mu campatu n’atrannu !! ” .

Evviva San Bartolo !!!!

Dalla California Agostino Caserta


[ id=3311 w=320 h=240 float=left] Fantastica foto che non conoscevo ,come tantissime altre . Senza usticasape questa e moltissime altre vecchie foto sarebbero di sicuro andate smarrite entro breve tempo e dopo definitivamente distrutte .Ero il piu’ giovane ( classe 1945 ) perche’ avevo fatto il salto . Siamo negli scalini del presente ambulatorio ( crederci o no ) . Salendo sulla destra c’erano due o tre aule . Sul retro c’era una stanza adibita a magazzino Comunale dove c’erano ,fra l’altro , molti strumenti appartenenti ad una locale Banda Musicale che in seguito venne smantellata . Nell’ora di ricreazione giocare con i vecchi strumenti abbandonati era la nostra delizia inoltre in qualche banco di legno della nostra classe c’erano chiodi che fuoriuscivano quasi per intero e che strofinati con il dito procuravano suoni , e quella era la nostra musica in classe …..

In basso da destra : Mariella Giuffria sempre carina come tutte le altre nostre bellezze mediterranee , a fianco Lia Caminita ( moglie di Mimi Caserta ) , Giovanna Tranchina ( sorella di Pasquale ) l’Insegnante Di Benedetto ? ,Angelina Jovane – In alto da destra : Nunzia Petrossi ?, Lilla Licciardi ,Lilla Zanca , Maria Spampinato e piu’ in alto da destra:

Letizia Manfre’, Carmela Zanca , Franco Tranchina ,Giacomo Basile .

In alto da sinistra : Nino Lauricella ,Eluccio Patricolo,Franco Lauricella,Totuccio Militello ( quello accanto non lo riconosco ). In alto da sinistra : Nino Giardina ,Tommaso Salerno ,Andrea Di Lorenzo , Agostino Caserta ,quello di profilo non lo riconosco , Pietro Mancuso .

Spero che qualcuno mi aiuterà a riconoscere gli altri o correggere eventuali errori

Dalla California Agostino Caserta

[ id=3073 w=200 h=150 float=left] Dopo aver esaminato attentamente le significative e molto eloquenti sedici foto delle manifestazioni di protesta, voglio fare un piccolo intervento.

E’ un inverno fine anni 60, durante il periodo finale di transizione fra l’economia povera ma stabile dei confinati e quella più promettente ma ancora allo stato acerbo del turismo . Ed era già in atto la rivoluzione culturale del ’68 : meno inibizioni e più liberalismo .

Non ero ad Ustica ma i rumori dei malcontenti arrivavano fino a Palermo e mi ricordo di questo particolare :

Le proteste attirarono l’attenzione nazionale tanto che andò ad Ustica la troupe del Telegiornale ( a quei tempi c’era solo un canale RAI ) e alcuni inviati di una stazione radio siciliana .

Per come si legge da uno dei cartelloni esposti dai manifestanti ad Ustica non c’era più la Farmacia , ma durante la trasmissione del Telegiornale il Farmacista Dr. Butturini da Verona fu testimone di un appello accorato di Totuccio Caserta ( Sigaro ), si commosse , fece le valigie, venne ad Ustica ,apri una Farmacia e ci rimase fino alla fine dei suoi giorni .

I trasporti erano il problema principale . In alcuni cartelloni si leggono le richieste : ” Piroscafo più veloce e 2 volte al giorno ” , ” collegamenti con Napoli ” ,” Elicotteri e aliscafi giornalieri ” . Di aliscafi a quei tempi si parlava appena ma le richieste furono lungimiranti e quantomeno presagenti : il collegamento 2 volte al giorno e con Napoli ( con gli aliscafi ) divenne realtà tempo dopo .

Un altro cartello dice :” fateci seppellire i nostri morti ” , ed entro alcuni anni furono costruiti i loculi del lato sud del cimitero . Come si vede dalle foto alla protesta parteciparono tutti : uomini ,donne e giovani . A quei tempi non c’erano i giubbotti imbottiti capaci di riparare dal vento e dal freddo come quelli attuali ,tutti indossavano una giacca che in realtà non era sufficiente ( anche se sotto la camicia c’erano 2-3 maglie di cotone o lana ) ; d’inverno si pativa letteralmente il freddo ma fortunatamente i corpi erano abituati e immunizzati .

In un cartello si legge :” vogliamo ultimato il porto ” , in un altro : ” cacciate via i passeri ( che danneggiano l’agricoltura ) , e in un’altro : ” risolvete la crisi per sempre ” , e ” vogliamo più acqua ” , Insomma fu una protesta su tanti fronti .

La verità e che non tutto fu cosi facile e automatico per come potrebbe sembrare da questa narrazione , fu una lotta, ci furono anche piccole scaramucce con le forze dell’ordine e alcuni Usticesi, in seguito ad una inchiesta della Magistratura , dovettero essere interrogati e furono denunziati ( ma alla fine scagionati ) . E’ il prezzo che si paga per le conquiste sociali !

Una cosa che ricordo benissimo fu che la popolazione era unita , non fu una protesta contro L’Amm.ne Locale ma contro il Sistema che stava ignorando le esigenze dell’isola proiettata verso il Turismo. Anche questi fatti dimostrano che l’unione fa la forza e ,che quando si opera in armonia e tutti d’accordo ,nessun traguardo e’ irraggiungibile .

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After having carefully examined the significant and very eloquent sixteen photos of protests, I want to make a small intervention.

It ‘s a winter of the late ’60, the final period of transition between the poor but stable economy of ” confinati ” and the most promising but still immature economy of tourism. And it was already in place the cultural revolution of ’68: less inhibitions and more liberalism.
I was not in Ustica, but the sounds of discontent came to Palermo and I remember this detail:

The protests drew national attention so that a crew of the national TV station went to Ustica (in those days there was only one channel RAI), and a sicilian radio station sent people too.For as we read from one of the placards displayed by the protesters in Ustica there was no the pharmacy anymore , but during the broadcast of the TV news Pharmacist Dr. Butturini from Verona witnessed a heartfelt appeal from Totuccio Caserta ( nicknamed Sigaro – Cigar ) ), was moved, packed his bags, came to Ustica, open a pharmacy and stayed there until the end of his days.

Transport was the main problem. Some billboards readthese requests: “Steamer faster and 2 times a day,” “links with Naples”, “Helicopters and hydrofoils daily. Hydrofoil in those days was just ” a talk ” but farsighted were the requests . Another sign says: “let us bury our dead,” and within a few years vaults were built on the south side of the cemetery. As you can see from the photos in the protest attended by all: men, women and youth. In those days there were no padded jackets to repair wind and cold like the present, all the people were wearing a jacket that really was not enough (even if under the shirt there were 2-3 mesh cotton or wool) ; People were suffering cold literally but the bodies were used and immunized.

In a sign reads: “we finished the port,” another “drive out the sparrows (affecting agriculture), and another:” solve the crisis forever, “and” we want more water ” , the protest protest was on many fronts.

The truth is that not everything was so easy and automatic as it might appear from this narrative, was a struggle, there were some minor skirmishes with the police and some Usticesi, following an inquiry by the Judiciary, had to be interrogated and were denounced (but eventually acquitted). It ‘s the price you pay for the social achievements!

One thing I remember very well was that people were united, was not a protest against the Local Autority but against the system that was ignoring the needs of the island-oriented tourism. Even these facts show that union means strength, and when you work in harmony and all agree, no goal ‘unreachable.

Posted in: Comments, considerations.

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Dalla California Agostino Caserta


[ id=3009 w=200 h=240 float=left] Partita in occasione della dedica del Campo al Principe Harduin che era un paracadutista — in piedi da sinistra :

Salvatore Russo ( u Pagano o Tuturi ) ,Franco Pecora,Giovanni Pecora ( Ceci ) Tanino Russo ,Un paracadutista,altro paracadutista,Franco Campolo,Il Principe Harduin ,Totuccio Caserta,Giovanni Zanca,Padre Carmelo ,altro paracadutista,Vito Ailara,Giovanni Gallo ,Toto’ Caminita , altro paracadutista– In basso da sinistra :

Agostino Caserta,Carlo Natale,Franco Maggiore,Natale Caminita,Claudio Salerno,Pietro Bertucci,Pino Palmisano,Paolo Pecora,Giovanni D’Angelo,Giovanni Picone,Nardo Catalano,Tanino Bertacci,Giovanni Caminita,Nini’ D’Angelo,Pierino D’Angelo ,Toto’ Palermo

In Ricordo di un Amico: Pino Salerno


01-BasileChi volete che sia liberato, Gesù Cristo o Barabba ?.  Barabba !!! gridò  il popolo. Il caro Pino Salerno urlava quel nome  cosi forte che gli rimase lo nciurio di ” Barabba “. Non siamo a Gerusalemme o guardando un film ma siamo ad Ustica, nel terrazzino adiacente la chiesa negli anni 50-60, dove ogni anno, con “attori” e “comparse” usticesi, si rappresentava la Passione  di Nostro Signore Gesù.

02-BasileIl Venerdì Santo in processione su una “lettiga”, veniva portato Gesù per la crocifissione, che avveniva al Calvario, a mezzogiorno in punto. Di pomeriggio (intorno alle 16,00), prima di scendere  Gesù dalla Croce per depositarlo nella “vara”  e far seguire una lunga processione per le strade del paese, si esibiva un predicatore  venuto di proposito  da fuori che con i suoi accorati e intensi sermoni teneva i fedeli tutti inchiodati nella scalinata del Calvario sottostante e con il fiato sospeso.

03-BasileDalla Crocifissione alla Resurrezione le campane della Chiesa di Ustica, per lutto, erano inoperanti;  i battagli   venivano  legati e resi immobili con una corda e…. per avvisare i fedeli delle funzioni religiose venivano usate le vecchie “troccole”, che noi ragazzini  eravamo molto orgogliosi di agitare andando in giro per il paese ad intervalli di  quindici minuti, annunciando a voce alta:  “a prima, a sicunna o a terza   campaaaaana”… Durante la Settimana Santa le stazioni radio nazionali  trasmettevano pochissima musica e  non era insolito, camminando per le strade di Ustica,  ascoltare  da qualche casa donne che intonavano:   “…Sono stato cuore ingratoooo…. Gesu mio, perdon pietà..!!”

04-BasileAnche le miriadi di passeri, che avevano il loro habitat sugli alberi di ficus del palchetto antistante la chiesa, sembravano assecondare questa atmosfera…  Al passare della processione con la “lettiga” che conteneva Gesù  diretta al calvario, anche loro osservavano un  “religioso” silenzio…

05-BasileNelle vicinanze del Calvario c’era un stanzetta dove molte donne del paese, vestite in nero, sostavano in veglia al Cristo in Croce facendo “la Nottata”. Per tutta la notte c’era sempre un via vai di parenti e amici che fornivano compagnia, caffè, qualche panino e ” pupi cu l’ova” ( le uova Pasquali di cioccolata si vedevano  solamente stampate nei libri di scuola ).

Il giorno di Pasqua, avveniva una delle più belle e gioiose manifestazioni religiose “u scuntru ” in Piazza . Due gruppi di fedeli partivano dalla Chiesa, andando in processione in direzioni opposte, una con la statua di Gesù e l’altra della Madonna ancora coperta con il manto nero del lutto, e convergevano nella Piazza con in testa i  due portabandiera che,  per tradizione, rappresentavano la classe dei Pescatori e degli Agricoltori . 06-BasileNon appena i portabandiera e le statue della Madonna e di Gesù risorto giungevano in prossimità dalla piazza cominciavano il rito del riconoscimento e del saluto, abbassando lentamente i vessilli per tre volte  (quasi a toccare terra) e alzandoli e poi di corsa sino ad incontrarsi nel centro della piazza. Il manto nero della Madonna veniva repentinamente tirato giù e appariva un bel luccicante manto azzurro. Le campane suonavano e lungo a festa con applausi di tutta la gente presente. A seguire una lunga processione per le strade del paese.

Duarante la Settimana Santa nella Chiesa San Ferdinando Re ogni fermata  della Via Crucis era addobbata con piccoli altarini con fiori e il pavimento cosparso con vasi contenenti  piantine di grano tenero.

07-BasileOggi per suonare le campane si preme solo un bottone e basta ma a quei tempi era diverso, la notte della Resurrezione, per noi ragazzi era speciale perché aiutava a stabilire certe gerarchie, non tutti potevano salire sul Campanile e  prendere parte alla ” campaniata ”  della Resurrezione, che per i ragazzi, era un segno di maturità… La concorrenza era dura … Quel diritto bisognava guadagnarselo… In quella notte  nella chiesa, che odorava  di incenso, c’era un grande velo nero che scendeva come un sipario dal tetto sino al pavimento nascondendo tutta l’area dell’Altare; sipario che veniva 08-Basilefatto cadere  al suolo con un atto di sorprendente scenografia, simultaneamente all’atto della  Resurrezione e al suono delle campane in festa, venivano liberate tante rondini e appariva la statua di Gesù Risorto tutta illuminata e splendente .

“U Pasquni ” (la pasquetta)  veniva fuori quasi  sempre  con una giornata di sole e tradizionalmente era il giorno della  “scampagnata” con parenti o amici nelle loro case di campagna che, a quei tempi, erano usate solamente  per essere “arricugghiuti” (trasferirsi in campagna) o occasioni speciali. 09-basileIl giorno  del  ” Pascuni” il  paese rimaneva completamente vuoto, come per S. Bartolicchio . Il primo piatto, mi ricordo era sempre “pasta al forno all’usticese ” con maccheroni o anellini ben cotti  e croccanti  , hmmm..  eccellente !  …., il pane era fatto in casa e il vino  locale non mancava mai……

Buona Pasqua a tutti

Agostino Caserta dalla California.

Dalla California Agostino Caserta


Agostino CasertaIncredibile foto! pittoresca e suggestiva. Non c’era il molo di attracco.La motonave gettava l’ancora e stava al largo. I passeggeri scendevano tramite una scaletta sulle barche che li trasportavano fino alla vecchia banchina. Nella barca al centro c’e’ mio padre Armando con gli occhiali e chitarra, Alfredo Favaloro con sassofono e una persona che suona la fisarmonica ( forse Gaspare Palermo ). ù
Non sono sicuro, ma presumo la musica era riservata all’arrivo di qualche Autorità che visita  Ustica.
Ecco cosa facevano a quei tempi per accattivarsene la simpatia di qualche illustre personaggio … ù
C’e’ qualcuno che conosce i dettagli?

Dalla California Agostino Caserta


mulinoSono continuano le richieste sia a me che a Pietro Bertucci per fornire spiegazioni agli nciuri degli usticesi.
In passato abbiamo spiegati il perché del soprannome “ho pensato per voi” che si riferiva alla Baronessa Notarbartolo.
Ora proviamo a spiegare  il significato di  ” Marzotto ”
Se ad Ustica si parla di Marzotto il pensiero va a  Salvatore Natale. ” Sarvaturi ” fu conosciuto da tutti come  “Marzotto” per la sua vocazione industriale, associandolo alle attività della famosa industria tessile milanese.
salvatore-nataleSalvatore Natale, in quei tempi, era un genio – sapeva fare di tutto e aveva molti compiti. Sapeva di meccanica, di idraulica, di elettricità ecc., ma, soprattutto gestiva, orgogliosamente un’impresa edile.
Salvatore fu “fontaniere” Comunale per circa 30 anni. L’acqua potabile, a quei tempi, veniva trasportata ad Ustica dalle navi cisterna della Marina Militare, le quali arrivavano ad Ustica a volte anche di notte.
Molte notti  era normale vedere “Marzotto”, in qualità di fontaniere, correre verso la banchina per dare assistenza alla nave e mettere in funzione le pompe che trasportavano l’acqua fino ai “cisternoni” della Falconiera, che fornivano l’acqua al paese per caduta. Non c’erano orari per Salvatore, era, all’occorrenza, sempre presente.
Al “Mulino”, in via Petriera, a giugno si preparava la trebbiatrice per essere trainata dal trattore verso le aie occupate da grandi cumuli di fascine di grano pronti per essere trebbiati, dalle quali si ricavava un ottimo frumento. Al Mulino i contadini si recavano frequentemente per macinare il grano dal quale si ricavava  un’ottima farina e per usufruire del palmento per pigiare l’uva. La trebbia, la macina e il palmento hanno soddisfatto le esigenze dell’Isola per più di mezzo secolo. Queste attività implicavano attrezzi meccanici e quando si guastavano Salvatore, da solo, li riparava o sperimentava nuove tecniche per farli funzionare di nuovo …
Al Mulino “Marzatto” aveva anche impiantato un’ officina  meccanica (multiuso) che fu condotta, in seguito, molto efficientemente, da Pietro Ventrice .
Quando negli anni 50-60  “Marzotto” capì che il freddo era importante per gli alimenti ed ancora ad Ustica i frigoriferi erano scarsi,  mise su un impianto  per fare blocchi di ghiaccio, che andò avanti per diversi anni, assecondando le richieste di ristoranti e degli usticesi, fino all’avvento dei frigoriferi.
Fu imprenditore edile, per 30 anni, con una ditta di circa 30 operai, e moltissime case e villette che ammiriamo oggi sull’ Isola furono costruite dalla ditta Natale.
Con la scomparsa prematura dello Zio Beniamino, Salvatore Natale  con la moglie Mariuccia Longo e Famiglia hanno preso la gestione dell’albergo e ristorante “Isolabella” con molto successo .
Salvatore  fu anche armatore del veliero ” San Giuseppe  inteso ” u muturi ru’ mulinu “,  azionato  a motore o a vela, che garantiva tutti i trasporti da e per Ustica, Palermo e Napoli  di qualsiasi materiale da costruzione ed altro, che in seguito passò al coraggioso Comandante Peppino Pitruzzella & Figli.
Quando le macchine  del veliero avevano bisogno di manutenzione e/o riparazioni provvedeva Marzotto.
Marzotto   “lavorava anche quando camminava” dicono gli usticesi, infatti se lo  incontravi per strada e lo salutavi molte volte distratto non rispondeva al saluto, ma se rispondeva si capiva benissimo che aveva qualche progetto per la testa o pensava a quelli già in corso . Era un lavoratore instancabile e a ben donde con quella grossa famiglia da mantenere …..
Di “Sarvaturi” soprattutto, a parte  le qualità e virtù  relative al lavoro e al talento, bisogna ricordare anche il lato umano: aveva il grande cuore dei  Natale, della Zia Angelina, dello zio Beniamino ecc…
Il Mulino era “Casa Granni” e le porte erano sempre aperte per tutti, sia usticesi che forestieri in qualsiasi momento e per qualsiasi motivo!
Fino a metà degli anni 60 ad Ustica la luce elettrica era erogata  solo nel paese.
Fuori del paese l’illuminazione avveniva tramite alcuni “petro max” e lanterne. Un bel giorno, durante la novena di San Bartolicchio, vediamo spuntare  “Marzotto”  con Pietro Bertucci  fu Emanuele e con l’unico trattore di Ustica, con l’aiuto di rudimentali cinghie ed altri marchingegni approntò un generatore elettrico che ebbe la potenza di accendere diverse lampade da 200 candele, che illuminarono a giorno tutta la zona, incluso il gorgo per il ballo. Tutti dicevano : ” …e chi succiriu , mizzica pari menziornu !! ” e mio padre Armando, che era il conduttore della Festa, era incredulo con gli occhi “spaparacchiati” di contentezza come uno che ha appena ricevuto, come regalo/sorpresa un vestito nuovo confezionato da “Marzotto”!!!

Dalla California Agostino Caserta


Nuccio CasertaDear Mariangela,

come saprai sia a Pietro che a me, autore della lista degli “nciuri”, molti hanno chiesto di dare una spiegazione e/o il perché degli “nciuri” stessi. Spesso e’ difficile; i familiari possono farlo meglio. Te la senti di spiegare ,come puoi, gli nciuri dei tuoi nonni “a piripicchia”  e “un mpagghiatunacti ” ( io lo conoscevo come nacti ) ?
Se hai problemi tuo padre Bartolo, che ti prego di salutarmi, sono sicuro ti può aiutare .

ciao

Dalla California Agostino Caserta

Caro Pietro,

Ho ricevuto diverse richieste per cercare di interpretare il senso degli già pubblicati “nciuri”. Alcuni sono improponibili, altri invece, con l’aiuto della gente del posto e di chi ha buona memoria cercheremo di dare la giusta motivazione del soprannome. Intanto, come autore della lista, sono lieto di  proporne uno ” Ho pensato per voi ” :

Quasi tutti gli “nciuri” degli usticesi hanno una  piccola storia.. Ce n’e’ uno che  non e’ formato da una sola parola ma da una frase , e’  insolito e merita attenzione anche perche’ si riferisce ad un personaggio da non dimenticare.

Baronessa NotabartoloAnna Notarbartolo, Baronessa di Sciara, sposata con Antonino Favaloro, fu Sindaco di Ustica nel  dopoguerra per 2 mandati. Il marito era usticese , lei era cresciuta nell’isola  e si considerava usticese adottiva. La Baronessa  era una donna intraprendente, energica e grande comunicatrice. Erano i tempi quando le richieste scritte alle Autorita’ Regionali, tramite delibere comunali ecc… spesso non erano sufficienti a dimostrare, con stanziamenti di  fondi per i bisogni dell’ Isola, l’urgenza delle richieste di aiuti. Allora ” Ho pensato per voi” andava a Palermo in persona, senza appuntamento, per un incontro/scontro con il Presidente della CPC e tutte le altre Autorita’.

“Donn’ Anna” era una persona  di intuito e di abilità !  Appena notava che le parole dolci non erano sufficienti a raggiungere lo scopo, in un istante cambiava fisionomia e atteggiamento e, alzando  il tono della voce, cominciava a battere i pugni sul tavolo !!   ” Abbiamo bisogno del bacino montano e di una nuova motonave, diceva… e aggiungeva: “gli usticesi non devono pagare nessuna tassa  perché non se lo possono permettere” ….nella concitazione  quei suoi denti bianchi prominenti e cavallini “abbagliavano” gli interlocutori…

Otteneva sempre tutto. Fui presente, per caso, ad uno di questi meeting, quando avevo circa  9 anni ( un evento del genere lo ricorderebbe anche lo smemorato di Collegno ),  perche’ era presente anche mio padre Armando Caserta, impiegato Comunale e braccio destro del Sindaco . Appena fuori dagli uffici della Prefettura  la Baronessa tutta contenta disse a mio padre, nel suo tipico accento Palermo-bene, ” Aimando ci vuonnu l’agghi pi vicini …”!!  Il giorno dopo andammo ad Ustica, il vecchio vaporetto gettò l’ancora a Cala S. Maria  suonando  3 volte, era il rispettoso saluto al Sindaco che si trovava a bordo . La stessa sera, come consuetudine quando tornava  da Palermo , dal balcone del Vecchio Municipio informava, sull’esito degli incontri,  i molti cittadini in attesa nella piazza antistante. Usava cominciare ogni suo intervento con le solite parole : ” Carissimi concittadini  ” a voce bassa , dopo dava un bel “do” di petto ,  alzava la testa come un tenore e scandiva : ” Ho pensato per voi ..!!”…

N.B. A quei tempi, e per moltissimi anni dopo,  chi era al comando aveva al massimo  la licenza elementare, ma in cambio possedevano buon senso, onorabilità e onestà… una promessa con una stretta di mano era un contratto firmato.

Io Agostino, detto Nuccio o Cirasella…, ho cominciato, altri amici credo mi seguiranno per raccontare il perché di alcuni soprannomi.

Da Rancho Mirage California Agostino Caserta

Caro Pietro,

un’altra riunione tra usticesi in California !! .Negli ultimi 20 anni grazie a nuove vie di comunicazione come internet, gli emigrati da tutto il mondo e anche da Ustica sono alla ricerca delle loro radici .

All’inizio fu il Centro Studi e Documentazione a iniziare e riscaldare i contatti con gli usticesi nel mondo, in seguito ustica.org e ora, alla grande, il nostro stupendo sito ustica sape

Barbara Del Buono e’ un’altra usticese i cui antenati emigrarono da Ustica a New Orleans a fine ‘800.

Tramite ustica.org prima e dopo con usticasape, di cui e’ assidua frequentatrice, e a mezzo e-mails ultimamente abbiamo intensificato i contatti con Barbara e pianificato una piccola riunione. Micelle,mia moglie, ieri ha fatto il compleanno e abbiamo organizzato una piccola festa e invitato anche Barbara con il Marito Tony, che vivono a meno di 2 ore da qui. Con nostro grande piacere hanno accettato l’invito.

Barbara si sente molto orgogliosa di essere usticese del casato Del Buono-Bertucci e ha portato con se dozzine di bellissime foto dei loro antenati . E’ superfluo aggiungere che si stanno organizzando per venire ad Ustica. .

Presenti al piccolo party erano anche il dr. Julian Feingold ( 91 enne in buona salute e lucidissimo ) e l’artista Daniel Williams, entrambi collezionisti di native e american native art, con i quali si hanno rapporti di lavoro ed essendo nostri amici frequentano anche loro ustica sape e tramite le foto si sono innamorati di Ustica che contano di visitare presto .

Dalla California Agostino Caserta

Agostino CasertaCaro Pietro,

Auguro di cuore, unitamente a mia moglie Michelle, Buon Natale e Felice Anno Nuovo a te e Famiglia, ai lettori di questo sito, e a tutti gli usticesi che vivono nell’Isola e in tutto il mondo.

Agostino Caserta

Buon Compleanno

Ad Agostino Caserta (fu Gino),
ancora “giovane” con un “fardello” di 80 anni
e a Francesco Basile
i miglioriAuguri di Buon Compleanno

Dalla California Agostino Caserta

Nuccio CasertaCaro Pietro,

Un doveroso ringraziamento da parte della comunità usticese di stanza in America alla Ustica Lines, per aver accettato con coraggio questa proposta foriera certamente di iniziative che incoraggieranno il turismo di “ritorno” e noi saremo paladini di questa sensibile agevolazione…

Un grazie va rivolto anche all’amministrazione per aver supportato l’iniziativa del nostro sito, che ha contribuito in maniera determinante  all’ eliminazione dell’ex ” pizzo” sul biglietto Palermo-Ustica-Palermo per i nativi di Ustica e non residenti.

Speriamo che  la linea che gestisce il servizio motonave-traghetto, quanto prima, si adeguerà.
Questa “vittoria” dimostra che e’ sempre fruttifero dialogare per smussare le incongruenze del sistema.

Ora, per favore, non sentiamoci appagati e non rallentiamo la morsa su  altri problemi fondamentali come le coincidenze con le navi che vengono da Civitavecchia e da Genova, con la nave che parte o ritorna da Ustica, per evitare ulteriori disagi ai turisti.

Saluti
Agostino Caserta

Dalla California Agostino Caserta

Michelle e Agostino CasertaCaro Pietro,

a proposito di Castelli e Torri , mi ricordo che venni ad Ustica con mia moglie americana nel 2002 .
Le feci visitare quasi tutti i luoghi e posti . Andammo alla Torre Vecchia, ed era chiusa ( in luglio ) ma stranamente si vedeva all’entrata un piccolo campanello di plastica rettangolare con un bottone .
Abbiamo schiacciato, non funzionava e non fu una sorpresa . Ma il punto e il grande schock di entrambi:
cosa ci fa un campanello di plastica bianco Nuovo alla porta della “Torre Vecchia ” ? chi lo mise li ? sicuramente costo’ dei soldi ( anche se non molti …) . Lo sgorbio era paragonabile solo a quella saracinesca in una delle ” case Vecchie ” . Pensi che il campanello sia ancora li ?

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Migliori posti dell’isola per mia moglie : non necessariamente in quest’ ordine di importanza .

1) veduta Homo Morto
2) veduta Cala Giaconi e Faro dal Cimitero
3) Falconiera ( ok,ok ora si chiama Castello Saraceno perche’ fa cassetta e suona Importante…. )

Ciao

Agostino Caserta

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